Scrittori per sempre

Posts written by E©ly

  1. .
    Apro gli occhi. Percepisco di essere viva. Respiro.
    Per quanto tempo resto davvero a contatto con me stessa? Mi appartengo?
    No.
    Appartengo al tempo che mi attraversa,che non posso controllare.
    Provo a fuggire.
    Accelero, lo distraggo, mi diverto, mi sento giovane, sono giovane! Mi affido al chirurgo, bilancio la mia dieta, programmo le giornate, mi innamoro, amo! Amo con tutta me stessa! Amo te, amo la luce, amo il profumo della salsedine, amo la nostalgia della prima pioggia estiva, amo tutto, non ho più orari, non conto le ore, sono vivo!

    Sono!

    Vivo!

    Ma il tempo mi prende.

    Vado.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 12:34
  2. .
    Osservò l'orologio a parete e lo fotografò.
    Fissò poi sullo schermo quelle lancette così immobili, così rasserenanti.
    Fuori un 'albero, il giorno prima totalmente spoglio, era ora fiorito.
    Dov'era lui, nell'attimo della fioritura?
    Terrorizzato, chiuso in quella stanza, pensò di poter immortalare il tempo.
    Là dentro “Adesso” e “fra poco” avevano gli stessi contorni, in fondo.
    Aprì un libro, “Alla ricerca del tempo perduto”, ma alla prima pagina il tempo “adesso” era passato e “fra poco” anche.
    Iniziò allora a contare i secondi che trascorrevano, uno ad uno, consapevole che, mentre contava, il tempo scorreva senza di lui.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 16:12
  3. .
    Nemmeno le stelle si muovevano, tutte rigorosamente a un anno luce di distanza tra di loro. Il sole e la luna non potevano fermarsi: la Terra deve pur continuare a girare. Ma loro avevano dovuto smettere di lampeggiare, ballare, roteare ed esplodere. Era ancora permesso timidamente nascere e morire, ma in silenzio, per non disturbare l’ordine cosmico.

    Poi, una notte, una stella minuscola inciampò nei suoi pensieri e cadde.
    Mentre sorvolava il cielo, lasciando dietro di sé una lunga scia brillante, il mondo chiuse gli occhi ed espresse un desiderio. Per la prima volta nella storia, tutti lo stesso.

    Poi, la stella si spense. Ma si accese la speranza.
  4. .
    Guardo la rosa nel bicchiere. È appassita, come me, senza acqua, né amore. Allo specchio vedo i lividi malcelati sotto il trucco, mentre le ferite interne continuano a sanguinare. Delusioni, percosse, umiliazioni e minacce con il coltello alla gola. Questi sono stati i tuoi doni in questi giorni di quarantena. Ma anch’io ti ho preparato una sorpresa. E che lo sia lo vedo dai tuoi occhi sbigottiti, ora immobili, come te.

    È il fiore rosso che ti ho posato sulla fronte. Il suo gambo scarlatto scivola lungo la tempia, raggiunge il pavimento dove si allarga in una pozza vermiglia.
  5. .
    Qual è il lato migliore del divano, secondo te? A destra mi viene il mal di schiena, a sinistra arriva troppa luce.
    Ma chi è quello?
    Chi?
    Quel tizio avvolto nel lenzuolo.
    Seneca mi saluta. Affretta il passo verso di me.
    Stai attento che inciampi nel lenzuolo. A proposito, ma è il mio lenzuolo quello?
    Le toghe tinta unita non vanno più. Repete memoria tecum: quam exiguum tibi de tuo relictum sit…
    Sì, sit down. Siediti. E assaggia ‘sto ciambellone.
    Uh, è più buono del pane.
    E se ci metti pure la nutella è la morte sua.

    Edited by E©ly - 16/4/2020, 21:36
  6. .
    Una telefonata a quest’ora è una scarica di acido nello stomaco, una mano stretta alla gola.
    Prendo il telefono immaginando quello che avrei sentito. Lo prefiguro mentre mi stacco dal divano e abbasso il volume della televisione accesa da troppi giorni. Lo immaginavo già prima mentre piangevo al buio per l’attesa e per l’ansia, circondato dall’odore del mio corpo trascurato. Lo stavo immaginando da quando l’avevano portata via quella notte, in piena crisi respiratoria.
    Invece dicono “è uscita dalla terapia intensiva” e il sollievo mi scioglie ogni muscolo.
    Le lacrime premono dietro gli occhi, tremo, rido e mi accorgo che fuori c’è il sole.
  7. .
    Due volte al giorno, l'orologio scarico, con le lancette risolutamente immobili, segna l’orario corretto. Per di più, senza ombra di dubbio, per effetto di meridiani e quindi dei fusi orari, l’orario esibito sarà sempre veritiero in qualche luogo, pur sperduto, del pianeta. Ma che il tempo sia concezione teorica, ce lo dimostrano il primo bacio, i capelli sbiancati, gli amici che ci lasciano, i pensieri che diventano sconnessi per l'età. Un'ora arriverà nondimeno puntuale e non la potrà anticipare la suoneria, inesorabilmente senza più molla, o batteria. Non ce ne accorgeremo, concentrati a fissare le lancette fisse.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 16:09
  8. .
    Non smettere di seguirci, questo progetto si è unito ad altri progetti ed è diventato colossale, e non appena usciamo da questa crisi vi sbalordirò con gli aggiornamenti. :)
  9. .
    Ogni cosa, scandita dalle marciali lancette dell’orologio ora si piega ad un tempo estraneo, fatto di giorno e notte, le parole giacciono dimenticate in un angolo, insufficienti.

    Nascondo la tristezza di attimi di tempo sospeso per gli abbracci ormai ignoti con i silenzi riempiti di catastrofe. Al di là dello schermo riscopro legami lontani ma vivi e mi riscuoto: la mia famiglia sportiva al di là del computer si impegna e mi da forza; ci sono amici, da ogni parte del mondo che ad una sola voce tessono vite distanti ma congiunte. La paura è viva, spettro tangibile, invisibile, ma alla notte segue sempre il giorno.
  10. .
    - Mamma, guardami, sono una ballerina! - volteggiava la mia bambina nel suo vestito ampio e capriccioso del carnevale appena passato. Era Dorothy con le scarpette rosse, era Alice con i capelli biondi, Sissi con le trecce nella casa del conte Max. Io invece ero soltanto io, non c’era l’uomo di latta con me, nessun coniglio bianco, ne potevo farmi piccola e poi grande o fingermi regina.
    Là fuori, sulla città muta, splendeva il sole che mi mancava. Dopo molti giorni piovve e lei mi disse “Giochiamo che io sono la bambina e tu la mamma”. Mi guardai intorno: la stanza brillava di luce e il sole non mi mancava più.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 21:11
  11. .
    Il dilemma era come occultare i cadaveri.
    Gliel'ho detto, a Gennaro, ma lui da quell'orecchio non ci sente e dall'altro è sordo proprio.
    - Il lavoro va fatto, Tony. Anche col covìd.
    L'ho fatto; il cadavere è nel pozzetto in cantina. Attendo il momento per smaltirlo: non arriva.
    C'è il divieto di uscire? E invece quelli escono, li vedo.
    Tutti in giro, 'ste merde.
    Gennaro dice di farlo a pezzi e smaltirlo un po' per volta. Che burino.
    Un cadavere a pezzi no, non se ne parla.
    Ho la mia cifra stilistica, io.
    Non sarà certo una quarantena del cazzo a farmi cambiare modus operandi.

    Edited by E©ly - 8/4/2020, 18:57
  12. .
    Chiuse le imposte, tirate le tende e un sospiro di sollievo, mi spaparacchiai sul divano a riflettere su alcuni versi dell’Orsini: “apriamo i vetri/ rinnoviamo l’aria chiusa!”. Avevo respirato il mio quarto d’ora d’aria salubre, dato un’occhiata al Mondo, salutato un vetusto vicino di casa, desinato quanto basta e rispettato le direttive. Erano passate tre settimane dalla pandemia; neanche la buca delle lettere scendevo a controllare, figurarsi la spesa (me la consegnava un giovine fattorino di una vecchia drogheria vicino a casa). Forse avevo preso fin troppo sul serio la faccenda.

    Edited by E©ly - 9/4/2020, 21:08
  13. .
    Mi ha detto, un giorno, l’invisibile re con la corona, il covid proveniente dalla Cina:
    “Vorrei insegnarti il tempo, quello del lungo viaggio chiamato vita.
    Lunghe ore in lezioni da un minuto, giorni e attimi, istanti… dis-tanti.
    Vorrei insegnarti il tempo, per non aver rimpianti, per lasciarti il tempo di imparare a vivere, per andare lontano, percorrere le strade dei sentimenti, approdare ad isole sicure, alle spiagge dell'anima, a lidi di purezza.
    Vorrei insegnarti il tempo per darti il tempo di amare, di sorridere, di gioire, per essere madre, padre, figlio, per-donare il tuo tempo, per essere tempo… da insegnare a qualcun altro!”
  14. .
    Sospiro. Mi guardo allo specchio e ho gli occhi lucidi e il cuore in gola.
    Lo sguardo si ferma su un pensiero cercando di trattenerlo, invano. Ne percepisce altri cento, non ne afferra uno. La mia testa è una bolla d’aria; chiudo gli occhi, li apro. Tremo. Li richiudo, li riapro.
    Caos. La mano destra con trepidazione afferra l’orologio: sono passati tre minuti. Forse sono troppo pochi. Arrotolo una ciocca di capelli fra l’indice e il pollice; da piccola li avevo così chiari da sembrar bianchi. Sospiro di nuovo. Sarà passato un altro minuto; dovrebbe bastare. Chiudo gli occhi; impaziente li riapro. Sorrido davanti a quelle due linette. Ti aspetto.
  15. .
    Passano i giorni, all'inizio fai tutto quello che non avevi avuto tempo di fare prima lavi-stiri-riordini-fai giardinaggio-dipingi cancelli-muri di casa-cucini-leggi poi le cose da fare esauriscono e ti ritrovi a riflettere su te stesso e su quello a cui la davi priorità fino a un mese prima,non era forse riempire la propria esistenza di vacue emozioni e passioni transitorie per qualcosa o qualcuno vissute senza anima?La cosa terribile non è vivere confinati, ma vivere confinando il proprio io rifiutando il confronto con ciò che si è realmente,abbuffandosi del nulla per sopire la propria inadeguatezza e stolidità.
4296 replies since 20/12/2011
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