Scrittori per sempre

Posts written by Byron.RN

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    Penso che tu ti sia divertito parecchio a scrivere questo bel pezzo e i risultati si vedono. Il brano è pervaso da una grande leggerezza che non fatica ad arrivare al lettore, mettendolo estremamente a suo agio. Certo il tema che tratti di per sé ha più attinenze col dramma piuttosto che con la commedia, ma il taglio che hai dato come ho già detto permette di posizionare chi legge in una zona di confort. La sensazione che ho avuto sin da subito è stata che i protagonisti fossero in effetti degli animali, anche se non avevo pensato ai maiali(chissà perché mi ero immaginato dei vitellini). Poi però coi riferimenti a Batman cerchi di mischiare un pò le carte, provando a ingannare e distrarre bonariamente il lettore, per sorprenderlo di nuovo in contropiede.
    Una cosa che ho apprezzato molto è lo stratagemma che hai usato per portare al conio della H1N1, quell'attestato di amicizia ai due numeri uno(Hans e Nick) che non ci sono più, quegli uno più uno che fanno uno. Insomma, una lettura davvero gradevole.
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    Tom, tu scrivi sempre la stessa storia, eppure ogni volta il lettore legge qualcosa di diverso.Bisogna essere bravi per fare questa cosa, per affascinare dosando sempre gli stessi ingredienti in maniera diversa. E tu bravo lo sei. Ho preferito decisamente di più questo racconto al precedente, forse perché ci ho trovato più di te, più spontaneità e meno invenzione. Come ti ho già detto una volta sulla formattazione non ti dico nulla, oramai mi sono abituato, e probabilmente se cambiassi non ti riconoscerei più. La differenza come sempre la fanno le tue pennellate surreali(se mi passi il termine) e i dialoghi bizzarri, eccentrici e allo stesso tempo perfetti e naturali. Mi sono segnato solo pochi passaggi che non mi hanno convinto pienamente:
    Per lo sforzo sembro un animaletto investito, mi sento un animaletto investito. Forse sarà perché non sono un amante delle ripetizioni.
    «Tutto è colpa tua, tu sei nato già colpevole» Non so, questa frase mi sembra troppo "stonata", si discosta dal carattere generale dei tuoi dialoghi, surreali ma che girano alla perfezione.
    «Dorando, io volevo solo vivere con te, svegliarmi accanto a te, fare colazione con te, ogni tanto festeggiare qualcosa, avere un’automobile nuova, una vacanza, un pomeriggio al cinema, una serata in pizzeria, un balcone con i fiori, fumare, bere caffè al bar, osservare la gente. Chiedevo poco, quasi niente e non ho una briciola di tutte queste briciole. Non ho nulla di nulla. Posso solo assistere ai tuoi stupidi allenamenti e alle stupide cose che scrivi. Ecco cosa ho. Se prendo chi dice che scrivere e leggere fa diventare intelligenti lo strozzo con le mie mani. Anche in questa parte c'è qualche ripetizione e forse il passaggio poteva anche essere snellito abbastanza.
    Nelle fedi di latta dei tuoi protagonisti ci sono dei diamanti, e in quello che scrivi tu ci sono delle perle su cui vale la pena di soffermarsi. Questa è quella che ho apprezzato molto in questa occasione, un'immagine semplice ma potente: Collinette di ortiche sfondano l’asfalto ai lati della strada.
    Ah, mi sono dimenticato di dirti che il racconto mi è piaciuto, ma credo si fosse capito.
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    Anche per me si tratta di un miglioramento rispetto al primo step. L'evoluzione del personaggio mi ha sorpreso, mi ero fatto tutta un'altra idea(tipo un Nicolino in politica sulle orme di Grillo). Non ho ravvisato errori, il racconto fila liscio e si lascia leggere bene. Sono sincero, la storia in sé non mi ha intrigato particolarmente, tuttavia devo dire che la hai gestita bene. Ho apprezzato sopratutto i dialoghi che vengono fuori in modo estremamente naturale, credibile, senza forzature o esagerazioni.
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    Probabilmente questo è uno dei pezzi che ha suscitato più dibattito qui su Sps negli ultimi periodi A me sinceramente non ha sorpreso la tua posizione poiché la conoscevo già e neppure mi ha dato fastidio. Sì, è un pezzo partigiano, che non condivido totalmente ma che capisco: credo che la scrittura, come hai detto anche tu, sia una sorta di valvola di sfogo, un modo per cambiare il volto a un mondo che non ci piace. Per quanto mi riguarda, il mio disprezzo è più ecumenico, si rivolge a tutte le parti politiche, perché un solo uomo non può essere tirato in ballo per le storture di un paese o per il condizionamento che esercita su una piccola o grande fetta della popolazione. Una grandissima colpa ce l'hanno anche quelli "bravi", quelli che hanno perso il contatto con la gente e che hanno permesso ai chiacchieroni urlatori di turno di ipnotizzare le masse. Comunque credo che oramai ogni politico conti poco, faccia parte di un sistema che si alimenta da solo e che non potrà mai cambiare senza una buona dose di violenza che venga dal basso. In questa mediocrità generale è praticamente inutile ogni passione politica, perché totalmente fine a se stessa: la sola utilità è quella di non deprimere ancora di più le persone, far credere agli uni e agli altri di appartenere a qualcosa, di essere parte di un grane progetto di cambiamento che invece non esiste.
    La dipartita di Salvini forse è gratuita, anche se io all'inizio l'avevo collegata a una macchinazione del Maestro e in quel caso ha un senso. Ciò che ho trovato ingenua è invece la carcerazione di Matteo: va bene che è un racconto utopico, ma in Italia di politici che vadano in galera non ce ne sono. Se ci pensi poi, neppure i mafiosi sono più sicuri del loro posto dietro le sbarre.
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    La storia non ha attinenza col concorso, ma per quello che può valere a me è piaciuta. Si sente che è un racconto biografico, uno scorcio personale di vita. È proprio questo realismo, questa genuinità che rende il racconto piacevole e interessante. Un racconto semplice, acqua e sapone, ma non banale. Nella parte del supermercato stava venendo fuori la tua parte scanzonata, il tuo umorismo surreale, ma alla fine sei riuscito a domarla, dandole solo un pò di sfogo.=) La cosa certa, come ho già avuto modo di dire in altri tuoi pezzi, è che emerge netta e limpida la tua grande sensibilità.
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    Un punto di vista diverso sulla guerra, sia per le motivazioni particolari che stanno dietro al combattimento, sia per le protagoniste del racconto.Pur essendo presenti in modo attivo in molti eserciti(le donne), la prassi comune tende a confinare l'aspetto guerresco esclusivamente al campo maschile. Tu abbandoni completamente questo cliché, regalandoci uno spaccato tutto al femminile. La parte debole del brano mi pare sia la parte centrale, quella non di azione, dove si sviluppa il dialogo tra Jorodowski e Relly. Soprattutto il manifesto morale della volontaria Relly mi sembra troppo costruito, stereotipato, appare poco spontaneo. Anche i riferimenti all'armata più potente del mondo e il desiderio di volere dare il proprio contributo per la causa sono concetti un pò inflazionati. Dal punto di vista formale non ho trovato imperfezioni.
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    Ciao Caipi,
    interessante l'idea di stravolgere la situazione che abbiamo imparato a conoscere, rendendo gli anziani immuni e spostando l'attenzione sui piccoli. La cosa serve a creare tensione e rendere più partecipe il lettore. I refusi te li hanno già segnalati, io ho trovato anche questa espressione che non mi convince:Il gelo della notte non riusciva a scalfire il freddo che sentiva dentro. gelo contro freddo?
    Poi c'è quella parte centrale dove ci spieghi l'evolversi dei fatti che, anche se si tratta di poche righe, spezza un pò il ritmo, separandoti dalla storia. Magari avresti potuto usare un escamotage come ti ha già suggerito Dalcapa per rendere il tutto più organico e naturale.
    Il finale poi è abbastanza enigmatico, soprattutto per quell'uomo con la siringa. Chi è il deus ex machina che arriva a risolvere la situazione? Un dottore, un infermiere, un ricercatore? Non so, mi sembra tutto troppo casuale.
    In definitiva la prima parte, quella più emozionale mi ha convinto, il resto un pò meno. Il fatto è che sei capace di scrivere pezzi che spaccano, che non lasciano dubbi, e questo non mi ha dato le stesse sensazioni.
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    Ciao Dalcapa,sarà che avevo tante aspettative dopo la tua prima prova piena di sarcasmo e di trovate geniali, ma questa lettura mi ha un pò deluso. Dal punto di vista grammaticale e della forma non ho nulla da dirti, sai scrivere bene e lo sappiamo tutti. Non so, a sensazione non mi sembra uno dei tuoi soliti lavori, come se tu non ti sia divertito a scriverlo come successo in altre occasioni: poi mi dirai se ho indovinato oppure no. La storia sembra essere poco fluida, nel senso che da l'idea di non essere scaturita fuori di getto, come se tu abbia dovuto procedere a segmenti, provare per più strade prima di riuscire ad assemblare tutto in un corpo unico. Ecco, mi è venuto fuori il termine giusto, mi sembra una storia forzata. Tu sei uno capace di rendere credibili e verosimili anche le storie più folli e bizzarre, ma qui faccio un pò di fatica a seguirti in modo totale.
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    Tony se hai trovato molte parti da rivedere, alcune davvero sgrammaticate, mi piacerebbe che trovassi un pò di tempo per farmele notare nello specifico. Lo dico sinceramente, senza polemica, visto che considero il sito come un laboratorio per mettermi alla prova e migliorarmi. Se non mi fai capire dove ho sbagliato non potrò mai limare i miei difetti ed evolvere. Per quanto riguarda il copilota(Adam), sì, è stato sfregiato sulle guance, è il figlio(Mike) che ha una cicatrice sulla fronte.
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    Certo che il tuo pezzo fa riflettere, ci ricorda che la differenza tra una vita di successo e un'esistenza desolata, qualche volta è data dalla riuscita o meno di un solo episodio, in questo caso un film. La decadenza di Spielberg nel tuo racconto impressiona, spiazza anche, ma arriva forte quel messaggio di resistenza nei confronti di una realtà arida, un mondo in bianco e nero che non esalta e non emoziona. Probabilmente il segreto delle cose è proprio questo, restare un pò bambini e desiderare un mondo alternativo, con più magia. Ho apprezzato molto l'atmosfera malinconica e sognatrice del brano, che riesce ad attenuare il tono decisamente drammatico che prendono gli eventi. Un buon lavoro, a mio avviso più emozionante del primo step.



















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    Per ovvi motivi non potevo che iniziare da te, G.Leroux. Già il primo capitolo mi era piaciuto, anche se come ti avevo detto mi era parso troppo ingessato, troppo raccontato.
    Su questo non posso dire nulla, mi è piaciuto davvero molto, senza obiezioni. La tua idea di perpetrare la vendetta indiana attraverso le moderne armi della speculazione finanziaria è fantastica. Quel 2008 iniziale con l'indicazione dell'organismo finanziario mi ha fatto capire subito cosa mi apprestavo a leggere, ma tu hai condotto tutto in maniera ottimale. Ti devo confessare che la lettura è stata quasi esaltante quando ci si avvicinava al momento decisivo. Bello il gesto d'intesa tra Tommy e Moses che sancisce l'inizio del "bordello" come lo definisci tu. A livello di forma non ho rilevato nulla fuori posto, mi sembra tutto corretto e anche molto scorrevole. Gli appunti che posso farti sono due: il primo riguarda Jenny che risulta avere un ruolo molto marginale, la sua presenza nell'economia della storia è quasi irrilevante(almeno così mi è sembrato nelle prime letture). Il secondo è che sono rimasto scontento perché avrei voluto leggere ancora altre cose di questa storia, leggerne molto di più, ma questo è un problema mio, anche se vuol dire che la storia l'ho apprezzata tanto. Non so, è il primo racconto che leggo però voglio ribadire che la lettura di questa vendetta soft(fino a un certo punto soft) mi ha esaltato. Voto alto, anche per l'aggancio finale molto suggestivo col titolo e i suoi segnali di fumo.
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    Akimizu, quasi sul filo di lana
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    A me continua a piacere... Spero solo di non essere troppo vecchio, anche se mi ripeto sempre più spesso che gli '80 erano dei grandi anni, altro che questi. =) Ciao Tom.
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    Racconto inviato
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    L'ho riletto bene tra ieri e oggi: discorsi spensierati sul tempo un cavolo, non avevo capito un BIP. Mi piaceva prima, adesso ancora di più.
986 replies since 30/12/2013
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