Scrittori per sempre

Votes taken by Giancarlo Gravili

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    E sì...
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    Un abbraccio tra uno smartphone senza linea e un vecchio pc che mi segue in viaggio, un abbraccio vero da tastiere impolverate dagli anni, un abbraccio che raccoglie le anime di chi ancora sogna, quando vola la polvere delle stelle...
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    Certamente Tom, grazie!
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    Letterina a Babbo Snatale

    Ho visto il miracolo, cazzo che miracolo: una donna volava con un cavallo bianco sulle vette di New York.
    Pardon sulle tette…
    Ma come cappero faceva a volare? Facile a dirsi, aveva indosso solamente il profumo Coccolon Chanello che se non lo regali a Natale non voli più.
    Voi umani non immaginate neppure quello che io ho visto alle porte degli iper della galassia: pupazzi vestiti di rosso che sparavano neve rossa artificiale e pinguini che ti sorridevano con 50 denti di petrolio e renne dell’artico con l’artrosi e marmotte che suonavano pezzi di marmitte catalitiche e tappeti rossi appesi a palle enormi che volteggiavano a comando non appena s’entrava nel negozio e gnomi vestiti da gnomi che facevano gli gnomi e coglioni vestiti da puffi che leccavano le caramelle dei bambini e trottolini amorosi che facevano la corte alle mamme dei figli affinché comprassero al figlio l’ultimo ritrovato della scienza dei video giochi e ho visto commesse che prendevano commesse a richiesta di pacchi dono da spedire direttamente a casa del costo di 100 euri contenenti una confezione di formaggio grattugiato, un panettone motto con il lievito madre di zoccola e poi tre caramelle magnum che a mangiarle non le digerisci manco fra cent’anni e tre lecca lecca politici e…
    E quante cazzo di e stai scrivendo…
    Voi umani non sapete, ho visto carrelli di cioccolate che si scartavano da sole buttandosi nella spazzatura e generi alimentari in vendita col tre per due avendo avuto cura prima d’aumentarsi i prezzi del trecento per cento.
    E poi cartoline omaggio, luminarie e luminosi affari e genti che giravano senza cazzo sapere dove andare… e giravano e giravano e giravano…
    Giravano talmente tanto che il mondo ha cambiato il suo moto di rivoluzione intorno al Sole e ha preferito parcheggiarsi al mega centro acquisti intergalattico super iper dell’ultraspazioterrenoinesistente.

    Ma cazzo, una cosa la voglio dire infine: “Grandissimi figli di puttana, smettetela di mettere i bimbi nella pubblicità per intenerire e volgere l’attenzione ad acquistare. Brutti stronzi, andate dove la gente soffre, negli orfanotrofi, nelle mense dei poveri… andate dove esiste l’uomo, quello che un certo Gesù cercava.”

    «Sai chi nasce il 25 dicembre caro amico?»
    «Sì, alle otto all’iper la mega festa per i coglioni e applausi per la nascita della marmotta inoffensiva, apolitica, apolide, a, a, a... annate a morì ammazzati...»

    Il messaggio della nascita vale in maniera universale se accolto come significato di pace e libertà per ogni popolo della terra e non vi sono colori o tesori da scegliere, ma solo uomini eguali da rispettare, che di questo mondo siamo tutti partecipi e ospiti a tempo determinato.
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    Una nota psicologica introduce in questo racconto facendoci entrare in un clima d'inquietudine interiore.
    Davanti agli occhi abbiamo immediatamente l'oggetto del raccontare: una busta e il suo contenuto.
    L'immagine che si percepisce è quella di negatività totale sparsa che si ritrova nell'ambiente familiare e che i personaggi assimilano nel loro animo.
    Altro elemento importante è la rabbia non esplosa che viene coperta da una maschera quasi perfetta: asettica, indolore e inespressiva.
    Non traspare umanità dilagante in tutto il racconto e bisogna cercarla con il lanternino.
    "La più rognosa zanzara" e tutto racchiuso qui.
    La vita di Fausto è tutta una forzatura e forse quello che gli capita, anche se non volutamente, è cercato. Non possiamo aspettarci altro da uno così.
    Maschera che copre tremenda frustrazione.
    L'attimo per Fausto non fugge e in un istante egli ritrova un barlume di senno che per pura paura agisce sull'inconscio. Fausto è un depresso sconfitto che non può agire.
    La famiglia è salva e non verrà uccisa.
    Racconto amaro, amarissimo che vive di maschere e follia suscitando nel lettore un sentimento di pietà per la miseria umana e le condizioni che può creare nell'io interiore.
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    L’immagine che la presentazione ci dà è dolorosa e scava a fondo nel cuore.
    Questi eventi colpiscono duramente.
    Sembra trovarsi di fronte all’elogio funebre del rammarico, grande e incolmabile, che prende e tormenta l’autrice.
    Tanto avrebbe voluto fare e del fare altro ha realizzato…
    Questa è una narrazione scritta con il senso profondo dell’anima che ci parla attraverso la
    trasposizione dell’anima. La sensazione che il lettore ha è quella d’una confessione ultima
    a chi non può più sentire, ma soprattutto è un parlare a se stessi.
    La protagonista ripercorre in breve tempo e nei periodi scritti la propria esistenza, lo fa immersa in un crogiolo d’emozioni che si fondono insieme come un gioiello prezioso.
    Molto viene attinto dalle esperienze vissute e da questo trasuda un vissuto intenso e tribolato.
    Un vissuto mai veramente “esploso”.
    Questo è il fulcro che anima tutto il racconto.
    Sullo sfondo il tema dei dolori che nascono in seno all’ambiente familiare e che spesso vengono mal vissuti…
    Il racconto passa poi alla seconda parte che, conclusa la prima di introspezione, si tuffa completamente nell’onirico dialogo con la madre e il lettore sente le parole che la protagonista
    avrebbe voluto sempre sentire dalla madre.
    Toccante e commovente nell’insieme e una trama che denota una ottima capacità d’articolare i concetti e i periodi.
    Ho apprezzato quest’opera che ben si sposa con l’excipit, complimenti.
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    Apro l'immaginazione e vedo figure che penzolano nella loro morte e in terra un sangue che irrora germogli di nuova vita.
    Chissà quanto saranno rimasti i corpi a penzolare prima di esalare nel respiro ciò che di libero resta. Il cupo futuro viene raffigurato e io che leggo ne vengo attratto, un filo che mi cattura e mi tira dentro il narrato. Il tempo perde la sua peculiarità e forse quell'istante che separa dalla morte un impiccato vale un'infinito tempo.
    Il disegno sulla tela è la follia dell'unificazione e nel quadro appare la figura d'una folle donne, poi un altra e quella d'un uomo.
    Cosa rappresenta questo luogo? È forse l'apocalisse della peculiarità unica dell'uomo? E da qui si può fuggire? Certamente l'unico modo per farlo è il sogno. Ecco le due chiavi di lettura del racconto: alienazione e rinascita. Si può sperare di sopravvivere solo attraverso il sogno e qualcuno cerca di creare una nuova esistenza, un novello Paradiso dove solo i sognatori hanno accesso. Raccogliere i resti della società massificata e reimpiantarli nel sognato Eden. Sottesa nel racconto appare la speranza che s'appende sull'osare sognando.
    Un racconto particolare che fa della "precisione e pulizia" di scrittura il suo punto forte e il lavoro appare bello e d'originale fattura. Da tenere in considerazione.
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    Bellissimo testo e musica e lingua molto diversa dal Padovano e dal Veneziano...
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    Grazie per la valvola a farfalla che sfarfalla nel mio motore dieci hp...
    Analisi perfetta quella di Stefia che sposo anch'io analizzando questo racconto. Sono buono e devo dire che mi piace talmente scrivere che non vorrei mai "maltrattare il mio lettore". Ho sempre scritto in maniera molto poetica e in quel modo non sempre le scritture sono apparse "moderne" e adeguate agli altri. Questo tipo demenziale che appare sotterraneo è in realtà solo una piccola parte d'una produzione poetica molto più vasta rispetto hai racconti. Sono ancora in rodaggio in questo campo e pian piano sto limando il pennino, non è affatto semplice scordarsi la meravigliosa autarchia della poesia libera. Grazie dei commenti ricevuti fino ad ora.
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    Augurissimi!
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    Case

    Sole
    Dimenticate
    Eppur vissute
    Diroccate
    Stanno
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    Ho creato questo nuovo tipo di componimento: "Il Tanga"
    Il suo schema è semplice: 1° verso 14 lettere a scalare poi 11, 7, 3.

    Buriana



    Buriana si muove
    foglie morte
    tremano
    ora

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    Sei una donna spontanea e ciò che fai e dici è sempre fatto con l'animo e quindi sei da ammirare Cristina, importante è scrivere sempre...
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    Grazie Achi, ricordo di quei tempi la spensieratezza fra noi amici e la voglia di costruirsi un bel futuro, così è...
259 replies since 30/5/2017
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