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Non è affatto vero che valga sempre la pena vivere.
Io ho sempre vissuto libero, ma adesso non c’è niente di vero, niente di dignitoso in questo reparto, da troppi giorni.
Ho sempre detto che la speranza è soltanto una trappola, e lo ribadisco ancora.
Ho capito il gesto di mio padre; allora avevo trentun anni: qualcuno capirà anche il mio.
Non mi aspetto niente dopo, nessun paradiso e nessun inferno. Niente.
Ma soltanto io deciderò il momento della data di scadenza del mio corpo. E stasera, da questo terrazzo al quinto piano, è giunto il momento di riprendermi la mia dignità.
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Un po' troppo standard e giocato sul tema attuale.
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Scrivano
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La storia è chiara ma non molto originale.
Caro aut mi parli del tuo male di vivere e dovrei sentire un emozione più forte di quella che ricevo. È un po’ come se tu mi parlassi in prima persona ma di un altra persona che non sei tu. Non so se sono riuscita a spiegarmi.
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Da quel terrazzo al quinto piano piano si riprende la dignità decretandone la fine? triste.
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Dio della penna
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Vita vissuta e scadenza programmata lucidamente, più chiaro di così si muore...
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Penna d'oca
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Nonostante io non ami troppo le visioni così eroiche delle persone però io questo racconto non stuccano così tanto forse per l'identità fortemente viva del persona a cui si ispirano.
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Un tema attuale che divide tantissimo. Non molto originale ma probabilmente l'originalità non era nelle intenzione dell'autore.
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Mi è parso un po' scontato, come prima impressione, ma riflettendo meglio mi sono reso conto che questa sensazione dipendeva soprattutto dal fatto che il brano esprimeva principi che sono in fondo anche i miei ed era soprattutto per questo che mi sembrava un po' ovvio. Il dibattito di questi giorni dimostra invece che non è affatto scontato e bene ha fatto l'autore/autrice a cogliere anche questa occasione per esprimere il suo pensiero sull'argomento.
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La prima volta che ho letto questo brano, sono rimasta piacevolmente colpita, appagata, quasi.
Quindi l'ho riletto con attenzione per scoprire cosa mi avesse colpito davvero, qui, dove all'apparenza tutto è semplice e scontato.
Mi è piaciuta la lucidità del protagonista, la sua chiara analisi del momento, la causa dietro l'effetto.
Molto intensa e condivisibile (secondo me) la descrizione della speranza: già se sei nella situazione di sperare qualcosa, vuol dire che non sei messo benissimo (se spero che vada tutto bene è perchè in realtà non sta andando così…).
Colgo anche la finezza di parlare della morte senza mai menzionarla.
L'unico appunto che mi sento di fare è l'inserimento forzato della scadenza: a mio avviso bastava il terrazzo per far rientrare il mini nel contest (anche perchè questo terrazzo non è sostituibile e anzi, quel lancio nel vuoto immaginato e non descritto, racchiude in più di mille parole la voglia del protagonista di raggiungere la libertà).
Ma l'autore non ha resistito.
Per me una buona prova!
P.S.: poi ci spiegherai il titolo...
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Penna suprema
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Lucidamente triste e spiacevole.
Mi ha colpito molto perfino il titolo. La firma dell'autore. Credo.
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Eilà, signor MM. Ti capisco perfettamente e ti sono nel cuore, ma la morte per caduta, per quello che ho letto, può essere terribile. Comunque buon pezzo, con un suo perchè.
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Tu non lo sai, ma dentro me ridevo.
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Bellissimo questo cento, che è poi un fatto di cronaca che racconta gli ultimi istanti di vita di un uomo che amo tantissimo artisticamente e che ha fatto della libertà la bandiera di tutta la sua esistenza. Ha sempre vissuto in modo libero e coerentemente ha scelto quando e come morire.
Bravo l'autore a utilizzare entrambi i temi proposti.
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Penna suprema
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Mi piace l'idea che l'Autore abbia voluto raccontare una storia vera senza svelarcela a tutti i costi. E, se non l'ha fatto lui, e nemmeno gli amici che hanno commentato prima di me, figurati se sarò io a fare il nome di MM.
Quello che mi piace è che riesci a restituire la lucidità del personaggio. Altri 100 toccano il tema, rivelando un messaggio che presumo poi essere il pdv dell'Autore. Tu non lo fai: il tuo pdv non c'è. C'è solo quello di MM, che se hai scelto di raccontare probabilmente condividi, ma non è detto che tu la pensi allo stesso modo.
Ti dico solo quello che penso io, dal mio soggettivissimo e discutibilissimo punto di vista: finché il Governo non recepirà temi del genere, e non legifererà in proposito, ben venga che se ne parli (di eutanasia come di tante altre cose), in ogni dove e con ogni mezzo.
E per questo, mi viene da dirti: ben fatto. Anche se il messaggio l'ha dato MM, non tu... 
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C'è spesso questa tendenza a nascondere il nome del personaggio di cui si racconta la storia, chissà perché. L'ho riscontrata nel 100 su Caruso, qui è ancora più chiaro. Un gioco enigmistico? Bah, a parer mio il non dichiarare apertamente di chi si parli toglie spessore e potenza al brano. Monicelli non sarebbe stato d'accordo, lui era sempre diretto e raramente girava intorno alle cose. Comunque il brano è buono, forse leggermente didascalico, ma ha di sicuro il merito di parlare di un argomento attuale e divisivo senza urlare.
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Sto cercando di capire di chi si parla, ma ancora non ci sono arrivato...credo che questo testo sia ben scritto, sottile e preciso allo stesso tempo, dice ma non dice, insomma per me è ben costruito.
Aggiungo, se mi consentite, due cose: primo che condivido con il protagonista la libertà di scegliere quando porre fine alla propria vita, per qualunque ragione; secondo, come dice Vivonic, è bene parlarne sempre di certi temi, finché il legislatore non si darà una svegliata.
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21 replies since 30/9/2019, 11:32 310 views
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