La vita dopo

aut. Daxcosti

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    Dio della penna

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    La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l’amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive. Mi sorprendo spesso di primo mattino davanti alla finestra della cucina, caffè fumante tra le mani e con lo sguardo che insegue i raggi di un sole che albeggia faticosamente tra le nubi scure e minacciose che sovrastano la città, a rimuginare sul senso della vita! Mi faccio proprio delle domande dandomi delle risposte come se fossero frutto di una verità assoluta e inconfutabile! Tutto questo, in effetti, lo devo a mia madre che da piccolino, durante i pomeriggi di pioggia noiosi e cupi mi diceva sempre:
    “quando piove bisogna approfittare per meditare su se stessi per diventare migliori”
    io ci credevo, stavo li alla finestra a guardare fuori pensando e ripensando… spesso finivo a fare i disegnini con l’ indice sul vetro appannato, capii poi, che in realtà era una scusa per farmi stare buono.

    Anche oggi dunque piove, ma io avevo un obbiettivo preciso, Gianluca il raccomandato, dovrà farsi da parte quando sarò promosso direttore della Kirion, erano anni che lavoravo sacrificando tutta la mia vita perdendo moglie e libertà, tutto per la giusta ricompensa che cambierà la mia vita per sempre!
    Ho scelto con cura il vestito stirato di tutto punto elegante ma moderno e il mocassino lucido (oggi ci saranno foto e festeggiamenti da ricordare per sempre), esagero e metto su la mia cravatta fortunata quella blu petrolio con i rombi gialli regalo della mia ex moglie, premio, per quando sono stato assunto, da allora quando la indosso sento ancora quell’energia e felicità che quel giorno provai. Niente mezzi, se faccio tardi meglio andare in auto tanto sono in notevole anticipo non avrò problemi per il parcheggio, ultima occhiata allo specchio con sistemata al nodo della cravatta, profumo vincente e direi che ci siamo, si parte!
    Come previsto arrivo con lauto anticipo e trovo il miglior parcheggio possibile
    “vedi che la cravatta già sta funzionando” penso sorridendo, salgo in ufficio, un bel respiro prima di aprire la porta che mi regalerà un posto migliore nel Mondo!
    Ma questo non è un mondo giusto e così Gianluca diventa il nuovo direttore!
    Finisco il turno, è sera quando scendo dall’ufficio e ogni gradino mi sprofondava sempre più nella disperazione. Devo tornare a casa ma non ne ho voglia, sono in affitto dopo la separazione da mia moglie, 2 camere, bagno e cucina utile giusto quando mi “tocca” il fine settimana con Petra mia figlia, alla fine decido di fermarmi al Pitch, così almeno mangio qualcosa e bevo...soprattutto bevo!
    Me ne sto qui su questo tavolo a guardare la TV una di quelle appese in alto nell’angolo lontano in fondo al bancone del bar che trasmette la partita di non so che cosa e senza audio credo, tanto tra musica e il frastuono dei clienti nessuno sentirebbe nulla lo stesso, credo che l’unico veramente interessato è Pitch, ossia il titolare che non ho idea di come si chiami dunque l’ho battezzato col nome del pub, e se ne sta dietro il bancone appoggiato con i palmi incastonati nel top di legno, sguardo biforcuto tra la TV e l’ingresso del bagno.
    - ha finito? Posso togliere? La cameriera che appare d’improvviso
    - si certo fai pure 
    - la birra la lascio ne ha ancora mezza!
    - ma si grazie lascia lascia
    mentre passa oltre sento il suo profumo dolce e il naso seguendo la sua scia mi fa ruotare la testa ed è li che mi sono accorto di me stesso, riflesso proprio su quel bancone specchiato del bar alla mia destra, anche se qui al Pitch siamo in penombra si vedeva perfettamente il mio alone da sfigato! Non metterò mai più questa cravatta di merda!
    “Ma cosa ti vuoi aspettare” mi dico, “sei venuto qui per affogare i tuoi dispiaceri e neanche un birra ti sei finito! E poi alzati, guardati bene, sei l’unico col vestito della domenica in mezzo ai camionisti!”
    Pago il conto e mi rifugio in auto, mentre ingrano la prima penso che questo rientro a casa sarà amaro più del solito, accendo la sigaretta elettronica al sapore di “depressione” e accompagnato da un roboante temporale mi metto alla guida. Non si vede bene per la fitta pioggia tanto che i tergicristalli non erano più sufficienti e il vetro inesorabilmente appannato. Prendo il cellulare dovevo avvisare i miei amici colleghi che volevano la mia gloria, mando un vocale in cui con sportività elogio rivale e concludo con sfrontata sicurezza e superiorità:
    - in fondo me lo aspettavo!
    proprio loro che facevano il tifo per me mi avrebbero capito, rincuorato e spalleggiato, ma il temporale scaricava a terra tutta la sua furia pensai a quelle gocce di pioggia come fossero lacrime, le mie!
    Intanto saette scagliate dal cielo plumbeo illuminavano a giorno la strada davanti a me, in queste situazioni mi viene alla mente mio padre, diceva che i secondi che intercorrono tra il fulmine e il tuono equivalgono ad 1km di distanza dal centro della perturbazione cosa che lui da capitano di marina considerava molto pericoloso, le due cose ora in effetti, andavano all’unisono!
    Per fortuna sono arrivato sotto casa, non trovo l’ombrello devo averlo lasciato al Pitch, ma visto il mio pessimo umore me ne frego, poi erano già le 2 del mattino, nessuno dei miei amici ha ascoltato o risposto al mio messaggio ...ero stanco, sfinito e mi aspettava un domani deprimente!
    Scendo dall’auto e un tuono fortissimo mi fa tremare i piedi, volgo istintivamente lo sguardo verso l’alto, ero completamente zuppo quando una luce calda mi avvolge e senza che ne avessi contezza mi trovo a terra! La pioggia era battente feci per alzarmi e guardandomi intorno cerco spiegazioni, vedo la mia 24 ore a terra provo a prenderla senza riuscirvi, d’improvviso un auto che frena e quasi mi investe e mentre urlo cosa penso di sua madre, quest’uomo scende senza calcolarmi e va davanti alla sua auto, disteso sull’asfalto vedo il mio corpo!
    Non riuscivo ancora a capire ma quando al telefono l’uomo pronunciò le parole: “non so se è morto” capii e rimasi a guadare tutto il tempo anche quando gli uomini dell’ambulanza col volto di chi mi dava per spacciato, mi presero e portarono via!
    Tutto fradicio, incazzato e depresso vagavo senza meta come un...fantasma, sarà questo il destino di chi muore?
    Mentre le mie lacrime e le gocce di pioggia si confondevano tra loro penso a Gianluca con le sue grasse risate e festeggiamenti… a questa disfatta, in fondo la mia vita non aveva gran valore e come offerta speciale vengo svenduto al primo fulmine che capita!
    Mi fermo sotto un ponte seduto tra le lacrime, le ingiurie e il mio futuro appena asfaltato dalla sorte, ad un tratto sbuca dall’oscurità una vecchia barbona
    - Quando piove in questo modo è sempre una giornata storta!
    - scusa ma tu mi vedi?
    - ragazzo certo che ti vedo, sono vecchia mica scema che parlo da sola?! 
    Invadente si siede accanto. La vecchia mi parla per un tempo infinito della sua vita dura, che è sola e ha fame…
    - senti vecchia, io non so come fai ma io non ho voglia di sentire le tue menate, ma poi chi se ne frega e io che ti sto pure a sentire ...IO SONO MORTO!

    Faccio per allontanarmi e la vecchia mi afferra per il braccio bloccandomi, lo sguardo! I suoi occhi pieni neri, profondissimi io, immobilizzato come fossi stato ibernato istantaneamente, terrorizzato!
    - A volte bisogna perdersi prima di scoprire il senso della propria vita! Dice con voce profonda, maschile di quelle che non puoi immaginare uscire dalla bocca di un uomo!
    Molla il braccio tornando nell’oscurità, io rimango rigido ancora un paio di secondi poi mi decido e la seguo ma il buio sotto il ponte mi inghiotte e cado nel vuoto più profondo.
    Mi ritrovai davanti al mio letto di ospedale, la luce del giorno illumina tutta la stanza e accanto al “me” quello disteso, vi è Gianluca!
    - Sei venuto ad assicurarti che non possa più nuocere? - penso Lui senza distogliere lo sguardo dal mio letto
    - Ciao Matteo, volevo dirti che i tuoi amici, cari colleghi, non sanno neanche dove sei ricoverato da quando sono il nuovo direttore mi leccano il culo tutti i giorni e il capo è molto contento del mio operato , pensa, ti ha già sostituito… nonostante tutto però, ti stimo! Ho sempre ammirato le tue capacità, questa promozione spetterebbe a te e sarebbe stato un onore lavorare assieme, questo è tutto addio! ...e perdonami ma non dirò mai a nessuno che sono venuto qui, credo che capirai, non voglio che mi pensino debole o inferiore a te!
    La mia testa riprese a turbinare e fu buio intenso ...come se qualcuno avesse spento la luce per poi riaccenderla d’improvviso, i miei occhi ormai abituati all’oscurità faticano a definire i contorni della stanza e capisco che mi trovo di nuovo davanti al mio letto ma sta volta vi è Vittoria la mia ex moglie, con mia figlia piangenti e sedute accanto al letto. Già il solo vederle mi regalava una sensazione piacevole, calda e accogliente, ma io gli stavo di fronte a guardarle mentre il mio corpo livido steso su quel letto si prendeva tutte quelle attenzioni, io mi sentivo il peso della loro sofferenza!
    -Amore di mamma, vedrai ce la farà lo sai che è forte e determinato! -Mamma non voglio che ci lascia da soli mi manca!
    -Lo so amore, mi manca “da tanto”anche a me!

    Sentivo scendermi una lacrima sul viso “anche i fantasmi piangono?” pensai, poi capii che stava succedendo davvero, mi stavo risvegliando!

    -Vittoria, Petra…qualcuno mi disse che dovevo perdere me stesso per trovare il senso della vita! Furono le mie prime e uniche parole che riuscii a pronunciare e ci abbracciammo così forte da capire che non ci saremmo mai più persi, anche se negli occhi di Vittoria leggevo un intransigente dubbio, non abbiamo mai smesso di amarci, ma probabilmente ciò che le frullava in testa era che
    forse non era così che dovevano andare le cose. Ma così stavano. “Nel complesso”, rifletté, “sarebbero potute andare decisamente peggio”.
     
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    Ciao Daxcosti.
    La vita dopo. Trovo azzeccata la scelta del titolo che sintetizza bene la storia che hai scritto.
    L’aggancio con l’incipit è fluido e hai trovato una buona chiave per proseguire il racconto.
    Anche il finale risulta la naturale conclusione della storia e dunque l’obiettivo bicipit mi pare più che centrato.
    Per quanto riguarda la narrazione in sé, trovo che ci siano ampi margini di miglioramento. Non so da quanto tempo tu scriva, per cui scusami se azzardo nel dire che la scrittura è piuttosto acerba.

    CITAZIONE
    Mi sorprendo spesso di primo mattino davanti alla finestra della cucina, caffè fumante tra le mani e con lo sguardo che insegue i raggi di un sole che albeggia faticosamente tra le nubi scure e minacciose che sovrastano la città, a rimuginare sul senso della vita! Mi faccio proprio delle domande dandomi delle risposte come se fossero frutto di una verità assoluta e inconfutabile!

    Questo periodo è piuttosto lungo e un po’ faticoso da leggere. Mi suona strano che tu abbia scritto che ti sorprendi “spesso” come se ci fossero sempre nubi scure e minacciose a sovrastare la città.
    Quell’avverbio “faticosamente” lo toglierei. Tutti gli avverbi in “ente” rallentano la lettura e non aggiungono nulla al senso della frase. Trovo ridondante anche l’uso dei punti esclamativi.

    CITAZIONE
    quando piove bisogna approfittare per meditare su se stessi per diventare migliori”

    Quando deve essere maiuscolo. Manca la punteggiatura alla fine della frase.
    CITAZIONE
    io ci credevo,

    ci vuole la maiuscola all’inizio di un nuovo capoverso.

    CITAZIONE
    Anche oggi dunque piove, ma io avevo un obbiettivo preciso, Gianluca il raccomandato, dovrà farsi da parte quando sarò promosso direttore della Kirion, erano anni che lavoravo sacrificando tutta la mia vita perdendo moglie e libertà, tutto per la giusta ricompensa che cambierà la mia vita per sempre!

    Qui c’è un problema di concordanza nell’uso dei tempi verbali. Cominci con il presente indicativo Anche oggi dunque piove, prosegui con l’imperfetto ma io avevo un obbiettivo preciso Vai vanti con il futuro dovrà farsi da parte quando sarò promosso direttore della Kirion, Poi di nuovo imperfetto e ancora futuro.
    Potresti risolvere utilizzando il corsivo per i pensieri del protagonista,ma dovresti riformulare la frase in modo più semplice. Inserire che hai sacrificato la famiglia per la carriera, è una informazione che rallenta il ritmo in questa fase. Forse sarebbe stato più efficace un dialogo tra moglie e marito da cui si capisse che l’uomo aveva sacrificato la famiglia. Tipo:
    «Accompagni tu Petra a scuola stamani?»
    «Ma come ti viene in mente? Lo sai che non posso arrivare in ritardo.»
    «Pensi solo a te stesso e alla tua maledetta carriera!»
    Scusa, ho improvvisato, ma solo per farti capire che a volte è meglio far fare due più due al lettore piuttosto che servirgli la realtà già confezionata.
    CITAZIONE
    come un...fantasma,

    Dopo i puntini di sospensione ci vuole sempre lo spazio.

    CODICE
    - A volte bisogna perdersi prima di scoprire il senso della propria vita! Dice con voce profonda, maschile di quelle che non puoi immaginare uscire dalla bocca di un uomo!

    Qui ci si confonde. Toglierei “maschile” forse la voce anziché “profonda” poteva essere “cavernosa”.

    CITAZIONE
    “vedi che la cravatta già sta funzionando”

    il pensiero puoi scriverlo direttamente in corsivo senza usare le virgolette. vedi che la cravatta già sta funzionando

    CITAZIONE
    sentire ...IO

    lo spazio si deve mettere dopo i puntini di sospensione. sentire... IO
    CITAZIONE
    da tanto”anche a me!

    qui manca lo spazio dopo le virgolette.

    Termino qui. In realtà ci sono molte correzioni da fare sia dal punto di vista della forma (i tempi verbali sono tutti da rivedere), sia per quanto riguarda la punteggiatura.
    Ti segnalo che per i dialoghi è preferibile utilizzare le caporali « » perchè ti permettono di avere più possibilità di usare altri simboli come le virgolette alte “ “, magari per citare un dialogo passato.

    Il contenuto nell’insieme si inserisce bene all’interno delle tracce che hai scelto.

    Spero di esserti stata utile. A rileggerti!
     
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    Il racconto è scritto bene. Un racconto piento, in cui la vicenda segue l'evolversi (cioè la rovina) delle aspettative del protagonista.
    La malinconia ed il magone colano lungo le tue righe esprimendo bene lo stato d'animo di questo povero "scartato".
    Nel complesso, devo dirtelo, ho trovato lintero testo un po' pesante. Non è un difetto, ma non è nemmeno una cosa che gradisco molto: ma è il tuo stile penso e sicuramente verrà apprezzato da altri.
    Quanto alla trama, se pur il tema del "fantasma che rivaluta la vita che ha odiato" è stato già trattato, sei riuscito comunque a proporla in una veste interessante ed originale.
    Molto bello il personaggio della barbona.
     
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    La trama è carina, il tema della promozione mancata a causa di un raccomandato e la sfortuna che si accanisce impietosa sul protagonista sono un ottimo proseguimento dell'incipit che conduce alla sua naturale conclusione. Poteva andare peggio, il protagonista poteva morire colpito da un fulmine.
    Lo stile, come ti è già stato segnalato, è invece molto acerbo.
    Comprendo che gran parte del testo si snodi come un flusso di coscienza e che quindi l'utilizzo della punteggiatura sia a discrezione dello scrittore ma, secondo me, qualche punto in sostituzione delle virgole avrebbe giovato alla comprensione del testo.
    Ci sono poi da rivedere i tempi verbali, che saltano dal presente al passato remoto in modo molto confusionario, come se tu avessi scritto il racconto prima al passato remoto, poi avessi deciso di scriverlo al presente e, nel farlo, avessi tralasciato per errore alcune frasi.
    In ultimo, un mio parere personale. Non è un errore, ci sono autori pubblicati che hanno fatto dell'abbondanza di punti esclamativi la loro firma, ma è un impiego della punteggiatura che non apprezzo in modo particolare e che trovo superfluo. Quest'ultimo è solo un parere soggettivo in merito al tuo stile. Ogni autore, poi, fa le scelte che ritiene più opportune.
    Dietro ogni vezzo stilistico, so bene che c'è sempre una ragione ;-)
     
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    CITAZIONE (Petunia @ 30/11/2020, 08:52) 
    Ciao Daxcosti.
    La vita dopo. Trovo azzeccata la scelta del titolo che sintetizza bene la storia che hai scritto.
    L’aggancio con l’incipit è fluido e hai trovato una buona chiave per proseguire il racconto.
    Anche il finale risulta la naturale conclusione della storia e dunque l’obiettivo bicipit mi pare più che centrato.
    Per quanto riguarda la narrazione in sé, trovo che ci siano ampi margini di miglioramento. Non so da quanto tempo tu scriva, per cui scusami se azzardo nel dire che la scrittura è piuttosto acerba.

    CITAZIONE
    Mi sorprendo spesso di primo mattino davanti alla finestra della cucina, caffè fumante tra le mani e con lo sguardo che insegue i raggi di un sole che albeggia faticosamente tra le nubi scure e minacciose che sovrastano la città, a rimuginare sul senso della vita! Mi faccio proprio delle domande dandomi delle risposte come se fossero frutto di una verità assoluta e inconfutabile!

    Questo periodo è piuttosto lungo e un po’ faticoso da leggere. Mi suona strano che tu abbia scritto che ti sorprendi “spesso” come se ci fossero sempre nubi scure e minacciose a sovrastare la città.
    Quell’avverbio “faticosamente” lo toglierei. Tutti gli avverbi in “ente” rallentano la lettura e non aggiungono nulla al senso della frase. Trovo ridondante anche l’uso dei punti esclamativi.

    CITAZIONE
    quando piove bisogna approfittare per meditare su se stessi per diventare migliori”

    Quando deve essere maiuscolo. Manca la punteggiatura alla fine della frase.
    CITAZIONE
    io ci credevo,

    ci vuole la maiuscola all’inizio di un nuovo capoverso.

    CITAZIONE
    Anche oggi dunque piove, ma io avevo un obbiettivo preciso, Gianluca il raccomandato, dovrà farsi da parte quando sarò promosso direttore della Kirion, erano anni che lavoravo sacrificando tutta la mia vita perdendo moglie e libertà, tutto per la giusta ricompensa che cambierà la mia vita per sempre!

    Qui c’è un problema di concordanza nell’uso dei tempi verbali. Cominci con il presente indicativo Anche oggi dunque piove, prosegui con l’imperfetto ma io avevo un obbiettivo preciso Vai vanti con il futuro dovrà farsi da parte quando sarò promosso direttore della Kirion, Poi di nuovo imperfetto e ancora futuro.
    Potresti risolvere utilizzando il corsivo per i pensieri del protagonista,ma dovresti riformulare la frase in modo più semplice. Inserire che hai sacrificato la famiglia per la carriera, è una informazione che rallenta il ritmo in questa fase. Forse sarebbe stato più efficace un dialogo tra moglie e marito da cui si capisse che l’uomo aveva sacrificato la famiglia. Tipo:
    «Accompagni tu Petra a scuola stamani?»
    «Ma come ti viene in mente? Lo sai che non posso arrivare in ritardo.»
    «Pensi solo a te stesso e alla tua maledetta carriera!»
    Scusa, ho improvvisato, ma solo per farti capire che a volte è meglio far fare due più due al lettore piuttosto che servirgli la realtà già confezionata.
    CITAZIONE
    come un...fantasma,

    Dopo i puntini di sospensione ci vuole sempre lo spazio.

    CODICE
    - A volte bisogna perdersi prima di scoprire il senso della propria vita! Dice con voce profonda, maschile di quelle che non puoi immaginare uscire dalla bocca di un uomo!

    Qui ci si confonde. Toglierei “maschile” forse la voce anziché “profonda” poteva essere “cavernosa”.

    CITAZIONE
    “vedi che la cravatta già sta funzionando”

    il pensiero puoi scriverlo direttamente in corsivo senza usare le virgolette. vedi che la cravatta già sta funzionando

    CITAZIONE
    sentire ...IO

    lo spazio si deve mettere dopo i puntini di sospensione. sentire... IO
    CITAZIONE
    da tanto”anche a me!

    qui manca lo spazio dopo le virgolette.

    Termino qui. In realtà ci sono molte correzioni da fare sia dal punto di vista della forma (i tempi verbali sono tutti da rivedere), sia per quanto riguarda la punteggiatura.
    Ti segnalo che per i dialoghi è preferibile utilizzare le caporali « » perchè ti permettono di avere più possibilità di usare altri simboli come le virgolette alte “ “, magari per citare un dialogo passato.

    Il contenuto nell’insieme si inserisce bene all’interno delle tracce che hai scelto.

    Spero di esserti stata utile. A rileggerti!

    Posso solo dirti, grazie🤗 sono qui per questo, so di essere acerbo. Il termine cavernicolo direi perfetto, chissà perché non mi è venuto! 👍

    CITAZIONE (_kiriku_ @ 30/11/2020, 11:01) 
    La trama è carina, il tema della promozione mancata a causa di un raccomandato e la sfortuna che si accanisce impietosa sul protagonista sono un ottimo proseguimento dell'incipit che conduce alla sua naturale conclusione. Poteva andare peggio, il protagonista poteva morire colpito da un fulmine.
    Lo stile, come ti è già stato segnalato, è invece molto acerbo.
    Comprendo che gran parte del testo si snodi come un flusso di coscienza e che quindi l'utilizzo della punteggiatura sia a discrezione dello scrittore ma, secondo me, qualche punto in sostituzione delle virgole avrebbe giovato alla comprensione del testo.
    Ci sono poi da rivedere i tempi verbali, che saltano dal presente al passato remoto in modo molto confusionario, come se tu avessi scritto il racconto prima al passato remoto, poi avessi deciso di scriverlo al presente e, nel farlo, avessi tralasciato per errore alcune frasi.
    In ultimo, un mio parere personale. Non è un errore, ci sono autori pubblicati che hanno fatto dell'abbondanza di punti esclamativi la loro firma, ma è un impiego della punteggiatura che non apprezzo in modo particolare e che trovo superfluo. Quest'ultimo è solo un parere soggettivo in merito al tuo stile. Ogni autore, poi, fa le scelte che ritiene più opportune.
    Dietro ogni vezzo stilistico, so bene che c'è sempre una ragione ;-)

    Grazie, sono qui per migliorare, mi ripeto lo so ma è la verità, il confronto mi interessa più di tutto.
     
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    Grazie, sono qui per migliorare, mi ripeto lo so ma è la verità, il confronto mi interessa più di tutto.

    E fai benissimo! Sono qui per lo stesso motivo, per avere uno scambio di opinioni e migliorare.
    Ho aderito a questo concorso proprio in virtù della modalità forum :)
     
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    Buon inserimento dell'incipt nel racconto che ha preso una piega sfortunata per il protagonista perseguitato dagli eventi non certo a suo favore.
    Mi è piaciuta la storia col lieto fine e prettamente centrato l'obiettivo bicipt, per il resto ti hanno già fatto notare i tempi verbali da rivedere e alcune dimenticanze,
    non faccio altre osservazioni. Una buona prova!
     
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    L’idea è senz’altro buona e, in qualche modo, originale. Puoi farne un bel racconto ma, come altri ti hanno fatto notare, devi prima far concordare i tempi verbali e riordinare la punteggiatura. Meriti, comunque, un incoraggiamento e un plauso per il coraggio dimostrato e l’umiltà con cui sai accettare le critiche. Insisti e otterrai delle soddisfazioni, la fantasia non ti manca.
     
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    Mi hai ricordato James Steward nel film 'La vita è meravigliosa'.
    Almeno il finale è simile, la riscoperta degli affetti veri e semplici e del piacere di farne parte.
    Sei bravo a raccontare cose che fa piacere leggere. Ritrovi la ex moglie, ritrovi tua figlia.
    Sei uno scrittore speciale che ha dentro di sé un desiderio infinito di ricostruire la sua famiglia.
    O è solo una palestra per te questo foglio, e alleni emozioni?
    Comunque sia, io sto con te, dalla tua parte.
    Bravissimo.
     
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    Una vita che ricomincia dopo molti fallimenti: il declino della vita coniugale, la delusione nel campo lavorativo.
    La storia è molto coinvolgente e il personaggio ben delineato , la forma ha delle pecche che ti hanno già evidenziato,
    solo aggiungo una piccola cosa al posto del 2 camere, 2 di notte valigetta 24 ore non userei i numeri ma le lettere, due camere, due di notte ecc.
    Il finale dolcissimo e pieno di speranza dà forza a tutto il racconto , si può ricominciare ed è bellissimo.
    incipit ed excipit si legano al tuo racconto in maniera eccellente.
    A rileggerti. :emoticons-saluti-6.gif?w=593:
     
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    Ciao.
    Trovo tante inesattezze e tanti refusi. Ho visto che te ne hanno già segnalato diversi, ma mi sembra che questo non l'abbiano segnalato:
    " Non si vede bene per la fitta pioggia tanto che i tergicristalli non erano più sufficienti " dove mischi presente e passato (adesso non si vede ma i tergi non erano sufficienti)
    Anche questa frase suona male:
    "Prendo il cellulare dovevo avvisare i miei amici colleghi che volevano la mia gloria " Direi che la punteggiatura è un po' carente e poi "i colleghi volevano la tua gloria? Avranno voluto festeggiarti.. "volevano la mia gloria" mi suona proprio male.
    In questo punto:
    "Per fortuna sono arrivato sotto casa, non trovo l’ombrello devo averlo lasciato al Pitch, ma visto il mio pessimo umore me ne frego, poi erano già le 2 del mattino, nessuno dei miei amici ha ascoltato o risposto al mio messaggio ...ero stanco, sfinito e mi aspettava un domani deprimente!" oltre a continuare a mischiare i verbi, dici che il protagonista rincasa alle 2 e dice che "lo aspettava un domai deprimente". Cambierei con "giornata" o cose del genere: dopo tutto mancano 6 o 7 ore all'inizio del lavoro.

    Ce ne sarebbero altre da segnalare, ma il senso è quello: il testo va semplicemente rivisto e riordinato.
    Incipit ed excipit mi sembrano ben amalgamati alla storia, e la storia stessa è abbastanza originale.
    I personaggi sono un po' stereotipati: il raccomandato che viene a gongolare sul letto d'ospedale dell'avversario ma, come tutti i bulletti, non vuole che si sappia per non "perdere la faccia". Non so, mi sembra eccessivo. Non nego che ci sia anche della gente così, ma mi sembra un tentativo di dipingere un cattivo (raccomandato e quindi, per forza, inetto, arrivista e menefreghista) molto cattivo come se le persone non avessero tante sfaccettature.
    Allo stesso modo la moglie che sul letto d'ospedale lo piange e lo invoca e quando stava bene, magari, gli tirava le coltellate.
    Mi sembrano personaggi un po' troppo semplici e ovvi.
    Però la storia c'è mentre tante volte, a fronte di una scrittura perfetta, si leggono delle storie banali che alla fine ti fanno esclamare.. "e quindi?"

    Non demordere perchè basta solo un po' di cura e di attenzione in più.
    Alla prossima.
     
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    Penna furiosa

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    Prima di tutto voglio dire che mi è piaciuto il tuo messaggio, tratti una tematica che mi appassiona da sempre.
    Forse sarò talebano in questo aspetto, però ho sempre considerato un idiota chi sacrifica la famiglia per il lavoro. Non so, mi sono sempre detto che le due cose possono coesistere, oppure se non si è capaci di farlo si fa una scelta: ti vuoi dedicare anima e corpo al lavoro? Allora non ti sposi e non metti al mondo un figlio.
    Ma dedicare una vita intera al lavoro, a una o più promozioni, magari nell'ambito di un lavoro che non gratifica neppure particolarmente ma solo per astratta ambizione, e in tutto questo tralasciare il nucleo che ti sta vicino, che nessuno ti ha obbligato a creare, per me è inconcepibile.
    Quindi il soggetto della storia l'ho apprezzato molto, sulla forma invece come ti hanno detto c'è molto da rivedere. Gli aspetti principali sono due:
    1-Il ritmo del brano è confusionario e caotico. Utilizza la punteggiatura, ci sono periodi che non finiscono mai, un turbine di parole che stordisce il lettore.
    2-I tempi verbali: mi passi dal presente al passato all'imperfetto all'interno della stessa frase. Fai una scelta di fondo, decidi se procedere con una narrazione tutta al presente o tutta al passato e portala avanti.
    Po c'è questo passaggio che non mi convince: ciao Matteo, volevo dirti che i tuoi amici, cari colleghi, non sanno neanche dove sei ricoverato da quando sono il nuovo direttore mi leccano il culo tutti i giorni e il capo è molto contento del mio operato , pensa, ti ha già sostituito… nonostante tutto però, ti stimo! Ho sempre ammirato le tue capacità, questa promozione spetterebbe a te e sarebbe stato un onore lavorare assieme, questo è tutto addio! ...e perdonami ma non dirò mai a nessuno che sono venuto qui, credo che capirai, non voglio che mi pensino debole o inferiore a te!> Non so, mi pare molto contorto, cioè i colleghi non lo vanno a trovare perché se ne sbattono che oramai c'è il nuovo capufficio, Gianluca invece va, perché lo stima, dice addirittura che la promozione sarebbe stato giusto darla a lui e poi alla fine si congeda dicendogli che per non sembrare un inferiore come lui non dirà a nessuno di essere passato in ospedale a trovarlo. Tutto troppo cervellotico, io questa parte la toglierei.
     
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    Scrivano

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    La storia mi è piaciuta molto, ma, come ti hanno già fatto notare prima di me, c'è una notevole revisione sintattico/stilistica da fare per rendere il testo corretto. Bella storia, in ogni caso... Bye! :)
     
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    Dio della penna

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    mah, mi spiace passare per cattivo ma devo fare tante osservazioni, purtroppo.
    la punteggiatura è completamente da rivedere, mancano virgole e punti a iosa.
    mancano anche tante maiuscole a inizio dialogo o inizio frase.
    i tempi verbali non si trovano e passi dal presente al passato in modo esagerato.
    in compenso, la storia è buona e così le descrizioni.
    mi raccomando, fai una bella revisione generale e ne esce un'ottima storia
     
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    Penna stilografica

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    La storia è buona, il titolo azzeccatissimo, la struttura regge. Sono buoni punti di partenza, basta avere l'umiltà di riconoscere i difetti, studiare e correggerli, per fare il salto di qualità. Mi sembra che sul piano della punteggiatura e dell'uso dei tempi verbali ti abbiano già detto tutto, perciò non infierisco.
    Mi concentro sulla struttura.
    Cominci con delle riflessioni, sulla pioggia, sulle meditazioni e sull'espediente di tua mamma per farti star buono. Queste riflessioni dovrebbero far capolino qua e là nel racconto, ma ciò non avviene. Fai tesoro dell'osservazione di Cechov: se nel primo capitolo appare un fucile appeso alla parte, nel secondo o terzo capitolo quel fucile deve sparare (cito a memoria), cioè ogni cosa che metti nel racconto deve avere una funzione.
    Molto ben riuscita la cadenza di eventi che descrive la mancata promozione: l'attesa, la preparazione anche scaramantica all'evento, l'entrata e l'uscita dalla porta che avrebbe dovuto essere quella del paradiso e invece diventa quella dell'inferno. Come sia andata dentro non ha nessuna importanza, hai fatto bene a ometterlo, l'essenziale era il prima e il dopo.
    Altrettanto buona mi sembra la cena da Pitch, la visione completamente disinteressata del protagonista a quello che gli sta attorno.
    Un po' meno la pioggia e il temporale successivi. Ecco, qui qualche richiamo alle meditazioni iniziali ci starebbe bene.
    La sua situazione di pre-morte richiederebbe dei toni un po' più sognanti. Purtroppo, o fortunatamente, non sono esperienze comuni, quindi è difficile dire come ci si troverebbe. Ma l'atteggiamento del personaggio è troppo simile a quello tenuto da Pitch. In fondo è quello il momento di maturazione, l'incontro con moglie e figlia è solo la ciliegina sulla torta.
    Ne hai di strada da fare, ma mi sembra che la costituzione sia buona e il passo energico. Buon viaggio.
     
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