Ritorno in scena

achillu

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    Dio della penna

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    Nicoletta giocava con la penna, stringendola tra le dita. Fissava la scritta, immersa in pensieri sovrapposti e incoerenti.
    Mauro si affacciò alla porta, preoccupato per il lungo silenzio: «Che c’è?»
    Sospirò, senza girarsi. «Siamo appena rientrati in Italia e già mi hanno trovato.»
    A Mauro si spense il sorriso, non era da lei usare il maschile; solo per cose vecchie o tristi, spesso per entrambe le cose. «Fantasmi dal passato?»
    «È la Rai.» Fissò la data sul foglio: 2014, erano passati trent’anni esatti.
    Lui sbirciò da sopra i capelli ricci della sua donna, che ormai si stavano diradando. In mezzo a tante parole sfocate, una frase attirò la sua attenzione: Te lo do io il Brasile. Tornò a sorridere. «Ti pagano qualcosa?»
    «No.»
    «E allora non firmare!»
    «Hai ragione.» Nicoletta lasciò andare la penna e fece per alzarsi. Poi esitò e riprese in mano la liberatoria. Disse: «Cosa potrebbe andare storto?»
    «Che ti metti nei casini aggratis! Lascia stare.»
    Riappoggiò il foglio, quasi sbattendolo. Si alzò e baciò il suo uomo. Poi disse: «Meno male che ci sei tu a vegliare su di me…»

    Qualche giorno dopo il telefono suonò una canzone saudade. Mauro gridò, per farsi sentire dalla cucina: «Numero sconosciuto.»
    Nicoletta, dalla camera: «Rispondi tu, sarà un callcenter.»
    Mauro alzò gli occhi al cielo e trascinò l’icona sullo smartphone. «Pronto?»
    Una voce femminile con vago accento romanesco: «Buongiorno. Parlo con il signor Nicola Marcenaro?»
    Si tenne sul vago: «Con chi ho il piacere di parlare?»
    «Sono Cristina Veronese, delle Teche Rai. Mi scusi se la disturbo ma non ci è ancora pervenuta la sua liberatoria. Non è per metterle fretta ma sa, ormai la replica è imminente e…»
    «Non sono interessato.»
    «La capisco,» Mauro scosse la testa a questa affermazione; «forse non le farà piacere rivedersi, però è un modo per tornare in contatto con la Rai, vero? Per essere di nuovo protagonista.»
    «Non sono interessato, grazie.» Chissà, magari l’avrebbero voluta all’ennesima edizione dell’Isola dei famosi?
    La signora delle Teche Rai continuò a insistere ancora per un po’ e Mauro era sul punto di perdere la pazienza, finché lei non disse: «Comunque sappia che la replica andrà in onda anche senza la sua liberatoria, ecco.»
    No, non andava bene. La signora continuava a parlare e Mauro tratteneva le emozioni per non sparargliele addosso; neanche capì l’ultima frase e rispose: «Le farò sapere,» prima di salutare e riagganciare.
    Nicoletta era tornata in cucina: «Ma come “le farò sapere”? Cosa mi volevano vendere? Dovevi dirgli di no, punto. Abbiamo già tutto: la fibra, Sky… ehi, era l’abbonamento del calcio, per caso?» Lo guardò con aria torva.
    «No, tranquilla.»
    «Non è che questi mi richiamano?»
    Fece spallucce. Pensò che forse sì, ma sperava se ne dimenticassero.

    Le repliche di Te lo do io il Brasile andarono in onda lo stesso, come promesso. Mauro ne guardò pure qualche pezzetto di straforo; in fondo quel Nicoligno così macho non gli dispiaceva, anzi lo faceva ridere di gusto. Con quell’accento stupido, poi, che voleva essere portoghese, invece sembrava solo un antesignano del Gabibbo.
    Nicoletta non sapeva di essere di nuovo famosa; svolgeva il suo lavoro da impiegata e, durante le pause, andava spesso al Caffettino? per chiacchierare con Sergio, il barista. Gli ispirava fiducia e aveva finito per raccontargli tutto del suo passato. Fu così che lui si permise di tirare fuori una foto da un sito di gossip.
    «Ma quando me l’hanno fatta, questa?»
    «Direi di recente, mi sembra il parco dietro Gioia, vero?»
    «Che schifo…»
    «Ma no, è solo un po’ sgranata, secondo me sei venuta bene.»
    «Dicevo l’articolo, mi dipingono come un fenomeno da baraccone!»
    Sergio si rabbuiò. «Scusami, forse non avrei dovuto…»
    «No,» Nicoletta aveva un’aria indecifrabile; «anzi. Questa storia mi fa male, ma è giusto così, grazie che me l’hai detto. Davvero»
    Si strinsero i pollici e lasciarono scorrere solo l’energia del silenzio.

    Nicoletta rientrò a casa agitata. «L’hanno fatta lo stesso!»
    Mauro si tolse gli occhiali. «Che cosa?»
    «La replica, anche senza la firma.»
    «Lo so.»
    Lei gridò: «Cosa?»
    Lui tentò di difendersi. «Be’, era da immaginarselo, sulla liberatoria c’era scritto che…» Si interruppe. Nicoletta lo stava guardando con uno sguardo che conosceva purtroppo bene.
    «Lo sapevi?»
    «Sì.»
    «Grrr!» Si girò e si diresse verso la camera.
    Pochi minuti dopo tornò in cucina, sempre agitata. «C’è un numero di telefono da chiamare?»
    «Che intenzioni hai?»
    «Firmo la liberatoria, chi se ne frega! Tanto, ormai, cambia niente. L’hai buttata?»
    Mauro alzò le mani. «Lo sai che non metto mano nelle tue cose.»
    Nicoletta rovistò nei suoi cassetti e trovò quasi subito il documento ancora intonso. Lo rilesse ancora una volta, come se fosse stato facile capire il significato di ogni singola clausola. Chiamò: «Mauro?»
    Si avvicinò al tavolo: «Dimmi.»
    La testa riccioluta ciondolava tra il foglio e gli occhi del suo uomo. «Siamo tornati in Italia per…»
    «Lo so.»
    «E invece…»
    «Ci siamo ancora dentro, sì.»
    Nicoletta si mise a giocare con le dita, come se tenesse una penna in mano. «Che faccio; firmo?»
    «Se ti senti sicura.»
    «Io non sono mai sicura, faccio le cose e basta. Poi per fortuna ci sei tu.»
    Mauro le abbracciò le spalle senza dire altro. E lei firmò.

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    Quattro anni erano passati. Nicoletta era tornata a calcare i teatri italiani senza troppo clamore e con un successo modesto, sufficiente però a giustificare i continui spostamenti a cui costringeva il suo amato Mauro e per i quali si sentiva sempre in colpa. Ma ora si trovava davanti un contratto televisivo: anche per un solo spettacolo valeva quanto una stagione. Si mise a giocare con la penna, stringendola tra le dita.
    Mauro si affacciò alla porta, preoccupato per il lungo silenzio: «Che c’è?»
    «È la Rai.»
    «Ti pagano qualcosa?»
    Nicoletta ridacchiò: «Abbastanza, direi.»
    La guardò con finto sospetto: «Sei sicura?»
    «Io non sono mai sicura.» Prese la penna e firmò; poi si girò per baciare il suo uomo. «Preparati, ché dopo questa voglio fermarmi per un bel po’. Davvero.»

    Qualche giorno dopo il telefono suonò una canzone saudade. Nicoletta rispose: «Pronto?» Poi rimase in un lungo silenzio ad ascoltare, interrompendo ogni tanto con dei “sì” tristi e poco convinti.
    Nel frattempo il telegiornale trasmetteva l’ennesimo proclama dell’onnipresente ministro degli interni: «D’accordo con il presidente del consiglio Tajani, abbiamo abolito “genitore uno” e “genitore due” da ogni documento del Viminale. Da oggi, sono orgoglioso di dirlo, tutti i bambini italiani avranno finalmente una mamma e un papà.» Mauro si mise le mani sulla pelata, scuotendo la testa.
    Nel servizio successivo Paola De Micheli, a nome dell’opposizione, si lamentava dei cambiamenti ai palinsesti voluti dai nuovi direttori delle reti Rai; proprio in quel momento Mauro vide Nicoletta che se ne andava dalla cucina a testa bassa. La raggiunse in camera che singhiozzava. L’abbracciò. «Che succede? Ti va di parlare?»
    «Hanno annullato la trasmissione.» Il poco trucco era sfatto.
    Mauro la lasciò sfogare e aspettò che fosse lei a riprendere.
    Tra i singhiozzi disse: «Hanno cambiato i programmi, io non posso farci niente.»
    «Appunto; non è colpa tua.»
    «Ma noi… era per noi, dovevamo fermarci!»
    Mauro la strinse. «Pazienza, su.»
    «Ma come: “pazienza”?»
    «Abbiamo fatto senza TV per tanti anni, dai. Continueremo senza.»
    Nicoletta lo guardò negli occhi: «Io non voglio perderti.»
    «Non mi perderai.»
    «Ma tu? Tu…»
    Mauro sospirò. «Io, io… Mi sto lamentando?»
    «No.»
    «E allora andiamo avanti come abbiamo sempre fatto.»
    «Non sei stanco?»
    «Io no; non è che sei stanca tu?»
    «Non lo so. Io non sono mai sicura, faccio le cose e basta.»
    «Allora falle. È la cosa che ti è sempre riuscita meglio, no?»
     
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    Mi permetto di inserire un link al primo episodio, per agevolare la lettura.

    https://scrittoripersempre.forumfree.it/?t=77379456
     
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    Ed eccoci dove ti aspettavo. Il seguito fila come un treno e quel passato che ritorna e riporta in TV il nuovo Nicoligno è perfetto. Tutto prosegue verso il futuro e tu lo metti in sospeso come un bravo scrittore sa fare. Ora non ho altro da fare che aspettare di nuovo per il ... colpo di scena.
     
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    Ciao Achi❤️
    Hai preparato proprio una bella sorpresa con il ritorno di Nicoligno/Nicoletta. Non ci avrei mai pensato.
    La storia è, come sempre nel tuo caso, ben scritta e si legge d’un fiato.
    Hai avuto un guizzo poetico molto d’effetto quando descrivi quei pollici che si stringono (chissà perché proprio i pollici, me lo spiegherai) per lasciare “scorrere l’energia del silenzio”.
    L’insicurezza, l’incoerenza, i desideri di Nicoletta sono palpabili e sono ben bilanciati dalla serenità e dalla calma del suo compagno che, evidentemente, l’ ama senza condizioni.
    Hai inserito una ucronia distopica nel cancellare in un colpo tutti i diritti faticosamente conquistati. Compreso quel contratto che avrebbe consentito alla coppia di vivere agiatamente e di ritirarsi dalle scene.
    Ma credo che Nicoletta avrà altri palcoscenici da calcare in futuro... o no?
    Benissimo Achi, hai saputo dare continuità alla tua storia past in modo credibile e originale. E non era un compito facile!🌸

    Edited by Petunia - 6/5/2020, 13:52
     
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    Ci sono spunti interessanti in questa storia.
    Io ho adorato la normalità e la scioltezza dei suoi dialoghi.
    La sincerità dei protagonisti fa rimanere a bocca aperta.
    Pur muovendosi all'interno di un mondo televisivo morboso e detestabile,
    l'autore dimostra maturità e padronanza nel saperlo descrivere senza ricorrere a facili colpi di scena.
    Molto bravo.

    Edited by tommasino2 - 6/5/2020, 19:38
     
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    Riletto. Voglio aggiungere qualcosa al mio commento scarno.
    Non so cosa.
    Una piccola sbavatura l'ho trovata in quel 'documento intonso'.
    Non mi piace 'intonso'. Come ti è venuto in mente di usarlo, tu che sei tanto preciso?
    L'hai fatto apposta per vedere se la gente legge il tuo racconto con attenzione.
    Sei peggio di me.
    Non ti fidi molto.
     
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    beh, a questo punto sono proprio curioso di vedere dove va a finire Nicoletta, quale sarà il suo futuro.
    non mi aspettavo un rientro di questo tipo, mi hai colto di sorpresa.
    scritto bene, senza refusi e abbastanza scorrevole, anche se a volte pare incepparsi per un poco.
    buone le descrizioni scenografiche, mentra manca qualcosa dal lato emozionale.
    una buona prova, comunque
     
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    Bene hai fatto, Achi, a mettere il link al racconto dello step precedente. Infatti il tuo racconto è senza dubbio il più integrato col suo predecessore. Insieme non chiudono comunque il cerchio, ma sono sicuro che alla fine del concorso i tuoi tre testi formeranno un perfetto racconto autoconclusivo, organico e strutturato. La sospensione pesa comunque sul giudizio delle singole parti. È una sensazione che ho provato leggendo anche i racconti degli altri, soprattutto quello di Fante, quella di voler leggere subito il seguito. Questo concorso è una bella tortura.
    Dal punto di vista tecnico niente da eccepire, stile coerente, piacevole, dialoghi ottimi. Si sente che stai trovando uno stile tuo, si vede dal modo naturale con cui scrivi e di conseguenza dalla scorrevolezza con cui ti si legge. Strutturalmente sospendo il giudizio perché sarebbe come commentare la struttura di un singolo capitolo invece dell'intero romanzo. Anche sulla trama voglio aspettare il prossimo step, ma ti anticipo che il colpo di scena (perdonami se lo chiamo così) mi ha piacevolmente colpito. So che è un tema che tratti spesso, con garbo, rispetto e senza superficialità, quindi sono sicuro che tutto l'insieme non mi deluderà.
     
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    Quasi tutti i racconti che ho letto, anche nel primo step, pur lasciando intravedere che qualcosa sarebbe successo nel futuro, potevano considerarsi racconti a sé stanti, conclusi o comunque arrivati a un punto fermo. Il tuo primo step mi aveva lasciato perplesso perché non aveva vita autonoma. Con questo secondo invece il quadro si fa più definito. Nicolino/Nicoletta sta diventando un vero personaggio, in tutta la sua umanità.La lettura è stata piacevole e i dialoghi molto vivi e naturali.Anche il rapporto con Mauro è ben definito con sensibilità e tenerezza. Anche qui resta un senso di curiosità inappagata, ma in fondo è una buona cosa. Aspettiamo il terzo round per dare un giudizio completo e definitivo. Per ora siamo "in crescendo".
     
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    Anche per me si tratta di un miglioramento rispetto al primo step. L'evoluzione del personaggio mi ha sorpreso, mi ero fatto tutta un'altra idea(tipo un Nicolino in politica sulle orme di Grillo). Non ho ravvisato errori, il racconto fila liscio e si lascia leggere bene. Sono sincero, la storia in sé non mi ha intrigato particolarmente, tuttavia devo dire che la hai gestita bene. Ho apprezzato sopratutto i dialoghi che vengono fuori in modo estremamente naturale, credibile, senza forzature o esagerazioni.
     
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    E che ritorno. Mi è parso di capire che Nicolinho/Nicoletta, in questa fase, ritorna a fare i conti con i fantasmi per cui era fuggito dall'Italia nel passato. Un personaggio che appare "debole" al lettore, di carattere fragile e incerto,lui/lei le cose le fa e basta, senza pensarci troppo: credo sia questo l'essenza della tua protagonista, che emerge qui e di cui ci avevi dato un assaggio nel passato. Ci sei riuscito molto bene secondo me, come sei riuscito egregiamente a prendere per mano il racconto del passato nell'evoluzione della storia di Nicolinho/Nicoletta: per dire che adesso, il tuo past ha più valore.
    Ultimo due appunti: centrale e fondamentale per me l'apporto di Mauro alla narrazione. È al posto giusto nel momento giusto, sempre. Una sorta di "bastone" che tiene in piedi l'emotività di Nicoletta nella vita di tutti i giorni. Si nota bene come Mauro sia il compagno che va oltre il mero rapporto di coppia, lui è Nicoletta sono complementari.
    Interessante l'ucronia sulla situazione politica: a parte il presidente del consiglio e il ministro dell'interno (non lo nomini ma è sempre lui), non ho capito perché hai scelto l'attuale ministra dei trasporti e non la Azzolina o la Bellanova😭. Ci dirai.
    Tecnicamente nulla da eccepire.
    Non faccio nomi, ma il tuo racconto, insieme a un altro, è quello che mi ha più positivamente colpito per l'evoluzione rispetto al passato.
     
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    Ciao Achi.

    Bel colpo questo present. Ti ringrazio del link al precedente, ma era così chiaro nella mia mente che non ho nemmeno dovuto andare a rileggerlo.
    Che sia questa la cosa che ti è riuscita meglio? Forse creare in continuo così chiaro, ha aiutato a ricordare ciò che già era stato scritto.
    Non ho refusi da segnalarti e tutto scorre via piacevole durante la lettura. Dialoghi molto piacevoli e centrati, framezzati da situazioni di vita "classica" per le persone famose, come gli articoli con le foto, le chiamate per le liberatorie e quella necessità nei ritrovare i fasti del passato.
    Un punto in più per la gestione del passaggio di genere di Nicola, molto garbato e molto reale.

    Attendo con ansia di leggere il futuro, per avere la storia bella completa.
    Complimenti
     
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    Ciao, Achillu.
    La tua scrittura è precisa, coincisa, sicura e ha reso la mia lettura gradevole, piacevole. Ho letto il tuo racconto con interesse, hai proseguito il precedente in modo molto armonico, con Nicoligno che diventa Nicoletta ma che ricomincia da dove ha lasciato. Sembra tutto molto vero, è il tuo marchio di fabbrica mi pare di capire, e la mia impressione è che tu conosca bene certi meccanismi, come funzioni la RAI, per esempio, con le sue procedure interne. L'ucronia prosegue sulla scia del racconto precedente e si arricchisce di qualche elemento anche distopico, con quel ministro dell'interno, che non citi ma lasci intendere chi sia con quell'aggettivo, e che passa il tempo a occuparsi di genitore uno e due.
    Mi viene da ridere pensando che in realtà, senza quel ministro dell'interno ma con i vecchi alleati di governo sempre in sella, si è riusciti ad eliminare tutte le libertà garantite dalla Costituzione senza che si levasse un solo lamento o un solo dubbio. Ma questo è un altro discorso.
    Nulla da segnalarti dal punto di vista formale, racconto perfetto, i miei complimenti.
    L'unico appunto è solo una mia impressione, mi pare che Mauro e Nicoletta, per essere due appena rientrati in italia dopo anni e anni, siano un po' troppo assuefatti all'italica realtà e al nostrano andazzo delle cose (numero sconosciuto, rispondi tu, sarà un callcenter). Mi sarei aspettato un pizzico di spaesamento almeno, che non ho notato.
    Credo di intuire la terza parte, ma anche questa è solo una mia debolezza.
    A rileggerti.
     
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    CITAZIONE (Bar Abbas @ 18/5/2020, 16:27) 
    Ciao, Achillu.
    ...
    Mi viene da ridere pensando che in realtà, senza quel ministro dell'interno ma con i vecchi alleati di governo sempre in sella, si è riusciti ad eliminare tutte le libertà garantite dalla Costituzione senza che si levasse un solo lamento o un solo dubbio. Ma questo è un altro discorso.
    ...

    Tristemente vero, Bar ...
     
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    Bello, fluido. Tanti dialoghi e tutti ben fatti, ralistici e sinceri. L'amore di Mauro è straordinario: incondizionato, solido senza esitazioni.
    Anche io mi aspettavo una discesa in politica di Nicoligno al posto di Grillo, ma anche questa normalità è interessante.
    L'ucronia qui spazza via vari partiti politici e porta una stretta sulle libertà GLBT. Anche se neppure la televisione nel nostro mondo mi sembra stia valorizzando molto le diversità di genere, dunque poco distingue quel mondo senza Grillo dal nostro, almeno nei palinsesti.
    Tanta curiosità per il seguito ora.
     
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26 replies since 2/5/2020, 16:07   421 views
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