Earthquake - Il sisma

Scuotiamoci un po' e non dimentichiamo

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    Febbraio 2018

    “Per non dimenticare.”
    Una frase abusata, trita e ritrita, ormai spalmata in tv e sui social network al punto che se ne è perso il significato. Non basta ripeterla come un mantra per dire di aver fatto qualcosa e per esorcizzare la nostra coscienza.
    Per non dimenticare bisogna fare, non c’è altro modo.
    Forti di questa consapevolezza, un dipendente statale, l’impiegata comunale di un paesino bello e tranquillo, il direttore di una cooperativa che si occupa di persone con disabilità e una persona con una disabilità (in questo caso la gamba di legno del vostro amichevole presidente di quartiere) hanno intrapreso un viaggio nei paesi colpiti dal sisma per toccare con mano la realtà troppo spesso omessa.

    Su un vecchio furgone coperto di adesivi e con le tendine in stile “figli dei fiori” abbiamo imboccato l’autostrada in direzione terremoto, carichi come muli di generi vari per gli abitanti delle zone colpite dal sisma.
    Andrea Lampo e Sandra Ciscato (il dipendente statale e l’impiegata comunale e membri dell’associazione umanitaria O.D.V amici di decani) sono ormai veterani collaudati dei viaggi nelle zone disastrate, mentre è la prima volta per Ivo Manavella presidente della cooperativa ANFFAS di Biella (che si occupa appunto di persone con disabilità psichica e motoria) e per l'allegro presidente dell’Associazione Culturale Scrittori Per Sempre, impegnata da anni nel tentativo di unire il pregio e la forza della scrittura alle tematiche sociali.
    Dopo otto ore di viaggio e oltre seicento chilometri, fra l’allegria esorcistica e paradossale di chi sa di essere diretto in zone duramente devastate dalla furia della terra e la variabilità del tempo che accompagna il loro viaggio, arriviamo a Norcia che è buio, accolti dal sorriso di Roberta e della piccola Manila, capace di scaldare il cuore in una impietosa notte di Febbraio.
    Nonostante il buio vediamo il primo dei crolli che avremmo osservato nei giorni a venire, un campanile posato a terra al fianco della chiesa dove era posto da secoli. L’odore della polvere e della paura è forte, picchia forte sul petto e il tempo per un attimo si ferma, fra l’odore della legna da ardere che riscalda le case rimaste in piedi.
    E non avevamo visto ancora niente.


    Dopo una tappa a Cascia per distribuire qualche quintale di cibo per animali a Dalinda e Salvatore, che si occupano volontariamente degli animali abbandonati ci dirigiamo verso una cena-incontro con l’associazione “Tutti i colori del mondo” e con la carismatica realtà di Pasquale e Fabrizia, presidente e vice presidente dell’associazione che si occupa anche di persone con disabilità psichica e che ha visto la propria sede rasa al suolo dal sisma. Si mangia, si chiacchiera e si realizza la condizione deprecabile in cui la zona versa e dove i lavori vanno a rilento o sono fermi anche in contesti gravi, fra sprechi di denaro e risorse indicibili.
    Stringiamo la mano a una nuova collaborazione fra tutte le associazioni presenti e che siamo certi porterà risultati concreti e che lancerà Scrittori Per Sempre nella sua nuova avventura seriale.



    Dopo la tradizionale colazione da Tancredi ci spostiamo a Pieve Torina e Montecavallo, la prima con il 92% di case devastate o inagibili e dove siamo stati felici di poter consegnare alla scuola dei computer completi donati dalla Biverbanca. Grazie al sindaco di Montecavallo abbiamo avuto il piacere e il terrore di provare a dormire una notte in un modulo abitativo, un esperienza che tutti dovrebbero poter fare, per poter davvero capire cosa significa essere costretti a vivere la propria quotidianità in uno spazio talmente ridotto da ledere la dignità umana.
    E non per un giorno o due, ma per anni.


    Il nostro viaggio raggiunge l’apice quando ad Arquata del Tronto e attraversando i paesi limitrofi non riusciamo a trovare traccia di vita alcuna, fra immensi cumuli di macerie. È lì che l’incubo assume una forma tangibile, viva, impressionante, dopo un anno e mezzo o quasi dal sisma. Ghost town è il termine migliore per descrivere quello che vediamo, tutto è crollato, tutto è finito. Sembra che il tempo si sia fermato fra i fotogrammi dei tavoli apparecchiati ancora visibili fra le macerie come una sorta di scherzo della gravità, le bambole mezze distrutte fra le macerie sembrano voler parlare e soltanto il rumore del nostro furgone ci salva da quel silenzio carico di morte e disperazione.


    A Pescara del Tronto rimane solo qualche cane o gatto a gironzolare fra le macerie di un paese letteralmente polverizzato dal crollo di un intero costone di montagna e c’è chi giura che a guardare le magliette appese con le foto dei bambini vittime di quella notte li ha sentiti ridere e giocare fra le macerie.
    Perché non si dimentichi, perché l’attuale concreto è risibile, perché sembra che il terremoto in certi posti sia appena avvenuto, perché nulla è risolto e c’è tanto da fare.
    Affinché non si dimentichi bisogna fare.



    Aprile 2018 – Quando ho squalificato il mio 100’s


    L’attività solidale in realtà è iniziata pochi giorni dopo il devastante sisma che ha colpito il centro Italia, con l’arrivo dei primi volontari dal Piemonte, e ora assume nuove forme e coinvolge nuovi protagonisti, ma non accenna smettere.
    La consapevolezza che c’è ancora molto da fare, per aiutare in qualche modo la gente del luogo – duramente provata a livello fisico ed emotivo ormai da parecchi mesi – è di continuo sprone per i volontari che hanno deciso di continuare a dare il loro contributo a chi ne ha bisogno.
    Così il consolidato gruppo formato da Andrea Lampo e Sandra Ciscato (O.D.V Amici di Decani) Ivo Manavella (ANFFAS Biella) e il vostro amato presidente (Associazione Culturale Scrittori Per Sempre) è partito per un nuovo viaggio nelle zone colpite dal sisma, sotto lo pseudonimo ‘Orsi nel mondo’ per portare aiuti di vario genere e una parola di conforto. Questa volta in semi-differita perché Ivo Manavella ha raccolto l’entusiastica adesione alla spedizione del Sindaco di Verrone, Cinzia Bossi, il vicesindaco Marco Turotti e signora (anche presidente della San Vincenzo), Daniele Savazzi (capogruppo della sezione Alpini di Verrone) insieme alla moglie, della signora Tina Varesano e di Matteo Manavella, figlio di Ivo e motivatore ufficiale del gruppo.
    Il primo gruppo ha iniziato il tour da San Benedetto del Tronto per un incontro con i volontari del posto e per assistere a una conferenza sulla clown terapia, ormai ritenuta ufficialmente un ottimo coadiuvante nella cura delle persone di ogni età traumatizzate dagli eventi. Da lì la spedizione si è diretta a Pieve Torina e Montecavallo, due dei paesi dove le scosse hanno di nuovo iniziato a farsi sentire, poi Valfornace, Arquata del Tronto e paesini limitrofi (quasi tutti rasi completamente al suolo). Da lì l’incontro a Norcia con il resto del gruppo partito è arrivato in giornata, portando come doni l’eccellenza dei prodotti tipici biellesi. Durante il percorso iniziale sono stati distribuiti altri computer, sempre donati dalla Biverbanca, svariati quintali di alimenti per cani e gatti, coperte, lana in stoffa e gomitoli per far divertire i bambini e cibo per alcune persone in seria difficoltà.
    Il fatto è che l’emergenza non è finita, e chiunque volesse andare a vedere la realtà delle cose e sente magari la terra muoversi, può capirlo.
    Noi le abbiamo avvertite, le scosse, e fanno paura, fa paura avere la sensazione che il gigante che dorme sotto di noi potrebbe improvvisamente svegliarsi e riportare il caos e la morte. Fa paura a chi come noi era di passaggio, figurarsi a chi in quella condizione ci vive ogni giorno.
    Le persone hanno bisogno di parlare con chi passa dalla loro terra, hanno bisogno di sapere che il paese non si è dimenticato di loro, che ci sarà sempre qualcuno pronto a saltare su un qualsiasi mezzo improvvisato per andare giù a dire “ciao amico, come stai? Io sono qui.”

    La cena benefica organizzata dall’associazione “Tutti i colori del mondo”, con oltre 250 partecipanti, ha suggellato questa tacita intesa. Le parole di apprezzamento della vice presidente Fabrizia Felici e del sindaco di Norcia Alemanno nei confronti di tutto il nostro gruppo e l’apprezzamento tangibile delle persone ovunque andassimo ci incoraggia e ci dice che non è vano lo sforzo, che non tutto è perduto, che siamo un popolo meraviglioso e che davanti alla forza dell’uomo per una volta oltre al danno dovuto al terremoto, non c’è la beffa. Fra il primo viaggio e il secondo abbiamo conosciuto persone indomite, che non mollano e non si arrendono. Cito Francesco Riti e Fabio Cortellesi (KORTELLO), sopravvissuti al sisma e garanti della ricostruzione contro ogni pronostico favorevole.

    Siamo finiti su svariati articoli di giornale, abbiamo fatto cose che mai avremmo creduto di poter fare (tipo saltare con la protesi da un vecchio furgone per trecento volte al giorno), potremmo stupirvi con effetti speciali e colori ultravivaci, ma non lo faremo. Da vostro presidente sono andato, a nome di SPS, fin nel cuore della devastazione. Io ho visto e vorrei che attraverso i miei occhi tutti vediate. Le foto non rendono giustizia ma so che vi fidate di me e quindi con una certa commozione vi comunico col supporto dei miei bracci destri e sinistri che Scrittori Per Sempre - Associazione culturale - diventa più social, lo diventa a livello fisico e che il prossimo concorso seriale che prenderà il posto di INK sarà legato alle tematiche sociali, etiche e ambientali che ci riguardano personalmente.
    Il bando, che verrà pubblicato molto presto, vedrà ogni step incentrato su un problema ben preciso – francamente abbiamo l’imbarazzo della scelta - e alla nostra penna spetterà, con tutta la bravura che ci contraddistingue, di scrivere e denunciare, di tentare l’affondo nel cuore di chi ci legge. Stamperemo libri e mostreremo a tutti l’incredibile potere della scrittura. Il potere di far conoscere, di denunciare, di dare visibilità, di convincere e di far scendere una lacrima. So che siete con me e ho bisogno di sentirlo, e allora daremo inizio alla magia della carta e dell’inchiostro.




    Sarebbero mille milioni le cose che vorrei ancora dirvi, ma intanto accettate questa umile anteprima e scaldate i polpastrelli, perché noi non abbiamo paura del terremoto, le nostre penne non temono niente e nemmeno quelle dei ragazzi che lì ci vivono temono nulla. Ma si fa troppo, troppo in fretta a dimenticare, e noi non lo permetteremo.

    Edited by E©ly - 15/10/2018, 15:45
     
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    Conosco l'Umbria e spesso sono lì da amici, gente stupenda e luoghi d'incanto. Molto toccanti queste parole e foto. Ero a pranzo a Castelluccio di Norcia pochi giorni prima del terremoto che lo ha distrutto e forse ho del paese una delle ultime foto prese dalla piana sottostante. Anche della piazza di Norcia ho un ricordo vivo, presi un'istantanea a 180° e ricordo che mi soffermai a chiedere la storia di alcune antiche misure per i cereali posti di fianco alla facciata della chiesa. Non mi sembra ancora vero. Poi avendo radici Aquilane tutto mi commuove profondamente. Stare sul luogo è tutt'altra emozione e commozione, si sente tutta la tragedia.
     
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    Mi compiaccio e mi congratulo. Noi scrittori non viviamo solo tra le nuvole ma anche sulla Terra ed è possibile trasformare la scrittura in un mezzo di partecipazione ai problemi e al dolore del mondo.
     
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    io ci sono.
    per quel poco che posso e che so fare.
    a dare supporto a chi non si arrende e porta speranza.
    complimenti a tutti per quello che fate
    a E©ly per il cuore e la sensibilità.
     
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    credo che questo resoconto sia talmente esplicativo, nella sua drammaticità e nella sua intenzione, da non avere bisogno di altro se non dire: Sì, ci siamo
    sì, faremo quanto possibile
    siamo qui, Ecly
    qui con te e con chi ha bisogno
    :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
     
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    L'emergenza non è finita, e dalle foto e dal racconto si capisce quanto tutto questo sia terribile. Grazie Ruben, tu ci fai uscire dalle nostre piccole miserie e ci porti in alto. Conta su di noi.
     
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    credo che ad Altopascio, durante la nostra convention, si parlerà parecchio anche di tutto questo
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    Intanto grazie, Ruben, per quello che hai fatto e stai facendo, per tutti i tuoi "salti su e giù, con una protesi, da un vecchio furgone", salti fisici che hanno come premessa un bel salto mentale ed emotivo, il desiderio di esserci, di partecipare, di stare vicino.
    Non ci sono tante parole per quello che ci racconti: naturalmente ammirazione per voi, per il coraggio di andare dove trema la terra, perché non sai mai quando deciderà di dare di nuovo uno scossone bello forte, e magari decide di farlo proprio nelle ore in cui si è lì; ammirazione anche perché, delle volte, uno ha paura di avvicinarsi a chi è in difficoltà, la paura di fare e dire le cose sbagliate, mentre invece il vostro viaggio dimostra che la vicinanza crea sempre relazione umana e muove qualcosa nelle persone.
    Un po' di sbigottimento: l'Umbria non è immensa, come è possibile che in Italia si costruiscano inutili cattedrali di cemento dove fa comodo in quattro e quattr'otto, e dopo due anni non si è ancora stati capaci di usare le risorse del nostro paese per mandarle dove veramente c'è bisogno? Come è possibile che siano dei volontari, dopo due anni, a dovere portare cose necessarie? Addirittura ci sono ancora le macerie, mai portate via... Sembra impossibile, invece è ben reale, come le foto di Ruben ci raccontano.
     
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    CITAZIONE (Giancarlo Gravili @ 21/4/2018, 22:43) 
    Conosco l'Umbria e spesso sono lì da amici, gente stupenda e luoghi d'incanto. Molto toccanti queste parole e foto. Ero a pranzo a Castelluccio di Norcia pochi giorni prima del terremoto che lo ha distrutto e forse ho del paese una delle ultime foto prese dalla piana sottostante. Anche della piazza di Norcia ho un ricordo vivo, presi un'istantanea a 180° e ricordo che mi soffermai a chiedere la storia di alcune antiche misure per i cereali posti di fianco alla facciata della chiesa. Non mi sembra ancora vero. Poi avendo radici Aquilane tutto mi commuove profondamente. Stare sul luogo è tutt'altra emozione e commozione, si sente tutta la tragedia.

    Siamo stati a Castelluccio nella seconda spedizione, dopo essere stati bloccati dalla neve nella prima. Un posto bellissimo Un paese bellissimo con un panorama bellissimo e dove ho mangiato le tagliatelle al castrato più buone della mia vita, cucinate da due sorelle che avevano l'agibilità soltanto per il dehor fuori e non per il locale dentro che era stato distrutto dal sisma e che cucinavano nonostante il maltempo fuori con le bombole. Per il resto castelluccio di norcia è un paese quasi completamente raso al suolo che tenta di sopravvivere ma è dura e si vede che è dura, si sente che è dura quando parli con le persone che sono disperate ma nonostante questo non vogliono mollare.
     
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    Complimenti, Boss. Stai, dtate facendonun lavorone. Vi aiuterò come posso.
    Felice di essere inciampata in questa comunità
     
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    Ho sempre grande rispetto per chi si muove in prima persona per ciò in cui crede, perché è qualcoa che richiede molto coraggio.
    Per cui, tanto di cappello!
     
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    Le Marche sono terre di terremoto. Per fortuna io abito a nord e per ora, ci ha svegliati soltanto parecchie volte di notte (anche un po’ di settimane fa, alle 5 del mattino); a volte siamo scesi in strada, abbiamo tenuto coperte e acqua in macchina, ma, come dice Capo, è un nemico che non avverte e dà l’esatta misura di quanto tutto quello che ci angustia ogni giorno sia in realtà una bagatella. Io non vado, ma apprezzo chi lo fa. Un bacio a tutti, due a Capo. 💚💙
     
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    Bellissimo resoconto.
    Non dobbiamo dimenticare e grazie per averci aiutato a ricordare.
    La scrittura deve anche portare a galla, denunciare, denudare, smascherare i problemi sociali e ambientali e cercare di cambiare qualcosa, di smuovere, con punti di vista nuovi, qualche minuscolo sassolino dentro i lettori.
    Avete avuto una fantastica idea e nel mio piccolissimo cercherò di contribuire.
    Orgoglioso di essere in sps. :)
     
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    Purtroppo ho cari amici in Umbria, che hanno vissuto e vivono quello strazio. Alla stessa stregua, ho dei legami anche a Camposanto e Carpi (qualcuno ricorderà il mio 100 vincitore qualche edizione fa). E ho amici in Abruzzo, coi quali ho condiviso particolari emozioni in una infinite notte di qualche anno fa. E avevo quattro anni la prima volta che andai via di casa per il terremoto. E ogni volta, l'incubo è lo stesso.
    Ci sono e ci sarò sempre, come c'ero in Emilia e come, spero, l'evoluzione dell'ingegneria ci permetta di non esserci più così spesso.
    Al fianco di sps per il sociale, nunc et semper.

    Le lacrime agli occhi. Inutile.
     
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    Ho visto cumuli di macerie che intasano ancora le strade dei nostri amati borghi feriti... Poi inciampo in questa immagine dei nostri amici giapponesi che vivono i nostri stessi drammi, e la domanda nasce spontanea: ma allora c'è qualcuno che può fare concretamente qualcosa? Quindi esistono i mezzi e i modi per aiutare quelle popolazioni! E perchè chi dovrebbe non fa niente? E la rabbia sale, incontrastata. E ti chiedi: cosa posso fare io, da qua? Se SPS proporrà cose, io ci sarò, ma è terribile vedere che non c'è chi potrebbe aiutare davvero!

    terremoto
     
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