Diamo un senso ai commenti

Nuova regola nella costituzione di SPS

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    Penna suprema

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    Bar, per come la pensi sembra che a essere giudicata non sia l'opera stessa, ma il giudice che la giudica. Questa tua teoria è assurda. Ognuno ha i suoi limiti, il giudice estremo che tu tanto cerchi sta solo in Cielo.
     
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    :super-onion-smiley-111.gif: TOM!
     
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    Penna d'oca

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    E io dove l'avrei scritta una cosa del genere?
     
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    Dio della penna

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    CITAZIONE (Bar Abbas @ 7/2/2020, 17:11) 
    E io dove l'avrei scritta una cosa del genere?

    in effetti io avrei letto qualcosa di diverso.
    oltre tutto, la prima parte del tuo intervento è pari pari al mio pensiero.
    ed è uno dei motivi per cui è stato inserito questo post: dare un senso ai commenti.
    certo, non tutti riescono ad essere efficaci, nei commenti.
    io per primo ho grosse difficoltà a esprimere cosa penso di quanto letto.
    ma siamo tutti qui per imparare, no?
     
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    CITAZIONE (Bar Abbas @ 5/2/2020, 13:22) 
    Provo a esporre il mio pensiero. La quasi totalità dei commenti che ho ricevuto ai miei racconti in circa dieci anni di gara letterarie è di una banalità disarmante. Si riducono a un'esternazione di apprezzamento, o del suo contrario, suffragata da frasi di circostanza sempre generiche, del seguente tenore per fare un esempio: non è il mio genere, scritto bene ma non mi è piaciuta, oppure, troppo lungo o troppo corto, troppo barocco o poco moderno e amenità simili. O di segno diametralmente opposto con apprezzamenti positivi ma di identico tenore.
    Ho notato che non si tratta mai di giudizi di valore, in cui si esprimono le proprie convinzioni e le si sostengono punto a punto, ma di generiche condivisioni, del tipo dei like di quel posto che io non conosco, ma di cui ho letto qualcosa.
    Manca, a mio modo di vedere, una capacità di pensiero critico, che permetta di individuare gli elementi portanti e le contraddizioni di una narrazione, oltre che una competenza tecnica specifica grammaticale, sintattica, lessicale, per non dire narratologica.
    Ben venga dunque il commento costruttivo di E@ly.
    Chi siamo noi per esprimere giudizi, scrive Dafne.
    A parte che anche un semplice "mi piace tantissimo" costituisce un giudizio, io credo, forse a torto, che anche i semplici, spesso terribili, racconti pubblicati e disseminati di sito in sito appartengano alla categoria della forma d’arte e non a quello del semplice esercizio tecnico.
    E l’arte, lo pensava il defunto Heidegger in L’origine dell’opera d’arte, non solo non è il mero, personalissimo, tentativo di interpretare la realtà, ma ha a che fare essenzialmente con la Verità. L’opera d’arte realizza la verità dell’Ente, quindi disvela la verità della cosa che rappresenta o raffigura.
    Da questo indirizzo parte la necessità, da parte mia, di interpretare, di capire cosa voglia dire l’autore, e di esternare il mio modestissimo punto di vista in questo senso.
    Pertanto occorre sforzarsi d'esser complessi invece che semplici.

    È esattamente così. :iamgod.gif:
     
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    Penna d'oca

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    Ciao, E@ly, grazie per il benvenuto.
    E grazie a Mangal.
     
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    Momento, momento, momento, momento…
    Questo non è il mio commento di Batman!
    Comunque vi ammiro per l'indole indomita con la quale perseguite il vostro modello di rigore.
    Potrei essere la vostra nemesi, potrei, citando il sommo Nolan, asserire che quando una forza inarrestabile incontra un oggetto inamovibile...
    Ah ecco, era questo il mio commento di Batman?
    Mi sa di si e non mi piace, io odio Nolan!
     
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    Penna d'oca

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    Interessantissima discussione.
    Fra le più interessanti colte in giro (perché io giro, ficcanaso, mi intrigo, mi documento e agisco di conseguenza)
    Allora... premesso che sono d'accordo con l'esigenza sottesa al pensiero di Ecly e che capisco anche la (ingiustificata) sensazione di inadeguatezza che può spaventare qualcuno, vorrei aggiungere un tassello solo sfiorato da un intervento, Bucaneve88 mi pare, quando fa cenno a una sorta di griglia oggettiva - credo intendesse applicabile da tutti e basata sui criteri esposti nel post di avvio - utile a formulare un "giudizio" (sul testo, solo sul testo e mai sull'autore) il più possibile omogeneo e articolato sui criteri evidenziati dall'amministratore.
    Credo si possano individuare due modalità di valutazione: una (quella ricordata da Buck) per i testi in concorso che necessitano, appunto, criteri di valutazione omogenei per tutti; l'altra richiamata da Petunia e Bar Abbas più discorsiva e magari centrata su aspetti particolari che hanno colpito il lettore.
    Resta da stabilire, e qui torniamo al recente dibattito in tag, sull'esistenza di testi non in concorso letti e commentati.
    Ma questa, è un'altra storia.
    Una notazione, ancora, sul commento politically correct.
    Fin quando l'autore non sarà convinto che la critica è letteraria e non personale, credo non si andrà da nessuna parte.
    Un testo può /deve essere vivisezionato (con buona pace dell'autore) e commentato con leale durezza nell'unica ottica possibile, quella dichiarata da caipiroska, di evidenziarne i punti di debolezza, quelli di forza.
    Oltre questi limiti, è (inaccettabile) maleducazione. Ma qui entriamo nelle prerogative e nei compiti dei moderatori.
    Last but non least, i commenti in fotocopia.
    A mio avviso, i peggiori (aspetto che riguarda esclusivamente i concorsi, ovviamente) perché in grado di fare due danni: danneggiare un testo in concorso, fuorviare le valutazioni dell'autore.
    Bene.
    Credo di aver detto tutto.
    A presto.
     
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    Penna d'oca

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    Ridendo e scherzando son passati sei mesi. Leggere quell'accenno ai commenti fotocopia mi ha rammentato le sentenze per relationem. Dunque, a parte l'articolo 111 della Costituzione, che stabilisce l'obbligo della motivazione per i provvedimenti giurisdizionali, in Italia non esiste una disciplina organica di come debbano essere le sentenze. Solo la giurisprudenza stabilisce un divieto generico per le sentenze per relationem, cioè le motivazioni redatte riportando quanto gli estremi di un'altra. Come i commenti fotocopia insomma. Ma questo divieto non scritto viene ignorato da tutti i giudici (semplicemente riscrivendo e non riportando) tanto che in Cassazione quasi tutte le sentenze sembrano delle banali fotocopie.
    E alla fine la sentenza per relationem (senza esserlo), come il commento fotocopia (spesso una furba fotocopia), danneggia non solo la Giustizia nel suo complesso, ma anche le parti in causa. Un po' come i commenti fotocopia danneggiano concorsi e autori.
     
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38 replies since 6/10/2019, 14:07   1361 views
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