Anna

aut. Dafne

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    Regina di cuori

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    Un racconto che mi ha coinvolto fin dalle prime righe avendo nipoti dell'età di Anna e conoscendo l'impulsività dell'adolescenza, sono lieta della piega che hanno preso i pensieri della protagonista che non ha poi voluto far soffrire il nonno e neppure l'amica del cuore.
    L'assenza di un padre che abbandona la famiglia è sicuramente un dolore a qualsiasi età, per fortuna di Anna l'incontro col ragazzo le ha permesso di scacciare quel momento di sconforto, il Natale poi avrà fatto il resto. Decisamente meno sfortunata di Anna Karenina. Ottima prova.
     
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    Soldato semplice

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    Anna colpisce fin dalle prime pennellate con cui viene descritta. Ama i libri, la sua famiglia il padre l'ha abbandona. C'è una tristezza di fondo in questo racconto che si trascina mesta senza guizzi eclatanti,
    almeno fino alla decisione avventata di gettarsi sotto un treno, per fortuna c'è il lieto fine che guarisce le ferite e dona speranza.
    scrittura chiara, personaggi ben definiti.
    incipit ed excipit ben amalgamati. Un bel racconto.
     
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    Penna furiosa

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    Un bel racconto fresco e leggero, nonostante l'argomento che tocchi.
    Il racconto si legge davvero bene ed è interessante immergersi nei pensieri di una sedicenne, i suoi rapporti con la madre e il fratello, la presenza dell'amica del cuore sempre sullo sfondo vedere i suoi stati d'animo e il modo in cui affronta il problema relativo al padre e alle feste in famiglia. Anche per quelle soluzioni paradossali e estemporanee che le passano per la testa anche solo per gioco, e che comunque caratterizzano bene la sua età.
    Bella la figura del nonno, ce lo fai vedere solo un attimo, ma quell'attimo è più che sufficiente per farcelo amare.
    Ti devo dire che leggendo ho provato anche un pò di tensione con l'incontro nel vicolo; avevo pensato a qualcosa di poco piacevole e invece, per fortuna, era solo il ragazzo del calorifero.
    Lettura davvero gradevole.
     
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    Penna d'oca

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    Titolo aperto, Nome palindromo, magari una storia a doppia interpretazione, mi addentro nel racconto. Trovo questo personaggio, sedicenne delineato alla perfezione con i suoi dubbi d'amore e problemi famigliari. Continuo. La struttura e lo stile è fluido, come la famiglia in cui è nata Anna d' apprima con mamma e babbo e fratello spocchioso, poi solo con mamma, e fratello. Anna è affascinata dal mondo dei libri e delle letture, dove potrebbero trascinarla anche sotto un treno, visto ancora l'acerbo carattere, ma per fortuna è un brano di Natale e quindi niente rotaie taglienti di sorta su quel corpo ancora immaturo, ma un felice incontro con il suo sogno, con i suoi laghetti preferiti. E poi se papà non viene a Natale pazienza che rimanga pure con "quella", lei intanto frequenta il ragazzo della terza B, la sua amica Valentina e la libreria del nonno, dove poter viaggiare. Inc.ed Ex perfettamente integrati. PS che bello leggere dei passanti frettolosi dei negozi pieni di gente, chissà quando potremmo farlo...
     
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    Dio della penna

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    L'infelicità è ciò che rende una famiglia infelice ancora più infelice... Sì, parlo dell'infelicità che ognuno di noi porta con sé riversandola spesso sulla vita comune degli altri e la famiglia può considerarsi il sunto delle singole infelicità di ognuno dei suoi componenti e a loro volta, come dice la parola stessa, l'infelicità è un età differente per tutti e infelice a suo modo nella differenza dell'esistenza singola.
    Nel racconto scritto molto bene il tratto che risalta è la condizione individuale dei componenti della famiglia che vengono caratterizzati nel modo in cui la trama stessa lo richiede. Uno spaccato che nasce dalle esperienze visive e vissute della protagonista che le rielabora e le dipinge con i giusti colori nell'elaborazione della narrazione. Eventi e pensieri vanno quasi a braccetto nel rincorrersi e l'espediente del piccolo incidente ad Anna serve per rendere esplicita tutta la morale del racconto. Piaciuto molto questo racconto bello e consone al canone narrativo dell'autrice.
     
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    Grazie Gian, mi piace avere un "canone". ;) Bye... :)
     
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    Racconto scorrevole e molto gradevole anche se magari un po' scontato, soprattutto nella seconda parte che appare un po' frettolosa e non troppo approfondita. Anche l'Excipit mi è sembrato un po' appiccicato, se riesco a spiegarmi. la prima parte, invece, è molto approfondita e fa risaltare bene i caratteri di madre e figlia, entrambe abbandonate dal loro uomo (marito e padre).
    Non so quanti anni hai, ma se non sei una ragazzina come Anna, sei stata bravissima a raccontare la storia come farebbe una sedicenne e questo è un punto molto forte del racconto a mio parere.
    Non so se te lo hanno già fatto notare ma c'è un piccolo refuso
    CITAZIONE
    "una vicolo"

    io poi toglierei la e dopo soffitto
    CITAZIONE
    fino al soffitto, e le metteva alcuni libri

    Infine un suggerimento: approfondendo un po' la seconda parte potrebbe diventare qualcosa di più di questo racconto, potresti riprenderlo in mano.
     
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    Grazie Paluca del commento e sorry per i refusi. No, tranquillo i miei 16 anni sono distanti, se avessi scritto una storia del genere all'epoca credo che sarebbe finita peggio: non dico sotto un treno, ma magari sotto una bicicletta... ;) Sono diventata ottimista con l'età ;)
    Anche tu come Petunia hai trovato l'excipit poco coerente, per me invece è stato molto logico pensare che Anna, sprofondata nelle sue tristezze che cercava di contrastare con ironia, trovasse una consolazione minima, ma accettabile, nell'avere fortunosamente conosciuto il rosso del calorifero... sempre meglio che buttarsi sotto un treno perché tuo padre è uno str... no? (A scanso di equivoci: niente di autobiografico, mio padre era un padre perfetto all'ennesima potenza, ma ne ho incontrati parecchi di adolescenti arrabbiati con i genitori separati). Baci. :)
     
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    Scrivano supremo

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    Cara Dafne, dissento solo sul fatto che a 14 anni non si legga Anna Karenina. Come il discorso sulla diffusa e celata ingenuità dei 16 anni esiste anche la compulsione romanzesca che si può contrarre dai 12 anni in su. Incurabile.

    Ma torniamo seri.
    Registro narrativo perfetto, adatto a tutte le età.
    Riesci a presentarmi Anna e mi ci affeziono anche un po'. Da zia, da mamma, da sorella
    La storia è semplice, certo, ma piena di sfaccettature che rendono l'umore della protagonista non proprio natalizio.
    Io me lo ricordo com'era avere 16 anni. Penso che l'adolescenza sia stato davvero il periodo peggiore della mia vita; tutto quello che succede intorno a te, accanto a te o a te direttamente non riesci ad accettarlo serenamente. Diventa sempre tragedia.
    E allo stesso modo basta un raggio di sole per riportare il buon'umore.
    Ha saputo raccontare molto bene queste sensazioni.
    Brava.
    Ele

    Edited by B&S - 6/12/2020, 11:24
     
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    Grazie Ele, hai ragione, devo dare più fiducia ai 14enni; mi hai dato un'idea su cosa dare da leggere per le vacanze di Natale alla mia prima: già che sono in didattica a distanza, non corro il rischio che mi taglino le gomme dell'auto... ;)
    Baci :)
     
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    Penna d'oca

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    I tecnicismi come sempre li lascio a chi è capace nel valutarli, io giudico la storia e dico che mi è piaciuta! L'incipit ok l'Ex meno ma forse ci potrebbe pure stare, mi piace l'idea del nonno e dei suoi innumerevoli libri magari posizionati ad altezza giusta pro - nipote (perdona il gioco di parole), mi piace l'idea di un Natale con velata tristezza, in fondo, quando si cresce, si ha sempre un pò di tristezza nel cuore, proprio per quello, per via della spensieratezza che solo i bambini hanno in quei giorni di festa, e che, un adulto perde, magari proprio perché affronta una perdita o una separazione, insomma, fa i conti con la vita, che, di certo non sta a vedere se è Natale o il mercoledì della champions!
    Non nascondo (anche se so che non ci stava bene nel racconto) il desiderio che ho avvertito quando Anna, tornando indietro, sbatte contro un uomo, beh, per un attimo ho pensato al padre! Sorpresa!! Ma in effetti, giusto era, quel bel tipo della scuola!! ;) Brava!
     
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    Grazie Dax, in effetti che il tizio contro cui sbatte potesse essere proprio il padre tornato per Natale per farle una sorpresa, non ci avevo pensato. Non è male come idea, poteva essere tornato per dirle che le voleva bene anche se ormai non sarebbe stato più con lei, e forse sarebbe stato anche più coerente l'excipit... ma forse preferisco ancora il mio finale: per ora Anna si consola con il tizio del calorifero, poi magari ricucirà anche con suo padre che vive con "quella" ;)
    Bye :)
     
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    Penna d'oca

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    CITAZIONE (Dafne @ 6/12/2020, 12:16) 
    Grazie Dax, in effetti che il tizio contro cui sbatte potesse essere proprio il padre tornato per Natale per farle una sorpresa, non ci avevo pensato. Non è male come idea, poteva essere tornato per dirle che le voleva bene anche se ormai non sarebbe stato più con lei, e forse sarebbe stato anche più coerente l'excipit... ma forse preferisco ancora il mio finale: per ora Anna si consola con il tizio del calorifero, poi magari ricucirà anche con suo padre che vive con "quella" ;)
    Bye :)

    e sicuramente Anna, si consolerà allegramente con "occhi azzurri"!! :]
     
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    Penna stilografica

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    Eccitante la tempesta emozionale che sconvolge Anna, fra la lettura del libro e le infelicità famigliari, perfettamente plausibile (e ben narrata) la tentazione di farla finita di Anna. Tenero il ripensamento per non dare un dispiacere all'amica. Ho rivissuto i miei sedici anni e mi ci sono ritrovato, anche se sono dell'altro sesso. Ma allora il mondo non è così cambiato come si sente dire in giro dai vecchiacci inaciditi. A meno che l'autrice non sia una diversamente giovane in vena di amarcord. ma non credo, la freschezza della scrittura mi fa propendere per un età verde.
    Mi rileggerò La leggerezza da Le lezioni americane di calvino, per vedere se ci ho preso nel giudicare questo racconto.
    E a questo punto mi sembra un sacrilegio mettersi a segnalare le cose che non vanno. Preferisco godermi l'atmosfera giovanilnatalizia in cui mi ha immerso e, chissà, passata l'euforia, ritornarci sopra per fare "critica costruttiva".
     
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    Penna stilografica

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    enorme libreria che occupava tutte e quattro le pareti del suo studio e (da dove si entrava e usciva?) marciapiede ghiacciato (e tutti ci corrono sopra?). Lasciando stare queste mie due piccolissime note il tuo racconto fila via con una leggerezza e un'ironia gradevolissime. Una carina (scritto senza la k) storiella natalizia con un finale romantico che un po' stride con l'obbligatorio excipit (alla mia salute!) Brava.
     
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