Scrittori per sempre

Posts written by Arianna 2016

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    Che bello! Suggestivo, poetico, commovente. Delicatissimo ma insieme forte, nel raccontare le diverse tragedie.
    Complimenti, scritto davvero molto bene. Ti segnalo solo che, al posto di “sulla baia”, scriverei “nella baia”. Fila via liscio, tutto è ben collegato.
    Incipit ed excipit ottimamente integrati, come contenuto e come stile.
    Davvero un bel lavoro.
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    CITAZIONE (Petunia @ 30/11/2020, 09:48) 
    Ciao Arianna.
    Ti confesso che ho letto più di una volta il racconto e non è detto che non lo faccia di nuovo.
    Il titolo è una vera chicca, molto evocativo e accattivante. Ho cominciato a leggere e sono stata trascinata in un turbine mentale, poi ho capito. Mi mancavadi capire chi fossero i soggetti dialoganti.
    Ho pensato, Arianna ha scritto un racconto di fantascienza. Forse un qualche tipo di nuovo ritrovato della cibernetica, un umanoide evoluto al quale vengono somministrate “perle” della cultura. La figura del Supervisore mi ha confermata in questa prima ipotesi.
    Successivamente ho immaginato che il tutto fosse il dialogo con una persona depressa che viene curata con una terapia di cui le buone letture fossero il perno.
    Infine ho immaginato che fosse un dialogo interno dello scrittore che non riesce a far uscire dalle crepe le proprie storie, prigioniero di sé stesso.
    Ti confesso che attendo i tuoi lumi, di sicuro non ne ho azzeccata una.
    In ogni caso, sia l’incipit che l’excipit sono ben armonizzati e il racconto si legge grazie alle tue doti di scrittrice esperta e a dialoghi comunque verosimili pur nel genere onirico-surreale. Trovo che la storia che avrebbe beneficiato di una maggiore contestualizzazione.

    Ero ben consapevole, quando l'ho mandato, che l'oscurità sarebbe stato il problema di questo racconto.
    Vedo che però qualcosa è arrivato: "ho immaginato che fosse un dialogo interno dello scrittore che non riesce a far uscire dalle crepe le proprie storie, prigioniero di sé stesso." e infatti, fuor di metafora, alla fine è proprio così.
    "genere onirico-surreale.": non avrei trovato definizione migliore per il genere di questo racconto e di tanti altri che scrivo.

    CITAZIONE (NovelleVesperiane @ 30/11/2020, 10:04) 
    Come si crea un racconto? Un modo può essere pensando un Incipit ed un Excipit. Questo è quello che fa la protagonista di questa storia. Non ha superpoteri, non è fantascienza, se mai... è fantasia. Si, perchè lei, credo, è una scrittirce. Meglio ancora, è una sognatrice di quelle che lo sanno fare ad occhi aperti. Le parole e ledescrizioni hanno un potere e nel suo mondo quel potere è legge. Una legge spontanea, incontrollabile, ingestibile in cui forse, spesso, sono i personaggi fantastici a capire pià dell'autore stesso cosa dovrebbe essere fatto.

    Bella idea. Non so se ho capito davvero, ma bella idea. Trovo il tuo stile leggermente contorto in alcuni passi ed a metà racconto mi avevi quasi perso... ma la parte finale mi ha riconquistato!

    Complimenti, centrato in pieno! Tutto, compreso lo stile un po' contorto in alcuni pezzi.

    CITAZIONE (Esterella @ 30/11/2020, 10:27) 
    quello che incuriosisce il lettore è cosa è successo a quella donna perchè lei si rinchiudesse in se stessa?

    Quello che è realmente successo credo non verrà mai raccontato, ma certamente emerge, trasformato, da quelle crepe.
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    Perfetto, grazie!
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    So che è scritto nel regolamento, ma sono un'insicura patologica e chiedo conferma: posso arrivare a 11.000 battute (10.000 più il 10%) e incipit ed excipit non vengono conteggiati nelle 11.000?
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    Mi sto impegnando. Chatto sul forum, ascolto musica ispirante su youtube e scrivo il racconto. Ho buone speranze per riuscire a consegnarlo.
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    Un bel battesimo del fuoco :super-onion-smiley-114.gif:
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    CITAZIONE (Dafne @ 25/11/2020, 09:23) 
    Eccavoli, mi piacerebbe, ne ho scritto un pezzo, ma i ritagli tra una lezione e l'altra e il resto della vita intorno... Vedrò cosa raccatto. :)

    Idem... quasi quasi mi licenzio... ;)
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    Cercherò di "stare nel comune": mi dispiacerebbe non partecipare. Piccolo e brutto, ma vedrò di farlo nascere. Spero ci sia anche tu, Dafne.
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    Forse un'ideina piccola e brutta l'ho partorita. Adesso vediamo se riesco a concludere per il 27. Sono la donna dell'ultimo minuto :sbranato.gif:
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    Ti abbraccio, Tom :pazzo.gif:
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    Peggio di un parto, questo racconto... non ne vuole sapere, di saltare fuori :aaaargh.gif: :aaaargh.gif: :aaaargh.gif: :sbranato.gif:
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    Notiziona! :super-onion-smiley-111.gif: :super-onion-smiley-111.gif: :super-onion-smiley-111.gif:

    Ero rimasta al 21. Ora, sotto :super-onion-smiley-114.gif: :super-onion-smiley-114.gif: :super-onion-smiley-114.gif:
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    CITAZIONE (E©ly @ 17/11/2020, 22:24) 
    I racconti ancora non sono stati pubblicati, la scadenza per gli invii è fra dieci giorni, dopodiché il tempo di postarli sul forum e via alle danze.
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    Chiedo, dato che arrivo sempre all'ultimo minuto con l'acqua alla gola: la scadenza per inviare è stata posticipata?
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    Non mi sento di entrare troppo nel merito, per quanto riguarda il "realismo" di quanto raccontato, in relazione al periodo storico.
    Mi sento però di dire che non è né improbabile né impossibile, alla luce della considerazione che, alla fine, l'animo umano non è mutato, con il passare dei secoli e dei millenni, e noi ci riconosciamo in narrazioni anche molto antiche.
    La relazione classe (e quando sono una classe, un gruppo di ragazzi non è più semplicemente la somma dei singoli, ma ha la dinamica del branco di lupi, per se un po' più civilizzati)/insegnante (percepito come inizialmente distante e oppressore, come aspirante capobranco che però il grado se lo deve conquistare sul campo), non credo sia cambiata molto, nel tempo, proprio perché attinge non tanto alle sovrastrutture culturali, ma a dinamiche relazionali molto più antiche e più profonde.
    Che poi il grado, l'insegnante se lo conquisti non con l'esercizio della forza bruta ma con l'espressione di un'autorevolezza molto più complessa e composita, in cui hanno una parte fondamentale una infinità di abilità umane e relazionali, è un altro discorso.
    Ricordo che San Cassiano fu "stilettato" a morte dai suoi studenti. Senza andare tanto in là, bellissimo è il racconto autobiografico "La conquista della 5C" di Giovanni Mosca, che raggiunge il suo obiettivo con l'uccisione di un moscone con una fionda.
    La scena che viene descritta nel racconto io l'ho vista di persona, entrando senza preavviso durante l'ora di lezione di qualche collega (non per cattiveria, magari perché attirata da un eccesso di baraonda che arrivava nel corridoio) oppure l'ho sentita raccontare, dagli studenti stessi, a proposito di alcuni colleghi che ho avuto negli ultimi anni.
    Una, in particolare, famosa proprio perché continuava imperterrita a parlare pianin pianino, solo per se stessa, mentre in classe succedeva di tutto (tanto per dire, il ragazzino che andava in giro con l'accendino a bruciare i banchi e i capelli dei compagni).

    Al di là di tutte queste mie considerazioni, io credo però che il pregio di questo racconto sia nella sua atmosfera emotiva, nel sentimento di commozione che suscita, generato da due solitudini che si incontrano, in mezzo alla tempesta e all'incomprensione del mondo.
    Il ragazzino ha bisogno di qualcuno che ci sia solo per lui e che gli apra un universo.
    Ed è vero che, alla fine, i ragazzi cercano qualcuno che gli faccia sentire che valgono qualcosa. Se sono fortunati, lo trovano in famiglia o nella cerchia di relazioni più strette. Se non hanno altro, anche un insegnante diventa importante.
    L'insegnante ha un ascoltatore, qualcuno che condivide quello che prova.
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    Al momento, i miei incipit papabili sono il 2 e il 5. Tra gli excipit, tutti belli, i miei preferiti sono l'1, il 2 e il 4. Credo che si capisca che sono ancora un po' indietro... :picnic.gif:
1491 replies since 27/9/2016
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