MM

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    Penna suprema

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    Non voglio fare il bastian contrario, ma questa estate sono quasi affogato per salvare la vita di un uomo. Per lo sforzo ho avuto un dolore al petto per due giorni e un sonno inquieto. Non aggiungo altro e mai racconterò la mia avventura.
    Non sono d'accordo con la prima frase. Ti voterò, se ti basta questo.
     
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    Penna furiosa

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    100 sull'ignoto.
    Quello che più mi ha colpito è pensare a che tipo di vita abbia vissuto il nostro protagonista se riesce a riprendere dignità solo con la morte.
    O forse parla degli ultimi giorni, in un reparto…
    Lucidità e coraggio con cui affronta la stessa sorte del padre,
    la comprensione sua e la speranza che anche quelli che rimangono capiranno.
    Anche se il gesto è disperato, la certezza del niente dopo mi convince poco:
    solo il corpo ha, come tutte le cose deperibili, una data di scadenza.
    Del resto non ci è concesso sapere.
    Saranno stati gli ultimi pensieri di Mario Monicelli?
     
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    Non avevo colto il significato di MM . Ora mi è chiaro che si parla del suicidio di Mario Monicelli.

    Monicelli ha effettuato prima il giro per la terapia poi, una volta rimasto da solo nella stanza doppia occupata da lui soltanto, ha raggiunto la finestra e si è gettato nel vuoto. Un volo dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni di Roma. La tragedia si è consumata nella palazzina principale dell'ospedale. Stando ad alcune testimonianze, il regista aveva mostrato stanchezza e insofferenza per la malattia che lo aveva colpito a 95 anni. «Era stanco di vivere» ha riferito un sanitario.

    Ecco perché nel tuo 100 nonostante l’argomento ho percepito che non stavi parlando di te. Entrare nella mente di un uomo che decide di porre fine alla propria esistenza penso sia un esercizio molto complesso.



    Inviato tramite ForumFree Mobile

     
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    Penna stilografica

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    Avevo citato del tutto inconsapevolmente il suicidio di Monicelli in un commento alla “Signora del sesto piano” e me lo ritrovo invece qui senza aver capito affatto chi fosse quel misterioso MM di questo 100. Misteri della mente!
     
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    Scrivano supremo

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    Ciao Aut-

    Molto freddo questo protagonista che ricalca il gesto del padre. Fredda la sua riflessione sull'aldilà, non so se è davvero utile al racconto o messa lì per sbaglio. Il resto mi è piaciuto.

    Grazie e alla prossima.
     
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  6. Cristina Lombardo
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    La primissima frase mi ha fatto storcere il naso, ma è un problema mio: non amo il dogmatismo, e in quella frase è ne sono addirittura due opposti ("non è vero che..." VS "vale sempre la pena vivere").
    Nonostante l'inizio burrascoso, ho amato il resto, anche se non so chi sia questo personaggio che altri hanno individuato.
    Le frasi didascaliche mi hanno dato il senso dell'inutilità dei fronzoli di fronte alla morte. Non c'è bellezza in una morte autoimposta per la troppa sofferenza, non c'è spazio per la poesia.
    E questo diventa poesia.
     
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    Penna suprema

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    CITAZIONE (Akimizu @ 2/10/2019, 11:33) 
    C'è spesso questa tendenza a nascondere il nome del personaggio di cui si racconta la storia, chissà perché. L'ho riscontrata nel 100 su Caruso, qui è ancora più chiaro. Un gioco enigmistico? Bah, a parer mio il non dichiarare apertamente di chi si parli toglie spessore e potenza al brano. Monicelli non sarebbe stato d'accordo, lui era sempre diretto e raramente girava intorno alle cose. Comunque il brano è buono, forse leggermente didascalico, ma ha di sicuro il merito di parlare di un argomento attuale e divisivo senza urlare.

    Ringraziando tutti per la lettura e quei pochi che mi hanno lasciato un commento superiore alla riga ( :aaaargh.gif: :smiley_che_piange.gif: ), in particolare Patrizia e Cristina che mi hanno dato importanti spunti di riflessione, volevo chiacchierare a proposito di questo commento, che mi ha lasciato perplesso (è pur sempre un importante spunto di riflessione).
    Non credo sia un gioco enigmistico. Tu dici che toglie spessore e potenza al brano; io invece credo che tolga captatio benevolentiae e riverenze conseguenti.
    Io non sono un erede di Monicelli, né di nessuno dei personaggi realmente esistiti di cui spesso racconto le storie (ricorderete il buon prete di Madonna dell'Albero, il Passatore e la sua cerchia di amici, oppure Mango in un'edizione di 100x100 di qualche anno fa, giusto per citarne alcuni).
    I personaggi che noi raccontiamo, seppur realmente esistiti, altro non sono che la nostra proiezione di quel personaggio. Ne consegue che di quei personaggi abbiamo una visione soggettiva e romantica, seppur si studino le fonti e si confrontino se si entra nello storico (come ho fatto per Stefano Pelloni).
    Qui, in cento parole, mi piaceva parlare della forza eversiva del gesto compiuto da Mario. Avrei potuto parlare di altri: Englaro, Fabo, Marina Ripa di Meana (ebbene sì, anche lei) per far passare il messaggio.
    Scrivere come titolo "A Mario Monicelli", come ha fatto qualcuno quando ha intitolato la poesia a Giorgio Bocca o un 100 vincitore a Modigliani, sarebbe stato come dire ai lettori: "Ehi, io sto parlando di Monicelli, non del voler morire dignitosamente senza che nessuno mi possa imporre quando e come farlo" (perdonate la semplificazione ma altrimenti scrivo ventimila battute e non ne usciamo vivi).
    Il mio 100 non era né una dedica né una biografia. Non ho omaggiato Mario, ma il suo gesto, e di questo volevo parlare.
    Se poi avessi citato Mario, nessuno si sarebbe probabilmente lasciato andare a commenti tipo: "troppo standard" (Tony), "non originale" (Petunia, Byron), "scontato" (Leroux). E invece c'è bisogno di questi commenti, senza dover soffrire il peso del personaggio.
    E, se mi permettete - e concludo - senza poter poi pensare da parte mia di dire: "Ah, ma voi non avete capito che io parlavo del grande Monicelli. Vergognatevi per la vostra mancanza di sensibilità" e congeneri. Questo dimostrerebbe da parte mia in primis di non aver capito lo scopo di un forum, e in secundis di non aver voluto parlare del tema, ma del personaggio. E allora avrei dovuto decisamente fare in altro modo. Mal sopporto il comportamento di alcuni Autori i quali si giustificano, alla fine di un concorso o di uno scritto qualsiasi, dicendo che "è una storia vera", "è una storia personale", "è la mia vita" e via discorrendo. Uno commenta il testo, non le vite o le emozioni delle persone.
    Io, grazie a questi commenti, ho capito di non aver centrato il modo giusto per parlare di ciò che volevo. La prossima volta, cercherò di utilizzare qualche altro espediente.
    Scrivere "Monicelli", nel titolo o nel testo, mi avrebbe privato di tutto questo.
    Spero di averti creato un pizzico di curiosità per la mia follia espositiva. Al prossimo confronto, caro Aki. :ouch_ow_oh_ah_geez.gif:
     
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21 replies since 30/9/2019, 11:32   310 views
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