Dal silenzio (racconto)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Arianna 2016
        Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,824
    Me gusta
    +369

    Status
    Offline
    Questo è il secondo racconto che ho scritto, alla fine del 2011.
    Ogni tanto lo ripropongo a Natale, perché quella è la storia che salta fuori alla fine, ma in realtà parla delle sensazioni che prova chi perde la propria scrittura.
    Quindi, oggi lo posto qui dedicandolo ad Achillu: come vedi, sei in buona compagnia.



    Dal silenzio



    Siede sul pavimento. Il pavimento è viscido e gelido. Il muro contro la schiena è viscido e gelido. L’aria è gelida e nera. Nero. Tutto nero attorno. Nero, umido e freddo. Rabbrividisce, ma è un brivido solo del corpo. Strano, sentire così tanto fuori e non sentire più niente, dentro.
    Poi, dal silenzio e dall’oscurità, una voce. Aveva dimenticato gli altri, chiusi lì, nel buio.
    – Tu racconti le storie?
    Non risponde. Non importa. È già successo: la voce smetterà, se lui tace.
    – Tu racconti le storie?
    Una volta. Una volta raccontavo le storie. Una volta c’erano storie.
    Nulla, non c’è più nulla. Nessuna storia. Le storie sono tutte scomparse.
    Solo un ricordo lontano. Tutto è lontano. Non riesco più a sentire. Non riesco a stringere, a toccare.
    Il cuore non batte.
    – È tutto nero – si sorprende a mormorare. – Non ci sono più storie.
    – Nemmeno una?
    – È tutto nero. Non ci sono più storie.
    – Aspetta, ho una cosa. – Per un attimo, uno sfrigolio.
    Rimane accecato, sul momento, e quando riesce di nuovo a distinguere, chi ha acceso si è già ritirato in mezzo agli altri, sagome indistinte nella penombra.
    La luce è piccola, minuscola, un mozziconcino di candela, ma morbida e leggera.
    Alleggerisce l’oscurità, almeno fin dove arriva il piccolo cerchio di luce. E lui è al centro del cerchio di luce.
    Nella luce, un battito del cuore. Nel battito, un’immagine.
    Sente.
    Il cuore batte di nuovo. Solo un attimo, ma batte.
    Ha di nuovo una storia nel cuore, e la storia corre nel sangue. Un brivido lo attraversa e i sentimenti scivolano sulle dita.
    Quando solo il buio rimane, quando tutto è freddo, quando il dolore ha frantumato ogni cosa, allora, nel silenzio, una storia.
    Una storia di poco conto, forse, piccola piccola, come la luce, e insieme enorme.
    Le immagini arrivano all’improvviso, a sorpresa.
    Nella fiammella incerta vede un’altra luce, molto più grande, diversa e simile. Nel buio una luce, nel silenzio una promessa.
    – Sì, c’è una storia. Antica. L’avevo quasi dimenticata. Anche lì c’era una luce. La luce era più grande, è vero, ma anche l’oscurità attorno era più profonda. È una storia di luce e di voci nel buio, di qualcuno lontano da casa, di promesse fatte e mantenute.
    Il silenzio attorno a lui ora è diverso: è attesa.
    – Era ormai notte. C’erano un uomo e una donna, sua moglie. No, non una donna, quasi una ragazzina, anche se già donna, perché stava per partorire. L’uomo era preoccupato: erano in viaggio, nessun albergo li aveva accolti e suo figlio stava per nascere sulla strada.
    – Cosa succede dopo? – lo interrompe una voce. – Poi va a finire bene?
    – Dopo ci furono luci e angeli, gioia e speranza, ma abbi pazienza. Però sì – annuisce con un sorriso lieve – sì, tutto va a finire bene.
     
    .
6 replies since 26/12/2020, 16:29   82 views
  Share  
.