La vacanza

aut. mezzomatto

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    Dio della penna

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    Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.
    La famiglia Broccolini era infelice in modo molto peculiare: ogni componente si preoccupava della felicità degli altri membri.
    Sandrone, il capofamiglia, avrebbe preferito andare al mare, a pensione, come tutti gli anni, ma di sicuro gli altri avrebbe gradito una variazione di programma: una vacanza in montagna, in casa d’affitto. Cominciò a sudare copiosamente pensando alle pulizie che purtroppo sarebbero toccate a lui.
    Lo propose, in tono titubante: “Quest’anno non potremmo cambiare un po’ le nostre abitudini? Che ne dite di andare in montagna invece che al mare?”
    Anna ebbe un sussulto di sorpresa, poi interpretò il tono dimesso del marito come una supplica e proferì un appena udibile: “Dove?”
    “A Pratosolefiorito, una casa per vacanze, saremo come a casa nostra”.
    Anna pensò con terrore all’infernale mese di routine quotidiana che l’attendeva: lavare, stendere, stirare, cucinare, rammendare, incessanti bucati di indumenti pesanti sudati, e scarponi che avrebbero portata in casa terra, erba e sporco d’ogni genere. Ma per non litigare si rassegnò al volere del consorte e disse, serrando le mani a pugno: “Sembra un’ottima idea”.
    Luisella, la figlia, sognava di andarsene in vacanza sola con il suo fidanzato, Marco. Si torse le mani per il dispetto, nascondendole sotto al tavolo, fece il muso lungo, ma disse: “Sì, vengo volentieri in montagna, quest’anno. Peccato per Marco, che voleva andare per città d’arte”.
    “Può venire anche lui con noi” si affrettò a dire Sandrone. “C’è giusto una camera a letto singola. Lui può dormire lì e Mino dormirebbe con te. In più Marco insegnerebbe a Mino ad arrampicare su e giù per i bricchi. Hai visto che belle montagne ci sono sopra Pratosolefiorito?”
    In realtà si angosciava al pensiero che sua figlia e quel bel tomo del suo fidanzato potessero spassarsela sotto il suo naso, però, per la felicità di Luisella, si sforzava di essere un padre moderno.
    “Allora telefono a Marco e glielo propongo” concluse Luisella. Era angustiata dalla stretta convivenza che si sarebbe creata nella casa, e anche fuori. Impossibile fare una passeggiata sola con Marco, ci sarebbe sempre stato quel rompiscatole di Mino fra i piedi – “non vorrete mica lasciare solo quel povero ragazzo a girovagare sui monti?” sarebbe stato il ritornello della vacanza.
    Riuscì a sembrare quasi allegra quando chiamò Marco.
    “Sai, Marco, quest’anno abbiamo pensato di fare vacanze tranquille, lontano dai luoghi affollati e dal casino della riviera. Vorremmo andare in montagna”.
    Marco rimase in silenzio per un po’, prevedeva un agosto di m… poi bofonchiò “O.K. Vada per la montagna. Verrai anche tu ad arrampicare con noi, vero?”
    “Mi piacerebbe tanto starmene spaparanzata al sole, ma se la cosa ti piace, si verrò anch’io ad arrampicare.” Intanto pensava; “Che agosto di m… sarà”.
    “Ha detto sì, è ben felice di venire in montagna con noi” comunicò Luisella con voce spenta.
    “Bene, e tu che ne pensi, Mino?”
    Mino, sedici anni, era tremendamente incazzato. Gli sarebbero mancate le discoteche della riviera.
    “O.K: Pà, come vuoi tu”.
    “Ti affido Toffolino. Il cane ha bisogno di togliersi di dosso la ruggine della città, La montagna è l’ideale per i terrier, lui adora scorrazzare nei prati”.
    “E infilarsi in tutte le tane che trova. Che agosto di m…” pensò Mino, ma emise solo un grugnito.
    Negli occhi di Sandrone passò un lampo di rabbia mentre pensava che nessuno aveva mostrato il buon senso di sollevare obiezioni.
    Toffolino agitò freneticamente la coda e corse a prendere il guinzaglio. Sandrone lo portò a spasso, per sfogare il nervoso.
    Il viaggio fu poco meno che infernale. Tutta la città aveva deciso di partire alla stessa ora, per la stessa destinazione, e la velocità di crociera risultò leggermente superiore al passo d’uomo. Fortunatamente il grosso dei villeggianti seguì la strada principale verso la rinomata cittadina, regina di quel tratto delle Alpi, mentre la sola famiglia Broccolini prendeva lo sterrato per Pratosolefiorito. Un semiasse di Sandrone gradì molto poco una buca e si ruppe. Dovettero stiparsi sull’auto di Mauro per raggiungere la meta.
    Il paese era un agglomerato di quattro case, un’osteria e un negozio venditutto e basta. La casa affittata era quattro chilometri a monte.
    I primi due giorni li persero a recuperare i bagagli e a cercare un meccanico disposto a venire a prendere e riparare l’auto accidentata. La cifra pagata annullò del tutto il risparmio che Sandrone aveva sperato di fare. Un altro giorno lo persero per andare a riprendersela. Naturalmente furono giornate di splendido sole. Poi cominciò una pioggerella con nebbia. Toffolino aveva trovato una via di fuga dalla casa e, al rientro, si scuoteva di dosso una montagna di fango da far invidia a una ruspa.
    Il frigorifero era piccolo e il congelatore microscopico, quindi dovevano scendere al paesello a fare la spesa praticamente tutti i giorni. La centrifuga della lavatrice aveva i cuscinetti rotti e se ne andava a spasso per la casa con un ta-ta-ta-tam infernale. Rinunciarono a centrifugare e Anna si rassegnò a stendere i panni ancora grondanti. Sui fili del giardino quando non pioveva e, quando pioveva, su marchingegni di ogni genere, in bagno e in ogni angolo libero della casa.
    Di bagni ce n’era uno solo. Dovettero stabilire turni ferrei: prima i bisogni, in stretto ordine di età, poi le abluzioni, precedenza ai maschi.
    Quando tornò il sole i ragazzi si dedicarono alle escursioni. Le rocce di quel cazzo di posto erano degli schifosi scisti friabili, a qualche ora di marcia in salita. Manco un sasso da free-climbing nei paraggi.
    Il WiFi dei computer andava e veniva, la parabola della tv era orientata verso un satellite inglese, l’antenna fissa prendeva pochi canali, i cellulari spesso agganciavano una cella della vicina Svizzera e si trovavano in roaming senza volerlo.
    Le sere erano un tormento, ognuno nella sua camera. O meglio, Mino, al prezzo di una mancetta, in quella di Mauro. La trascorreva girovagando su youporn col suo tablet. Mauro in quella di Luisella, mai rilassati i due per il timore di improvvise incursioni dei genitori, i quali se ne stavano a guardare la TV in sala, angosciati perché sapevano benissimo come si erano sistemati i ragazzi, ma non osavano interferire per non essere giudicati dei cavernicoli.
    Nell’ultima settimana ci fu ancora qualche giorno di pioggia, poi apparve un bel sole.
    “L’ideale per andare a funghi” sentenziò Sandrone “Faremo una vagonata di porcini”
    Sventolò alla famiglia un libretto illustrato dal titolo: Come riconoscere i funghi mangerecci.
    L’indomani partirono inoltrandosi nel bosco di faggi. Incontrarono una anziana donna che aveva quattro o cinque porcini di dimensioni ciclopiche nel cesto.
    “Dove li ha trovati?” chiesero.
    “Lassù, oltre il filare di larici” disse.
    “Se li ha trovati lassù, perché li sta cercando quaggiù” borbottò Mino.
    “Taci” gli intimò il padre” e cammina”.
    Oltre i larici trovarono pochi striminziti funghi con il cappello e il gambo molto rosicati. Toffolino non dimostrò alcun interesse per la ricerca. Annusava qualunque cosa e seguiva tracce misteriose. Scorrazzò felice infilandosi in tutte le tane che trovava.
    Dopo alcune ore rinunciarono e scesero per il pranzo. Sulla via del ritorno si imbatterono casualmente in un gruppo di porcini. Li raccolsero esultanti e si avviarono cantando verso casa. Raggiunsero la donna che li aveva dirottati fuori dal bosco.
    “Secondo lei si possono mangiare?” le chiese Anna, mostrando il loro scarso raccolto
    “Sì, ottimi, sono proprio dei bei porcini” rispose la donna che però non aveva visto i funghi bacati, che erano sotto.
    Il risultato fu che sia il risotto sia il piatto trifolato risultarono gustosissimi e tutti ne fecero una scorpacciata.
    Ma nella notte un fungo briccone, forse uno di quelli bacati, chissà, strizzò loro lo stomaco e le budella. Fu una corsa al bagno, prima per vomitare, poi per la diarrea. Un servizio solo si rivelò un vero dramma e spesso dovettero correre nel prato, in pigiama. Toffolino, non volle saperne di uscire e scaricò dove gli capitava.
    Ci misero tutta la giornata successiva a riprendersi, e quella dopo a riassettare per benino la casa e riconsegnarla al proprietario. Il terzo giorno, di mattino presto, partirono.
    Di solito Mino si incollava a Mauro e Luisella e viaggiava con loro, ma una buona mancetta questa volta lo convinse a rimanere sull’auto dei genitori, sdraiato sul sedile posteriore, assieme a Toffolino.
    Prima di uscire dalla valle suonò il cellulare di Sandrone. Era Mauro che comunicava che la sua auto aveva problemi ai freni e che, per prudenza, doveva fermarsi da un meccanico per la riparazione. Non era il caso che tornassero a prendere Luisella, l’avrebbe accompagnata lui a casa quando avrebbe potuto rimettersi in moto.
    Il resto della famiglia Broccolini raggiunse felicemente la città. Sandrone telefonò a Mauro per sapere come andavano le cose.
    “La riparazione richiede un po’ di tempo” rispose “arriveremo a casa tardi stasera, forse dopo mezzanotte”.
    Se avesse ascoltato bene, Sandrone avrebbe udito in sottofondo il mormorio del torrente che scorreva a due passi dall’auto dove Luisella e Mauro si godevano, finalmente, una giornata di vera vacanza.
    Chiuse il telefono e guardò la moglie. Era molto provata e contentissima di tornare a casa.
    Forse non era così che dovevano andare le cose. Ma così stavano.
    "Nel complesso", rifletté, "sarebbero potute andare decisamente peggio".
     
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    Molto divertente, il termine calza a pennello a questa storia raccontata in modo disinvolto e scorrevole.
    Ci sono un po' troppe estreme conseguenze che sballottano il lettore senza dargli una vera e propria storia, ma è tutto perdonabile.
    L'episodio dell'avvelenamento da funghi l'avrei risparmiato, ma solo perché sono un esperto.
    Molto bravo.

    Edited by tommasino2 - 30/11/2020, 21:22
     
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    Ciao mezzomatto,

    ho deciso di commentare i racconti tramite una scheda. Eccola

    _Stile: brioso e quotidiano, dialoghi (e pensieri) veloci e freschi.
    _Contenuto: la storia sembra già vista in tanti film commedia, ma la tua felice aggiunta dei "pensieri" dei personaggi alza il tono della storia ricca di
    umorismo. Il tuo racconto mi offre la fotografia di una famiglia come tante, ricca di dialogo, ma anche di quieto vivere, di intoppi,
    ma anche di accoglienza dell'altro perché -come tu dici- " ogni componente si preoccupava della felicità degli altri membri".
    _Bicipit: Incipit ed excipit vestono il tuo racconto come un abito sartoriale. Complimenti.
     
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    Racconto spassosissimo che fa pensare a certi film panettone. Ben caratterizzati i personaggi che, di fronte a eventi e situazioni sgradite, per quieto vivere sono disposti a ingoiare il rospo, convinti anche di fare la felicità degli altri. Ottimo anche il finale dove finalmente si coglie un raggio di sole. Anche ben scritto. Complimenti.
     
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    CITAZIONE (tommasino2 @ 29/11/2020, 14:23) 
    La storia dell'avvelenamento da funghi l'avrei risparmiata, ma solo perché sono un esperto.
    Molto bravo.

    Grazie dei complimenti, ma ti chiedo una precisazione. La scena dei funghi nuoce al racconto o non è plausibile? Ti assicuro che a me è capitato un semiavvelenamento del genere descritto.
    Grazie dell'attenzione.
     
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    Nuoce, sembra un fotogramma di masterchef, non dico di eliminarla, ma di ridurla ai minimi termini.
    Un abbraccio.
     
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    Ciao Mezzomatto.

    Incipit e ecxcipit perfettamente integrati nel racconto. La scrittura è fluida e il taglio che hai dato alla storia offre più di uno spunto di riflessione nonostante tu l’abbia vestita di semplicità.
    Ti confesso che la storia è così credibile che nel leggerla mi è salita l’ansia. Complimenti.
     
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    Molto divertente, scrittura scorrevole e corretta: un racconto davvero piacevole da leggere. Mi ha ricordato certe estati della mia infanzia trascorse in un orribile paesino del basso trentino che non voglio nominare... Unica pecca, se devo trovarne una, un po' ridondante: qualche parte l'avrei asciugata. Nel complesso un'ottima prova.
     
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    Penna d'oca

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    Ciao, effettivamente mi ricorda vagamente un Natale a.... Solo che i "casini" succedevano sempre a uno max due dei protagonisti!😅 Divertente, ritmo sostenuto, protagonisti credibili complimenti!
     
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    Che agosto di m... Letteralmente, a causa di un fungo bacato! XD
    Racconto frizzante e divertente, pieno di persone che, credendo ognuna di fare il bene altrui, si sono ritrovate a peggiorare la situazione.
    Non dubito che l'anno successivo sarà in riviera.
    Lo stile ironico si accorda benissimo al soggetto della storia.
    Ottimo lavoro!
     
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    Penna furiosa

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    Ciao Mezzomatto,

    il tuo è davvero un racconto fresco, divertente, che intrattiene piacevolmente.
    Chissà perché ma è sempre così, quando non capitano a noi certi inconvenienti ci divertono.
    Devo dire che mi è piaciuta questa tua chiave di lettura, questo tuo messaggio tra le righe: non sempre essere accomodanti è un bene. Esseri sinceri, senza mancare di rispetto a nessuno è sempre la cosa migliore da fare.
    Ho notato una cosa, il fidanzato di Luisella nella prima parte è Marco, poi quando partono si trasforma in Mauro.
    Nota cinematografica, anche se il film non lo ricordo benissimo, il tuo impianto mi ha fatto venire in mente le vacanze della famiglia Passaguai, anche se loro si trovavano al mare.
    Io comunque da rivierasco scelgo sempre il mare =)
     
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    Il Conte

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    Mi sono divertito molto leggendo questo racconto.
    Ha un buon ritmo e la giusta dose di sfighe, a volte gratuite, che fanno sempre sorridere.
    Apprezzo molto la tua ironia che è fatta anche di frasi, non solo di situazioni.

    Una curiosità da pignoletto: ma il free roaming europeo copre anche la Svizzera? ;)
     
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    Penna stilografica

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    CITAZIONE (NovelleVesperiane @ 1/12/2020, 17:18) 
    Una curiosità da pignoletto: ma il free roaming europeo copre anche la Svizzera? ;)

    Non farmi domande tecniche, sono ignorante in materia. So solo che ero nelle vicinanze del confine svizzero. il mio cell ha agganciato una cella svizzera e mi sono trovato a pagare un casino di extra.In pratica ogni mia telefonata nazionale era diventata internazionale.
    Il tecnico a cui mi sono rivolto per svincolare il cell. dall'estero mi ha detto qualcosa a proposito del roaming, ma, francamente, non te lo so ripetere.
     
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    Soldato semplice

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    Una vacanza che non piace a nessuno, ma tutti tacciono e acconsentono credendo di essere nel giusto.
    un racconto leggero come ci si aspetta dal titolo, uno spaccato di vita che attira simpatia per quelle situazioni paradossali che a volte si verificano e rendono tutto tragicomico come la faccenda dei funghi.
    Linguaggio colloquiale, aderente al tema della storia molto probabilmente realtà romanzata.
    giusto inserimento incipit excipit.
    ti ho letto con vero piacere. un buon racconto.
     
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    Penna stilografica

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    Ma come siete buoni, ma come siete bravi, ma come siete belli.
    Grazie a tutti per la simpatia con cui avete accolto il mio raccontino.
    Vedrò di mandare qualcosa anche in racconti lunghi e in racconti brevi, così ci conosceremo meglio (e prometto anche di frequentare quelle stanze, a cui ho dato solo un'occhiata veloce fino a ora). Al momento vorrei riservare le mia scarse energie ai racconti del concorso Flash.
     
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