La Grande Mano

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano supremo

    Group
    Moderatore
    Posts
    3,925
    Me gusta
    +252
    Location
    Higgs

    Status
    Offline
    Si era fatto buio in fretta a causa del cielo completamente coperto e ora la pioggia cadeva, leggera ma fitta, su tutta Astar. Pareva una sera di novembre e invece si era ad agosto.
    D’un tratto un lampo rischiarò tutto quanto, disegnando strade di luce tra le nubi. Seguì un tuono possente, poi ancora una saetta. Prese a grandinare.
    Bergo abitava in quella che si sarebbe potuta definire una stamberga, più che una casa, e subito si preoccupò: «No» disse, «la grandine no, mi perforerà il tetto, sottile com’è.»
    In effetti, il tavolato messo a copertura della stanza era a prova d’acqua, ma nulla di più.
    Stavolta lo cambio davvero, non posso continuare a rinviare. Devo procurarmi della lamiera.
    L’abitazione era abbastanza protetta lateralmente, trovandosi addossata a una roccia a forma angolare, ma davanti e sopra risultava scoperta. Non che dovesse nascondersi, non era un ricercato, però amava tanto una certa intimità. Era un cultore della solitudine, pur non essendo un eremita.
    Con l’ansia che gli chiudeva lo stomaco, Bergo guardò fuori dalla finestra proprio nell’istante in cui il cielo parve frantumarsi. Vide chiaramente un fulmine dividersi in cinque rami distinti, ognuno dei quali toccò terra in un punto diverso, pur se in una zona circoscritta e poco distante da dove si trovava lui.
    Ebbe anche l’impressione di vedere qualcuno, o qualcosa, muoversi in uno di quei punti, ma fu un attimo.
    Ci fu un tuono terribile, poi pioggia e grandine cessarono, con sua notevole soddisfazione. Il tetto aveva retto, per fortuna. Però devo cambiarlo, la prossima volta non ce la fa.
    Assorto in questa riflessione, sentì bussare alla porta. Era quello che aspettava, eppure rabbrividì.


    Dalla cima del colle, il comandante delle forze Astariane guarda l’esercito nemico, quasi immobile nella spianata sottostante. Sono tanti, pensa, ma ha fiducia nei suoi uomini e loro in lui. Alza gli occhi al cielo, fattosi cupo d’improvviso, e quando vede una saetta spaccarsi in cinque parti e cadere sulla terra, d’istinto sa che qualcosa è accaduto. Basta un’occhiata al nemico per capire. Si muovono. E sembrano più di prima.
    “Che gli dei ci assistano.”



    «Mamma, hanno bussato.»
    Savita si volse verso la figlia: «Con questo tempaccio è impossibile che qualcuno ci venga a trovare, Veda. Sarà stato il vento.»
    «No, ho sentito bene. Vado a vedere» ribatté dirigendosi verso la porta. La madre la seguì con gli occhi, preoccupata.
    A due passi dall’uscio, Veda udì nuovamente i colpi contro il legno. Aprì lo spioncino per sbirciare chi fosse.
    «Papà!» esclamò, affrettandosi ad aprire.
    «No, non farlo, vieni via. Non è lui» urlò Savita, ma ormai era tardi.
    La porta si spalancò e apparve il suo uomo, Dors, che stava per abbracciare Veda.
    In una frazione di secondo, la donna riattivò i centri della sua memoria, rivisse scene dimenticate ed elaborò l’incantesimo. Pronunciò mentalmente alcune parole, puntò la mano verso la figura sulla soglia dicendogli: «Akash!»
    L’uomo si dissolse, lasciando sul pavimento una traccia di bruciato. Venendole a mancare l’appoggio, Veda cadde in avanti. La madre fece per aiutarla, ma la piccola la guardò con occhi carichi d’odio: «Cos’hai fatto? Hai ucciso papà…» e scoppiò a piangere.
    «No, figlia mia, non era tuo padre, era un simulacro» rispose mentre chiudeva la porta.
    «Non è vero…»
    «Veda, tuo padre è in guerra, con quasi tutti gli altri uomini della nostra terra. Sta cercando di difendere il paese dal nemico.»
    «Ma è tornato…»
    «Non era lui, non si sarebbe polverizzato così.»
    In quel momento Veda realizzò che sua madre aveva dei poteri. Una strega, sua madre era una strega.
    Savita comprese cosa stesse pensando la figlia e giocò d’anticipo: «Non sono quel che pensi. Cioè, ho i poteri ma non li uso. Ho fatto una promessa a tuo padre.»
    «Però poco fa li hai usati.»
    «Sì. Ho sempre detto che in caso di pericolo per la mia famiglia sarei ricorsa a tutto per salvarla. E tu sei la mia famiglia, insieme a papà.»
    Veda parve comprendere e si lasciò andare tra le sue braccia, singhiozzando.
    «Allora chi era?» chiese poi.
    «Non lo so, ma non era una creatura reale, questo è chiaro.»
    «Perché è scomparso?»
    «Sì.»
    «Mamma, che cosa vuol dire Akash?»
    La donna sospirò: «Ora vieni, prepariamo la cena e te ne parlo.»
    La piccola obbedì, poi guardò fuori dalla finestra e osservò: «Non piove più.»
    Già, non piove più. Ormai ciò che doveva scendere dal cielo è qua. Credevo fosse finita, ma non è così.


    «Che… che cos’era? Per un attimo mi è sembrato papà, ma aveva un ghigno stranissimo» disse Malak guardando il mucchietto di polvere ai suoi piedi, appena fuori casa.
    Nara si avvicinò al figlio: «Era una incarnazione del male, per questo si è dissolto.»
    Il ragazzo la guardò: «Come hai fatto? E cos’hai gridato contro di lui?» Era scosso e cominciò a tremare.
    «Tranquillo, Malak, ormai non può più fare nulla. Entra e chiudi la porta, è ora che ti spieghi alcune cose.»
    Ascoltando le parole della madre, Malak diede un ultimo sguardo al cielo scuro, ancora carico di nuvole, poi richiuse e la seguì, ansioso e curioso al contempo.


    Dors non si capacita. L’esercito invasore è partito di slancio, come un animale in corsa e poi ha avuto due rallentamenti improvvisi, come avesse perso forza. Come se l’animale fosse stato ferito. Due volte.
    Si avvicina al comandante e lo interroga con lo sguardo. Riceve un cenno d’assenso.



    «Entra, Emengi, ti aspettavo.»
    La donna oltrepassò la soglia: «Ti avrei rivisto più volentieri per altri motivi, Bergo. È tornato, dannazione, Shatriya è tornato. La Grande Mano vuole di nuovo schiacciarci tra le sue dita.»
    «Vieni, siediti. Prendo dell’idromele, credo sia il caso.»
    Prese due tazze e vi versò la bevanda. Emengi la bevve in un sorso per poi ricominciare: «Che facciamo, Bergo? Dobbiamo agire. Buono questo idromele, dammene ancora.»
    Bergo sorrise e versò di nuovo: «Idromele di corbezzolo, me lo procura un elfo. Davvero ottimo» e bevve a sua volta.
    «Che facciamo, dici? Aspettiamo, Emengi, non possiamo fare altro, per ora.»
    «Ma…»
    «Non temere, non dovrai attendere molto.»
    La fissò con occhi dolci ma sguardo deciso. Sentirono bussare.
    «Visto? Che ti dicevo? Avanti, entrate.»
    La porta si aprì ed entrarono una donna e una bambina. Emengi si alzò di scatto: «Savita! Quanto tempo…» disse andandole incontro per abbracciarla.
    «Ciao, cara» rispose quest’ultima, «certo non è un buon vento quello che mi ha portato qui, ma sono felice di ritrovarti.»
    La bimba le osservava, stupita da tanta affettuosità. La mamma se ne accorse e la presentò: «Signori, lei è Veda, mia figlia.» Dalle parole trapelava un certo orgoglio.
    «Ciao, piccola, io sono Emengi. Lui si chiama Bergo.»
    «Ciao» rispose Veda.
    Intervenne Bergo: «Come mai l’hai portata, Savita? Se sei qui c’è un solo motivo, e la bimba non dovrebbe sapere nulla. Tantomeno vedere quel che proveremo a fare.»
    Sospirando, Savita spiegò: «L’ho messa al corrente di ogni cosa, non potevo evitarlo. Ha assistito alla distruzione di un dito della grande mano.»
    «Per Akash» esclamò Emengi, «cos’è accaduto?»

    Savita non aveva ancora terminato di raccontare l’episodio avvenuto a casa sua quando di nuovo bussarono. Bergo aprì la porta e apparvero Nara e Malak.
    «Per gli dei» disse, «anche tu col figlio? Ha visto qualcosa?»
    «Lasciaci entrare e ti spiego tutto» ribatté lei.
    L’uomo si spostò lasciando libero il passaggio; appena dentro, Nara vide le altre due e corse loro incontro, abbracciandole. Malak rimase di stucco e guardò Bergo.
    «Donne» disse questi, sorridendogli. «Vieni dentro, su.»

    Il fiasco dell’idromele ci mise poco a svuotarsi, visto che tutti parevano presi da una strana sete.
    «Uhm, devo fare scorte maggiori, la prossima volta» sbottò Bergo alzandosi per riempirlo.
    «Sì, è meglio» rispose Emengi, «anche perché merita» e svuotò la tazza per l’ennesima volta
    «Non siamo qui per bere, anche se un brindisi fa piacere, dobbiamo risolvere la situazione.»
    «Hai ragione, Savita» ribatté Nara, «credo sia meglio cominciare, ci sono tre dita in circolazione e chissà cosa stanno combinando.»
    «Scusatemi, sto esagerando, lo so, ma è un modo per esorcizzare la paura della Grande Mano.»
    Mentre metteva il fiasco pieno sul tavolo, Bergo parlò: «Non dobbiamo avere paura. Due delle sue dita sono state tagliate, quindi si è indebolito, ma dobbiamo agire in fretta, prima che le faccia ricrescere. Dobbiamo colpire il palmo, non le dita, quelle cadranno con lui o subito dopo.»
    «A proposito» intervenne Emengi, «Nara e Savita hanno eliminato due dita, ma le altre tre? Che staranno facendo?»
    Dopo alcuni istanti di silenzio imbarazzato, riprese: «Ma come è potuto tornare, Shatriya? Era imprigionato nell’altrove senza fine, con la porta sorvegliata dagli Elfi Primari di Gadron. Da solo non poteva uscire, qualcuno deve averlo aiutato.»
    «Questo è certo» riprese Bergo, «e scopriremo chi è stato, ma prima dobbiamo batterlo. E per sempre, questa volta.»
    Guardò le donne: «Sapete bene che c’è un modo solo per farlo, e che è pericoloso. Se siete qui vuol dire che ne siete consapevoli, ma chiedo conferma.»
    Le tre figure annuirono. «Ottimo, bevete un ultimo sorso e seguitemi.»

    Mentre gli adulti discutevano, i due minori, in un angolo della stanza, facevano conoscenza.
    Una affermava che la madre era una strega, o qualcosa di simile, l’altro ribatteva che la propria era una sacerdotessa. Ma siccome entrambe avevano polverizzato una persona con le sembianze del loro uomo, tutto sommato erano simili. O almeno così decisero loro due.
    «Sai qualcosa di Akash?» chiese Malak.
    La bimba annuì: «Mamma ha detto che è stato il suo maestro, quello che le ha insegnato la magia.»
    «Non proprio. Mia madre mi ha spiegato che i poteri li aveva già, come anche altre persone. Akash ha insegnato loro come usarli a fin di bene, per questo lo chiama maestro.»
    «Sì, credo tu abbia ragione.»
    «E pensa anche che pure io abbia i poteri, sebbene limitati in quanto maschio.»
    «Allora anch’io?»
    «Non lo so, devi chiedere.»
    Stava per farlo quando vide che tutti si alzavano dal tavolo.


    Non ce la faremo, è il pensiero che passa in continuazione nella testa del comandante. È vero che il nemico ha avuto rallentamenti, ma ora avanza imperterrito e le forze Astariane devono indietreggiare per non farsi travolgere. “Solo gli dei possono salvarci, da soli non bastiamo.»


    I due ragazzi, in silenzio, ascoltarono le parole di Bergo: «Ora noi dobbiamo fare una cosa alla quale non potete assistere, quindi vi chiedo di rimanere qui e di non disturbarci per alcun motivo. Avete compreso?»
    Annuendo, Veda chiese: «Ma dove andate? Ci lasciate soli?»
    La madre le si avvicinò e la baciò in fronte: «No, saremo nella stanza qui accanto, ma non potete entrare.»
    «Quale stanza? Non ci sono altre porte, qui» obiettò Malak.
    Bergo sorrise, poi appoggiò le mani alla parete di roccia muovendole fino a trovare quel che cercava. Spinse, e la parete si aprì, lasciando intravedere un locale al centro del quale stava un tavolo rettangolare.
    Sprangò poi la porta d’accesso alla casa e si rivolse di nuovo ai due minori: «Noi saremo là dentro, dovessero bussare, non aprite assolutamente. Chiaro? Aspettateci qua.»
    «Forse è meglio lasciare aperto il passaggio» disse Savita, «tanto ormai hanno visto e sanno.»
    «Sono d’accordo» ribatté Nara, «e poi non si sa mai…»
    Emengi e Bergo si scambiarono uno sguardo e accettarono la proposta. «Va bene, ma andiamo, adesso.»
    Entrarono nella stanza ed entrambe le mamme lanciarono un bacio ai figli prima di volgere loro le spalle.


    Dors vede i nemici cadere sotto i colpi dell’esercito astariano, ma ha l’impressione che tutto sia inutile. “Per quanti ne cadono pare che altrettanti risorgano, anziché diminuire aumentano. È assurdo.“


    Veda e Malak osservarono senza aprire bocca. Videro Bergo sdraiarsi sul tavolo ed Emengi accendere quattro ceri, ognuno posto a un angolo della stanza. Poi si avvicinò al tavolo e mise le mani sulle caviglie di Bergo. Ai lati, Savita e Nara ne poggiarono una sul polso e l’altra sulla spalla. Chiusero gli occhi e Bergo iniziò a recitare strane parole, sconosciute ai ragazzi. Come in una litania, le donne rispondevano con altre parole.
    «Che stanno facendo, secondo te?» se ne uscì Veda dopo qualche minuto.
    «Credo stiano cercando di accumulare i loro poteri, ma non ne sono sicuro.»
    «E cosa dicono? Non capisco niente, io.»
    «Ah, non so proprio. Da quel che ho capito da mia madre, suppongo siano formule magiche, utili proprio per sconfiggere… come si chiama?»
    «Shatriya.»
    Nel momento in cui Veda pronunciava quel nome, il viso di Bergo iniziò a imperlarsi di sudore. Sudore freddo, dovuto allo sforzo che stava producendo per collegare la forza delle tre donne, unica cosa in grado di sconfiggere la Grande Mano. Non era semplice per niente fare da collettore alle energie femminili, lo sapeva per esperienze precedenti, ma ogni volta era più dura. Stava invecchiando, doveva trovare qualcuno in grado di sostituirlo.


    Le forze nemiche paiono arrestarsi d’improvviso, poi ripartono e, sia pure con lentezza, cominciano a prendere il sopravvento. Astar sembra destinata a soccombere, e i suoi soldati lo sanno, ma non mollano. Non possono, sarebbe la fine di tutto. E forse lo sarà, ma almeno avranno provato a evitarlo.


    I due ragazzi osservavano con ansia quanto stava accadendo nella stanza segreta e, senza quasi rendersene conto, si spostarono fino ad appoggiarsi ai lati d’ingresso della stanza segreta. Nessuno degli adulti obiettò, presi come erano dal loro tremendo compito.
    Bergo sudava copiosamente, ma anche le tre donne non scherzavano, concentrate in uno sforzo che poteva essere decisivo per il loro paese.
    «Non ce la facciamo» esplose Bergo, «è troppo forte. Serve aiuto.»
    Le donne lo guardarono, colpite da quelle parole e, per la prima volta dopo tanto tempo, spaventate.
    «Come possono aiutarci? Chi potrebbe farlo?» disse Emengi.
    «Chiamate i ragazzi» decise Bergo.
    «Siamo già qui» sbottò Veda avvicinandosi alla madre.
    «Sì, siamo qui» confermò Malak.
    «Bene. Malak, vieni qui e poggia la tua testa contro la mia, serve un contatto diretto» disse Bergo. «Tu, Veda, poggia una delle tue piccole mani sul mio cuore e con l’altra tocca la mamma. Se tutto va bene, come spero, uno di noi lancerà una freccia al cuore di Shatriya. Spero sia mortale.»
    I due ragazzi seguirono le istruzioni e Malak sentì subito un gran calore avvolgergli il capo, seguito da un senso di estraniazione assoluto. Si sentiva galleggiare nel nulla, leggero, senza corpo. E senza pensieri. Anzi, no, con un pensiero unico: se vogliamo vivere, Shatriya deve morire.
    Un pensiero che subito divenne totalitario, tanto da fargli scordare di essere una persona. Era ciò che serviva a Bergo, un’appendice di sé, una parte nuova del proprio essere, utilissima per lo scopo primario.
    Veda obbedì a sua volta e pose la mano sinistra sul cuore di Bergo, mentre la destra stringeva un braccio di sua madre, vibrante di tensione.
    Nel giro di pochi secondi si sentì svanire, quasi assorbita da qualcosa più forte di lei, grande e potente. Respirò profondamente un paio di volte e divenne una parte del tutto. La punta del tutto.

    Due figure dominavano la scena, incuranti di quanto accadeva intorno a loro. Due esseri di pura energia, uno contro l’altro, pronti a tutto per risolvere lo scontro.
    L’essere a forma di mano aprì le dita cercando di avvolgere e stringere l’altro, il suo nemico.
    Non vi riuscì e fu la sua fine.
    L’altro essere, sfuggito alla presa, modificò la propria forma fino a prendere quella di una freccia.

    «Akash!» gridò con forza Veda, «Akash… Akash…»

    La Grande Mano tremò, ferita gravemente, poi cadde nel vuoto del tempo e scomparve.


    Il comandante è sorpreso, ma dentro di sé sperava proprio questo. “Gli dei esistono ancora” pensa.


    «Se non foste così giovani ve lo farei assaggiare» dice Emengi versandosi l’idromele, «ma arriverà anche quel momento, non temete.»
    «Intanto ne è arrivato un altro, mi pare» ribatte uno spossato Bergo, «il momento del passaggio.»
    «Non credo sia il momento del passaggio, Bergo. Ora abbiamo la certezza che i ragazzi hanno il potere, questo sì, ma vanno istruiti.»
    «Non c’è molto da istruire, Emengi, è l’istinto che conta, e qui l’istinto s’è visto bene.»
    Lei sospirò, guardando le due amiche che coccolavano i propri figli, ancora non del tutto consapevoli di quanto avevano fatto. «Sì, hai ragione, e tutto questo merita un brindisi. Un brindisi alla fine di Shatriya.»
    «Viva!» risposero tutti in coro.
    Cadde improvviso il silenzio.
    «Tornerà.» La voce di Veda spaccò quell’attimo. «Tornerà, l’abbiamo solo ferito. Si curerà, ci vorrà tempo ma ce la farà. Dobbiamo accumulare più forze.»
    Savita era sbalordita e orgogliosa al contempo, sua figlia aveva un potere grande.
    «Sì, tornerà, ma noi saremo qui ad aspettarlo. E lo finiremo.»


    «…poi, all’improvviso, l’esercito nemico si è dissolto. Come se qualcuno avesse detto loro di fermarsi, solo che invece di fermarsi si sono polverizzati. Non tutti, la metà almeno è caduta e se n’è andata strisciando, quasi fossero privi di forza, devitalizzati. Credo che gli dei abbiano avuto una buona parte nell’accaduto.»
    Savita sorrideva, ascoltando le parole del suo uomo, poi gli disse: «Sì, gli dei ci hanno aiutato. Più di quanto si creda, amore.»
    Lo baciò, piangendo di gioia. La gioia di averlo ci nuovo con sé.
    E la gioia di sapere che il futuro era in buone mani. Giovani, eppure già in grado di combatterne un’altra, più grande e crudele, attualmente in esilio volontario, ma che sarebbe tornata ancora più agguerrita.
    Una mano da spezzare per sempre.
     
    .
  2.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Member
    Posts
    5,248
    Me gusta
    +416
    Location
    Marche

    Status
    Anonymous
    Mi ha ricordato "La mano" di Ink 3 anche se non c'entra niente, scusa, Autor.
    Il tuo racconto mi è piaciuto molto, l'unico appunto è relativo ad alcune frasi "moderne", nei discorsi diretti, che secondo me stonano un po'.
    Ne vado a cercare qualcuna per farti capire cosa intendo.
    " non mollano" "non ce la facciamo" "credo che gli dei abbiano avuto una buona parte nell'accaduto"...
     
    .
  3.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,824
    Me gusta
    +369

    Status
    Offline
    Devo confessare che l’inizio mi aveva subito abbattuto, principalmente per questi due motivi:
    1) Su Astar c’è lo stesso alternarsi delle stagioni che nell’emisfero settentrionale della Terra? Con gli stessi nomi? Questo blocca immediatamente l’immaginazione del lettore.
    2) Bergo abita in una stamBERGA? Anche questo: l’elemento suona umoristico e toglie atmosfera (a meno che non sia stato scritto apposta). Magari puoi sostituirlo con “catapecchia” o altro.
    A questo punto, non mi aspettavo tanto di buono, poi invece il racconto prende immediatamente un’altra piega, procede decisamente meglio e continua bene fino alla fine.
    “si rivolse di nuovo ai due minori”= “minori” appartiene al linguaggio giuridico, lo cambierei.
    Per quanti ne cadono pare che altrettanti risorgano= non so se è voluto o casuale il riferimento alla setta criminale “La Mano” nel fumetto “Devil”.
    Racconto sicuramente fantasy, corretto, un po’ rigido, senza particolari punte di tensione, pur raccontando eventi importanti e battaglie. Non male.
    Eh, autore, qui l’idromele scorre a fiumi…
     
    .
  4.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    6,941
    Me gusta
    +659

    Status
    Offline
    Ho un dispiacere, un grosso dispiacere nel vedere autori così bravi cimentarsi in un genere così commerciale e infantile. Quante storie di vita avrebbero potuto raccontare? Quante emozioni avrebbero potuto trasmettere?
    Perdonatemi la spudorata sincerità, vedere certe penne ingabbiate in questo genere mi addolora.
    Questo è un complimento all'autore, bravo come pochi.
     
    .
  5.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,178
    Me gusta
    +190

    Status
    Anonymous
    Anche questo racconto devo ammettere che, come la maggior parte di quelli letti fino adesso, non mi ha entusiasmato. Ripeto quanto già detto in altri commenti, la colpa è mia visto che non sono assolutamente un amante del genere. Anche in questa lettura ho cercato di metterci tutto l'impegno possibile, ma davvero non sono riuscito ad appassionarmi.
     
    .
  6.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano supremo

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    3,712
    Me gusta
    +485
    Location
    Polesine

    Status
    Offline
    Ciao Aut-

    Hai scritto un racconto molto lungo, non so se sia davvero così oppure solo un'impressione. Innanzitutto complimenti per aver affrontato un High fantasy. Il racconto è ricco di personaggi e (ne so qualcosa da INK 1) questo toglie la possibilità di dare spessore a tutti. Sono riuscito a seguire la trama perché ho letto diversi romanzi fantasy e ho colto tutti i sottintesi del tuo racconto, ma temo (ora che leggo altri commenti purtroppo ne ho conferma) che qualcuno possa trovare difficoltà a sbrogliare la matassa.

    Letto e riletto volentieri. Mi piacerebbe leggere il romanzo della Grande Mano (ma soprattutto di Akash) per dare a ogni momento di questo tuo racconto il giusto spessore di cui ha bisogno.
    :appaluso:

    Ecco cosa mi scrisse Asbottino l'anno scorso, riguardo il mio racconto per INK 1:

    CITAZIONE (asbottino @ 19/11/2016, 11:33) 
    Romanzo compresso a forza. Non è un problema della forma racconto: è che sono due cose diverse. Due campi da gioco diversi. Forse addirittura due sport diversi. C'è grande talento, qui, abilità, una visione ampia, ma il tutto è applicato a qualcosa che invece dovrebbe vivere di piccoli sguardi, di poche parole che pesano come macigni.


    Lo riporto qui proprio perché è ciò che penso di questo tuo racconto.
     
    .
  7.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,053
    Me gusta
    +109

    Status
    Offline
    Il racconto è ben strutturato. Ho apprezzato l'alternanza tra i vari punti di vista dei personaggi, che però sono tanti e per questo non sufficientemente tratteggiati.
    Mi sarebbe piaciuto sapere di più sulla "mano" (che reputo essere un'idea intrigante e originale) e ho trovato un pò frettolosa la battaglia finale in cui Malak e Veda la sconfiggono. Lo reputo un lavoro apprezzabile che, come ti è già stato detto, avrebbe avuto bisogno di più "respiro" per esprimere appieno le sue notevoli potenzialità.

    Mi dispiace che il genere fantasy (uno dei miei preferiti) venga un pò bistrattato...
    Il mio è un discorso generale che non si riferisce solo ai pareri espressi in questo forum. Quella di sminuire il genere mi sembra una tendenza assai diffusa. Peccato.
     
    .
  8. Foglia nel vento
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Un Fantasy doc ben strutturato: il limite è quello dei caratteri che non consentono di sviluppare le tematiche come si vorrebbe e dovrebbe.

    E' un problema comune alla maggior parte dei racconti Fantasy in gara; in questo, gli elementi in gioco sono davvero tanti: l'esercito dei buoni, i cattivi che, fra le altre cose, cercano di intrufolarsi nelle case di quelli che sanno essere elementi pericolosi (??? l'aspetto non viene chiarito), le streghe, lo stregone, i bimbi che si rivelano la carta vincente... molto molta carne al fuoco.

    Riguardo al genere, sappiamo che ha un seguito straordinario tra i giovani mentre ne ha meno tra gli adulti, anzi, tra questi ultimi, credo ci sia un confine abbastanza netto tra chi lo odia e chi lo adora.
    Per esempio, i bambini e i ragazzini hanno decretato il successo stratosferico di Harry Potter che è di fatto un Urban d'azione totale; ben difficilmente, però, un bambino, o anche un ragazzino, affronterebbe Tolkien: io stessa ho lasciato perdere per via dell'eccesso di descrizioni.
    Ho visto i film e li ho trovati belli, così come trovo bellissima la serie di Games of Thrones di George RR Martin, ma che, dal punto di vista letterario, ho mollato dopo i primi tre capitoli del primo volume per il troppo saltabeccare da un personaggio all'altro.
    Dato il seguito ottenuto con i libri, il genere viene molto sfruttato anche in film e in serie televisive di minor spessore (esattamente quello che è successo e succede con l'horror): inevitabile quindi che, se i punti di riferimento sono un po' sempre gli stessi (in questo racconto fortunatamente non è così), l'impressione di "già sentito" si accentui.


    Edited by Foglia nel vento - 14/10/2017, 22:19
     
    .
  9.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Teropode assennato

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,308
    Me gusta
    +173

    Status
    Offline
    E' un racconto strano. Ci sono delle idee originali ma amalgamate secondo me non bene.
    L'idea di fondo è che delle maghe/streghe proteggano la propria terra ad insaputa della loro stessa gente, però l'effetto trasmesso è un pochino sempliciotto, gli manca quella verve necessaria a trasmettere angoscia o altre sensazioni che il fantasy, specie quello con toni scuri, dovrebbe evocare.

    Mi è piaciuta l'idea di questa Mano che rappresenta il grande nemico, così come i simulacri e il passare dalla scena principale a quella dell'esercito che nel frattempo combatte.

    Non mi sono piaciuti i dialoghi, in particolare la parte dei convenevoli all'arrivo dei vari personaggi che ho trovato tralasciabili o quantomeno rendibili in maniera più appropriata.

    Anche qui, come in altri racconti, ho poi notato quella strana forma di "regresso" del registro linguistico, come se lo scrivere di fantasy avesse indotto molti ad abbassare la propria scrittura, e questo mi è un pochino incomprensibile.
    Non me ne voglia l'autore/trice. :)
     
    .
  10.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,451
    Me gusta
    +154

    Status
    Offline
    Trama semplice articolata in due piani paralleli. Il primo si svolge nella stamberga di Bergo e vede l’ingresso di diversi personaggi (troppi!) che raccontano episodi loro occorsi. Nel contempo Dors combatte i nemici - Saatrya,un mostro che ha forma di una mano ne è il capo- fino a batterli.
    I corsivi sulla battaglia spezzettati in brevissimi flash interrompono continuamente il racconto di quanto avviene nella catapecchia. Non è come in un film dove il lampo d’una scena in flash back può durare anche solo un attimo, nel racconto l’effetto mi sembra diverso. Forse si poteva usare un solo corsivo, magari più lungo.
    L’ultimo inserto non è in corsivo perché relativo alla conclusione (un po’ affrettata) della battaglia e del racconto.
    Nel complesso non male; tuttavia l’attenzione del narratore mi sembra volta più a tessere l’ordito della trama, inserendo i vari “fili”, che alla cura dello stile, dei dialoghi, del linguaggio. L’esposizione mi sembra fredda e poco coinvolgente. Non riesco a “entrare” nel racconto perché non c’è un momento in cui non mi renda conto di leggere.
     
    .
  11.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Member
    Posts
    37,437
    Me gusta
    +664

    Status
    Offline
    Il mio disamore per il genere anche qui , come da molte altre parti, mi impedisce l'apprezzamento. Dato che non riesco ad appassionarmi faccio fatica a seguire. Ma è un commento che ho ripetuto spesso.
     
    .
  12.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,514
    Me gusta
    +152

    Status
    Offline
    Un gran lavoro di architettura. Difficile. Non da leggere, ma da abbracciare nel suo complesso.
    Ringrazio Achillu che mi ha citato. Ribadisco, probabilmente l'ho scritto in un altro commento, quanto sia difficile adattare questo genere al racconto breve. Ci sono dei lavori molti riusciti in questo step, secondo me, e questo è uno di quelli. E bisognerà tenerne conto. Non posso dire di essere un amante del genere. Non lo sono affatto probabilmente. Anche se mi piace l'aspetto fantastico di certe narrazioni. Ma forse fantastico non è abbastanza.
    Riporto un passo che mi ha colpito:
    "La madre le si avvicinò e la baciò in fronte: «No, saremo nella stanza qui accanto, ma non potete entrare.»
    «Quale stanza? Non ci sono altre porte, qui» obiettò Malak.
    Bergo sorrise, poi appoggiò le mani alla parete di roccia muovendole fino a trovare quel che cercava. Spinse, e la parete si aprì, lasciando intravedere un locale al centro del quale stava un tavolo rettangolare."
    Forse è un po' come mi sento di fronte a racconti come questo. C'è una stanza segreta in cui entrare e io non la vedo. Però so che c'è. E faccio del mio meglio per trovarla.
     
    .
  13.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Su chef

    Group
    Member
    Posts
    1,585
    Me gusta
    +228
    Location
    Sardegna

    Status
    Offline
    Nonostante sia un fantasy con tutti i crismi, io credo, magari sarò smentito, che l'autore non sia un grande estimatore del genere. C'è molto distacco nella scrittura, manca la passione, c'è impegno, quello sì e si vede, ma non è bastato. Ci sono poi altri indizi: dell'high fantasy manca il lirismo, la dinamicità, l'eroismo, le scene d'azione mozzafiato. Il tutto si riduce a una serie di dialoghi non proprio coinvolgenti, una trama direi abbastanza scontata, degli escursus cortissimi che inceppano più che altro la lettura. Non ci sono descrizioni, non sono riuscito a "vedere" nulla.
     
    .
  14.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna stilografica

    Group
    Member
    Posts
    965
    Me gusta
    +200
    Location
    trecase

    Status
    Offline
    Dopo il primo momento di disorientamento sono riuscita a immettermi nel senso del racconto che ho trovato molto piacevole. Forse l'aggiornamento della battaglia stona un pochino ma nel complesso è un gran bel racconto.
     
    .
  15.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,438
    Me gusta
    +260
    Location
    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

    Status
    Offline
    Ciao Autor
    Il tuo racconto ha sicuramente centrato il genere, e la storia è molto intrigante.
    Sinceramente i dialoghi non mi sono piaciuti: li ho trovati un po' legnosi, a tratti, ripetitivi, e spesso improbabili.
    La storia si segue bene anche se la descrizione della battaglia non mi ha entusiasmato. L'ho vissuto più come una cronaca di eventi che come un racconto nel quale riuscire ad immedesimarmi.
     
    .
29 replies since 24/9/2017, 10:53   441 views
  Share  
.