La belva

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    Svanirò alla luce del mattino; non ero altro che un'invenzione dell'oscurità.

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    Giravo come sempre in cerca di funghi nel bosco, era la prima giornata assolata dopo cinque giorni di pioggia. Avevo i miei posti segreti che non rivelavo mai a nessuno dove cercare i preziosi miceti, quel giorno però non riuscivo a trovare alcunché, tanto che m’inoltrai per vari chilometri nella macchia fino a perdermi. Fui attratto da una struttura enorme e quasi completamente inghiottita dall'edera. Mai avevo notato tal edificio prima d'allora e mi avvicinai un po' incuriosito al portone d'entrata, che aveva l'anta destra completamente sfondata.
    Decisi di entrare e subito fui attratto dagli affreschi che abbellivano le mura dell'ingresso, il murale rappresentava dei satiri che con i loro flauti e cetre accompagnavano musicalmente una scena orgiastica. Mi portai nella stanza adiacente, dove c'era un grosso grammofono quasi del tutto distrutto, l'edera aveva preso possesso delle mura insinuandosi per una finestra rotta. Sul pavimento erano disseminate varie suppellettili d'argento e qualche posata, molto probabilmente un tempo quella doveva essere la sala da pranzo. Salii le scale e la mia attenzione fu catturata da cinque strisce rosse continue che ininterrottamente si prolungavano sul muro, fino a una piccola porta sul ballatoio, che mi fu facile aprire perché priva di maniglia, la stanza era totalmente buia, accesi la torcia e proiettai il raggio sulle mura scoprendo che il vano era privo di finestre.
    Potei scorgere un piccolo letto con un materasso ammuffito, un comodino zoppo e una scrivania piena di fogli, mi avvicinai, li raccolsi tutti e li portai sul ballatoio, dove la luminosità era migliore.
    La carta era deformata dall'umidità e molti non erano più leggibili, li staccai con molta cautela uno dall'altro, alla fine ne risultò consultabile solo uno o meglio sugli altri c'erano dei disegni grossolani, che rappresentavano porte e persone con arti mancanti, nei disegni il rosso era il colore dominante.
    L'unico foglio scritto, mostrava una grafia pessima, tipica dei bambini, quello che era riportato m’inquietò non poco:

    "Stanotte ho visto la belva, era nera con gli occhi rubino, è da un anno che mi fa visita tutte le notti, ma nessuno mi crede, il medico dice che è tutto nella mia testa. Ora è qui davanti a me proprio mentre scrivo e mi guarda con occhi maligni, m’imita, se mi sposto, lo fa anche lei, se rido ghigna mostrando i denti aguzzi. Ha scardinato la porta della mia stanza ed è balzata sulle scale, si aggira con fare minaccioso nella sala da pranzo, dove sta cenando la mia famiglia, m’invita a seguirla. Dallo stipite cerco di anticipare le sue mosse, ho paura che possa fare del male ai miei cari, corro verso la tavola imbandita e impugno il coltello per l’arrosto, inseguo affannosamente la belva, ma è troppo veloce per me, sbrana mio padre, mia madre e la mia sorellina in men che non si dica, il loro sangue caldo mi ricopre le mani, capisco che non sono riuscita a salvarli, la belva mi guarda soddisfatta, ha vinto, mi ha sconfitta".

    Posai i fogli e corsi nella sala da pranzo, rovistai tra le posate d'argento finché non trovai un grosso coltello per la carne, era completamente ricoperto di sangue rappreso, ritornai al piano di sopra, nella stanza senza finestre; accesi la torcia e sulla scrivania c'era uno specchio.
     
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    Quindi la belva era lei?
     
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    Svanirò alla luce del mattino; non ero altro che un'invenzione dell'oscurità.

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    CITAZIONE (Lycia @ 5/6/2019, 07:58) 
    Quindi la belva era lei?

    Si, ecco perché il coltello era pieno di sangue, così come anche le mani. Inoltre lo specchio sulla scrivania rifletteva l'immagine della belva che era di fronte a lei mentre stava scrivendo, quindi rifletteva la sua stessa immagine.

    Edited by AloneInTheDark - 5/6/2019, 21:50
     
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    Niente male il racconto con sorpresa finale.
     
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    Il racconto si lascia leggere facilmente, e questo è un pregio, ma data la sua brevità forse sarebbe stato meglio indugiare meno sulle descrizioni e più sui pensieri della protagonista. Il finale non mi è parso eccessivamente sorprendente, ma non è una colpa. Scrivere racconti di questo genere, oggi, è sempre un'impresa, perché ci hanno fatto già vedere (quasi) tutto. Per questo, lo ribadisco, creare un personaggio un pochino più incisivo lo avrebbe reso diverso, avrebbe lasciato qualcosa in più al lettore. L'incipit mi ha fatto un'ottima impressione, invece, perciò credo davvero che - se tu volessi darti un numero di battute in più, come spazio di manovra - sapresti proporci qualcosa di particolare. A rileggerti :D

    P.S.

    La chiusa del pezzo mi ha ricordato tantissimo "L'estraneo" di H.P. Lovecraft. Te ne riporto il finale qui sotto.

    "[...] eppure, nella mia nuova e sfrenata libertà, accetto quasi con gioia l’amarezza dell’alienazione. Perché, pur se l’oblio del nepente ha lenito la mia sofferenza, ugualmente so di essere un estraneo, uno straniero in questo secolo e tra coloro che sono ancora uomini. E lo so da quando ho proteso le dita verso quell’obbrobrio entro la grande cornice dorata: da quando ho proteso le dita e ho toccato la fredda e dura superficie di uno specchio."
     
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    Ma quanto sei bravo, Alone. Complimenti.
     
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    Molto carino questo racconto, che utilizza un stile un po' antico, di quando l'horror non aveva ancora un nome e si evitavano tante esagerazioni (e meno male).
    Il difetto più grande è però secondo me nel finale che arriva secondo me troppo rapido e ha una dinamica un po' costruita: il protagonista in un solo periodo scende le scale, scopre la veridicità della lettera, sale le scale e scopre il mistero della bestia. Secondo me puoi diluire un po' queste affermazioni, magari puntando sulle ansie del protagonista, oppure spostare il coltello di sopra e fare un finale col botto, ma meno "movimentato".
     
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    Grazie per aver apprezzato il mio racconto breve. Ancora devo leggere Lovecraft, in compenso ho letto tutto di Poe. Questo racconto lo scrissi di getto, senza rileggerlo, i miei racconti sono scarni, punto molto sull'enigmaticità dei personaggi e sulla facilità di lettura per non annoiare chi legge, generalmente preferisco finali aperti per stimolare la fantasia del lettore e renderlo partecipe, facendo ciò tralascio molte cose importanti che un racconto deve avere, concordo col vostro giudizio.
     
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    Ottime considerazioni Alone. Capisco, condivido.
     
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  10. VivaTorro!
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    CITAZIONE (AloneInTheDark @ 5/6/2019, 21:42) 
    Grazie per aver apprezzato il mio racconto breve. Ancora devo leggere Lovecraft, in compenso ho letto tutto di Poe. Questo racconto lo scrissi di getto, senza rileggerlo, i miei racconti sono scarni, punto molto sull'enigmaticità dei personaggi e sulla facilità di lettura per non annoiare chi legge, generalmente preferisco finali aperti per stimolare la fantasia del lettore e renderlo partecipe, facendo ciò tralascio molte cose importanti che un racconto deve avere, concordo col vostro giudizio.

    I finali aperti tendono a essere sottovalutati oggi, secondo me fai bene a puntare su quel tipo di chiusure, soprattutto se le senti "tue", per così dire.
     
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    CITAZIONE (VivaTorro! @ 6/6/2019, 09:00)
    CITAZIONE (AloneInTheDark @ 5/6/2019, 21:42) 
    Grazie per aver apprezzato il mio racconto breve. Ancora devo leggere Lovecraft, in compenso ho letto tutto di Poe. Questo racconto lo scrissi di getto, senza rileggerlo, i miei racconti sono scarni, punto molto sull'enigmaticità dei personaggi e sulla facilità di lettura per non annoiare chi legge, generalmente preferisco finali aperti per stimolare la fantasia del lettore e renderlo partecipe, facendo ciò tralascio molte cose importanti che un racconto deve avere, concordo col vostro giudizio.

    I finali aperti tendono a essere sottovalutati oggi, secondo me fai bene a puntare su quel tipo di chiusure, soprattutto se le senti "tue", per così dire.

    Si chiude "bruscamente" per non disperdere il senso di quanto più sopra ma gli amanti della trama si lamentano. A me capita spesso, di avere critiche circa il finale tronco.
     
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  12. VivaTorro!
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    CITAZIONE (Lycia @ 6/6/2019, 10:54) 
    CITAZIONE (VivaTorro! @ 6/6/2019, 09:00)
    I finali aperti tendono a essere sottovalutati oggi, secondo me fai bene a puntare su quel tipo di chiusure, soprattutto se le senti "tue", per così dire.

    Si chiude "bruscamente" per non disperdere il senso di quanto più sopra ma gli amanti della trama si lamentano. A me capita spesso, di avere critiche circa il finale tronco.

    Io credo che purtroppo quelle siano critiche che lasciano il tempo che trovano. Mi spiego meglio: se qualcuno dovesse lamentarsi o puntualizzare qualcosa su uno dei tuoi (o nostri) finali, avrebbe ragione fino a un certo punto. Le scelte stilistiche che hanno i loro perché, spesso ascrivibili a precise volontà degli autori, non penso siano cose su cui ci si può dimostrare critici. Se lo scrittore o la scrittrice x dicono: "Ok, ho voluto chiudere così perché penso che VADA chiuso così" uno ci può far poco. Quando non sviluppare la trama è una scelta, se ne può solo prendere atto. Ovviamente moltissimi pontificano e camuffano tramite "stile" cose che poi, in effetti, sono esempi di sciatteria. Su quei finali, invece, si può intervenire criticamente. Lì sta al buon senso di chi legge però, oltre che alla correttezza di chi scrive, mettere i puntini sulle i. Ma un finale scritto male balza subito all'occhio, vuoi per fretta vuoi per incongruenze, sono quelle i problemi, non tanto la scelta di essere aperto o chiuso in sé.

    Perdonami l'intervento lungo e il piccolo off che segue, ma ci tenevo a precisare che, per esempio, non ho trovato affatto "tronco" il finale de "La margherita". Ammetto che forse qualcosa del senso complessivo (chiamiamolo messaggio) del testo potrebbe essermi sfuggito, ma rimane un bel racconto e con una chiusura che va dritta al punto.
     
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    D'accordo su tutto. Esistono "stili"veri e propri e "insufficienze". Poi distinguo il narratore, capace ad inventare trame, dal "pittore" che dipinge paesaggi, dei quali trasmette l'atmosfera, o anche quadretti psicologici ( genere mio).
    Quanto alla " Margherita" sottolinea la differenza di guardare all'amore tra una ragazza e un ragazzo.
     
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    Mi è piaciuto tanto questo “breve” mi hai portata con te, ho visto quello che vedevi tu, ho udito quello che sentivi e mi sono coperta
    di brividi... guardandomi allo specchio. Complimenti!🌸💐

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    Da questo mini-racconto mi è venuta l'ispirazione per "Obscura", altro racconto breve che narra le vicende di un giovane psicologo alle prese con i propri incubi.
     
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