Scrittori per sempre

Posts written by Byron.RN

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    Questo racconto mi sta mandando in tilt. La storia è di sicuro tra le mie preferite, la forma invece è talmente anarchica che mi sentirei un pò in colpa a penalizzare racconti strutturati meglio. È il solito dilemma, tra ragione e sentimento.
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    Le solite pennellate dosate con maestria. Le prime due frasi poi sono il massimo, sembra che non succeda nulla e invece dicono già tutto. Per come l'ho inteso io in questo racconto tutto trasuda solitudine, quella del "finto" vecchio, quella delle due ragazze, quella della città blindata. Ora ho un problema: i pezzi tra cui scegliere cominciano a essere troppi.
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    Riconosco all'autore una grande abilità poetica che cerca poi di plasmare in prosa, io però sono uno zuccone e la vera sostanza di ciò che volevi dire per me rimane un mistero. Pezzo di qualità che per me rimane troppo ermetico
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    Non so, anche a me non convince in pieno, c'è qualcosa che mi stona. L'inizio andava bene, ci fai vedere subito la tensione, quelle mani che sudano, la visiera appannata, la mascherina claustrofobica(anche se qui il dettaglio della ffp2 potevi eliminarlo) e l'arrivo in trincea.
    Poi dalle sensazioni che uno può provare in quel momento,la tensione, la paura anche, mi passi a delle considerazioni per dare qualche spunto in più al lettore, ma che la protagonista mai farebbe in quella situazione(lei lo sa di essere un'infermiera di 25 anni, la tuta la deve mettere sempre, non penso che in quella situazione, sul campo, pensi alla retorica disprezzabile-parlo di quella dei media e dei politici, intendiamoci, che io trovo ipocrita a livelli insopportabili-sugli eroi e gli angeli della corsia. Ecco, la prima parte mi piaceva e la trovavo naturale, la seconda invece mi appare troppo artificiosa e costruita.
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    Riflessioni dark di un periodo, di un mese, che è scivolato via restando chiusi in casa ad aspettare i bollettini giornalieri dei caduti. Credo siano riflessioni sentite, espresse in un modo diverso da come le ha affrontate la maggior parte degli altri autori, ma sono pervase sempre da quel senso generalista. Voglio dire che c'è poco racconto, una storia inequivocabilmente personale e unica, con un soggetto che fa e dice qualcosa di suo.
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    Questo racconto esercita su di me un certo fascino, forse perché l'idea era ottima, anche se lo sviluppo è un pò confusionario. Il primo problema è che fare stare quindici anni in cento parole è un progetto ambizioso e tu lo liquidi troppo in fretta alla prima riga. Anche alcuni riferimenti che dai sono troppo vaghi:faccenda di lavoro, faccenda da sbrigare, accusa inspiegabile, ecc. Certo è che le parole da utilizzare sono solo 100. Comunque le immagini che sei riuscito a creare mi piacciono troppo:il brindisi col veleno, il condannato con le braccia spalancate, la possibile presenza di Mary dietro la vetrata per vedere l'esecuzione del suo amante. Bé cosa scrivere lo sai, un certo talento nel creare immagini suggestive per nulla banali ce l'hai, devi solo migliorare la tecnica e l'esposizione e questa con la pratica e la lettura si apprende. Di certo sei più avvantaggiato tu, rispetto a chi ha la tecnica ma sa solo scrivere cose sterili e noiose.
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    Pezzo semplice e tuttavia affascinante. Un racconto intimo. Riesci a mettere dentro tutte e due le tematiche, quella dello scorrere del tempo rappresentata dal tagliere consumato e la quarantena, sottintesa nell'avere tanto tempo a disposizione. È tutto perfetto tranne la frase finale che butti quasi lì per giustificare la quarantena. È troppo violenta, repentina, mi toglie in un attimo tutta la magia che eri riuscito a creare prima. Ora non so che fare, mi hai messo in difficoltà sul giudizio che dovrò dare.
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    Poco racconto anche qui e tanti pensieri e riflessioni sulla quarantena che sembra non dover finire più. Avresti potuto raccontare un episodio specifico della tua quarantena, magari anche un pò esagerato, romanzato, per incuriosire di più il lettore.
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    Una riflessione cupa e pessimistica che si ribalta nel finale con la certezza che le cose prima o poi cambieranno. In sottofondo un tono poetico che non mi dispiace. Certo, come detto per altri testi, sono riflessioni, pensieri, sensazioni, ma di racconto vero e proprio ce n'è poco.
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    Testo "cattivo" che colpisce e non fa sconti, però l'idea è che l'autore si sia confuso tra peste e lebbra e questa cosa in un 100 incide. Comunque l'atmosfera che sei riuscito a creare mi piace.
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    Non so, forse è l'inizio di un disagio psicosomatico per la clausura forzata, o almeno così l'ho interpretato io. Scritto bene, forse rimane un pò inconcludente, nel senso che potevi dirci qualcosa in più, però lo stato di disagio de protagonista è ben evidenziato.
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    Racconto molto delicato, femminile, che può avere più interpretazioni, anche se la più plausibile mi pare quella dei due ragazzi innamorati divisi, che non si possono più incontrare. L'unico dubbio ce l'ho quando la protagonista allunga la mano ad accarezzare il vuoto, quindi dormivano insieme? Vivevano insieme? E adesso lui dov'è? Non voglio chiederlo, preferisco rimanere con le belle immagini che ci hai regalato.
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    Ok tutto chiaro
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    Scusa Viv,

    i racconti della lista sono 73 mentre quelli caricati dovrebbero essere 76(78-2 discussioni)
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    Un cento di classe. Mi sembra tutto perfetto, e anche se non lo fosse l'autore/autrice con un trucco di magia mi può piacevolmente abbindolare, il mio animo di bambino crede a tutto.
986 replies since 30/12/2013
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