Il convivio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano supremo

    Group
    Moderatore
    Posts
    3,925
    Me gusta
    +252
    Location
    Higgs

    Status
    Offline
    La Regina si aggirava per le stanze del suo enorme palazzo come un fantasma stanco.
    La mano dalle dita lunghe e bianche sfiorava la mobilia con un tocco soffice e delicato, come quello di una farfalla morente, mentre il volto scavato era solcato dalle linee di un dolore immenso, che lentamente stava deturpando i regali lineamenti. La camminata lenta era seguita dal fruscio della veste scura che seguiva la cadenza dei suoi passi come un’onda nera, ombreggiando il suo cammino sul marmo chiaro del pavimento. Al suo passaggio le enormi vetrate si oscuravano in silenzio per evitare che fosse raggiunta dalla luce bianca del giorno in modo da preservare l’infinita notte che le adombrava il cuore.
    Con lentezza, con fatica, raggiunse la Sala degli Specchi avvicinandosi titubante al centro della fastosa stanza, dove un drappo ricamato celava misteriosamente una struttura ovale. Per un attimo parve indecisa, poi sospirando con rassegnazione, tirò il cordone e il pesante tendaggio blu si fece docilmente di lato. L’enorme superficie liquida dello specchio rimase quieta per un attimo, poi iniziò a muoversi come se una misteriosa corrente si dimenasse nelle sue profondità. Con movimenti sempre più veloci, in gorghi sempre più ampi, nel centro esatto dello specchio si aprì un maelstrom d’immagini confuse che si acquietarono nel momento stesso in cui la Regina affondò la mano nella sua superficie liquida. Allora le immagini si fermarono e davanti agli occhi screpolati della regnante si focalizzò un’immagine esatta, ben precisa. Una donna sorridente dai capelli dorati mossi alla calda luce del sole, circondata da quello che sembrava un giardino lussureggiante. Gli occhi brillanti fissavano quelli di un bambino che, sorridendo, sprofondava nel suo abbraccio. Con una lentezza che le parve infinita i due si baciarono e poi si voltarono verso di lei offrendole i loro sorrisi. La Regina fissò l’immagine che le mostrava quello che sarebbe potuto essere.
    Ma che non era.
    Affranta, voltò le spalle allo specchio, e con lo sguardo appannato dalla tristezza se ne andò via da lì, dal suo futuro smarrito, dalla sua felicità persa.
    Rincorsa dalla nuvola turbolenta del suo lungo abito scuro, raggiunse la sala del trono e si sedette.
    Le enormi statue degli eroi la fissavano in silenzio con le loro orbite vuote e i loro sorrisi scolpiti, indifferenti allo strazio del suo tormento, mentre lassù, in alto, un vortice di figure alate solcava il soffitto della sala insensibili alle umane miserie, impugnando sicuri le sacre fiaccole della conoscenza, cercando di svelare i misteri di mille vite.
    Con un gesto misurato della mano la sovrana oscurò la stanza lasciando brillare le fiaccole che si accesero sul soffitto come stelle nel firmamento. Quelle gesta, quei visi sereni sembravano indicare il cielo come unica via di salvezza, e lei, schiacciata da tutto quel dolore, stanca di tutta quella sofferenza, decise in un attimo di lucidità di chiedere aiuto. Con un gesto della mano fece animare i personaggi dipinti e uno stuolo di figure alate si staccò dal soffitto, volteggiò per la sala fino a schierarsi dinanzi a lei in un inchino perfetto.
    In bilico tra la vita e la morte decise di dare una chance al futuro.
    “Chiamateli” ordinò, e mentre in una fila ordinata i suoi messaggeri scemavano da un’apertura del soffitto, lei si prese il volto tra le mani, rimproverandosi per quella debolezza.

    I primi ad arrivare furono i Mercanti.
    Appena ricevuto l’invito, si sentirono allo stesso tempo felici e preoccupati: la Regina non aveva finora mai chiamato al suo cospetto i reggenti dei regni vicini, ma risposero all’appello senza indugi e partirono sul loro carro carico di mercanzie. Il viaggio fu lungo e faticoso: per arrivare al cospetto della Regina affrontarono il deserto e le colline in fiamme e terre aride sotto il sole infuocato. Dovettero anche scontrarsi con le mandrie di tori inferociti che pascolavano nervosi presso i fiumi secchi, ma la richiesta della Regina aveva su di loro un ascendente forte e profondo e fronteggiarono le aspre prove del loro impervio viaggio con uno strano sorriso sul viso e nel cuore.
    Aveva bisogno di loro, e loro le sarebbero stati vicini alleviando la mestizia che da tempo logorava la sua anima. Solerti e fiduciosi affrontarono il lungo viaggio cercando spezie profumate e pietanze fragranti da offrirle in dono, sicuri del fatto che la Regina avrebbe apprezzato quei doni.

    Gli Spiriti dei Boschi arrivarono cavalcando una maestosa quercia. La pianta secolare si muoveva veloce avanzando sul terreno con le sue radici maestose che si allungavano e ritraevano in una danza aggraziata.
    Il vento frusciava discreto facendo ondeggiare la chioma, dove ancora rimanevano intrappolate le essenze dei boschi che avevano lasciato per raggiungere la Regina afflitta. I loro occhi enigmatici come il sottobosco e i capelli indomabili e intricati come i rovi di more, sottolineavano il legame forte che avevano con la natura mentre tutto in loro rimandava a immagini di freschezza e genuinità.
    Essendo Spiriti liberi si muovevano tra gli altri con la disinvoltura di un refolo di vento, imbrigliando la brezza che sospirava intorno a loro, trasformandola quasi in una musica.
    E quello era anche il regalo che portarono alla regina: un canto puro e fresco che profumava di libertà.

    Le Maghe del nord e del sud s’incontrarono a metà strada.
    Era da molto tempo che le due amiche non si vedevano e dopo una profusione di abbracci proseguirono il viaggio insieme. Domarono con la loro magia un enorme serpente di ferro e, salite in groppa alla creatura proseguirono il viaggio nel clima di spensierata allegria che aveva infiammato i loro cuori. Forse festeggiarono l’incontro con troppi elisir, perché tra una chiacchiera e una risata oltrepassarono il palazzo regale e quando se ne accorsero imposero al loro destriero una manovra azzardata per tornare indietro, scontrandosi quasi con uno stormo di anatre cha volava verso il tramonto. Tra un lazzo e una risata le due trovarono la meta, ma la letizia di quell’incontro aveva saziato di felicità i loro cuori e insieme sarebbero potute andare in qualsiasi luogo.

    Il Capitano arrivò portando con sé la nebbia.
    Un braccio del fiume che era solito navigare si allungò fino al palazzo della Regina triste, lambendo con dolcezza le aiuole di rose sfiorite. Quando la nebbia, sfilacciandosi, si dileguò, apparve l’enorme vascello dalle immense vele con il Capitano affacciato al castello di poppa austero e fiero. L’immagine dell’uomo inflessibile con le mani giunte dietro la schiena, non mostrava affatto la fatica che quel viaggio aveva lasciato in lui: in realtà non esisteva nemmeno la strada per raggiungere il palazzo, l’aveva inventata lui con i suoi calcoli astronomici arrivando anche con qualche ora d’anticipo sulle sue previsioni. Il viaggio era stato lungo, impegnativo e ostacolato dalla poca visibilità, ma lui era l’uomo delle nebbie e della navigazione turbolenta e sapeva che nessuna tempesta durava abbastanza a lungo.
    Ed era questa conoscenza che voleva condividere con la Regina vinta dal destino.

    I Signori del Lago arrivarono su un’onda azzurra.
    Con la serenità e la calma che li contraddistingueva, toccarono terra con una delicatezza perfetta inoltrandosi lievi nel vasto giardino. Nei loro occhi limpidi luccicavano i riverberi argentati dell’infinita pace interiore che rendeva i loro cuori morbidi e accoglienti, come le placide acque del lago dal quale provenivano. Nel viaggio appena concluso si erano caricati di pensieri positivi che avrebbero donato alla Regina triste, e infatti bastava che il loro sguardo si posasse leggero sul prato perché una profusione di piccoli fiori si decidesse a sbocciare e circondati da un’inaspettata primavera, raggiunsero con sicurezza il palazzo.

    I Folletti arrivarono verso pranzo e chiesero subito da mangiare.
    Avevano viaggiato sulla cresta del loro personale arcobaleno in un viaggio inaspettatamente piacevole e leggero. Quando furono nei pressi del palazzo la loro gioia esplose euforica atterrando in mezzo al prato con una manovra spericolata. L’arcobaleno s’infranse al suolo in una miriade di schegge colorate e i due folletti si rotolarono in mezzo agli altri invitati con l’agilità innata che avevano, iniziando a correre tra loro dispettosi, ma la loro allegria era talmente contagiosa che nessuno si arrabbiò veramente.
    Sorridenti e amabili, animarono la festa con le loro risate sbarazzine e le spericolate acrobazie che la vita aveva insegnato loro a fare per superare le difficoltà.
    Fu quello l’omaggio che offrirono alla Regina.

    La Sibilla viaggiò nella sua sfera di cristallo.
    Aveva accettato l’invito senza indugi, partendo all’istante, perché l’eco del dolore della Regina era giunto fino al suo regno gettando un’ombra misteriosa tutt’intorno. Nel viaggio aveva più volte pulito le sue lenti che indossò appena scesa sul morbido prato: esse l’aiutavano a filtrare la realtà riuscendo a vedere chiaramente cosa si nascondesse sotto l’apparenza delle cose. Per questo era temuta, perché volente o no lei era sempre costretta a dire la verità

    Il Gigante arrivò verso sera.
    La sua figura imponente si stagliò contro il cielo del tramonto, mentre scavalcava con agilità le colline all’orizzonte. Seduta sulla sua spalla, ben aggrappata alla folta barba nera, se ne stava una rarissima fatina porta fortuna dai capelli infuocati e con lo sguardo timido e discreto. Il gigante dopo la fatica del lungo viaggio
    si sdraiò nel giardino del palazzo reale e il bosco intero si chinò a fargli ombra, mentre i servitori facevano rotolare fino a lui enormi botti di vino affinché dissetasse la sua mastodontica sete.
    Gli altri incuriositi dalla sua mole e dallo strano rispetto che incuteva, si avvicinarono a lui sedendosi sul prato. Il Gigante aveva una storia da regalare alla Regina, aspettò che tutti si accomodassero e che i folletti finalmente si zittissero e iniziò il suo racconto: era la storia di un uomo a cui veniva tolto ingiustamente qualcosa.
    Nell’austero palazzo dalle imposte serrate, attenta a non farsi vedere, anche la Regina si mise in ascolto.

    Le prime stelle della sera fecero capolino in cielo quando sulla lunga tavola apparvero le vivande. In un allegro clima di convivialità, gli ospiti si accomodarono e il banchetto ebbe inizio. Solo la Regina rimase confinata nelle sue stanze: non era pronta ad affrontare la vitalità dei suoi ospiti e si accontentò di ammirarli da lontano. E così tra le risa e le chiacchiere, tra gli scherzi e le confidenze, il suggestivo gruppo di personalità affascinanti rimase tutta la notte a festeggiare il loro incontro raccontando aneddoti avvincenti, storie intriganti e perdendosi in discussioni dotte e seducenti, fino a dimenticare il vero motivo di quella visita che si perse da qualche parte della notte.
    Allora la Regina che aveva sorvegliato ogni cosa capì.
    Capì che il dolore che provava era invisibile, nessun cuore l’avrebbe percepito fino in fondo. Conobbe l’improvvisa solitudine di chi si sente solo in mezzo alla folla, perché la folla in quanto tale non si sofferma mai sull’esigenza del singolo, ma lo ingloba in sé nel suo fluire inarrestabile. Si rese conto che la gente seduta sul prato del suo palazzo era in realtà distante mille miglia da lei e dalla sua paura, impossibilitati a vederla perché per loro non esisteva. Non era mai esistita.
    La guerra interiore che stava combattendo da molto tempo non contemplava la sconfitta, e si inoltrava sempre più in profondità in lei, inarrestabile nella sua sete di conquista.
    Guardò i suoi ospiti che banchettavano appagati dallo spiraglio di una finestra e si sentì in qualche modo tradita. Non la cercavano, non l’acclamavano. Erano presi dal loro circo festoso senza curarsi apparentemente di lei, dimentichi del perché della loro missione. Sentì la rabbia e la delusione salire da qualche parte dentro fin quasi a soffocarla, mentre il suo malessere trascurato e ignorato reclamava vendetta. Allora in un impeto d’ira decise di uscire e cacciarli dal suo regno e come una furia spalancò il portone del palazzo.
    E li vide tutti lì, silenziosi, in attesa.
    Il Capitano le tese la mano guardandola con i suoi occhi scuri abituati a combattere.
    “Benvenuta Maestà, la stavamo aspettando” la Regina si bloccò all’istante.
    Tutti gli occhi degli ospiti erano fissi su di lei, e sentì la calda carezza dei loro sguardi, mentre ad uno ad uno s’inchinavano.
    “Non potevamo ignorare il suo appello” continuò lo Spirito dei Boschi.
    “Ma non potevamo nemmeno liberarla dalla prigione in cui si era rinchiusa” finì il Signore del lago con il suo sorriso mite.
    “La guerra che sta combattendo è crudele, Maestà, perché il nemico è potente” disse la moglie del Mercante.
    “Perché il nemico da combattere è lei stessa” continuò il Gigante.
    Nel silenzio generale la Regina colpita e un po' scioccata proseguì a camminare tra loro condotta dal Capitano.
    “Ma questa battaglia è vinta, Maestà. È riuscita a uscire dalla sua prigione. Da sola” esultò il folletto.
    Passò tra di loro incredula e stupita: sentiva i loro cuori palpitare in un canto unico, silenzioso e dirompente al tempo stesso. E mentre sentiva quella musica percepì che qualcosa dentro di lei stava cambiando.
    “La serenità è qui, basta fare un passo e afferrarla” le sorrisero le Maghe offrendole un elisir.
    “Ma spesso non abbiamo il coraggio di fare quel singolo passo, che ha il potere di farci cambiare la vita” concluse la Sibilla.
    E la Regina confusa lasciò che quei consigli facessero breccia nella sua anima nera unendosi alla festa con una meraviglia che la lasciò senza parole.

    I raggi del primo sole bucarono la notte e come sogni sorpresi dal sole gli ospiti sparirono tornando nei loro regni lontani. La Regina si ritrovò da sola a passeggiare nel giardino: muovendo leggermente la mano sparecchiava i tavoli dalle numerose vettovaglie, spazzando via briciole di sorrisi e chiazze di felicità, sorprendendosi piacevolmente quando notò che anche il suo abito nero aveva macchie di allegria qua e là.
    Dopo quella visita la sua solitudine le parve più sopportabile e capì che il dolore che la teneva prigioniera era solo una belva arrabbiata che doveva ammaestrare. E che non era nemmeno la bestia peggiore, perché ognuno aveva il suo mostro personale da combattere, come personale era anche la strategia per tenerlo a bada. Stranamente sollevata fissò il riverbero del primo sole laggiù ad est, e le sembrò uno spettacolo bellissimo, da togliere il fiato.



    (Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti è puramente casuale)
     
    .
  2.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,824
    Me gusta
    +369

    Status
    Offline
    Ciao autore, hai scritto un racconto che ci darà parecchia materia per chiacchierare, dopo la chiusura di questo step. Come credo tanti altri, avrei molto da scrivere e molto da chiedere, ma per adesso, causa anonimato, ci tocca rimandare. Per cui mi fermo al commento del racconto in sé.
    Direi che hai reso molto bene la situazione psicologica della Regina, la sua grande stanchezza esistenziale, il suo senso di solitudine, il rimpianto di una vita che non è stata quello che lei avrebbe voluto e che aveva un tempo sognato. L’aggettivazione della parte iniziale è forse eccessivamente abbondante, per i miei gusti, però, appunto, rende quello che volevi trasmettere. Veramente struggente il pezzo dello specchio, mi sono commossa. Terribile l’indifferenza da cui si sente circondata. Bellissima e riuscita, perfettamente in stile fantasy, la trasposizione fantastica con la quale hai reso i personaggi che arrivano in aiuto della Regina. Risultano molto naturali e vivaci. Non ho bisogno di dirti, credo, quanto abbia riso.
    Che dire? Bel testo, mi è piaciuto molto, mi sono commossa, mi sono divertita, mi hai fatto pensare.
    Grazie. Di tutto.
    Per il resto, a dopo la chiusura.
    Non ho ancora letto tutti i racconti, ma penso proprio che tu avrai assolutamente un posto nella mia cinquina.
     
    .
  3.     -2   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    6,941
    Me gusta
    +659

    Status
    Offline
    Sento disagio a nominare la cinquina, un racconto di questo livello merita lo Strega.
    Ci tornerò sopra più volte, per imparare.
    E per dare più di un abbraccio all'autore.
     
    .
  4.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Member
    Posts
    5,248
    Me gusta
    +416
    Location
    Marche

    Status
    Anonymous
    Allora: ho letto tutti i venti racconti e posso dirti fin da ora che sei la destinataria dei miei cinque punti.
    Il racconto, bellissimo, è ricco, coinvolgente, con scenari e trovate sempre nuovi e sempre funzionali alla narrazione, integrati e completi anche di per sè.
    Per evitare strafalcioni (scusa se ne ho detto qualcuno) mi limito a farti tutti i miei più sinceri complimenti.
    Tu sei una/un scrittrice/tore di fantasy con tutti gli attributi del caso.
    :appaluso: :appaluso: :appaluso: :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
     
    .
  5. Foglia nel vento
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Scritto in modo perfetto con un approfondimento psicologico della protagonista estremamente valido, al pari della descrizione delle sue reazioni emotive. Belle le immagini relative ai vari personaggi.
    A voler proprio trovare un difetto, c'è la mancanza di azione ed eccesso di descrizione: trattasi di mio gusto personale. Il contrasto strazio/allegria trova un'ottimo compromesso nel finale.


    Edited by Foglia nel vento - 28/9/2017, 12:43
     
    .
  6.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Member
    Posts
    37,437
    Me gusta
    +664

    Status
    Offline
    Complimenti ne hai avuti tantissimi e non hai bisogno dei miei. Se sarai la prima, per me , non lo so perché sono solo all'inizio della lettura e qui abbiamo a che fare con scrittori di alto livello. Mi è scappato il femminile, ma secondo me sei, un'autrice.
     
    .
  7.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,053
    Me gusta
    +109

    Status
    Offline
    Quando si soffre, ci si sente soli anche se circondati dall'affetto e dall'appoggio di amici e conoscenti.
    La Regina però, stremata dalla pena, chiede aiuto. Decisa quantomeno a provare a convivere con il proprio dolore (forse la perdita di una figlia??) compie il primo passo verso la rinascita. Questo mi sembra il filo conduttore del racconto. Inizialmente l'ho trovato debole, ma invece funziona.
    E quanto sono belle ed estrose le descrizioni dei bizzarri sudditi e delle rispettive modalità di viaggio! :appaluso:
    Eh sì autore, mi hai conquistata. Questo è un altro stupendo racconto che merita tanto.
     
    .
  8.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Teropode assennato

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,308
    Me gusta
    +173

    Status
    Offline
    Non so, vado un po' controcorrente nel dire che non mi ha entusiasmato. Non riesco a identificare la penna, né il senso del corsivo finale, ma può starci essendo relativamente nuovo del forum, per cui sorvolo sulla questione (ma sono curioso di saperne di più, nel caso).

    Ciò che non mi ha entusiasmato è l'immagine in sé: mi è sembrato di assistere a un cartone animato, bello, godibile, ma privo di "profondità", in 2D. Nel senso: è una fiaba senza cattivi, nella quale tutto ha colori pastellosi e sembra tratteggiato ad arte.
    Più che una storia appare come un'allegoria. C'è un messaggio dietro, ci sono probabilmente fatti e persone non casuali, la cui presenza velata mi ha fatto guardare al tutto come, appunto, a un cartone animato.

    I tanti, troppi aggettivi mi hanno anche dato l'impressione di una penna inesperta, cosa che stride con il livello di scrittori di INK (nel senso: devi essere qualcuno che ha cambiato stile e ha cercato di renderlo "più fantasy", o almeno questa è la mia impressione).

    :)
     
    .
  9.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,451
    Me gusta
    +154

    Status
    Offline
    Il racconto si articola in tre parti: La regina e lo specchio: solitudine e dolore/materializzazione e arrivo delle figure da lei convocate: bisogno di aiuto/ la regina esce dalle sue stanze e si unisce ai suoi ospiti: superamento della solitudine e presa di coscienza.
    L’approfondimento psicologico del personaggio principale è pregevole, ma la parte più vicina al fantasy è la seconda ed è un peccato che il viaggio e l’arrivo di mercanti, spiriti dei boschi, signori del lago, folletti, sibilla etc venga raccontato piuttosto che mostrato. Il narratore riferisce che gli ospiti raccontano aneddoti avvincenti, ma al lettore non è dato conoscere le avventure dei singolari personaggi, vengono solo descritte le modalità del viaggio.
    La scena migliore mi sembra quella che dà il titolo al racconto. La peggiore è quella rappresentata nella parte iniziale a causa di un’esposizione ridondante (che caratterizza purtroppo anche il seguito). Non c’è un sostantivo che non venga accompagnato da uno o più aggettivi; l’effetto mi sembra stucchevole. Nel complesso non male, tuttavia – a parer mio – non all’altezza di altre prove più convincenti.
     
    .
  10.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,178
    Me gusta
    +190

    Status
    Anonymous
    Ciò che mi è piaciuto più di questo racconto è il messaggio di speranza che ne esce, insieme ai fantasiosi personaggi che accorrono al castello della regina. I punti deboli a mio avviso sono la pressoché totale mancanza d'azione, che almeno in minima parte credo dovrebbero caratterizzare un'opera fantasy, e le descrizioni iniziali che sinceramente mi hanno un poco annoiato. Secondo me un buon lavoro ma non eccezionale.
     
    .
  11.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano supremo

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    3,712
    Me gusta
    +485
    Location
    Polesine

    Status
    Offline
    Ciao Aut-

    Avresti potuto coinvolgermi nel dolore della Regina, ma non mi ci hai portato. I siparietti degli invitati sono simpatici, ma sono troppi e di conseguenza non sono sviluppati a sufficienza e restano in superficie. Ho notato, perché si nota, un'incongruenza: i primi ad arrivare sono i Mercanti, ma da come descrivi il loro viaggio sembra il più lungo. E via via altri invitati arrivano più tardi con viaggi che, da come li descrivi, sembrano sempre più brevi.

    Hai scelto di sicuro il miglior tema tra quelli che ho commentato finora. Se si dovesse votare la storia, l'idea o l'intenzione avresti il mio miglior punteggio. Ma purtroppo l'intenzione da sola non è sufficiente, mi dispiace. :( Le allegorie le ho colte tutte o quasi, si vede che hai lavorato tanto, mi inchino alla tua fantasia e alle tue fatiche.
     
    .
  12.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Su chef

    Group
    Member
    Posts
    1,585
    Me gusta
    +228
    Location
    Sardegna

    Status
    Offline
    Non so, più una fiaba che un fantasy, soprattutto nella costruzione del testo. Come Achillu, che mi ha preceduto nel commento, anche io ho notato il grande lavoro dietro questo testo, ma al contempo non ne sono stato conquistato. La sovrabbondanza di aggettivi mi ha ricordato un testo di Mari, "il volto delle cose". Qui sono davvero tanti, troppi, e invece di dare enfasi, di creare empatia con la regina, rendono il testo pomposo e annacquato. Limite mio, non ho colto i riferimenti nascosti nella storia, se ci sono. Ho apprezzato, e molto, il lato poetico e lirico dell'opera, meno la trama, che in fin dei conti si riduce a quasi nulla con un finale prevedibile.
     
    .
  13.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna stilografica

    Group
    Member
    Posts
    965
    Me gusta
    +200
    Location
    trecase

    Status
    Offline
    Una lezione di vita studiata e scritta per persone in difficoltà. Mi piace chi scrive tendendo l'occhio al sociale.
     
    .
  14.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,438
    Me gusta
    +260
    Location
    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

    Status
    Offline
    Ciao Autor
    A me è sembrata una fiaba più che un fantasy. Mano a mano che la storia si svolgeva, vedevo le immagini che dipingevi (quindi sei riuscita a portarmi nel tuo mondo), ma sotto agli occhi avevo un cartone animato. Bellissima è la parte iniziale, quando descrivi la Regina, il suo dolore, lo specchio "liquido" . La seconda parte ti sreve per introdurre il finale, ma forse ti sei dilungata un po' troppo con i personaggi e i loro mezzi di trasporto. Sono tutti estremamente fantasiosi (tanto di cappello, per questo), ma forse sono troppi e un po' dispersivi. Complimenti per le tante idee che sei riuscita a riportare in un racconto di così breve durata.
     
    .
  15.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Il vagabondo
    Posts
    14,769
    Me gusta
    +887
    Location
    mamma

    Status
    Offline
    premesso che di fantasy ci trovo pochino, mentre c'è una bella fiaba, come primo impatto dico no
    non è un racconto che premierò, scusami
    buona, molto buona, anzi, la fantasia, ma come ha scritto qualcuno, in certi punti sembra un vero e proprio cartone animato
    per questo è molto più fiaba che altro
    ci sono alcuni refusi, ma niente di particolare, quindi da questo lato sei ok
    però, ripeto, non mi prende proprio
    :tappeto.gif:
     
    .
46 replies since 24/9/2017, 11:04   645 views
  Share  
.