Scrittori per sempre

Posts written by Otter Dan

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    Sinceramente il primo e ultimo paragrafo mi sembrano portare fuori più che dentro la storia a cui qualche parola in più avrebbe fatto comodo per venire fuori più intensamente.
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    Nonostante io non ami troppo le visioni così eroiche delle persone però io questo racconto non stuccano così tanto forse per l'identità fortemente viva del persona a cui si ispirano.
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    Per quello che ho detto di Eco penso che abbia un cattivo rapporto con il lettore, perché credo che tenti davvero di farlo sentire non all'altezza. Nel cimitero di Praga, ad esempio, ci sono intere parti scritte in francese, in siciliano o in latino che risultano incomprensibili a chi non conosce la lingua, o paginate di titoli massonici o di piatti di cibo che mettono alla prova la tua capacità di rimanere sveglio. In fondo c'è anche un paragrafo in cui spiega al lettore (dandogli dello stupido in maniera educata) l'ordine cronologico degli eventi del libro. Detto ciò però penso che nessuno si dovrebbe mai sentire non all'altezza di un libro, ognuno ha la capacità di creare un rapporto personale con la storia che legge e anche se da un'interpretazione non canonica, non ha nessuna importanza perché è suo personale godimento.
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    Grazie davvero a tutti!
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    Ciao Cristina,
    personalmente quando scrivo sento sempre una sorta di esigenza, un'esigenza di conoscere, quasi inglobare una questione e poi risputarla fuori dandogli una forma. Dare una forma può essere un modo per sentire una maggiore controllo sulla questione, un modo per renderla visibile, un modo per farla esistere quando invece è lontana o irreale, ma in ogni caso è questa sorta di rito plasmatorio che mi da soddisfazione, e che spesso mi aiuta a capire meglio me e il mondo.
    Sono anche dell'idea che l'artista (inteso come fautore della propria espressione) debba allontanarsi il più possibile dal giudizio altrui e si possono trovare degli escamotage su come riuscirci perché spesso è difficile. Sono anche dell'idea che la forza di un'immagine di una persona sia tanto maggiore tanto meno essa si lasci influenzare dal giudizio, tante delle mie condizioni sono notevolmente migliorate da quando ho incominciato a non vergognarmi e sostenere le mie idee invece di difendere uno stato di apparenza.
    Sullo scavare dentro se stessi puoi solo sapere te se è il momento giusto, è come guidare una macchina con qualche problemino, a volte bisogna fermarla e aprire il cofano ma se si fa troppo spesso o troppo a lungo allora vuol dire che facciamo poca strada.
    Detto ciò in bocca al lupo, qualsiasi scelta fatta con coscienza non può che essere positiva.
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    Lo spunto di questo racconto è molto carino però a mio avviso lo svolgimento è un pochino frettoloso. Anche lo stile molto analitico che nella prima parte è congeniale al lavoro del protagonista nella seconda parte distanzia un po' il lettore dagli avvenimenti. Comunque che io sappia nelle isole di Salomone non ci sono facoceri, non dovrebbero proprio esserci mammiferi di media o grande taglia a parte i domestici che hanno portato per allevarli.
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    Intendi dire che qualche particolare in più che leghi le quattro ragazze (o meglio i quattro appuntamenti) sia necessario a evitare un po' di disorientamento?
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    Salve a tutti, vi ringrazio molto degli apprezzamenti e dei commenti per un racconto su cui non avrei mai scommesso troppo avendo una struttura che per alcuni può sembrare troppo semplice, per altri troppo contorta.
    In molti hanno considerato questo racconto migliorabile e per questo mi piacerebbe avere qualche consiglio in più, sapere cosa vi è mancato o avete trovato eccessivo. Mi piacerebbe anche capire quale immagini sono state considerate forzate, mi sembra da delcapa.
    Come sapete spiegazioni pubbliche non mi pubbliche non mi piace mai farle, ma un'unica precisazione la volevo fare: l'elemento inchiostro, per quanto teoricamente sostituibile (ma probabilmente non esteticamente) con una bustina di ketchup o chissà cosa ha un ruolo abbastanza protagonista non è proprio un escabotage per partecipare al concorso, anche solo per il carattere ispiratorio che ha avuto, questo racconto senza inchiostro non sarebbe nulla.
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    Scusate ma solo a cui interessa abbastanza una cippalippa il genere degli attori di un racconto rosa. Questo racconto è proprio carino, sarebbe stato così diverso se una delle due fosse stata un maschio oppure entrambi?
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    Un racconto molto dolce che nonostante lo stile un po' troppo carico riesce comunque a trasmettere molto.
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    Per questo racconto provo sentimenti contrastanti. L'obiettivo che si pone è semplice e le sensazioni che lascia sono a tratti incredibile, ma il forzare la mano in certi passaggi lo rende repulsivo e sviante. L'idea di questo racconto è veramente bella, lo stile con cui la realizzi ci sta a pennello ma secondo qui all'interno ci sono moltissime buone idee che in questo racconto non rendono così bene. Sono sempre più dell'idea che con qualche sbozzatura questo racconto, uscendo dal bozzolo, potrebbe diventare qualcosa di incredibile.
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    Un racconto quattro in uno che a momenti no, momenti nì e momenti sì, un po' come le uscite di cui parla. Mi piaccioni le riflessioni che ti lascia, per me che tento sempre di prevedere tutto questa imprevedibilità esplicita mi alleggerisce e mi inquieta allo stesso tempo.
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    Per me questo racconto si può riassumere in una parola: singolare, e questo a parer mio vale tantissimo. L'ambientazione è singolare, lo spirito è singolare, la vicenda di Vibeke è singolare. Dove cerchi invece di dare un aspetto "generale" alla vicenda, nel finale soprattutto, il racconto si sgonfia molto, e si sgonfia molto, e si sgonfia perché è tanto pieno. Continua con questa tua singolarità, che è la tua forza e la forza di tutti in realtà, perché quando la metti nel tuo racconto è davvero molto bella.
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    La caratterizzazione dei personaggi è buona, buono è anche l'ammicco oltre la quarta parete ma il problema del racconto umoristico è che deve essere molto brillante e qui, specialmente con la scelta di puntare molto sul professore, non si arriva a quella brillantezza.
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    Molto carino, mi ha ricordato molto "Il bambino che disegnava i gatti" un racconto che adoro, chissà se le piccole citazioni sono volute o casuali. Lo stile, quasi fabiesco, è molto ben studiato però a mio gusto ha quella semplicità che nella lunghezza fa perdere un pochino d'interesse.
187 replies since 4/10/2018
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