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Il sole di fine novembre è obliquo.
Disegna sul terrazzo di casa una zona scura e fredda.
Non ce la fa a raggiungere l'angolo dove sono nascosta a respirare.
Appoggiata alle pareti delle mie caute certezze, sento le radici in una terra troppo lontana.
L'americana mi chiamano, come la vite, aggrappata tingo di rosso le guance e il cuore.
Non il tuo, che non ti accorgi del mio divenire, ombra che mi attraversi come un tempo senza giorni, una scadenza senza data.
Il gelo mi accarezza, il soffio dell'angelo mi sfiora. Nessuno si accorge che sto perdendo anche l'ultima foglia.. -
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Una pianta esotica invidiosa di una vite? Una metafora? . -
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Molto intimo nella scrittura ed ermetico nei sensi. Moltissima poesia e per me che sono troppo abituato a scriver di poesia va benissimo... Bellissime immagini tra il Sole e le ombre... . -
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Frasi sussurrate, delicatamente poetiche. Immagini singolarmente molto belle, ma non molto amalgamate. Troppo frammentate, faccio fatica a considerarlo un racconto pur riconoscendo la bravura dell’autor. Inviato tramite ForumFree Mobile
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Bello il titolo.
La pianta muore e nessuno se ne accorge.
Autrice, ti abbraccerei.. -
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Ci sono immagini davvero bellissime in questo racconto non sempre legatissime ma poco importa. Il tema centrale è un po' evanescente però davvero un bella scrittura. . -
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Non riesco a darne un giudizio che abbia un senso. Riconosco la qualità di questa poesia, la scelta accurata delle parole adatte, con la netta sensazione che ognuna di quelle usate non sia casuale, ma cercata e voluta. Confesso tuttavia che vi ho trovato dei vuoti che non sono riuscito a colmare nemmeno, ricorrendo alle ipotesi più fantasiose. . -
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Ho dovuto rileggerlo parecchie volte, ma credo di aver individuato il soggetto in una pianta abbandonata senza cure su un terrazzo. Scritto molto bene. . -
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Ho rivalutato il brano dopo una lettura meno frettolosa. Non avevo proprio inquadrato la pianta come protagonista del racconto. . -
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Non è male, scritto bene e belle immagini. Non riesco però a togliermi di dosso la sensazione di una mancanza di omogeneità tra la prima e la seconda parte. Magari è solo una sensazione sbagliata, però mi accompagna a ogni rilettura. . -
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Intimo e intimista, decadente ed ermetico. Davvero bello, nella sua tristezza. Complimenti . -
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Dal titolo e dalle prime righe ho immaginato mi stessi conducendo a parlarmi di uno stupro.
Poi ho capito che stavi parlando proprio della patata, che da un po' di tempo va di moda tenere come pianta da appartamento. Invero, da interni, ma ci sta che la padrona di casa l'abbia voluta mettere all'esterno, chissà poi perché. Probabilmente per rispettare il tema del concorso
Le immagini che ci regali sono di una delicatezza unica. Delle cento parole, nemmeno una congiunzione è messa fuori posto, o è inutile.
Un lavoro da mano esperta, da Autore che può permettersi il lusso di scrivere di una patata e regalare emozioni a una platea che non può fare altro che applaudire.
Capolavoro immenso.. -
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L'americana, e poi quel sole obliquo e l'ombra netta sul terrazzo, e non puoi che pensare a Hopper. C'è tanta malinconia e solitudine in questo 100, così tanta che sembra incredibile che la protagonista sia "solo" una pianta. Ottimo lavoro. . -
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L'autor@ è riuscito ad esaltare una pianta donandole una personalità e dei sentimenti veri. D'accordo la scrittura eccellente, ma credo che il pregio del 100 sia tutto qui. Buon lavoro. . -
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Un "Ode alla patata" che sarebbe di sicuro piaciuta a Neruda…
A me, le malinconiche riflessioni di questa pianta mi hanno un pò inquietato, sinceramente…
C'è il senso di abbandono, la precarietà della vita, e una certa rassegnazione.
Trasforma un fatto naturale in una cosa ingiusta, e non ne capisco il motivo…
O forse è proprio il fatto di scardinare le logistiche della vita che mi disturba: sei una pianta, nasci, cresci e muori, secondo il ciclo delle stagioni. Stop. Non hai bisogno della mia empatia, non hai bisogno di niente. Muori e basta.
Riesco a sentirmi meglio se leggo il tutto in chiave ironica: allora ci può stare la tristezza della pianta per non sentirsi più "amata", l'indifferenza che la circonda, e l'angelo (della morte…) che alita lì vicino.
Un mini perfetto, impeccabile…
Però, ecco, non so…
E' tra quelli che mi "turba" di più….