Massaggio romantico

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano supremo

    Group
    Moderatore
    Posts
    3,925
    Me gusta
    +252
    Location
    Higgs

    Status
    Offline
    A ventidue anni, poco dopo non essermi ancora diplomato, i miei mi spedirono da una anomalia umana, un tipo strano, che papà aveva conosciuto nel suo ufficio di polizia: un investigatore scalcinato, esperto di tradimenti, in cerca di gente di fiducia per i vari appostamenti. Un lavoro semplice, senza rischi, pagato bene, che aveva convinto perfino papà. Il suo ufficio che lui chiamava studio era una stanza incolore dove nulla era al suo posto, ogni oggetto sembrava il frammento di una esplosione. Oltre al simbolo fallico di un abat jour gigantesco e depresso come lui, c’erano cicche e sporcizia in ogni angolo. Dopo un aperitivo caldo, analcolico, estrapolato da un piccolo buffet ci fu l’invito, subito accettato, di andare a discutere all’aria aperta di questo mio nuovo, impegnativo lavoro. Con una camicia sbottonata e sudata, un vecchio jeans con cerniere e bottoni dappertutto e mocassini scalcagnati cominciò a tirare lunghe boccate di fumo ogni volta che diceva : I primi mesi saranno difficili, d’istruzione. Che io pensai subito di andarmene perché dell’esperienza di stare ore a aspettare il nulla potevo benissimo farne a meno. Mi lasciavo alle spalle un mondo ovattato di libertà, spensieratezza e affetti famigliari per fare cosa? Per pedinare qualche fedifrago o sventare piccole truffe? No, io volevo qualcosa di più movimentato. Mettendo da parte la sigaretta e con la novità di una voce strana, dopo essersi accertato che nessuno potesse sentirlo tranne me, dice:
    - Da oggi sei la mia spalla, l’aiuto di un investigatore privato, devi sentirti onorato.
    - Non ho il porto d’armi, - dico, e non capisco perché lo dico.
    - Ti ci pulisci il culo con la pistola, noi non spariamo, noi sventiamo.
    Si era trattato solo di un assaggio di quanto fosse dura e pericolosa la vita di un investigatore privato e il suo linguaggio crudo che avevo ascoltato con una certa attenzione mi fece lampeggiare come un faro.
    ‘Noi sventiamo.’ Cosa voleva dire?
    Nel mio campo visivo cominciarono ad apparire figure che avrei dovuto memorizzare, figure soprattutto femminili, tutte divorabili, che mi lasciavano un buon sapore in bocca, un sapore di donna.
    - Non montarti la testa, - dice l’Anomalia con intuito straordinario. Ci può capitare di tutto.
    Non mi azzardai più a chiudere gli occhi, a sentire l’odore acido dell’intimità di donne sconosciute in fuga da un pericolo, a immaginare di rendermi utile, di portarle in salvo strizzandole dappertutto, ad averle ferocemente, e ferocemente a essere ricambiato. Ma a quel punto mi sentivo dannatamente in gioco e tirai su le maniche della camicia, fino ai gomiti, per avere l’avambraccio fresco, pronto a scazzottarmi con chiunque in difesa di un corpo femminile, anche senza armi.
    - Tu e io siamo uguali, - dice l’Anomalia, ‘sempre pronti all’azione’.
    Ci aveva azzeccato più di quanto fossi disposto ad ammettere e le sue idee avevano completamente colonizzato il mio cervello. Riaccese una sigaretta e dopo aver frugato nella tasca mi offrì un accendino di plastica.
    -Tutti quelli che fanno il nostro lavoro fumano, pure tu devi fumare.
    - Nelle pause?
    - Noi non abbiamo pause.
    Vero, noi non abbiamo pause, pensai accarezzandomi con la mano sinistra mezzo mento, una porzione di barba incolta e i pettorali lavorati in palestra. La maggior parte delle persone non ha un’occasione come la mia e non voglio perderla, pensai. Poter vivere tra sogni e realtà era fin troppo seducente.
    L’Anomalia non aveva un registro dei clienti, né appunti delle azioni da sviluppare, tutto era nella sua testa per non lasciare tracce, né ricevute di pagamento. Sembrava avere molto tempo a disposizione, riceveva poca posta e fumava come un turco. Comunque non era tenuto a rendere conto di nulla al mio timore che il lavoro scarseggiasse, dato che ero pagato bene. Con proposta secca e vigorosa mi impose di andare a vivere in quello che lui definiva lo studio, dove avrei potuto pure dormire, per i clienti dovevo essere pronto a tutte le ore. La prima notte la passai in bianco ascoltando ogni piccolo rumore, con il terrore che fosse solo un cazzo di pedofilo che si era inventato tutto per allungare le mani sui giovani in cerca di occupazione. In effetti non mi guardava mai negli occhi, ma fisso all’inguine quando mi dava ordini, come se fosse proprio lui a doverli eseguire. Io me ne stavo nello studio a rispondere al telefono e a bere caffè al ginseng, era quella la mia unica responsabilità. Perlopiù parlavo con donne tradite, dal pianto rumoroso, e il menù era sempre lo stesso: il conflitto con uomini strani. Quando sparavo la cifra per il pedinamento e tutte le altre spese da sopportare dicevano: Va bene richiamerò. Nel frattempo mi ero organizzato un paio di storielle proprio con due donne tradite, delle quali, ovviamente, non conoscevo l’aspetto. Era facile introdurmi nelle loro anime, più facile di svitare una vite con un cacciavite a pile. Sembrava avessero bisogno di un prete, di un confessore, e nonostante tutto esisteva la possibilità di ricavarci molto sesso, che, non dovrei dirlo, non toccavo una donna da mesi e andare con una sconosciuta era una cosa a cui pensavo spesso. Una sera, guidando in modo aggressivo, sbologno l’Anomalia per un paio d’ore, e raggiungo una delle donne in difficoltà nel parcheggio di un autogrill. L’Anomalia mi aveva mollato un paio di centoni fuori busta per mettere a punto il motore della vecchia Renault e quella sovvenzione nella tasca sinistra mi faceva sentire più forte e sicuro. La donna sembrava uscita da un centro di smistamento di modelle in pensione. Bella doveva essere stata davvero, ma una trentina di anni fa. Intorno alle tempie aveva delle piccole vene azzurrine che sembravano un cerchietto artigianale per tenere a posto i capelli, il resto era superiore alla media.
    Entrando in silenzio nella mia auto mantiene uno sguardo luminoso e pulito.
    – C’è voluto più di un anno perché io mi accorgessi del tradimento di mio marito, conosco tutti i suoi
    movimenti, ora, ma non conosco lei, tu la puoi cercare?
    Afflitto da una doppia visione: lei come donna stagionata e desiderabile, lei come una cliente assillante e
    pericolosa, rispondo che deve passare attraverso l’agenzia, non posso prendere iniziative private.
    Mi stringe una mano, l’aria è satura del suo profumo e dei battiti affaticati del suo cuore.
    – Ti prego, - dice.
    Le colonnette dei suoi tacchi alti non mi impediscono di guardare in basso, ho l’impulso di avvicinarmi e di
    arretrare. Poi la stringo dove stringevo le ragazze prima di baciarle, sui fianchi. C’era sempre qualcuna che
    mi fregava, ma molte volte era solo perché non sapeva ricambiare e si buttava giù a spallate, da sola.
    Lei sa ricambiare e le racconto un po’ di cose sulle mie precedenti relazioni, lei ridendo di cuore esordisce
    con un: - Solo due?
    - Adesso sono troppo vecchio per ripensarci, - rispondo.
    Per nascondere il sudore sulla fronte provo a allontanarmi verso la portiera dell’auto.
    Senza perdere un centimetro di distanza implora:
    - Dai…
    - Davvero non posso, non sono nemmeno armato.
    - Mica la devi ammazzare, la devi solo fotografare, scoprire che nome porta, che lavoro fa.
    La sua mano affonda nel flaccido del mio muscolo della coscia rilassato.
    - Servizio della casa, poi, - dice sorridendo maliziosa.
    Non sento disagio e nemmeno eccitazione, solo il peso di infilarmi in qualcosa più grande di me.
    Ma un respiro affannoso aumenta il volume del suo seno e la mia vulnerabilità.
    - Va bene, vedrò quello che potrò fare, anche se rischio di perdere il posto se tutto verrà a galla, - dico.
    Personalmente e professionalmente mi sento a disagio. Mi ricordo improvvisamente dell’accendino e della
    mia prima sigaretta da fumare, le sigarette sono compagne perfette per chi è in difficoltà.
    Mentre sbuffo anelli di fumo mi fa un taglio con le unghie sul palmo della mano destra per colpa di un
    gesto fin troppo affettuoso, poi giocando d’anticipo mi passa una foto recente di suo marito mentre
    sorride all’obiettivo con un pallone da calcio sotto l’avambraccio destro. Sembra un brav’uomo.
    - Non dimenticare di essere leale con me, - dico, nessuno deve sapere che ci sto lavorando sopra.
    Mi passa il suo indirizzo, nome e cognome del marito e dove svolge la sua attività un comune tabaccaio.
    Il giorno dopo mi sveglio presto, segnalo all’anomalia che devo risolvere una questione tributaria che mi
    farà stare fuori fino a tardi. Con occhi spenti e finto entusiasmo l’Anomalia trova imbattibile scalare il
    giorno dalle mie future ferie.
    Esco e mi allontano a piedi verso un posto non più inaccessibile: l’abitazione della coppia.
    Mi fisso sul portone dell’edificio come fosse un monitor di legno antico. Ogni tanto si apre e lascia
    uscire gente vestita senza una strategia particolare, gente normale.
    Inevitabile la mia agitazione quando penso come farò a seguire l’uomo, se prenderà l’automobile. Proverò a
    immaginare di averla? La strada ha un pubblico vasto. L’uomo esce, e per mia fortuna si incammina a piedi.
    Entra in un bar affollato. Per timore di perderlo non bevo caffè, fingo di leggere una pagina del giornale.
    Quello che segue è lo stralcio di una lunghissima passeggiata fino al negozio di tabacchi. Addobbato con
    costellazioni di lotterie istantanee e vetrine polverose arrangiate alla bell’e meglio gonfie di pacchetti di
    sigarette e ricordini non è proprio un bel posto, ma la gente che entra e esce fa apparire la sua bruttezza
    qualcosa di famigliare, meno sgradevole e molto umana.
    Dopo un breve saluto alla commessa e un prelievo quasi furtivo dalla cassa si dirige verso il vicino quartiere
    diventato tutto cinese.
    Dopo aver attraversato un reticolo di strade strette si infila in una porta a vetri con la sicurezza di uno che
    è abituato a trovarla, una luce lampeggiante segnala senza enfasi: Aperto.
    Lo seguo all’interno, i profumi del posto danno la sensazione di una strana levitazione. Una ragazza
    orientale, ma con abiti europei, senza lasciarmi temporeggiare sull’uomo e con l’impulso di condividere la
    sua arte con me dice: Massaggio?
    Con la coda dell’occhio lo vedo infilarsi in una delle tante stanze, e per il momento sono tranquillo.
    -Sì, - rispondo. Ma solo per giustificare la mia presenza in quel posto.
    Con movimenti lenti subacquei mi passa un accappatoio di due taglie più piccolo, e un asciugamano simile
    a quelli che distribuiscono in hotel. Senza ulteriori grandi attenzioni mi suggerisce la stanza sei, molto vicina
    a quella dell’uomo. Un’altra ragazza inclina leggermente la testa in segno di saluto e mi accompagna
    all’interno della stanza sei con il diritto di tenermi per mano.
    I suoi movimenti minuscoli e languidi sono esaltati dallo spazio ristretto che sembra esaurirsi.
    Il cielo avrebbe potuto assumere qualsiasi colore e nessuno se ne sarebbe accorto, lì dentro non ci sono
    finestre, solo la luce fioca di una lampada di carta e un lettino a due piazze sicuramente poco moralista.
    Il seguito è una simpatica zuffa tra me e la ragazza che mi impone, con dolcezza, di spogliarmi per il
    massaggio. Nei suoi occhi c’è una forma di gioia professionale quando mi vede completamente nudo,
    sdraiato di schiena.
    Inizia il tormento di un massaggio delicato con tutt’e due le mani imbevute di un olio senza odore.
    Ormai penso di aver perso le tracce dell’uomo, ma almeno so perché è in quel posto, conosco il
    contenuto delle sue fughe dalla moglie sofferente.
    La ragazza non è bellissima, ma con i minuti accumula un discreto quantitativo di desiderio grazie alla sua
    bravura. Mi chiede com’è il tempo fuori. Me lo chiede perché le serve la mia risposta come antidepressivo.
    - Bello, - dico, sentendomi tenero e protettivo.
    - Non ci credo per niente, - dice.
    - No, è vero.
    Sto per dirle apri la finestra e lo vedi, poi mi ricordo che non ci sono finestre.
    Per un’insolita gratitudine rimuove l’asciugamano, senza schivare le mie parti intime.
    Con lo zigomo sinistro attaccato al mio zigomo destro sussurra:
    - Massagio lomantico?
    La sua ipercortesia attiva una decrescente sensazione di estraneità.
    Come se non fosse una scelta secondaria, rispondo schierato dalla sua parte:
    - Sì.

    Edited by Bosone&Sacripante - 16/6/2017, 22:37
     
    .
  2.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Teropode assennato

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,308
    Me gusta
    +173

    Status
    Offline
    Non ho assolutamente inteso cosa ho letto. O_o

    C'è una buona premessa, cioé un personaggio che viene immesso nel mondo dell'investigazione privata come ripiego per gli scarsi risultati nello studio, poi succedono cose apparentemente casuali e senza un filo conduttore.
    Tutta la digressione sulle donne che appaiono "nel campo visivo" mi è sembrata confusa e sviante, e alla fine il racconto sembra più incentrato sull'improvvisa passione del protagonista per le donne in difficoltà che non su una trama vera e propria.

    Anche il finale va sulla falsariga, fermandosi al massaggio che dà il titolo al racconto, senza di fatto fornire alcuna conclusione alla storia che si perde così.
    (a dire il vero ho letto il racconto convinto che il titolo fosse "mEssaggio romantico", ma niente qui è la mezzanotte che incombe :D).

    Peccato perché le premesse erano buone e "l'Anomalia" sembrava una figura in grado di dare belle soddisfazioni narrative.
    Invece non c'è stato nulla di tutto questo.
    Peccato davvero!
     
    .
  3. Foglia nel vento
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    L'unico personaggio davvero degno di nota è il vecchio investigatore: il resto per me è nebbia.
    Abbiamo un ragazzotto arrapato che vorrebbe essere e agire da cinico ma si rivela un tontolone, pronto a farsi ingabbiare da una cliente assai più anziana di lui, ancorché ancora piacente e, benché amareggiata assai dal tradimento del marito, disposta a rendere la pariglia purché il piccolo si dia d'attorno per scoprire chi è la fatidica amante.
    La quale amante, se capisco bene, neppure esiste: il tizio ha semplicemente l'abitudine di recarsi in un centro massaggi "romantici".
    E l'investigatorino improvvisato, alla fine, soccombe alle grazie della cinesina di turno.

    La formattazione è tremenda: magari una rilettura prima di schiacciare invio non ci sarebbe stata male...
     
    .
  4.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    6,941
    Me gusta
    +659

    Status
    Offline
    Giallo umoristico. Il giovane protagonista non sopporta un mondo senza amore(sesso) e lo cerca ovunque.
    La sua disfunzione emotiva viene sopita da una mite prostituta cinese.
    Manca il morto. Non manca il sorriso.
    Voglio rileggerlo prima di dare un giudizio.
     
    .
  5. Elleffe
        +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Ci sono un saaaaacco di virgole da sistemare, soprattutto nella parte iniziale, poi mi sembra che si aggiusti.
    Trovo anomalo definire un personaggio Anomalia. Okay, sarà particolare, tutto quello che vuoi, ma avrà ben un nome. Che poi è anche il soggetto meglio caratterizzato.
    Anche in questo racconto il protagonista lo sopporto poco, essere inutile che conduce un'indagine alla cazzo... Ecco perché Anomalia gli guardava sempre il pacco... :-)
     
    .
  6.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano supremo

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    3,712
    Me gusta
    +485
    Location
    Polesine

    Status
    Offline
    Ciao Aut-.

    Ti sono mancate un po' di riletture: all'inizio parti al passato, poi presente, poi di nuovo passato, infine presente e purtroppo si nota. Sorvolo sulla formattazione casuale e sul discorso diretto a volte non marcato. Ti è scappata anche un "l'anomalia" minuscola. Secondo me il racconto non si conclude, resta sospeso; potrebbe essere voluto. Comunque il giovane aiutante ha risolto il suo primo caso. Forse; non dimentico che in fondo è un ventiduenne che ha fallito il diploma. Più che umoristico lo definirei "punk", qualcuno forse direbbe "pulp", ma senza dubbio hai centrato il genere!

    Tra parentesi, mi hai pure suggerito qualcosa per migliorare i miei racconti. Grazie.
     
    .
  7.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Member
    Posts
    37,437
    Me gusta
    +664

    Status
    Offline
    Parecchio disordine nella scrittura ma l'dea, per me, è originale e sta in piedi. Il vero personaggio è il ragazzino con le sue voglie.
    Secondo me hai la stoffa dello scrittore ma c'è ancora molto da disciplinare.
     
    .
  8.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,178
    Me gusta
    +190

    Status
    Anonymous
    Racconto un pò confusionario, che andrebbe sistemato, ma nel complesso divertente e gradevole. Bello il personaggio dell'Anomalia, che ti dico la verità, avrei voluto vederlo come personaggio principale della storia. Comunque giudizio più che positivo.
     
    .
  9.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna stilografica

    Group
    Member
    Posts
    961
    Me gusta
    +58

    Status
    Offline
    Si respira l'atmosfera investigativa tipica dei gialli di qualche anno fa. Romantica è proprio qust'atmosfera più che il massaggio. Proprio aver ricreato quest'aria da agenzia investigativa classica, con tanto di occasioni allettanti per l'ormone allertato del giovane investigatore, lo fa, a mio avviso, rientrare nel genere previsto dallo step.
    La trama manca forse di profondità e, viste le tante battute ancora a disposizione, ci si poteva lavorare di più. Però magari avrebbe perso in leggerezza, che ho la sensazione sia l'aspetto che l'autore abbia inteso privilegiare.
     
    .
  10. allerim
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Certamente non è noir, né tantomeno thriller e di giallo c’è solo la massaggiatrice. Mi sembra una storiella inconcludente anche a prescindere dall’appartenenza al genere. Come altri hanno notato, anche la formattazione è sciatta; non è una questione di stile ma di poco rispetto per i lettori. Difficile per me considerare sufficiente questo racconto.
     
    .
  11.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    6,941
    Me gusta
    +659

    Status
    Offline
    Puro esercizio ginnico il salto da un tempo verbale all'altro, l'azione sembra voluta.
    Mi sono informato da un mio amico puttaniere, il massaggio romantico cinese esiste.
    Nella mia decina.
     
    .
  12. Foglia nel vento
        +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Attinenza al genere.

    GIALLO: l'oggetto principale della letteratura gialla è la descrizione di un crimine e dei personaggi coinvolti, siano essi criminali o vittime. Si parla in modo più specifico di poliziesco quando, assieme a questi elementi, ha un ruolo centrale la narrazione delle indagini che portano alla luce tutti gli elementi della vicenda criminale. Poiché il suo oggetto è molto vasto, spesso il genere giallo si sovrappone con altri generi letterari, come la fantascienza e il romanzo storico.

    (Wikipedia)

    Genere: giallo (forse) parodistico.
     
    .
  13.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,514
    Me gusta
    +152

    Status
    Offline
    Ha qualcosa di bizzarro e sbilenco, questa detective story. Lo strano fascino di una donna uscita da un centro di smistamento di modelle in pensione. Una che bella doveva essere stata davvero, ma una trentina di anni fa. Il finale senza una fine, righe di scrittura impilate in modo disordinato, una voce strascicata: tutto mi sembra voluto. E se non lo è, crea comunque un'atmosfera. Lavori che non si concretizzano, pedinamenti che ti portano altrove, una vita senza pause perchè costantemente in pausa. Un mestiere che non ha una storia sua, ma si regge sulle storie degli altri. Piaciuto. Imperfetto (volutamente) e sgangherato, ma ti pedina, ti sta dietro e non ti molla e forse ti acchiappa pure.
     
    .
  14.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna stilografica

    Group
    Member
    Posts
    756
    Me gusta
    +107
    Location
    MONDO

    Status
    Offline
    Mah... la storia in sé scorre piacevole e la scrittura, se pur con qualche imperfezione e una punteggiatura non proprio precisa, non è male. L'ho trovata però forse troppo lineare, troppo semplice, e il personaggio del ragazzo non mi ha preso per niente, soprattutto all'inizio. In seguito cresce, funziona... ma la parte iniziale, almeno per quanto mi riguarda, non mi ha proprio convinto. Non male "anomalia"...
     
    .
  15.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,824
    Me gusta
    +369

    Status
    Offline
    Il racconto inizia molto bene: la scrittura è personale, vivace, ha ritmo, gli ambienti e i personaggi sono caratterizzati con pochi tratti in modo efficace e coinvolgente.
    Veramente ottime premesse, dopo le quali le aspettative sono alte. A questo punto, invece, iniziano i problemi, sia nella forma che nello sviluppo della storia.
    La forma:
    - virgole da sistemare
    - maiuscole ballerine
    - cominciò a tirare= manca il soggetto
    - cambi di tempo
    - alcuni errori sintattici
    - più facile di svitare= più facile che svitare
    - Non mi azzardai più a chiudere gli occhi, a sentire… a immaginare di… = errore di sintassi, di costruzione della frase (probabilmente volevi mettere un verbo, prima di quegli infiniti)
    In realtà, però, la scrittura è divertente e ha personalità, per cui gli errori formali (che a me danno sempre un po’ un’impressione di trascuratezza) risultano non tragici, ai fini della resa complessiva della narrazione.
    È lo sviluppo della storia che non mi convince. Il racconto, che in effetti poteva essere una sorta di poliziesco, si perde in una serie di fantasie sul genere femminile e finisce per interrompersi così, in un modo né giallo, né noir, né thriller, sulla scena con la massaggiatrice.
    L’Anomalia, ottimo personaggio, viene completamente dimenticato.
     
    .
43 replies since 9/6/2017, 22:16   871 views
  Share  
.