Una lotta quotidiana (senza lieto fine)

rominaq - fuori concorso

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    Dio della penna

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    La città dove vivo non e’ molto grande , ma quando cerchi qualcuno sembra enorme , quando poi e’ indispensabile che tu trovi quel qualcuno, fai caso a quante vie ,quante piazze ,quanti vicoli ci sono , luoghi ai quali per 30 anni non avevi mai dato importanza .
    Anche oggi ho ritentato la mia caccia al tesoro :purtroppo si sa mimetizzare bene ,lo ha sempre fatto anche con armi non troppo lecite .
    Mentre i miei sguardi passano dalla strada ai suoi anfratti , penso e ripenso a come possa essere finita così , senza motivo di replica , senza una discussione, senza nulla da riparare ,solo una verità da accettare .
    Devo trovarlo?Ho bisogno di replicare ,di discutere ,di riparare …
    Ho ben chiaro nella mente di trovarmi di fronte ad un nemico invincibile ,qualcosa di enorme e sconosciuto , ma la mia famigerata testardaggine mi impone l’emblematica necessità di certezze, già certe da un po’ .
    Cosa spero di trovare ? Cosa potrebbe mai cambiare?
    Nulla anche perchè non vorrei più regalare nè fiducia ,nè tempo ad un uomo che sa solo mentire .
    Eppure sono qua a cercare fra tante persone di intravedere la sua camminata, oppure il suo viso .
    Alcune amiche lo hanno incontrato.
    Io mai.
    Ferma al semaforo mi assalgono i ricordi , quelle sensazioni dovrebbero farmi desistere dalla missione ; invece ho a che fare con una casa in campagna dove io e lui scherziamo giochiamo , ci facciamo scorpacciate di dvd e sesso e ci amiamo da morire.
    Il clacson dell’auto dietro me mi riporta alla realtà e la razionalità, finalmente , mi spinge a dirigermi verso casa.
    Il mio appartamento e’ la dimora dove si e’ scatenato l’orrore …
    Odio me stessa per la mia ingenuità : da tempo i film non erano più motivo di coccole , spesso non arrivava la fine del primo tempo e si addormentava , non era più goloso , mangiava poco ed era sempre al telefono , bisbigliava e si nascondeva , il sesso era diventato meccanico e ben presto smettemmo anche di cercarci .
    Non condivideva più nulla se non le sigarette :era sempre senza .
    Alle mie domande rispondeva evasivo e un po’ annoiato .
    Non capivo.
    Mi fidavo troppo , fino a quel maledetto giorno in cui mentre pulivo casa ,mi cadde una scatola di metallo :era uno di quei pacchetti di sigarette che regalano con l’acquisto di una determinata marca .
    Cadde sul pavimento e si aprì ,restai di sasso ,immobile incredula : siringa laccio e una fiala di acqua rotta .
    In quel momento fu il buio !
    Cercavo una spiegazione che la mia testa non riusciva a partorire .
    Cominciai a frugare nelle sue cose e li arrivarono mille e più di mille conferme : lettere di richiamo del lavoro , fazzoletti sporchi di sangue , altre siringhe .
    Cosa era successo ? Dove avevo sbagliato?
    Quando e’ rientrato non sono riuscita a parlare , mi sono infilata nel letto vicino a lui ,appoggiai la testa sul suo petto , quel gesto mi aveva sempre fatto dormire con la certezza che se il mondo fosse caduto su di noi,lui mi avrebbe fatto da scudo con il suo corpo . Quella sera cercavo solo di sentire se il suo cuore battesse ancora nello stesso modo .
    Mi sono svegliata di soprassalto e l’ho visto con le mani nella mia borsa alla disperata ricerca di soldi, era sudato, cattivo , in preda alla disperazione .
    Gli ho lasciato i soldi e non ho chiesto spiegazioni.
    Per mesi e’ stato un susseguirsi di liti ,di promesse non mantenute ,di parole non dette ,di furti ,di arresti ,di fughe e di ritorni fino a che non ho deciso di parlarne alla sua famiglia .
    Non avevano molta stima in lui ,ma apprezzavano il mio inquieto e sincero modo di amarlo nonostante tutto ,cosi ci decidemmo ad affrontarlo .
    Ci ha ascoltato per un buon quarto d’ora senza interrompere e quando io sono scoppiata il lacrime dicendo che me ne sarei andata , che stavo male ,che non sapevo più cosa fare , e’ balzato su di me , mi ha stretto forte e fra singhiozzi inconsolabili mi ha promesso che sarebbe andato in una comunità per il recupero dei tossicodipendenti .
    Ho aspettato tre mesi per potergli scrivere , chiamavo tutti i giovedì per parlare con un operatore che mi rassicurava sempre con le stesse parole , in una anno mi ha scritto una volta , ma conoscevo la sua avversione per la penna ed ero sicura che stesse bene .
    La mia vita era finalmente serena , saperlo protetto , seguito e curato mi dava la forza di ricominciare a sognare la nostra vita insieme .
    Ma ben presto anche questa bolla di sapone scoppiò.
    Stavo andando in ufficio quando squillò il mio cellulare , fissavo quel lampeggiare consapevole che rispondere sarebbe stato trovarmi faccia a faccia con un disastro :
    << Buongiorno e’ la comunità Sacro Cuore , Massimo e’ scappato>>
    Nebbia, fumo ,paura ,rabbia , dubbi, odio, amore, incapacità…
    So che è qua intorno ..
    So che e’ passato sotto casa a cercarmi
    So che la sua amante in polvere è con lui tutti i giorni ..
    So che il prezzo che gli chiede in cambio e’ molto alto da pagare ,ma so che per lui ne vale la pena…
    So che ogni parte del suo corpo freme per lei più di quanto possa desiderare me ..
    So che lo troverò …e voglio solo che mi guardi in faccia .
    Mentre cerco di rilassarmi accendendo la tv, squilla il mio cellulare e con enorrme sorpresa lampeggia il numero di suo fratello.
    Respiro a fondo e rispondo .
    E' freddo e arrabbiato .
    Massimo e' ricoverato in seguito ad una colluttazione in cui ovviamente ha avuto la peggio .
    Cerco di capire di più,ma non ha molti dettagli se non il fatto che non cammina e che è costretto su una sedia a rotelle .
    Cerchiamo di sostenerci a vicenda ,ma siamo esausti e senza parole.
    Dopo aver riattaccato mi sento invadere da una sensazione di felicità : è vivo .
    Decido di andare a trovarlo .
    Non so quale atteggiamento dovrei avere : ho mille sensazioni.
    Nel salone i mezzo a poltrone e tavolini davanti alla televisione afona riconosco il suo profilo , mi avvicino : non ho saliva in bocca ma gli occhi sono pieni di lacrime .
    Lui si volta , quasi avesse percepito la mia presenza , sorride .
    I denti sono spezzati ,la faccia tumefatta , le gambe fasciate , ma la luce che ha sempre contraddistinto i nostri sguardi quando si incontrano non e' svanita .
    Non parla .
    E quando commossa lo abbraccio con gli occhi uguali a suoi sento il suo batticuore. E lui fugge facendo girare veloci le ruote della sua sedia a rotelle, spingendole con accanimento, lasciandomi dietro. Quando si accorge della disanza , si ferma, e mi manda un bacio con la mano.Per qualcosa come cinque minuti resto a guardarlo con l'incapacità di fare altro.
    Lo amo , e questo e' l'unico modo per spiegarlo.
     
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    Penna suprema

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    Un ragazzo che hai scambiato per essere umano, roba vecchia amica mia, roba vecchia.
    Che tu racconti bene, molto bene.
    Un'enorme riserva privata di sesso e amore, che poi svanisce spianata dalla polvere, la polvere bianca maledetta.
    Il tempo che ci passi insieme è crudelmente illimitato, frughi nelle sue cose, ti confronti con la sua famiglia, con lui.
    Promette di curarsi, di stare nella Comunità. Poi fugge, poi riappare.
    Il finale lo conosco, l'ho scritto io, e ringrazio Dio di averlo scritto così. Di avervi dato una possibilità, di aver dato l'ennesima possibilità a quella luce che avete tutt'e due negli occhi.
    E non lo scriverò più che non è un essere umano, non è giusto scriverlo, e se l'ho fatto è stato solo per difendere l'immagine tua, quella che hai creato e che somiglia a qualcosa di Celeste, a qualcosa che sta nelle chiese, nelle piccole cappelle. E che sa perdonare.

    Romina, la tua formattazione, i tuoi errori nel distacco di punti e virgole, mi somiglia.
    Pure io sbaglio così.
    E non è grave.
    Mi dispiace molto che il tuo racconto sia fuori concorso, probabilmente per l'adattamento che hai fatto nel finale.
    Tu sei una donna, e lui è un uomo.
    Glielo hai solo fatto notare.
    Ora farò una cosa che non si usa nei concorsi, tu tappati gli occhi, Romina, ti sto abbracciando.
     
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    E' davvero molto bello e toccante.
    Parte in punta di piedi ma poi si espande in termini più forti e diretti, ed è un pregio.
    Mi stavo chiedendo perché fosse stato escluso, poi ho capito che forse c'entra la conversione di genere del finale.

    Formattazione a parte, che magari è dovuta a passaggi da word a forum, chi lo sa, direi proprio che è un peccato sia fuori gara.
     
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    Penna d'oca

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    Mi piace molto questo racconto.
    La grammatica mi sembra giusta e la punteggiatura immagino sia così per la formattazione
    Mi piace anche la storia, mi occupo da anni di persone con problemi con la dipendenza e mi sembra molto verosimile e descritta molto bene.
    Grazie
     
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    Penna furiosa

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    Ciao Rominaq,
    la storia che proponi è un racconto amaro di vite in bilico, un monito quasi su quanto sia facile perdersi oggi, e senza nemmeno un vero perchè.
    Le immagini che crei sono fluide e ben collegate e si passa tra le varie scene con facilità, avendo la sensazione di percorrere un percorso ben segnalato.
    Più della caduta verso il basso di lui, mi ha colpito come rendi il senso di colpa di lei: lui sbaglia e lei si sente quasi responsabile per non essere riuscita ad aiutarlo: situazione orribile, ma purtroppo molto comune in queste situazioni.
    Forse questa è la forza e la debolezza insieme di questo racconto: la forza di raccontare i fatti come sono e la debolezza di non aver il coraggio di proporre un finale diverso.
    Mi spiego meglio: lei lo ama. Va bene, però a me lettrice non arriva niente di quest'uomo, solo la sua debolezza e il suo vile egoismo.
    Non provo empatia per lui, insomma.
    E di riflesso nemmeno per lei che continua a voler tenere in piedi una storia tormentata: il clichè della donna che proponi non ha niente d'innovativo, è solo un'altra che si adagia nella sua situazione di sofferenza. Ancora una donna crocerossina che si annulla nell'amore.
    Forse sarebbe stato interessante leggere la storia ribaltata (lei drogata e lui innamorato perso), così scansavi la boa dell'exicipit.
    Sulla parte ortografica non mi espongo: voglio pensare a un qualche tipo di problema di formattazione, altrimenti tutto il racconto sarebbe una segnalazione.
    Formattazione che tra l'altro disturba un pò la lettura.
    In sintesi un racconto corposo che calza bene con il finale che hai scelto: una storia che inizia e finisce in maniera circolare. Il nulla farcito d'amore. Quasi un classico.
     
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    Scrivano

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    Una storia “difettosa” che fa dei difetti la sua forza perché, nonostante non ci sia nulla di nuovo sotto il sole, questo tipo di storia “prende” e tu sei davvero brava a delineare la situazione e i caratteri dei personaggi. Non restano simpatici, promuovono un sentimento di rabbia più che di compassione. Ma in fondo un racconto cosa deve fare se non produrre emozioni?
    Buono l’inserimento del l’excipit. Benvenuta e a leggerti presto.🌸

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    Penna stilografica

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    Escluderti solo per il cambio dell'excipit? Un vero peccato! La tua storia è veramente bella nell'orrore che esprime. Avere accanto qualcuno che si droga e che non sembra avere nessuna possibilità di uscita da quella vita impossibile è molto ben raccontato e coinvolge. Non so con che sistema tu scriva ma è necessaria una revisione per lo meno alla spaziatura. Vai sul podio degli esclusi con G. Leroux.
     
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    Penna d'oca

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    Accidenti credo proprio di essere fuori dal coro questa volta...
    Il racconto secondo me non funziona per diversi aspetti. La formattazione, la presenza di refusi e tempi verbali da rivedere, finiscono inevitabilmente per appesantire la lettura.
    La successione dei tempi della storia può andare, però lo stile con cui vengono descritti i fatti, le situazioni che vengono messe a fuoco, secondo me non funzionano. Si tratta di una storia già conosciuta declinando tutti gli stereotipi del caso, puntando poco invece sul dramma particolare di quella storia particolare. Se lo scopo del racconto è informare su cosa può comportare la tossicodipendenza e la convivenza con un tossicodipendente, lo fa come potrebbe farlo chiunque se gli chiedo cosa ne pensa a riguardo. Credo che un tema complesso (vale per qualsiasi tema) vada affrontato con competenza altrimenti il rischio è di aggrapparsi a dei cliché. Se lo scopo voleva essere di fare entrare nel dramma dei personaggi, a mio avviso non ci riesci. L'impressione è che hai affrontato un argomento che ti incuriosisce ma di cui conosci poco. Se al contrario è un argomento a te caro per qualche ragione personale, può essere che questo lavoro ti sia servito più come "sfogo". In entrambi i casi però a me, lettore, quel qualcosa non è arrivato.
    Anche l'excipit mi sembra forzato.
    Mi piacerebbe leggere qualcosa d'altro di tuo.
    Mi spiace essere stato così critico, ma credo che lo scopo qui sia proprio questo. Me lo sono permesso anche perché ci sono molti commenti positivi a tenerti compagnia, a testimonianza che ciò che non piace a uno, è magnifico per un altro
    In bocca al lupo!
     
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    Dio della penna

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    mamma

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    partiamo dalle cose negative, così finiamo positivamente.
    intanto è da rivedere del tutto la formattazione del testo, punteggiatura compresa.
    tieni presente che prima di virgola, punto, due punti e punto e virgola non va mai lo spazio. va dopo.
    ci sono anche alcune ripetizioni di troppo.
    poi, se usi i caporali, devi farlo correttamente. sono questi « » e non << >>.
    insomma, una bella revisione non guasterebbe.
    passiamo alle note liete.
    intanto è una bella, per quanto triste, storia.
    argomento trito e ritrito, ma qui ben trattato, con un punto di vista femminile colmo d'amore.
    azzeccato l'excipit, che si lega perfettamente alla storia, anche se hai cambiato da maschile a femminile.
    buone le descrizioni, anche quelle emotive.
    insomma, mi piacerebbe leggere altro di tuo, davvero
     
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    Grazie a tutti... Sono veramente felice dei vostri commenti.
     
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    Scrivano

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    Cara Rominaq, spero non sia una storia vera e tanto meno autobiografica, perché mi ha fatto male pensarlo anche solo leggendola velocemente. Perché so di cosa parli. Letterariamente parlando,dato che vuoi che te lo leggiamo come un racconto... Oltre ai rilievi che ti hanno già fatto, secondo me devi dare una bella revisione ai tempi verbali, spesso usi indifferentemente il passato remoto e il passato prossimo, il che è sbagliato. Peccato tu abbia modificato l'excipit. In fondo ti bastava usare un narratore maschile e un personaggio femminile. Ma suppongo non sarebbe stata la stessa cosa. A rileggerci. :)
     
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    Sono una vera esordiente. Non ho esperienza e purtroppo scrivo molto di pancia.
    Vi ringrazio davvero!!!
     
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    A me è piaciuto. Il tema è forte, drammatico, ma il modo in cui lo racconti è particolare. Io ci ho trovato tanta dolcezza e malinconia e questo per me è davvero un punto forte. Raccontando certe storie è facile cadere nel melodrammatico spinto e il rischio è quello di creare una storia pesante, difficile da seguire, con poco appeal. Qui invece il tutto si segue davvero bene, in scioltezza, perché il tutto è raccontato con estrema naturalezza e delicatezza. Per la forma è evidente come hanno detto altri che bisogna rimetterci mano, soprattutto per quello che riguarda la punteggiatura. Peccato per l'arrangiamento dell'excipit e il conseguente fuori concorso, perché si integra davvero bene col tuo racconto. Spero che il tuo sia solo l'inizio di una lunga permanenza qui sul sito.
     
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    Una disperata pulsione d’amore che vuole essere più forte della tragedia. Mi ha colpito. Se posso, vorrei farti qualche osservazione.

    Quel ‘senza motivo di replica’ mi pare un po’ tribunalesco.

    Con quel “lo ha sempre fatto anche con armi non troppo lecite” invece mi hai incuriosito. Ma dimmi quali sono!

    “…ma la mia famigerata testardaggine mi impone l’emblematica necessità di certezze, già certe da un po’” … ecco, temo che questo sia un po’, come dire, ermetico. Perché ‘emblematica’?

    Come poteva poi condividere le sigarette se era sempre senza? Te le scroccava, semmai. Il che era ulteriore motivo di ‘scazzo’ da parte tua, immagino.

    “…mi sono infilata nel letto vicino a lui ,appoggiai…” Qui rivedrei l’uso dei tempi verbali.

    Il fatto che tra liti e fughe ci siano stati addirittura degli arresti deve aver segnato la vostra relazione: parlacene un po’ di più.

    “…Cerco di capire di più,ma non ha molti dettagli se non il fatto che non cammina e che è costretto su una sedia a rotelle…” Scusa, ma come dettaglio non mi pare poco. Il fatto che poi questo ti dia felicità e secondo me dissonante: dovrebbe gettarti nell’angoscia!

    Temo di non capire il significato dell’espressione: “gli occhi uguali a (ai) suoi”.

    Hai energia creativa, cerca di controllarla.

    In bocca al lupo, Marco
     
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    Penna suprema

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    Occhi uguali ai suoi = con la stessa commozione

    Perdona l'intrusione

    Ciao
     
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