Scrittori per sempre

Posts written by E©ly

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    È finito tutto un pomeriggio in un ambulatorio quando la pressione era troppo alta e il bambino non cresceva. Ricoverata d’urgenza in ospedale. Vide sfaldarsi in rapida sequenza il parto naturale sognato e l’illusione di essere una quarantaduenne sana, e più importante, le si accucciò nel ventre una nuova pesante inadueguatezza, quella di essere una madre incapace di nutrire.

    E poi è nato, una mattina di sole, cesareo d'urgenza: senza un vagito lui, senza un dolore lei. Il pericolo scampato. Il dono divino di un chilo e due briciole di guerriero determinato a vivere, che ogni giorno accumulando preziosi grammi le sorride ricordandole che la vita è bellissima.
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    Domani è domenica, dissi una volta a mia madre e lei: “Sì, è così”. Il giorno dopo le dissi domani è domenica e lei: “No, domani è lunedì”.
    Simpatica mia madre, voleva giocare a confondermi.
    È evidente che “DOMani è DOMenica”, lo dice la parola stessa.
    Domani è lunedì, c’è scuola.
    Avevo la faccia sconvolta (per stare al gioco), ma dentro mi sbellicavo. Anche se mia madre è sempre stata brava con questi giochi… e continuò.
    Lo ammetto, per poco non mi ingannava! Ma ho resistito bene, per una dozzina d’anni e finalmente ho fatto smettere questo gioco.
    Domani è ufficialmente domenica, da un mese.
    Tiè, mamma.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 13:05
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    Sono alto due metri. Non avrete mai visto un senzatetto così alto, noi mettiamo paura alla gente e ce ne stiamo in disparte. Prima, non era così, quando giocavo a basket, ero il più forte, inafferrabile. Poi l’incidente, la depressione e la strada. Io non bevo e ho smesso di prendere psicofarmaci; i medici che vengono a visitarci mi ammirano per questo e mi fecero una proposta.

    Adesso, per la quarantena, ci hanno assegnato delle stanze in una diocesi, siamo in quattro in venti mt2, giochiamo ai quattro cantoni ci scambiamo i posti per non impazzire, mi guardano male.

    Ho accettato, domani mi opero, mi ridurranno gli arti.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 15:57
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    è solo fisica, non mentale.

    Da quando sono chiusa in questi dieci metri quadri sono libera. Libera di leggere quante ore desidero, di curare rapporti da cui le scadenze mi allontanavano, d’imparare invece di studiare, libera di riflettere e sognare...

    E se tutti noi sviluppassimo un valore “erre con zero” pari a quattro, proprio come questo virus, e riuscissimo a contagiare positivamente quattro persone nella nostra vita, il mondo non diventerebbe in pochi anni più giusto? La responsabilità sarebbe condivisa, non delegata a pochi potenti.

    Forse a piccoli passi impareremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

    Intanto mia madre mi richiede, delusa, perché non tornerò a casa per Pasqua.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 13:39
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    Mefisto era tornato dal mondo dei morti. Insieme al figlio. Con molti uomini a disposizione aveva tramato, ucciso, usato stregonerie, apparizioni, diffuso pestilenza e magie varie. Teneva sotto ricatto il mondo intero. Per diventarne re. Ci hanno chiamato e siamo partiti. Io ed i miei pards: Kit Carson, Tiger Jack e mio figlio Kit. Come al solito. Abbiamo viaggiato per terre e mari. Una lotta troppo impari, poche vittorie e tante sconfitte. Abbiamo rischiato molto ma alla fine è stato ucciso. Al mio risveglio tutto era sparito. Eccetto la pestilenza. Mia moglie ha ragione: leggo troppi Tex in questa quarantena

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 19:23
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    Così smagrita pareva scomparsa dietro ai vapori del tè.
    «Fisica; tipo quella che ti vedi capovolto riflesso nel cucchiaio» disse, mentre le si appannavano le lenti. Le diedi un fazzoletto per pulirle, perché amavo troppo lo scuro dei suoi occhi per perdermelo.
    «Ma la più curiosa è quella sul tempo, che pare proprio non esista, insomma, chissà quante volte avremmo già fatto questa conversazione?»
    «Per passare il tempo che non esiste?»
    «Scemo» disse. Non rise però. Perché lo sapeva bene anche lei che un cucchiaio non sarebbe bastato a capovolgere niente e che il tempo esisteva eccome.
    Infatti il tè si freddò e nessuno di noi riuscì più a berlo.
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    Una partenza rimandata ed una convivenza anticipata da un triste panico iniziale si trasformano presto in calma surreale ed io, per la prima volta, medito ed ho la possibilità di dedicarmi a me e agli altri, imparando la pazienza, allenando il corpo facendo lavori visti fare e mai fatti, assaporando con le mani ed il naso il legno, riscoprendo vecchi pensieri, guardando meglio nel mio più sincero sé, cercando di riscoprire il piacere fine a se stesso e guardando la luna piena come se non l’avessi mai vista prima, finalmente avendo tempo di cercare di sentirla e di immaginare di fare il bagno nella sua luce.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 13:00
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    “Stanno ancora provando a fermarlo, ci credi?”.
    “Gli si sono avvicinati?”, mi chiede Selene ironica. Senza distogliere lo sguardo dalla finestra, sento che mi si avvicina. Poggia la testa sulla mia spalla, assieme contempliamo la scena che si staglia davanti a noi.
    Va avanti da ore ormai: la polizia e i carabinieri corrono dietro a quella sagoma scura, indefinita, che vola via lungo la strada del mare deserta infrangendo la legge. Raggiungerla è un’impresa impossibile.
    Selene sospira: “Certo che hanno delle belle pretese: è da folli pensare che si possa impedire al Tempo di scorrere semplicemente emanando un decreto”.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 14:32
  9. .
    Da giorni l'immagine è sempre la stessa.
    La fiamma prende vigore, divampa, il cerchio infuocato da cui proviene non riesce più a trattenerla. Arriva dove l'acqua ne assorbe tutto il calore, in un movimento tumultuoso e interiore.
    Un boato, dapprima sommesso, poi sempre più forte, squarcia il silenzio e preannuncia.
    Come un vulcano, zampilli scuri fuoriescono e arriverebbero ovunque, se una forza esterna, simile a un coperchio, non ponesse un limite.
    L'odore sale e si espande per risvegliare l'anima che sonnecchia e tace.
    Solo una voce, ovattata ma non troppo distante, chiede: "Antò, è uscito il caffè?"
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    C’è un piccolo balcone, nella mia stanza. Il mio unico sbocco nel mondo, e non è un gran belvedere. Una chiesa, quattro case sulla collina. Non sembra più nemmeno un quartiere. Tutto è sfuocato, così mal illuminato. Sembra fondersi col cielo, e il vento lì sembra non trovare spazio, non avere senso.

    Questa notte mi sento un po’ piatta anche io, svuotata da ogni piccola gioia che la primavera avrebbe dovuto portarmi. Lacrime dense di forzata solitudine allagano il mio viso, mentre cerco il tuo sorriso nell’unica stella che non è andata ancora via.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 12:58
  11. .
    Libertà, una semplice parola che davo per scontata mi è stata strappata
    dalle mani e sostituita da un paio di mascherine e un modulo di
    autocertificazione. Se chiudo gli occhi posso ancora udire le risate e i
    mormorii dei miei amici ora sostituiti da chiamate con voci spezzate in cui
    le uniche parole che riesco a capire sono positivo e negativo. l'ironia ha
    voluto che essere positivi in questi tempi abbia assunto un significato
    negativo. Una cosa e chiara siamo fragili davanti alla solitudine, che nel
    suo silenzio assordante ci ha fatto capire che siamo solo numeri.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 16:11
  12. .
    Io mi chiedo se nella tua camera il Sole fa la stessa lenta danza che fa nella mia, ogni mattina, quando mi sveglio e allungo la mano ad accarezzare il vuoto. Ma questa camera ora è come una navicella spaziale persa, lontana anni luce da qui che segue un’altra fisica, un altro tempo più delicato, più dilatato. Ogni mattina io alzo le punte dei piedi e saluto questo sole straniero e penso a quello nella tua stanza, sperando che ti accarezzi anche un po’ per me. Mi chiedo se quando i nostri orologi torneranno a ticchettare gli stessi secondi vorrai danzare anche tu assieme a me e al Sole.
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    Rimango distante oggi per restarlo anche domani.
    Distante lo sono da che ho memoria.
    Un abbraccio è terra inesplorata dove mancano emozioni, palpiti, dove gli affetti si coprono di brina: diserto l’incontro di corpi da molto prima di questa serrata.
    La solitudine è talento raro. Quel mio veleno che è l’astio non svapora né le squame sopra al cuore essiccano, mentre attendo, tra quattro mura, che la piaga passi.
    Andrà tutto bene lo scriverò sulla gelida muta della pelle.
    Non avresti abbracciato un serpente ieri e non lo abbraccerai domani.
    La mia quarantena dura da una vita intera.
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    Cosa ricordo della quarantena del duemilaventi?
    Soprattutto i tramonti, quando la mamma mi chiamava, per acchiappare il sole.
    Trattenevo il fiato, mentre lei con un bicchiere d’acqua in mano, seguiva il sole. E quello, prima di sparire all’orizzonte, cadeva nel bicchiere e sfrigolava.
    Adesso so che metteva una compressa d’aspirina nell’acqua, ma all’epoca la magia era vera e avevo l’onore di custodire il bicchiere con il sole per tutta la notte.
    Quando mi svegliavo però, era lassù, nel cielo.
    «Perché è andato via?» chiedevo.
    «Perché le cose belle fanno così… vanno via.»
    E mi stringeva forte, fortissimo.
    «Stasera lo riacchiappiamo, mamma?»
    «Sì.»

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 13:04
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    Tu lo chiami tempo perso questo?
    Dal terrazzo della mia grande casona scruto scie di silenzio, echeggi di qualche canzone d’amore vecchia. Ma i vecchi siamo solo noi. Noi che non ci apriamo all’idea di ricoltivare le relazioni. Che sono il vanto dell’Uomo. Ma che non ha. Tu lo definisci tale lo scambio di sole poche battute o il prendersi e poi mollarsi o ancora sentirsi da uno schermo. Il tempo non passa in questi giorni eppure non ho tempo. O non ho voglia? Mia madre, mio padre, mio fratello, mia nonna non sono lì, sono qua; ora. Domani è un altro giorno.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 19:24
4296 replies since 20/12/2011
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