Il ritorno delle cicogne

(una lezione di storia dal futuro)

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    Scrivano supremo

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    Higgs

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    Intorno al 2500 gli ecologisti della Terra si riunirono per discutere del problema demografico e l’umanità fu iscritta tra le specie in pericolo d’estinzione.
    In verità, l’allarme era stato già dato diversi secoli prima perché nei paesi del Nord nascevano sempre meno bambini, in quanto le donne volevano interessarsi dei problemi dell’umanità e non erano più disposte a perdere tempo con biberon e pannolini.
    Per fortuna però, a quei tempi, ci pensavano i popoli del Sud a mandare avanti la specie (anche se qualcuno si preoccupava del progressivo aumento del tasso di pigmenti scuri nella pelle umana).
    I guai seri cominciarono quando anche i popoli del Sud raggiunsero un alto grado di civilizzazione e le donne scure vollero, a loro volta, occuparsi dei problemi dell’umanità piuttosto che dei bambini.
    Nel frattempo gli uomini (del Nord e del Sud) avevano fondato un movimento (che fu chiamato dai sociologi di allora “maschilismo”) per difendere i loro diritti dall’invasione in tutti i loro territori da parte delle donne, sempre più agguerrite e minacciose.
    Questo movimento, il cui scopo principale era di difendere la parità dei diritti donna/uomo, aveva tra le sue armi più efficaci lo sciopero sessuale.
    All’inizio fu un successo e molte donne parvero traballare sotto lo smacco subito. Ma la storia non torna indietro e l’arma dello sciopero sessuale si tramutò in un boomerang.
    Le donne, infatti, s’abituarono, in pochi anni, a fare a meno di certi svaghi ormai legati a dei concetti che potevano e dovevano essere superati.
    Si tentò, di comune accordo, di risolvere il problema della conservazione della specie facendo ricorso alle tecniche della biologia e della medicina che proprio in quel periodo iniziavano il loro sviluppo.
    In effetti, vi fu qualche buon risultato ma poi qualcosa non funzionò.
    I bambini, per così dire artificiali, venivano sfornati annualmente in discreta copia dagli Istituti specializzati. Chiunque poteva farne richiesta e non costavano neppure molto. Però, sempre più spesso, venivano restituiti dopo pochi mesi perché non corrispondevano alle descrizioni specificate nella domanda di assegnazione.
    Intanto le madri (o i padri) si facevano sempre più esigenti: li volevano belli, sani, con un ritmo di sviluppo rapido, che non piangessero di notte e non facessero pipì a letto; dovevano parlare subito ma non essere chiacchieroni per non infastidire papà o mamma mentre pensavano ai problemi dell’umanità.
    Insomma, per quanto ci si sforzasse, non si riusciva ad accontentare in pieno la clientela. Così i bambini continuavano ad avanzare, tanto che non si sapeva che cosa farne.
    Gli Istituti specializzati chiusero i battenti senza che sul momento nessuno se ne preoccupasse più che tanto.
    Uomini e donne avevano preso l’abitudine di mettere sul seggiolone o nella culla un bambolotto che in fondo corrispondeva meglio alle loro esigenze, costava meno e durava fino alla loro vecchiaia (mentre i figli veri ad un certo punto della vita, salutano, ringraziano per l’ospitalità e chi s’è visto s’è visto!)
    Così, mentre uomini e donne pensavano ai problemi dell’umanità, nell’ambito delle loro associazioni di categoria, gli ecologisti si posero seriamente il problema dell’estinzione finché fu indetta la famosa Riunione Mondiale.
    In questa occasione non mancarono le recriminazioni, i “mea culpa”, le analisi scientifiche. I soliti catastrofisti dissero che ormai era troppo tardi. Qualche coppia di volontari si offerse per iniziare un programma di ripopolamento ma venne fuori che nessuno sapeva più come si fa.
    La proposta più applaudita venne da una signora che disse che le pareva di ricordare che, in un tempo molto, molto lontano, prima del famoso peccato originale, i bambini venissero portati sulla Terra dalle cicogne.
    Anche se non era possibile sapere da dove venissero prelevati la cosa non aveva importanza purché si trattasse di veri bambini con i loro organini sessuali e i loro semini, capaci di salvare l’umanità dall’estinzione.
    Fu formata una commissione di esperti per studiare il problema. Questi decisero che si poteva tentare e nominarono, a loro volta, un’équipe che avrebbe dovuto prendere contatto con le cicogne per tentare di ridestare il loro antico istinto con un opportuno addestramento.
    L’umanità intera, ormai composta da vecchi e da giovani semi-artificiali, fu percorso dal brivido gioioso della speranza. I bambini! I bambini veri, con tutte quelle belle imperfezioni che un tempo li facevano diversi l’uno dall’altro! I bambini che facevano pipì nei pannolini per un anno intero e per due anni non sapevano parlare ma solo balbettare deliziosamente!
    Uomini e donne battevano le mani per la gioia e c’erano già tantissime prenotazioni. Ma non si prenotavano solo bambini, si cercavano anche mamme e papà e perfino nonni, per i bambini che dovevano arrivare. Erano molto richieste le mamme morbide, grassottelle e dolci, capaci di cullare ed accarezzare e papà virili, con baffoni, un po' severi, e nonni che si ricordassero vecchie favole di altri tempi.
    Ma l’aspetto più curioso di questi fatti accaduti a cavallo dell’anno 2500 fu questo: le cicogne reclutate ed addestrate, se ne tornarono ai loro paesi nordici perché non furono necessarie. Infatti, in tutti quei contatti tra uomini e donne, uniti dopo tanto tempo, da un comune interesse, sbocciarono amori travolgenti e nel giro di pochi anni l’umanità tornò a fiorire anche se nessuno ormai pensava, più che tanto, ai suoi problemi.
     
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    Teropode assennato

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    E' mooolto simpatico ed è stato una lettura piacevole.
    Non riesco però a inquadrarlo come fantasy. Sembra più un distopico, ammesso che tra cinquecento anni non saremo veramente così. :P

    Bello ma poco attinente, temo.
     
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    Scrivano supremo

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    Ciao Aut-

    Dato che il narratore è evidentemente maschilista, mi auguro che non ci sia una identificazione tra autore e narratore.

    Lo stile sembra un saggio brillante, di quelli che non stancano; l'effetto è quello di un riassunto.

    L'unico elemento che avrebbe potuto definire fantasy il tuo racconto è il riferimento alle cicogne come portatrici di bambini, ma purtroppo non glielo permetti nemmeno. Se il finale fosse stato diverso, vale a dire: se tu avessi permesso la magia delle cicogne, avresti salvato il tuo racconto. Così com'è è fantascienza, mi dispiace. :(
     
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  4. Foglia nel vento
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    Un melange simpatico di FS e Distopico che si legge con leggerezza.
    La mancanza dell'elemento magico (sino all'ultimo ho sperato che davvero a portare i bimbi del futuro sarebbero state delle cicogne) lo priva di qualsiasi connotazione Fantasy.
     
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    Penna furiosa

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    Ciao Hacherina. Scusa, ma immagino che tu abbia intenzione di ripassare, per il commento vero ai racconti. Non credo che un "Letto" sia classificabile come "commento". ;)
     
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    Dio della penna

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    In questo racconto fuori genere, io leggo una grande nostalgia del passato e una preoccupazione per un futuro nel quale la tecnologia si sviluppa a spese della Natura.
    La conclusione salva l'autore dall'accusa di maschilismo : la donna non deve "più che tanto" occuparsi dei problemi dell'umanità. Senza rinunciare alla funzione di madre.
    Anche se fuori genere a me è piaciuto.
     
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  8. Esterella
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    Molto simpatico questo racconto che ironicamente traccia un futuro a rischio nascite. Manca quel tocco magico per definirlo fantasy, comunque un bel racconto.
     
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    Penna furiosa

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    La lettura a me è piaciuta, anche se è evidente che non sia un fantasy. Condivido il messaggio che hai voluto darci e, pensando a come va il mondo(non so se nel 2500 sarà effettivamente così)mi sono chiesto quanto sia necessario che uomini e donne si interessino ai problemi dell'umanità invece di farsi i cavolacci loro. Davvero interessante però fuori tema.
     
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    Penna furiosa

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    Ma no, io non parlerei di maschilismo.
    Nel racconto si fa riferimento anche al fatto che, almeno fino a poco tempo fa (ora credo che la cosa si sia decisamente ridimensionata) si facessero più figli al sud che al nord. L'autore ha solo rivisitato in chiave ironica una situazione che, andando di questo passo, potrebbe anche rivelarsi veritiera. Vogliamo figli perfetti, che non piangano di notte e che non bagnino il letto. Siamo pigri e poco disposti a fare sacrifici. Un pò e vero...
    Non so se possa rientrare nel genere fantasy, ma a me questo racconto è piaciuto :)
     
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    Penna furiosa

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    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

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    Ciao Autor. Non so se hai creduto che il fatto che "l'umanità non si ricordi più come funziona" fosse sufficiente a identificarlo come fantasy (data la situazione attuale direi più fantascienza, che fantasy! :D ), ma in effetti è un po' pochino. Non ci ho visto del fantasy, ma solo un riassuntino ironico e di piacevole lettura, su "cosa accadrebbe se.."
    Credo di aver trovato un solo refuso in questa frase: "...ma venne fuori che nessuno sapeva più come si fa" dove il "fa" finale, forse sarebbe stato meglio trasformarlo in "faceva"
    A parte questa inezia, si fa leggere volentieri e strappa un sorriso, ma penso sia fuori tema.
     
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    Penna suprema

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    Non mi sembra scritto per l'occasione, piuttosto ripristinato.
    A essere onesto pure io avevo pensato a un'azione del genere: non amo il fantasy,
    ma sono uno scrittore fantasy come suggerisce il caro Achille, e di cose ne ho scritte tante, mi sarebbe bastato ripristinarne una e aggiungere un'inezia.
    Voglio lasciarti, oltre alla mia stima, due righe di uno dei primi scrittori fantasy dell'epoca moderna,
    i suoi fantasy erano alimentati dall'LSD, ma questo non cambia nulla.

    Richard Brautigan...da Pesca alla trota in America.

    Sono cinesi giovani e ambiziosi e la hall odora sempre di lisoformio.
    Il lisoformio siede come uno dei tanti ospiti su divani imbottiti con in mano una copia del Chronicle e legge pagine sportive. Sono gli unici divani che abbia mai visto in vita mia a avere l'aspetto di pappette per bambini. Ascolta il pesante ticchettio della pendola e sogna la pasta dorata dell'eternità, il basilico dolce e Gesù Cristo.
     
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    Penna furiosa

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    Molto raccontato. Non in linea col genere. Certamente non mi aspettavo di leggere questo racconto nel contest e forse per questo non ho apprezzato. Mi spiace.
     
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    Penna furiosa

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    Certamente questo non è un fantasy, però è un bel raccontino, scritto bene. Lo definirei un apologo o una fiaba moderna, un modo in cui l’autore ha voluto raccontarci una sua visione della vita, una piega delle cose che vorrebbe fosse evitata.
     
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    Penna suprema

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    Ravenna

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    "Più che tanto" lo usi due volte: è gergale delle tue zone?
    Mi sa che in italiano si usi "più di tanto".
    Questa è l'unica cosa un po' utile che mi sento di dirti; per il resto, stiamo parlando di un racconto troppo lontano dallo spirito di Ink 6 per addentrarci in ogni sorta di ulteriore commento.
    Mi spiace.
    :(
     
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33 replies since 17/9/2017, 12:30   494 views
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