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.Di questa storia ho apprezzato tantissimo il realismo.
Voglio dire, non è facile creare dialoghi comuni e renderli realistici. Tu ci sei riuscito, tanto che leggendoli pensavo proprio "va' che scambi ben prodotti".
La vicenda in sé è interessante perché approfondisce e mostra un tema e un contesto (quello televisivo) che non è molto gettonato al di fuori del mondo dello spettacolo. Hai mica lavorato per la RAI?
Però hai valorizzato forse un pelino troppo le vicende umane dei due personaggi tralasciando o solo accennando l'ucronia. Ero molto curioso di vedere come la scomparsa di Grillo avrebbe influito sulla vita politica italiana, ma ci offri solo una finestrella neppure troppo diversa dalla realtà attuale.
Mi è anche piaciuto il ripetere di alcuni incipit che introducono le due fasi del racconto, come fossero uguali a se stesse.
Non ho invece ben capito a cosa serva quella liberatoria, ma è perché sono un po' digiuno di argomenti legali.
Insomma, giudizio positivo sotto tantissimi aspetti, cercavo però qualcosa in più dal punto di vista ucronico.
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+1 .
Un capitolo due, fatto di due flash, con quattro anni di salto temporale in mezzo e quel "firma leggibile" a dettare il ritmo e i "Io non sono mai sicura" di Nicoletta a chiudere le scene, quasi una battuta tormentone da comico. Anche il primo capitolo era fatto di flash, sequenze con salti temporali più o meno distanti. Chissà se quando li metterai tutti insieme ci sarà maggior distensione? Di nuovo una scrittura minimalista, essenziale, con tante cose non dette, ma questa volta essendo totalmente concentrata sui due personaggi principali lascia più spazio all'empatia. Essenziale, quindi, ma meno freddo del precedente. Come detto in altri commenti anche qui l'arco orizzontale è molto chiaro e solido mentre le trame verticali sono più esili e spesso restano sospese senza un finale. In uno dei tuo commenti a un altro racconto ho visto che hai citato L'impero colpisce ancora. Ecco quello per me resta il secondo capitolo in una trilogia più riuscito di sempre. Chiaro che ti lascia la voglia pazzesca di vedere il seguito, ma un finale con Solo imprigionato nella grafite e Luke che scopre che Vader è suo padre è tanta roba, davvero tosto, un vero finale. . -
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Ciao Achillu,
mi piace il taglio che stai dando alla tua trilogia: una scrittura precisa, pulita, senza troppi fronzoli, al servizio della storia.
I due capitoli sono ben intrecciati tra loro, il racconto si snoda in maniera elegante e diretta e sei riuscito solo con i dialoghi a far emergere l'anima dei due protagonisti: due figure convincenti e ben strutturate.
A mio avviso però, la scelta "chirurgica" che hai fatto di lasciare solo l'essenziale, lascia una strana sensazione di "sospensione": avevi molte battute ancora a disposizione, ma il racconto non le sfrutta chiudendosi in un cerchio perfetto. Diciamo che avrei preferito un ovale, con dentro qualche espansione nelle emozioni, nella nuova direzione ucronica che prenderà la storia…
In generale posso dire che il racconto è inattaccabile sotto molti punti di vista e le fragilità di Nicoletta sono descritte con partecipazione e rispetto.
Uno stile strano e che colpisce piacevolmente: sei riuscito con un racconto preciso e ben calibrato a far emergere l'umanità dei personaggi.. -
+1 .
'Bello' è un aggettivo noioso che ti è stato risparmiato.
Io, che ti conosco abbastanza, posso dire che questo è il miglior racconto che tu abbia mai scritto qui.
E, 'bello', te lo dico io.
Senza essere noioso.. -
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Tutto il racconto viaggia bene, ben scritto, stile fluido e bei dialoghi. Ottimo anche il ritmo. Forse l'unica cosa che non mi ha convinto del tutto è la parte finale, dalla telefonata in poi. Lì i temi si fanno forti, c'è di mezzo censura, bigottismo, ignoranza, omofobia… e l'impressione è che in quel cambio enorme di prospettiva forse poteva esserci lo spazio per andare più a fondo, fare più male, far sentire di più la rabbia, il dolore, il senso di impotenza, mentre il tutto si risolve in modo molto repentino, restando un po' in superficie. Un cambio di ritmo, di atmosfera, di "energia" avrebbe, a mio parere, dato una scossa al racconto, e magari preparato in modo più efficace, soprattutto per noi lettori, il terreno per la continuazione "futura". L'ucronia ovviamente c'è tutta e funziona. Ultimissima cosa che mi permetto, gusto mio… il "grrr..." proprio non ci sta… =0)
Concludendo racconto che mi è piaciuto e mi ha soddisfatto, pur lasciandomi qualche dubbio per come è stato affrontato il finale.. -
.'Bello' è un aggettivo noioso che ti è stato risparmiato.
Io, che ti conosco abbastanza, posso dire che questo è il miglior racconto che tu abbia mai scritto qui.
E, 'bello', te lo dico io.
Senza essere noioso.
E io ti dico che sei troppo buono. Grazie, Tommasino.
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+1 .
Io avevo scritto bello. . -
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+1 .Hai avuto un guizzo poetico molto d’effetto quando descrivi quei pollici che si stringono (chissà perché proprio i pollici, me lo spiegherai) per lasciare “scorrere l’energia del silenzio”.
Grazie mille per il tuo commento, Petunia.
Il gesto di stringersi i pollici è una mossa che si fa tra persone che hanno superato la fase del distacco formale, intendo questo gesto:
In quel momento una parola in più sarebbe stata inutile, però il barista ci teneva a far sentire la propria vicinanza.. -
+2 .
Gli amici di solito li saluto così.
Un gesto freak.
Antico.. -
+1 .
Grazie Achi. È un gesto carico di significato e non potevi descriverlo meglio✍🏻 . -
.Riletto. Voglio aggiungere qualcosa al mio commento scarno.
Non so cosa.
Una piccola sbavatura l'ho trovata in quel 'documento intonso'.
Non mi piace 'intonso'. Come ti è venuto in mente di usarlo, tu che sei tanto preciso?
L'hai fatto apposta per vedere se la gente legge il tuo racconto con attenzione.
Sei peggio di me.
Non ti fidi molto.
Ho cercato un contrario di "sciupato"; non ne ho trovati altri, ma hai ragione tu, non è adatto a un documento che comunque è stato letto.
Grazie mille per il commento.
Edited by Achillu - 9/6/2020, 18:16.
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