Crepe nei muri

aut. Arianna2016

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  1. Arianna 2016
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    Penna furiosa

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    CITAZIONE (_kiriku_ @ 30/11/2020, 13:13) 
    Che lettura scorrevole e travolgente.
    Senza accorgermene, mi sono trovata a vorticare nella mente della protagonista in un mondo surreale che, per certi versi, mi ha ricordato i dipinti di Escher, fino alla conclusione, fino a liberare ciò che si trova stretto tra i muri e che filtra attraverso le crepe.
    Bellissimo lo stile ritmato, talvolta frammentato e contorto, che ben rende il flusso di pensiero che si dipana attraverso la storia, da questo "Supervisore" metaforico che mette le briglie a ciò che briglie non ha: il pensiero, la creatività, il sogno.
    Un ottimo racconto, complimenti.

    Il mio terribile Supervisore... che passa il tempo a dirmi che quello che ho in mente io non va bene. Grazie! :)

    CITAZIONE (TomaSgaia @ 1/12/2020, 22:13) 
    Ciao!

    Complimenti per il racconto, mi ha presa tantissimo. Devo dire che anch'io ero convinta di trovarmi in una sorta di "Never let me go" virtuale o simile; poi ho pensato a "joker" (non chiedermi perché), poi a qualcos'altro ancora...
    Non avevo pensato alla scrittrice, sono sincera, ma mi piaceva anche pensare (se me lo consenti, visto che il racconto è tuo :) ) solamente ad una persona semplicemente insicura, e a qualcuno di non meglio definito che viene a salvarla.
    Ci sono alcune frasi che trovo molto lunghe, ma questo è coerente con il tentativo riuscito di far scivolare il lettore nella storia.
    Aggiungo solo che prima di leggere che si trattava di una scrittrice non avevo capito bene il collegamento con l'incipit e l'excipit, soprattutto l'excipit. Ma, come ho detto sopra, mi piaceva anche così :)

    Complimenti!

    Belle, tutte queste associazioni che state facendo nei commenti: Escher, Joker, il mondo dell'inconscio - anche oscuro - che si manifesta; e di sicuro io sono - scusa la ripetizione - anche una persona insicura, che ogni volta, prima di fare il balzo verso l'accettazione del proprio mondo interiore, deve lottare parecchio. Aggiungo che in praticamente tutto quello che scrivo c'è un personaggio che rappresenta una funzione psichica che va a soccorrere e a salvare un'altra funzione (personaggio) in pericolo. E sento forte e chiaro la voce di mio marito/Supervisore: "Ma no! Non ci sarà anche qui qualcuno che cura qualcun altro?!".

    CITAZIONE (Stefia @ 2/12/2020, 10:30) 
    Mamma mia che storia.

    Bellissima ed originale. Complimenti. Il ritmo si adatta perfettamente e trascina con sè il lettore.
    Anch'io avevo pensato dapprima alla fantascienza distopica, ma poi, con le crepe nei muri che si aprono a macchia d'olio, ho virato su un "Matrix".. e più o meno c'inzertai.
    Hai usato uno stile narrativo che non pensavo ti appartenesse, e invece ecco che hai piegato le frasi ai tuoi voleri per ottenere l'effetto desiderato.
    Ricordo che hai detto che "Questo racconto non vuole usicre è peggio di un parto"... Eh sì: non è facile partorire una creatura del genere.
    Incipit perfetto e anche l'excipit, a me, non ha disturbato.
    Prova strepitosa.

    Mi sembra che tu e io abbiamo un comune background di film e telefilm :) A un certo punto, mentre stavo scrivendo, il mio Supervisore mi ha detto "Ma no, lascia stare! Ma non ti accorgi che stai usando lo stesso schema di Matrix?!". Così, mi sono resa conto finalmente cosa Matrix probabilmente voleva raccontare, in origine, qual è il vissuto interiore da cui nasce.
    La dura lotta che ho combattuto per arrivare ad accettare di scrivere questo racconto non è per fortuna stata senza frutto: avevo dovuto combattere così tanto con tutte le resistenze del Supervisore, che quando domenica ho dovuto scrivere il racconto per la venticinquesima ora, mi è uscito benino, dato che avevo passato i giorni precedenti a contrastare i vari "Ma no, un'altra storia in cui qualcuno salva la vita a qualcun altro/lo cura", "Ma no, non vedi che tutto quello che scrivi è banale e ripetitivo?", "Ma no, la tua idea è scontata e già letta/scritta innumerevoli volte".
    Sono contenta che ti piaccia il mio strano viaggio.

    CITAZIONE (Dafne @ 2/12/2020, 10:43) 
    Scusa Arianna, ma, sicuramente limite mio, non ho capito niente. E dopo la decima riga non capire chi è il Supervisore, se sto leggendo un racconto distopico oltre lo spazio, qual è il sogno e quale la "realtà" se sono nei labirinti del Tribunale di Josef k. o il protgonista è un pazzo in un manicomio... non è una bella sensazione, e da lettore abbandonerei la lettura. Invece sono arrivata fino in fondo e sì, la storia delle crepe è una bella intuizione, ma la costruzione così cervellotica e, a mio parere confusa, non giova al racconto. Bye :)

    Dafne, come ho già scritto sopra, a sorprendermi questa volta sono i commenti positivi e la constatazione che in tanti mi hanno seguito in questo strano viaggio. Quando scrivo un racconto, lo faccio leggere a mia mamma e a mio fratello. Questa volta erano imbarazzatissimi: "Sì, certo, scritto bene ma... insomma, vedrai che in pochi capiranno qualcosa...". Mia mamma, poi, non sapeva bene da che parte prenderlo, questo racconto.
    Per dire che comprendo benissimo la tua sensazione.

    CITAZIONE (Byron.RN @ 2/12/2020, 10:52) 
    Ciao Arianna,

    affascinante e interessante questo tuo racconto. Tra l'altro mi ha ricordato un pò un altro tuo lavoro, non ricordo bene il titolo, forse Il tessitore di sogni, dove anche lì i sogni, l'immaginazione o comunque l'universo onirico aveva il suo peso.
    Io mi sono immaginato il tutto come il processo della creazione, la descrizione dell'equilibrio instabile tra il mondo di sopra e quello di sotto, quello del razionale e quello dell'immaginazione.
    Il supervisore è il funzionario della razionalità, il conservatore che tenta di tenere il controllo della macchina uomo, farlo stare coi piedi per terra. Il fatto è che non può nulla e non ha neppure i mezzi e il potere di farlo quando si innesca il processo creativo. Il processo inevitabilmente sgretola le sovrastrutture, fa apparire crepe nei muri del reale, permettendo così di fare uscire quell'alito creativo che è intrappolato dentro ognuno di noi, qualcosa che non ha forma, è sola a livello embrionale, ma che ogni volta, stimolato e con un pò di fatica, riesce a trovare la propria strada.
    Non so, magari dico una stronzata, ma la tua mi ha dato il senso di una sorta di scrittura automatica, un fluire libero di pensieri che hai poi riadattato.

    Hai beccato tutto, Byron.
    I racconti che hai in mente in realtà sono due. Uno è quello - L'inizio della storia - di cui tu hai usato l'excipit per il tuo racconto sul pugile. L'altro - La tessitrice - è quello mio nato grazie all'excipiti di resdei. Hanno praticamente sempre queste tematiche. Un'altra dura lotta che ho dovuto combattere con il mio fiscale Supervisore è quella di accettare che evidentemente la mia mente gira attorno a delle tematiche ricorrenti, che per lei sono importanti.

    CITAZIONE (genoveffa frau 1 @ 2/12/2020, 11:14) 
    Mi hai trascinato nei tuoi sogni anche se a tratti pareva tornassi alla realtà osservando le crepe che via via si evidenziavano nonostante qualcuno cercasse di ripararle,
    cosi anche lo scrittore cerca di sanare le crepe dalle sue scritture e in questo caso molto ben riuscito il concetto.
    Grande abilità nella descrizione del sogno e del ritorno alla realtà, in fondo siamo anche nella vita reale circondati da numerose crepe che ci stanno condizionando l'esistenza.
    bellissima prova!

    Grazie, Genoveffa. Quando sono immersa nel sogno, tornare alla realtà a volte è una vera sofferenza.
     
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39 replies since 28/11/2020, 18:34   645 views
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