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Giancarlo Gravili
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Dio della penna
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Il viaggio
Oh quante belle novelle Tutte tue sorelle E non credere che sian solo quelle…
Declamerò ora
Mala tempora currunt e c’è del marcio in Danimarca C’è anche qui «E il sole se ne scende e mi viene una certa malinconia ma sotto una finestra vorrei stare oh sole mio»
Iniziai un viaggio tanto tempo fa, fa nulla se non ve lo racconto tanto poco importa dove la strada porta
Scorgevo nel salotto di casa alcune figure di refluo rifiuto alcune erano finte altre pure finte ma erano tutte figlie a mammà e ogni scarrafone si sa…
Iniziai un viaggio vi era un mulo e quattro carri e un topolino che al mercato mio padre comprò «Alla fiera dell’est per due soldi un topogigio mio padre comprò e venne lui, si ma lui chi è? Una testina di cetriolo e una rosa blu sul tuo seno ci impiegò cinque giorni a morire»
Iniziai un viaggio con un torpedo e forse qualcuno mi seguì in torpedone e mangiammo panini al salame e salami mangiarono panini. Era un giorno di maggio e da un locale dislocato male usciva fuori un new yorkese jazz Jack faceva lo squartatore dopo la Brexit e in Europa si festeggiava il capodoglio Per le vie della grande mela il sindaco Giuliani aveva spazzato via la melma dai quartieri Brexit e Bronx… Charles Bronx era il giustiziere della notte e gli stupratori non avevano vita facile, un colpo di 44 sui coglioni e poi non dirti che non ti avevano avvertito. Il tenente Harry Callaghan ripuliva con la sua 44 le vie di San Francesco Forse qualcuno faceva ancora il presepe e i poveri erano la chiesa Iniziai un viaggio in torpedone e vidi cose che voi umani non avreste potuto veder mai né immaginare… Vidi chiare di uovo che si montavano da sole e viaggiai, si viaggiai con Lucio Battisti e Mogol oltre i confini della RCA. Spaccai 33 giri e feci volare dalla finestra un giradischi automatico della Thorens ma non riuscii a farmi assumere da nessuno. Nessuno volle avere a che fare con me, avevo una voce da tacchino e vestivo magliette Sergio Tacchini e Borg vinceva in cinque set a Wimbledon mentre Mc Enroe mangiava il budello delle corde e la Bertè Loredana convogliava a nozze un paio di racchette. Il viaggio lo feci davvero, non penserete che vi prenda per i fondelli? C’erano luci e profumi nella notte e il signor cinquepalle non mi conosceva e io non conoscevo lui, alla malora allora, un autobus procedeva seguendo le strisce confinate a bordo strada… Declamerò: «Non vedevo luci e ascoltavo musiche balcaniche mentre dei danzatori bulgari guardavano i film di 007 e cercavano di inseguire Octopussy e disinnescare quel muro di Berlino» Provai a telefonare al tenente Callaghan ma era troppo impegnato sul set e io che vivevo di set non mi feci pregare rifilando tre set a zero nella finale del campionato a squadre del circolo tennis. Dicevo e dirò ancora del viaggio e magari vi stuferete pure di leggere. E l’autobus viaggiava pure lui verso due piatti di maccheroni al forno e a San Marino s’organizzava già il veglione 2020 per fottere il covid italiano, era un sabato italiano, un sabato qualunque e l’orchestrina suonava delle note jazz e poi io a Posillipo non ci volevo andare, ma cosa m’hai portato a fare signor FFSS, io non ci volevo venire. Papocchio e papocchi aguzzavano la vista e sapevo che in futuro m’avrebbero spiato. Scrissi molto in quel viaggio, anzi per tutto il viaggio che non finì mai e per soddisfazione personale buttai il giardino delle orchidee nere sulle mani d’un amico e in cambio mi fu lanciata una racchetta da un treno in corsa. Continuai a cazzeggiare e guidando una Lancia color bronzo cercai di fare lo stronzo ma non era indole buona e allora strappai il carrozzone, i pennini e ogni foglio bianco o macchiato d’inchiostro. Detto fatto fu così che il sacro libro fu archiviato e…
Iniziai un viaggio nuovo e scrissi su SPS e vomitai molto della mia vita senza pensarci, senza remore e senza coscienza pensante, volevo solo scrivere di me della mia scrittura, volevo mangiare le vocali, le sillabe, volevo divorare gli anni persi, volevo tante cose e null’altro che una penna per scrivere o una voce per raccontare.
Ora il viaggio si ferma e anche SPS andrà a dormire e quel nome mi seguirà in un altro viaggio, forse butterò ancora pennini fuori dai finestrini, oppure ululerò alla luna o mangerò caramelle con uno sconosciuto…
Ma un viaggio è sempre un viaggio e ciò che resta dentro di noi non si fermerà mai perché noi siamo il viaggio.
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