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è solo fisica, non mentale.
Da quando sono chiusa in questi dieci metri quadri sono libera. Libera di leggere quante ore desidero, di curare rapporti da cui le scadenze mi allontanavano, d’imparare invece di studiare, libera di riflettere e sognare...
E se tutti noi sviluppassimo un valore “erre con zero” pari a quattro, proprio come questo virus, e riuscissimo a contagiare positivamente quattro persone nella nostra vita, il mondo non diventerebbe in pochi anni più giusto? La responsabilità sarebbe condivisa, non delegata a pochi potenti.
Forse a piccoli passi impareremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Intanto mia madre mi richiede, delusa, perché non tornerò a casa per Pasqua.
Edited by E©ly - 9/4/2020, 13:39. -
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Bella la parte del contagiare altre quattro persone una trovata meravigliosa a mio avviso . -
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Un bel dilemma: sospesi tra gli affetti, necessariamente trascurati, disillusi, abbandonati, e la necessità di dover rispettare, forzatamente e giustamente, la regola dello "stare a casa".Magari si potesse contagiare di cose giuste, di bellezza, di giustizia. Anche mamma allora capirebbe e sorriderebbe contenta, pur lontana. . -
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Si può vedere il positivo anche in quarantena,simpatico racconto che allenta la tensione. . -
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Condivido il pensiero della protagonista: la quarantena è fisica, ma con la mente si è liberi di viaggiare e andare dove si vuole. Non c'è limite ai ricordi, non c'è limite alla fantasia, non c'è limite al pensiero. Ben fatto . -
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Sintassi, grammatica, ortografia, attinenza al tema e impressioni personali.
Tema: quarantena, centrato. 110 parole (col trucco)
Ortografia: ok.
Grammatica: ok.
Sintassi: ripetizione di "libera". Titolo talmente scontato che ben sette racconti lo portano; usato come inizio della prima frase. Si potevano tagliare un po' di ripetizioni, bastavano tre parole, e si poteva scegliere un titolo meno scontato.
Impressioni personali: cosa c'entra la domanda? Non è una conseguenza della premessa, e comunque la lettura è democratica perché non solo i potenti possono leggere. Il finale è meraviglioso!
Grazie e alla prossima.. -
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Un cento che vive come opportunità questo momento. Traspare la freschezza e la forza di un pensiero giovane e forte che non si piega su stesso ma cerca il modo di trarre un vantaggio comune. La mamma se ne farà una ragione... . -
AgataBorghesan.
User deleted
Un'immagine triste finale che chiude una riflessione speranzosa e ben scritta. . -
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Finale speranzoso, ti lascia con il sorriso. Si cerca di cogliere il lato positivo anche in questa quarantena. Ben scritto.
Edited by Vetty - 10/4/2020, 14:06. -
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Sintassi: mi ha colpito l'utilizzo di elementi come il rapporto di infettività del virus, molto dosato il tutto
Grammatica: nessun refuso evidente
Ortografia: mi trovo a dire che ho letto qualcosa di fresco, pensato e carico. Nonostante sia comunque qualcosa di presente in molti in questo periodo
Attinenza al tema: molto centrato, si sviluppa in un pensiero personale e condivisibile da molti
Impressioni personali: come detto, l'idea che il comportamento che si migliora per questo periodo di reclusione possa essere una "malattia" al pari del virus, è un'immagine che mi piace parecchio. Mi associo al pensiero tuo, senza se e senza ma. Brava. -
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E quando entra in gioco la matematica io mi sciolgo. Scritto bene, con un ideale importante, che uso spesso anche io nel parlato, ovvero quello del "contagio" al positivo, al cambiamento verso un certo tipo di bellezza che potrebbe servire davvero. Che dire? Mi convince molto. Mi piace! (per me l'ultima frase poteva serenamente essere tolta. Il senso era già completo così). . -
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Tutto vero; nulla da ridire. Ho letto cose simili anche su Facebook e su Instagram. L'autrice ha rispettato le linee guida scrivendo un mini attinente al tema indicato. Ho notato delle ripetizioni ("libera") e una figura retorica (Anadiplosi) molto usata in poesia. . -
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Il racconto è gradevole, ben costruito con quel finale che rappresenta un richiamo alla realtà. Naturalmente non condivido il pensiero della protagonista: mente e corpo sono inscindibili, non è possibile tenere prigioniero uno senza l'altro e le conseguenze per l'uno prima o poi si riflettono anche sull'altro. Quanto ai buoni propositi, nulla vieta di seguirli finita la quarantena, ma ho paura che la corrente della storia porti in tutt'altra direzione: non rimane che essere vox clamantis in deserto. . -
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Davvero carina la parte in cui si parla del contagio positivo, mi è sembrata un'idea originale, e con poche frasi mi ha dato molti spunti su cui riflettere. Non ho trovato altrettanto interessante la parte iniziale, troppo scontata e ripetitiva nel concetto di "essere liberi". Nonostante ciò, l'idea del valore "erre con zero" vale tutto il racconto!
Edited by Antonia Vetrogrande - 11/4/2020, 14:42. -
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Stavo per esclamare "finalmente un 100 che esalta la quarantena come tempo libero dal lavoro, dalle routine, da tutte quelle cose che ci tolgono la vita giorno dopo giorno!"
Almeno, io la vivo così.
Epperò non posso esclamarlo, perché se il 100 fosse stato incentrato su questo, sarebbe stato perfettamente nelle mie corde.
Me ne fa scivolar via la considerazione sul contagio: ben resa, certo, ma di un utopico che fa sorridere. Se c'è una cosa che impariamo ogni giorno è che l'uomo non impara, non ha desiderio né voglia di imparare, non su queste cose perlomeno.
E così il mondo resterà sempre in mano a 4 potenti, perché questo è il naturale corso delle cose e non c'è virus o buona attitudine che possa cambiarlo.
Bella la chiusa, nel complesso però non riesco ad andare oltre un giudizio buono..