Favole per bambini

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    Scrivano supremo

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    La camminata in mezzo alla neve alta era già faticosa di per sé, ma con una gamba ferita era quasi impossibile avanzare. Le racchette le aveva perse tempo prima e così, a ogni passo, sprofondava fino al ginocchio; cercava di camminare vicino ai tronchi degli alberi sperando che le radici esposte o i massi nascosti gli agevolassero il cammino.
    Si appoggiò a un tronco per dare sollievo alla gamba sofferente e, con gli occhi socchiusi per proteggerli dal riverbero della luce pomeridiana, scrutò a valle cercando di individuare la sua meta. Il vento freddo soffiava senza sosta e Wilhelm si riparò tirandosi la sciarpa sul viso.
    Stava per rimettersi in marcia, quando gli parve di udire un rumore alle sue spalle. Si voltò di scatto impugnando il coltello che gli pendeva al fianco, ma la bufera aveva già riempito di neve fresca le orme che aveva lasciato ed era difficile capire se qualcuno lo stesse seguendo.
    Riprese il cammino ignaro del fatto di essere osservato attentamente da un essere misterioso.
    La creatura, che lo seguiva da tempo, alzò il muso ad annusare l’aria, emise un basso ringhio e quando l’uomo giunse al declivio a metà del quale sorgeva una baita, si fermò finché non fu sicura che quella fosse la sua destinazione; dopodichè scomparve rapidamente nel folto del bosco.

    Wilhelm vide la casetta in lontananza, una piccola forma scura su una distesa lattiginosa e accelerò il passo; era stato fuori molto più del previsto e suo fratello era sicuramente preoccupato per lui.
    Anche da quella distanza si poteva vedere il fumo uscire dal comignolo e una luce gialla filtrare dall’unica finestra vicino alla porta; quella piccola baita riluceva di vita e calore in mezzo a un mondo che si faceva via via più scuro e freddo.
    Wil, stremato, raggiunse la casetta poco dopo il tramonto e, quando aprì la porta, Jacob, seduto a fianco del grande camino in pietra, balzò in piedi facendo cadere i libri che stava consultando.
    “Wil! Meno male che sei arrivato! Stavo pensando di uscire a cercarti… ma sei ferito!” Abbracciò il corpo esausto del fratello, lo aiutò a sedersi di fianco al camino, lo spogliò delle armi e del giaccone e si dedicò alla gamba ferita. Il lungo taglio sulla coscia era profondo, ma il freddo intenso aveva bloccato la fuoriuscita di sangue. Jacob prese il necessario per medicarlo e si mise all’opera.
    Wil lasciò che il calore del fuoco gli penetrasse nelle membra intirizzite e si abbandonò contro la spalliera della sedia. “Jacob, per favore, ho bisogno di bere” disse con foce fioca, ma quando il fratello prese la brocca dell’acqua lo fermò con un gesto della mano aggiungendo: “qualcosa di forte.”
    Jacob, scrutandolo preoccupato, prese dalla dispensa un bicchiere, lo riempì di liquore, glielo porse e riprese la medicazione; il fratello lo trangugiò in un’unica sorsata.
    “Avresti dovuto solo fare il giro delle trappole” disse indicando il carniere vuoto “ Cosa è successo?”
    “Questa volta credevo proprio di non farcela” rispose Wil “Sono andato verso il canalone per controllare i lacci, ma prima di arrivarci ho incontrato un tizio che mi ha chiesto se avevo visto una capra. Gli ho risposto di no, ho cambiato strada per non fargli vedere dove erano le trappole e così, fianco a fianco, abbiamo fatto un pezzo di strada verso il bosco grande. Tra un richiamo per la capra e l’altro abbiamo scambiato due chiacchiere.. Ah!”
    Wil non riuscì a trattenere un gemito quando il fratello cominciò a cucire la ferita e Jacob, per distrarlo, lo incalzò: “e allora?”
    “Ha detto di essere nato nel villaggio ai piedi della montagna, ma io non ricordo di averlo mai visto in giro. Abbiamo risalito la valle ancora per un po’ e poi, alla quercia, l’ho salutato piegando verso il crinale. Ah! Diavolo che male!”
    “Resisti: ormai ho finito!” lo rassicurò Jacob. “Dai, continua.”
    “Prima che ci separassimo mi ha chiesto di andare con lui a cercare la capra, e quando gli ho risposto di non avere tempo, lui ha insistito in modo fastidioso tentando di convincermi; mi ha anche strattonato e io l’ho allontanato con uno spintone. Visto che non cedevo si è arrabbiato, mi ha urlato qualcosa che non ho capito ed è andato in woge.” Jacob interruppe la medicazione, dedicandogli tutta la sua attenzione “Mi ha fissato a lungo con quegli orribili occhi rossi” aggiunse Wil “poi mi ha riconosciuto, ha gridato ‘Il Grimm!’ e mi ha aggredito con una furia omicida.”
    “Ma cos’era? Un Fuchsbau ?” chiese Jacob.
    “Si era trasformato in una specie di orso, con il muso affilato e lunghi canini. Non ho mai visto una creatura del genere prima d’ora” continuò Wilhelm mentre il fratello terminava la medicazione. “È stato tutto talmente veloce che non sono nemmeno riuscito a prendere il fucile. Con un colpo degli artigli mi ha squarciato la gamba, siamo finiti a terra e dopo una lotta estenuante, finalmente, sono riuscito a ucciderlo con il coltello da caccia. Era veramente molto forte. Credevo che fosse giunta la mia ora!” Jacob, seduto a terra, lo guardava orripilato. “Ti è andata bene!”
    Wil annuì: “Ho tamponato la ferita alla gamba come ho potuto e, dopo che è tornato ad avere l’aspetto di un essere umano, gli ho frugato negli abiti cercando dei documenti che mi permettessero di capire chi fosse, ma le tasche erano vuote. Nonostante che camminare mi causasse un dolore terribile, dovevo capire perché ci tenesse tanto a tenermi lontano dal crinale e così, anche se a fatica, mi sono inerpicato fin lassù”.
    “Sei andato sul crinale da solo, in queste condizioni?” Esclamò Jacob “Potevamo tornarci insieme più avanti!”
    “Mi sembrava importante sapere cosa volesse proteggere a costo della vita. Non sapevo nemmeno io cosa cercare, ma poi ho trovato l’ingresso di una grotta. Sono entrato col fucile spianato e li ho visti là, sul fondo, addormentati, abbracciati gli uni agli altri.”
    “Oh mio Dio! Quanti ce n’erano? Li hai contati?” domandò il fratello.
    “Sono tanti, Jacob. Almeno una trentina di adulti più diversi bambini. Nella grotta c’era un’aria stantia che odorava di selvatico… una scena orribile.” Wilhelm scosse la testa, come a voler scacciare l’immagine dalla sua mente. “Riesci a immaginare un intero branco di quelle belve?! “ Esclamò disgustato.
    “Aspetta, ragioniamo.” Disse Jacob alzandosi in piedi “Hai detto che si è trasformato in una specie di orso… quindi quelli nella grotta molto probabilmente sono in letargo e quello che hai incontrato, magari, si stava preparando ad andarci. Se stanno veramente dormendo abbiamo tempo fino alla prossima primavera per trovare una soluzione! Credi che ce ne siano altri, svegli?”
    “Non lo so: con questo tempo è impossibile cercare le impronte”.
    “Vieni, controlliamo se la sua specie è già stata registrata” Jacob aiutò il fratello ad arrivare all’altro lato della stanza dove, su un tavolo, c’erano numerose pergamene e diversi grossi volumi rilegati in pelle.
    Si sedettero su degli sgabelli e cominciarono a sfogliare i libri.
    Le pagine, fatte con una spessa carta artigianale vecchia di almeno un secolo, erano riempite con calligrafie accurate. Su ognuna vi erano disegni di creature fantastiche ed annotazioni che ne evidenziavano le caratteristiche principali, i punti deboli e come averne ragione.
    Tutti quei documenti rappresentavano un fantastico zoo pieno di uomini-lupo, uomini-goblin, uomini-troll… volpi, aquile; c’era un assortimento di esseri incredibile, ma nessun uomo-orso era mai stato avvistato e registrato dalla loro famiglia. Wilhelm aprì un volume su una pagina vuota e, intingendo una penna in un boccettino d’inchiostro, disegnò la creatura riportando in calce le scarne informazioni in suo possesso; avrebbe aggiornato il documento in seguito.
    Jacob rimase per tutto il tempo ad osservare il lavoro del fratello “Sono esseri veramente terrificanti” concluse poi “chissà quante, delle aggressioni a boscaioli e pastori attribuite agli orsi, sono opera loro.”
    Wil annuì: “Pur essendo un Grimm, ne ho avuto ragione a malapena! Sono estremamente pericolosi.” spostò il libro su cui aveva scritto e, notando l’ angolo nero di un quaderno spuntare da sotto un volume, lo sfilò e lo aprì; quasi tutte le pagine erano fittamente scritte con una calligrafia curata “A che punto sei del tuo lavoro?” domandò al fratello.
    “La raccolta è praticamente finita: quando sei rientrato stavo giusto concludendo una ricerca.”
    “Allora il legame è confermato?” domandò, interessato.
    Jacob annuì “Assolutamente: le leggende riguardanti il lupo mannaro, ad esempio, sono sicuramente ispirate dai Blutbaden, mentre il pifferaio magico dovrebbe in realtà essere un Dickfellig.
    “Hai fatto un ottimo lavoro, Jacob: questo documento dimostra come la vita umana sia intrecciata alla loro fin dalla notte dei tempi. Tutti devono sapere…”
    Un leggero bussare li interruppe e i due fratelli si scambiarono un’occhiata preoccupata: fuori, ormai, era buio pesto e nessuno si avventurava all’esterno di notte, se poteva evitarlo.
    Wilhelm, ancora dolorante, afferrò il fucile e tornò a sedere vicino al fuoco; imbracciò l’arma puntandola verso la porta, mentre Jacob la socchiudeva.
    La luce dell’interno illuminò una giovane coppia infagottata in abiti pesanti e Jacob si spostò per lasciare loro lo spazio per entrare. “Buona sera! Avete bisogno d’aiuto? Vi siete smarriti?”
    I due non si mossero, ma il loro sguardo si spostò su Wil, che fissarono senza parlare.
    Egli, continuando a tenerli sotto tiro, asserì in tono piatto: “Fanno parte del branco”.
    La donna annuì con un lieve cenno del capo “Ti hanno visto uccidere Harry.” Lo accusò.
    “Mi ha aggredito” esclamò Wil alzandosi faticosamente in piedi ma senza abbassare l’arma “La mia è stata legittima difesa. Siete venuti da soli? Dove sono gli altri? Venite fuori, vigliacchi, ho piombo per tutti!” Jacob, nel frattempo, imbracciando il fucile si era portato a fianco del fratello.
    “Siamo venuti da soli. Harry era di ronda, stava controllando il perimetro prima di entrare in letargo. Si è sacrificato per nascondere l’ingresso della grotta.” rispose la donna con voce rotta.
    “Sì, questo lo avevo capito. Chi siete?”
    “Siamo Jägerbar e abitiamo in un villaggio nella foresta. Abbiamo vissuto in pace con gli umani per secoli e vogliamo continuare così. Non rubiamo le vostre coltivazioni e non uccidiamo il vostro bestiame. C’è posto per tutti, qui.”
    “Non è quello che so. I Blutbaden, ad esempio, amano cacciare e nutrirsi di esseri umani.”
    “Così come tanti umani e tanti Grimm come te, hanno ucciso molti dei nostri. Avete sterminato i Folter, che erano inoffensivi, accusandoli di essere stregoni!” esclamò l’uomo avanzando di un passo con i pugni serrati; gli occhi brillavano di un riverbero rosso, ma la donna lo trattenne per un braccio, calmandolo, ed impedendogli, così, di andare in woge.
    “Non siamo qui per vendicarci né per minacciarvi.” Aggiunse lei “Siamo venuti per chiedere una tregua fino alla fine dell’inverno. In primavera lasceremo questa zona e ce ne andremo più a nord: abbiamo molti bambini e una battaglia sarebbe devastante per il nostro villaggio.” Wilhelm tentennò, continuando a tenerli sotto tiro, scambiò un’occhiata con il fratello e poi annuì.
    “D’accordo” concesse “d’altronde, in inverno, nessuno salirà fino alla grotta dove vi siete rifugiati. In primavera ve ne andrete e io verrò a controllare che lo facciate.” Il forestiero serrò le mascelle adirato, la donna lo prese sottobraccio, fece un leggero cenno con il capo ed entrambi si dileguarono nell’oscurità.”
    “Sei stato seguito e così adesso sanno dove viviamo” disse Jacob chiudendo rapidamente la porta.
    “Non ho potuto evitarlo: non si vedeva niente con quella bufera” rispose Wil abbassando l’arma. “Sono venuti a cercarmi nonostante sapessero che sono un Grimm. Sono pericolosi. Tra un mese o due, quando saremo in pieno inverno, noi due torneremo alla grotta e troveremo una soluzione al problema.”
    “Ma nemmeno per idea! li hai sentiti, no? Hanno una caverna piena di bambini! Che pericolo possono rappresentare? Vorresti ucciderli tutti nel sonno?” esclamò Jacob orripilato alla sola idea.
    “Quando il nostro libro sarà stampato e, di conseguenza, la loro esistenza sarà resa pubblica, ci sarà una caccia alle streghe di proporzioni bibliche.” Spiegò Wil “Noi siamo avvocati, abbiamo una solida reputazione e le nostre parole hanno un peso. Se quelle bestie volessero vendicarsi, in una notte potrebbero far fuori l’intero villaggio.”
    “Non c’è possibilità che io ti aiuti a uccidere tutte quelle persone.” Ribadì Jacob, categorico.
    “Non sono persone” rispose seccamente il fratello “ e se tu non vuoi aiutarmi mi arrangerò da solo… come al solito”.
    In un silenzio carico di tensione, Jacob andò a prendere il suo quaderno e Wil tornò a sedersi vicino al fuoco massaggiandosi la gamba dolorante.
    “Tra l’altro non credo nemmeno che sarebbe saggio pubblicare il libro” aggiunse Jacob sfogliandone distrattamente le pagine. “Credo che rischieremmo di essere presi per pazzi: non possiamo divulgare queste notizie a cuor leggero.”
    Wil aprì la bocca per obiettare, ma si rese conto che il fratello aveva ragione. “E’ vero: dobbiamo trovare il modo di informare le persone ma senza esporci.”
    “Era proprio quello a cui stavo pensando” rispose Jacob. “E mi è venuta quindi l’idea di scrivere tutte le favole tramandate oralmente che hanno un legame con loro, i Wesen, che ne pensi?”
    “Favole per bambini?” domandò Wil con espressione disgustata “vuoi trasformare un testo divulgativo in un libro di favole? Quale sarebbe, poi, l’utilità?”
    “I genitori le leggerebbero ai figli ed entrambi sarebbero a conoscenza dell’esistenza di creature come i lupi mannari, per esempio. Ho anche pensato al titolo: ‘Bambini e racconti di casa’ dei Fratelli Grimm. Abbiamo tutto l’inverno per portare avanti il lavoro, e così non avrai bisogno di occuparti personalmente di quella grotta.” aggiunse speranzoso guardando il fratello.
    “Potrebbe essere un’idea” rispose Wil prendendo l’occorrente per pulire il fucile; si sedette e cominciò a smontarlo “Ma chi ci garantisce che in primavera se ne andranno? E se non lo facessero? Tutta l’orda sarebbe vigile e attiva, come potremmo costringerli ad andarsene se non volessero? Sono pur sempre creature che quando perdono il controllo si trasformano in orsi rabbiosi: allontanarli e spostare il problema di qualche chilometro non serve a niente. Tu hai trovato una buona soluzione per il futuro; lascia che io mi occupi del presente.”
     
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    Penna suprema

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    Ma non è finito! Hai saltato proprio la conclusione...
    Un racconto bellissimo, scritto senza una sbavatura, senza una virgola fuori posto e sarebbe bastato poco per concluderlo degnamente. Brav@ comunque.
     
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    Un racconto ben scritto che mi è congeniale nello stile: scorrevole nella descrizione
    degli scenari (bello l'incipit con la scena sulla neve) ed efficace nel "mostrare" gli stati d'animo dei protagonisti (altro elemento molto
    importante, per me)
    Il significato dei nomi delle creature descritte mi ha incuriosita alquanto. Tutto quello che so dei vari "Fucksbau" e "Blutbaden", l'ho appreso da un telefilm
    dal titolo "Grimm" di cui ho seguito tutte le stagioni.
    A un certo punto mi è sembrato di vedere entrare in scena Monroe e Rosalee, chi segue la serie capirà di chi sto parlando.
    Forse manca "qualcosa" nel finale, ma mi è piaciuto (caro autore, probabilmente ne volevamo di più perchè hai scritto un pezzo di piacevole lettura)
    Elemento fantasy centrato.
    A mio parere un buon lavoro.
     
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    Teropode assennato

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    Molto bello e molto "classico".
    I Grimm hanno sempre il loro fascino.

    Meglio la seconda parte della prima: è più "viva" e si percepisce meglio la tensione.
    Mi è piaciuto poi molto l'escamotage finale, usare la fiaba come strumento di divulgazione implicita del male.
    Non mi pesa più di tanto l'assenza di un finale risolutivo della questione, anzi, lascia una piacevole sospensione.
    Ottimo!
     
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    Il racconto è scritto bene, però non mi ha entusiasmato. La trovata di narrare "l'inizio" della vita da scrittori di fiabe dei fratelli Grimm è davvero ottima, però mi è mancata la magia nel leggere questo pezzo. Non mi ha coinvolto più di tanto.
     
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    Penna furiosa

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    Ci ritorno sopra per dire che non avevo capito che l'autore voleva dare una "spiegazione" sull'inizio della carriera di narratori di favole dei fratelli Grimm.
    Questa nuova "chiave di lettura" mi ha fatto apprezzare ulteriormente questo bel racconto.
     
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    Penna furiosa

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    Interessante articolazione della trama. Il rinvio alle favole dei Grimm nonché alla serie televisiva avvicina il racconto all’apocrifo. Comunque mi sembra ben scritto. Piaciuto molto.Complimenti.
     
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    Dio della penna

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    Ha l'aria di un capitolo di un intero romanzo. Scritto in modo chiaro e scorrevole, non può che piacere ed è perfettamente calato nel genere richiesto.
     
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    Penna suprema

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    Scrittura perfetta, intelligente.
    Comincia a preoccuparmi la selezione per il podio.
    Sapere come collocare questa opera, quell'altra, quell'altra ancora.
    Dubbi e ansie superabili solo se decidessi di non votare,
    di sparire per qualche giorno.
    Da vigliacco.
    Che sono abituato a fare il vigliacco.
    Mi riesce bene.
    Farlo.
     
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  11. Foglia nel vento
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    Ho trovato la prima parte decisamente più interessante; nella seconda si sviluppa l'idea di base, ma si perde la componente magica. Ottima la scrittura.
     
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    Penna furiosa

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    Io non seguo la serie “Grimm”, so che esiste ma non l’ho mai vista, quindi non riesco a dire quanto del contenuto venga da lì.
    Come genere fantasy, direi che ci siamo.
    Il racconto in sé mi è piaciuto abbastanza, anche se non succede niente di “particolare”, nel senso che, forse, ho sentito la mancanza di un po’ di pathos e di azione.
    Buona la scrittura. Qualcosa da sistemare nella punteggiatura/ortografia dei dialoghi.
     
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  13. ZEUSI
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    A metà tra thriller e fantasy, come avviene spessissimo nei film. E mi sembra funzioni. La letteratura fantastica degli Anni trenta aveva sempre atmosfere più surreali che magiche, per cui mi pare che sia perfettamente nel genere. Del resto il ritmo è sostenuto e la trama coerente. Un buon lavoro, autore!
     
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    Penna stilografica

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    Bello bello!
    Ottima la scrittura, ben caratterizzati i personaggi, precise le descrizioni, abbastanza credibili i dialoghi, fantastica l'idea che i fratelli Grimm abbiano scritto le loro favole per avvertire il mondo.
    Proprio bello.
     
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    Penna furiosa

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    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

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    Ciao Autor.
    Ho visto la serie "Grimm" e questo sembra una specie di "prequel". Il racconto è di piacevole lettura e la storia avvincente. Direi che il genere è centrato. Buona prova.
     
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