Rose nere

aut. NovelleVesperiane

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    Il Conte

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    resdei un sacco di complimenti in questo commento, ti ringrazio.
    "La memoria è un capriccio suscitato dalla brevità della vita" è una frase che piace molto anche a me.
    Quanto all'appagamento di Anthon, sai... de gustibus...

    Tra un po' metteró su questo forum altri lavori, spero di non deluderti.
    Sono davvero felice di averti intrattenuto.

    Edited by NovelleVesperiane - 8/12/2020, 14:18
     
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    ciao NovelleVesperiane,
    ti scrivo prima di leggere i commenti e le tue osservazioni (in realtà ho letto i primi due e la tua risposta)
    quindi ti offro il mio commento usando il mio schema. Eccolo:

    _Scrittura: mi ha subito conquistato lo stile barocco, ma controllato, che hai usato. Ho apprezzato la presenza di termini e riferimenti che subito mi hannno collocato la storia in un tempo passato e indefinito. Non posso non citare il
    CITAZIONE
    fazzoletto ricamato ed arrossato dalla tosse

    rimando alla malattia letteraria per eccellenza, oppure
    CITAZIONE
    La pestilenza scorreva la sua falce sul Continente

    che subito fa calare una nebbia ombrosa e tattile sulla scena.

    Hai mantenuto lo stile compatto anche nella seconda parte in cui il rapporto tra i due protagonisti è cambiato, ma la tua scrittura mi ha permesso di entrare in una dimensione più misteriosa, gotica e evanescente fino al climax della storia.
    Ci sono alcuni errori "tipografici", ma la collocazione della storia nel passato mi spinge ad accogliere come validi anche nome strani come Anthon. Unica segnalazione riguarda la gestione del bouquet che compare -a mio vedere- improvviso nella seconda parte e poi la gestione delle rose/rosa che non mi sembra chiara.

    _Contenuto: una bella storia che ti prende alla gola (si può proprio dire :) ). Due grandi scene -il cimitero e la stanza da letto (ma non sarà poi una tomba?)- in cui rifulge il vero protagonista per me della storia: il senso di insoddisfazione della vita, che Anthon -vero dandy- nasconde nella tassonomica classifica delle sue conquiste. E solo incontrando la morte Anthon riesce ad afferrare il gusto della vita.
    _Bicipit: geniale la trovata di collocare l'incipit come epigrafe tombale, che addirittura ritorna come avvertimento non colto dal protagonista in chiusura del racconto. Excipit, mi era parso poco allineato alla prima lettura, ma poi guardando Anthon come dandy decadente, la presenza di quel excipit si tiene: Anthin aveva trovato la risposta che cercava. Ottimo bicipit.

     
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    Grazie Vittorio Veneto per il tuo commento che rivela una lettura più che attenta
    CITAZIONE
    una bella storia che ti prende alla gola (si può proprio dire :) ). Due grandi scene -il cimitero e la stanza da letto (ma non sarà poi una tomba?)- in cui rifulge il vero protagonista per me della storia: il senso di insoddisfazione della vita, che Anthon -vero dandy- nasconde nella tassonomica classifica delle sue conquiste. E solo incontrando la morte Anthon riesce ad afferrare il gusto della vita.

    Mi fa piacere che ti sia piaciuto questo personaggio
    Grazie ancora per i complimenti, rivedrò anche la parte del bouquet ;)
     
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    Titolo intrigante. Chissà dove mi porterà questo brano? In un attimo mi trovo in fondo, però non mi convince. La trama è un pò inverosimile, ma trattandosi di "vampiraggio" credo sia nella norma. Forse sono io che non sono molto sveglia, e ferrata in materia di vampiri.Riflessioni Inserisco di seguito alcuni passaggi per me poco chiari.
    "Poi nella cupola del parasole con cui la riparava dalla pioggia." Ombrello? "Ma lei non c’era. Poi Poche gocce dalla vecchia fiala e la ragazza si sarebbe svegliata a mattino inoltrato, quando lui sarebbe stato ben lontano." C'era o non c'era nella stanza?.
     
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    Ciao, grazie per il tuo commento e sopratutto per le critiche! Mi fa sempre piacere avere un'occasione per migliorare.
    Cercherò di chiarire qual'è stato il mio ragionamento dietro la scelta di alcuni termini o costruzioni verbali.

    CITAZIONE
    "Poi nella cupola del parasole con cui la riparava dalla pioggia." Ombrello?

    Si, avrei potuto usare ombrello invece di parasole, ma non avrei avuto l'effetto che cercavo. Le due parole evocano in me due immagini completamente diverse: se leggo "ombrello", mi viene in mente subito uno moderno. Se leggo "parasole" ne immagino uno d'epoca, magari merlettato e ricamato.
    Per questo ho scelto di utilizzare un termine più antico.
    Inoltre, credo fosse in quel modo che i protagonisti lo avrebbero chiamato.
    Sono convinto che sia la scelta dei vocboli del narratore ad inquadrare il setting storico di una vicenda.

    CITAZIONE
    "Ma lei non c’era. Poi Poche gocce dalla vecchia fiala e la ragazza si sarebbe svegliata a mattino inoltrato, quando lui sarebbe stato ben lontano." C'era o non c'era nella stanza?.

    Si, la ragazza non c'è. Lui è solo e riflette su cosa fare poi, per questo pensa alla fiala e alle gocce che potrebbe darle a breve (ma che come sai non le darà). Tutto rimane ipotetico. Se non ho capito bene cosa intendevi, ribatti pure. Per me è importante migliorare i passaggi meno chiari.

    Edited by NovelleVesperiane - 8/12/2020, 13:50
     
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    Racconto ben costruito e ben condotto, atmosfere cupe e personaggi lugubri meschini e dalla doppia natura che si incontrano. Ci rimette ovviamente colui che della meschinità e della vigliaccheria in amore ha fatto il suo baluardo, e ben gli sta oserei dire. :)
    Ho trovato un registro narrativo coerente con la storia che ci hai presentato, forse non è troppo originale ma ha il grande valore di essere coerente in tutto il suo svolgimento, linguaggio ambientazioni e anche i personaggi creano un'atmosfera gotica che serpeggia inquietante fin dalle prime righe.
    Il protagonista poi ha quella patina di antipatia spalmata addosso( e spalmata su quel taccuino spregevole) che si parteggia totalmente per la Contessina Loomcastle.
    Lettura apprezzata.
    Ele
     
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    Sono contento che tu l'abbia apprezzato ed anche che la "patina di antipatia" stesa su Anthon ed il suo taccuino non sia passata inosservata.
    Grazie per il commento!
     
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    Quando rispondi a NovelleVesperiane:
    Si, la ragazza non c'è. Lui è solo e riflette su cosa fare poi, per questo pensa alla fiala e alle gocce che potrebbe dargli (darle) a breve (ma che come sai non gli (le) darà)
     
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    Scusami per "gli" errori. Hai ragione li correggo subito
     
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    Il primo pregio di questo tuo racconto è l'aver gestito molto bene il colpo di scena finale senza che nulla fino alla riga precedente lo lasciasse presagire.
    Mi è piaciuta la scrittura ricercata senza essere pesante o di difficile lettura, direi intonata al "nero" che pervade l'intero racconto a partire dalle rose del titolo.
    Ci sono un po' di refusi qua e là che non sto a segnalarti perché immagino lo abbiano già fatto i numerosi commenti che mi hanno preceduto: attenzione soltanto a un minimo di coerenza, i due protagonisti passano dal darsi del "lei" al darsi del "tu" per poi tornare nuovamente al "lei" finendo per creare un minimo di confusione in chi legge.
    Non so se ce la farà a entrare nel mio personale podio ma si candida autorevolmente
     
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    Ciao Paluca66, grazie per il tuo commento!
    CITAZIONE
    i due protagonisti passano dal darsi del "lei" al darsi del "tu" per poi tornare nuovamente al "lei" finendo per creare un minimo di confusione in chi legge.
    Non so se ce la farà a entrare nel mio personale podio ma si candida autorevolmente

    Ricordavo che passasero al "tu" solo nel momento di massima intimità per poi tornare al "lei" quando la vampira si rivela.
    Probabilmente mi sono confuso. Lo correggerònella versione definitiva.

    Che dire... spero davvero di entrare nel tuo personale podio!
     
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    Il testo presenta qualche refuso ma nel complesso è ben scritto, soprattutto perché lo stile è davvero ricercato. In alcuni passaggi sembra un racconto scritto da un autore appartenente a un'epoca passata rispetto alla nostra. C'è molto dialogo, nella parte centrale. Questa parte forse dovrebbe essere maggiormente equilibrata aggiungendo alle parole pronunciate dai personaggi anche chi pronuncia cosa e come, caratterizzando maggiormente i personaggi.
    L'aggiunta della parola "pausa" in alcuni passaggi forse andrebbe tolta, rallenta il ritmo, anche se l'intento è quello appunto di sottolineare il momento di pausa nella narrazione.
     
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    Ciao Mattia.

    C'è qualcosa che stona. Il linguaggio sa di antico, per cui la "pestilenza" che nomini ho pensato che non fosse il Covid-19 ma qualcosa di altri tempi. Poi però si scopre che Anthon era “procuratore legale per una società che trattava immobili” che mi sembra un mestiere moderno, così come moderno mi sembra “l’astuccio delle radici di liquirizia”. Allora mi sono ricatapultato ai giorni nostri, ma allora il linguaggio non mi quadra più.
    Nella prima parte ci sono troppe considerazioni che rendono il narratore inaffidabile: “Un’anima troppo presto lasciata sola” non è vero che è stata lasciata sola; “Gli occhi di lei rotolarono ingenui” non è vero che erano ingenui. La trama del racconto è costruita bene, ma il colpo di scena ha l'effetto di lasciarmi interdetto più che stupito; ingannato. Rileggendo, l'effetto si è pure amplificato. Ci vorrebbe secondo me un narratore col punto di vista molto più vicino ad Anthon di quanto non lo sia già.
    Risolte queste cose, devo dire che il racconto tutto sommato mi piace. Ho scoperto un genere che conoscevo molto poco. Scusami se mi sono soffermato sui difetti. Tra parentesi, se non ricordo male, l'hai scritto in una settimana quindi direi che il risultato è più che sufficiente per il tempo che avevi a disposizione.

    Grazie e alla prossima.
     
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    Achillu, accetto le tue critiche, ma lascia che ti risponda
    CITAZIONE
    per cui la "pestilenza" che nomini ho pensato che non fosse il Covid-19 ma qualcosa di altri tempi. Poi però si scopre che Anthon era “procuratore legale per una società che trattava immobili” che mi sembra un mestiere moderno, così come moderno mi sembra “l’astuccio delle radici di liquirizia”.

    Il racconto è ambientato nel passato (la pestilenza non è il Covid) , in epoca pre-vittoriana.
    Quanto al “procuratore legale per una società che trattava immobili”, è lo stesso lavoro di Jonathan Harker (Dracula di B.Stoker), non è un lavoro così moderno dopo tutto.
    Ho usato il trmine "astuccio di liquirizie" per indicare una confezione oggi in disuso (compriamo bustine o pacchetti di liquirizie, non astucci)
    Speravo che questi termini aiutassero ad intuire il setting temporale, ma evidentemente non ha funzionato.

    CITAZIONE
    Nella prima parte ci sono troppe considerazioni che rendono il narratore inaffidabile: “Un’anima troppo presto lasciata sola” non è vero che è stata lasciata sola; “Gli occhi di lei rotolarono ingenui” non è vero che erano ingenui.

    Non condivido del tutto questa visione del narratore. In queste frasi non descrive Isolde com'è, ma come appare. Sarebbe stato un "inganno" se gli avessi fatto descrivere il suo modo di pensare come se lei realmente si ritenesse "ignenua" o "lasciata troppo presto sola".
    In ogni caso, accetto la tua critica e ne terrò conto per i lavori futuri.

    CITAZIONE
    Risolte queste cose, devo dire che il racconto tutto sommato mi piace. Ho scoperto un genere che conoscevo molto poco. Scusami se mi sono soffermato sui difetti. Tra parentesi, se non ricordo male, l'hai scritto in una settimana quindi direi che il risultato è più che sufficiente per il tempo che avevi a disposizione.

    Non devi mica scusarti! Se mi esprimi il tuo parete e mi aiuti a migliorare, non può che farmi piacere.
    Alla prossima!
     
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    Tutto bello e gradevole per me, fino alla svolta finale in chiave vampiresca, ma non è colpa tua. Il fatto è che non amo il genere e in questo tipo di letture mi sono fermato al vecchio Dracula/Nosferatu.
    La cosa che mi ha più colpito è lo stile di scrittura che ricorda i vecchi libri di un tempo ed assolutamente in linea con l'atmosfera del racconto. Non è facile mantenere coerente e costante questo tipo di scrittura, a meno che (e spero proprio di no) questa forma arcaica non sia il tuo modo abituale di scrivere.
    Da questo punto di vista lo ritengo un ottimo esperimento, ma sono certo che sai scrivere "in altra guisa" (oddio, sono contagiato!) e aspetto di leggere altro, visto che sono certo che sai scrivere comunque benissimo.
    Qualche piccola notazione:
    non avrei scritto Dei e Diavoli maiuscoli;
    con un incipit e excipit creati ad hoc e non obbligati il racconto ne avrebbe tratto ulteriore vantaggio;
    "...il che lo rendeva abilissimo nell’accordare le sue fandonie al luogo in cui fosse." Mi suona male questo congiuntivo finale. Per me poteva starci benissimo un "si trovava" ma forse mi sbaglio;
    non ho capito bene il significato del fazzoletto "arrossato dalla tosse"
     
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