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Mi sudano le mani, non vedo niente. La visiera mi si sta appannando, per non parlare della maschera FFP2 che mi sta squarciando il setto nasale.Cerco di respirare piano, anche se il senso di claustrofobia è forte. Varco la linea tratteggiata che divide il reparto COVID in due: dalla parte pulita, passo alla parte sporca, sono in trincea. In un secondo, con un passo eccomi qui una ragazza di venticinque anni, infermiera, completamente insacchettata in una tuta di plastica bianca. Non mi sento un’eroina, non mi sento un angelo: sono una professionista ed un essere umano pieno di speranza. . -
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Molto intensa questa immagine e queste sensazioni che descrivi in maniera così vivida.Mi hai portato con te in quella trincea ed è un bel pugno nello stomaco. Grazie della condivisione, del lavoro che fai e della speranza che sono sicura che sai donare alle persone di cui ti prendi cura. Un abbraccio virtuale e tanti complimenti. . -
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Da togliere il fiato, scritta al punto da farmi sentire quasi nei panni della protagonista. Angosciante, senza dubbio angosciante, degna della situazione che viviamo. Complimenti, scritta bene, ottima l'intenzione. . -
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Sintassi: scorre bene quasi ovunque, mi sono arenato su qualche passaggio per la punteggiatura
Grammatica: qualche punto manca e da qualche parte è di troppo. Mi serviva qualche "a capo"
Ortografia:direi precisa e ordinata, ritmica e godibile
Attinenza al tema: ovvio che ci sia, dall'interno su come passa il tempo
Impressioni personali: mi piace, poiché è il punto di vista di questa infermiera. Non l'ho trovato angosciante anzi, è l'idea di una giovane infermiera che va in trincea ma non si sente un eroe. Forse con qualche "a capo" avresti reso ancora di più lo scandire degli avvenimenti così precisi, ben descritti e veloci. Buona idea in ogni caso. -
AgataBorghesan.
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Immagine forte e tremante, piena di speranza e paura che si tengono per mano senza scontrarsi. . -
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Forte, carico di significato e visivo. Il tuo racconto mi ha trascinata nel vivo della vicenda. Ben fatto.
Edited by Vetty - 10/4/2020, 13:41. -
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Non originalissimo nella trama ma certamente d'effetto. Come già notato hai saputo prendere per mano il lettore e trasportarlo con te in trincea, oltre la linea tratteggiata.
Il tutto soffre un pochetto del muretto di parole, ma la sostanza non cambia.
Buon lavoro.. -
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L'idea della linea che divide due luoghi e l'idea di un luogo pulito e di uno sporco mi piacciono molto. Sistemerei qualche virgola e qualche punto, qua e là. Non mi avvince particolarmente, perché quotidianamente leggo racconti su queste realtà, quindi quello è l'unico problema personale, come una specie di noia (problema mio) nell'affrontare i soliti temi. Per il resto, ben scritto. . -
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Forse andrò controcorrente rispetto agli altri, però non l'ho trovato scorrevole. La sequenza di frasi brevi dovrebbe trasmettere ansia e angoscia, ma per come è sta scritta mi ha dato quasi i nervi. Poteva essere un'idea avvincente quella di una giovane infermiera "in trincea". Secondo me non è la solita tematica, anzi, ben venga che se ne parli. Però mi ha annoiato ed è un peccato perché la trama aveva molto potenziale. . -
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Veramente bello intenso con un immagine netta che fa vivere al lettore la tua realtà così ben descritta..Tra i preferiti senza dubbio alcuno. . -
Marisole.
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Racconto poco originale che però riesce, nella sua semplicità, a far immedesimare il lettore nella situazione trasmettendo sensazioni forti.
Mi piace il modo in cui è scritto.. -
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Bella l'immagine della trincea e l'affermazione di normalità: siamo tutti esseri umani, in lotta contro qualcosa di invisibile. Ciascuno in posizioni diverse, con storie differenti, ma ognuno a modo proprio fa quello che può. In questo caso, coprirsi, sporcarsi e salvare vite. O almeno, provarci. . -
Marsilio Muscato.
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Fin dall'inizio della descrizione sembra di stare in un videogioco in prima persona, in cui lo schermo (appannato, in questo caso) è quello che vedi e, oltre a quello che ti circonda, puoi vedere solo le tue mani. Scusa per il paragone con il videogioco; quello che hai raccontato è tutt'altro che un gioco, ma ho apprezzato l'apertura e il modo in cui introduci il lettore nella storia. . -
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Non è la tematica poco originale, anzi, sono le frasi con cui se ne parla che sono luoghi comuni. Anche il finale, sembra voglia smontare la retorica, invece ne è carico. Ecco perché ho trovato la storia poco personale, non c'è qualcosa che la renda diversa da tutte le altre, mi spiace. Per il resto c'è un refuso di spaziatura e una d eufonica errata. Consiglio inoltre di andare a capo per aiutare il ritmo. . -
robby_.
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Testo molto intenso e vivo grazie alla forma che hai usato. Capire solo alla fine chi sta parlando permette che il lettore possa impersonificarsi nelle emozioni che sta leggendo. Molto bello .