Scrittori per sempre

Posts written by Otter Dan

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    Una struttura imperiale e una grande maturità di scrittura ne fanno un racconto a cui è difficile fare critiche. Ha davvero qualità da vendere anche se scozza col mio gusto di vedere più emozioni e meno storia, però davvero complimenti.
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    Bellissimo, riesce con un linguaggio quasi colloquiale a risultare prezioso e pittoresco e parlando di vicende quotidiane tocca un livello di profondità altissimo. Cerca le origini del male nei piccoli gesti e le trova ed è tanto schiacciante questa consapevolezza tanto potente il desiderio di redenzione. Molto felice di averlo letto.
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    Un argomento su cui è difficile ed è forse ancor più difficile commentare. Parlando di tragedie si rischia sempre di cadere nel patetico o di mantenersi troppo sulla cronaca e in questo racconto non ci sono eccessi dell'uno o dell'altro e per questo meriti un plauso. Però purtroppo sento i miei sentimenti toccati da questi avvenimenti smuoversi indipendentemente dal testo come se la tragedia si fosse mangiata le parole, perciò mi è difficile riconoscere un giudizio su quello che hai scritto.
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    Ottima ottima scrittura, a tratti commovente a tratti divertente ma sempre originale. Ho l'impressione che il racconto mi sarebbe piaciuto di più se non fosse metaraccontato, sento gli inserti come un qualcosa di troppo. Peccato perché il resto è davvero "Wao"! Il ricordo d'infanzia in particolare è una compisizione a mio dire perfetta.
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    Un racconto che mi fa incavolare (non è possibile sia un sentimento terrestre) perché a cose che mi piacciono moltissimo a cose che non mi piacciono. I dialoghi iniziali a botta e risposta sono secondo me difficilissimi da rendere piacevoli e in questo caso non lo sono, troppo veloci, troppo sintetici, quasi automatici. La biografia secondo me è una bomba, ricalca quello stile un po' naif che ha portato certe teorie in mano alle persone non esperto con le sue piccole imprecisioni e quel quantitativo di sogni che sono caratteristiche del buono comunicatore scientifico. Unica pecca secondo me le indicazioni troppo specifiche (il fatto che la moglie nuotasse, il discorso sulla banana) non proprie delle biografie che rendono un po' troppo costruito il finale, alla fine anche solo la questione dei nomi sarebbe bastata per l'effetto desiderato. Spero davvero di trovarti un posto in cinquina nonostante le note negative per l'originalità del tema e il piacere e il divertimento che nella parte centrale mi hai fatto provare.

    Edited by Otter Dan - 28/1/2019, 18:09
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    Probabilmente se questo racconto fosse inserito in un antologia di autori affermati non sarei in grado di distinguere la sua amatorialità. Davvero complimenti: la narrazione è incalzante, i personaggi incredibilmente vivi, la storia interessante. Unica cosa che ho trovato stucchevole l'iniziale tentativo d'incuriosire il lettore, un po' forzato, ma alla fine fa molto americano e nel contesto ci sta.
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    Un racconto senza scandali scritto però in maniera piacevole. Mi è piaciuto particolarmente l'aspetto dei personaggi che nonostante abbiano caratteristiche peculiari non sembrano macchiette. Il dialogo iniziale fra Annarita e Gianluca, secondo me, risulta essere un po' lungo e ripetitivo.
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    Personalmente non amo molto gli ammicchi al concorso perché così toglie al racconto la possibilità di essere interessante in altri contesti. Per il resto ho apprezzato alcuni tratti in cui la descrizione faceva entrare nella psiche del protagonista anche se, ahimé, ho trovato gli incisi non funzionali al racconto, anzi direi distraenti.
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    Non facile questa scelta:

    1 Zucchero a velo: una descrizione che sembra un quadro di Munch, l'ho trovato stilisticamente perfetto e coinvolgente.

    2 La tua mano: ermetico e allo stesso tempo comunicativo, è un brano che fa due chiacchere con la tua anima, cosa che apprezzo sempre molto.

    3 Il piccolino: gli devo dare merito di essere uno dei pochi racconti leggeri che mi ha coinvolto. Anche se è più rivolto all'infanzia a volte preferisco che a sorridere sia il bambino che è in me.

    4 Cos'è il sole: nonostante abbia qualcosa che non va, forse un po' di confusione nell'esposizione forse quel finale un po' troppo melenso, devo dire che ha toccato la mia immaginazione in maniera molto più forte di altro, e per questo si merita un riconoscimento.
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    Racconto che trasporta molto e con un finale veramente perfetto. Forse all'inizio un po' zoppicante ma arrivati in fondo c'è un tale senso di completezza che ci fa dimenticare tutto.
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    Il racconto ha note surrealistiche, per questo credo che proprio per sua natura non sia possibile proprio dargli un taglio razionale. Il surrealismo lavora su automatismi e immagini, non su pensieri e per questo ha sicuramente rimandi consci o inconsci, non è mai un'allegoria.
    Se non si è capito il genere a me piace molto, il racconto mi ha colpito con le sue immagini forti, anche se ho la sensazione che abbia subito dei tagli per rientrare nei limiti del concorso, e che ciò non l'abbia abbellito.
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    Non lo so, solitamente i contrasti forti mi piacciono, ma forse qui sono un po' troppo netti, specialmente se appartenenti a un unico pensiero. La seconda parte così appare ingiustificatamente macabra e incattivita. Ci fosse stato un po' di male nel bene e un po' di bene nel male forse il risultato sarebbe stato migliore.
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    Una storiellina leggera che a mio avviso poggia un po' troppo i piedi sull'ovvio.
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    Un bel trailer per un film al cinema d'azione. Il genere non mi fa impazzire ma la realizzazione è ottima.
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    Secondo me i questo racconto c'è un problema di quantità perché buona parte del racconto è incentrata su creare un mistero sul contenuto nella busta mentre la risoluzione è breve, e non abbastanza sfavillante.
187 replies since 4/10/2018
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