La cambiale

aut. Gianfranco39

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Il vagabondo
    Posts
    14,769
    Me gusta
    +887
    Location
    mamma

    Status
    Offline
    La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l’amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive.
    Uno di questi granelli di felicità fu donato a Mauro il giorno in cui, trovandosi in seria difficoltà nella sua vita lavorativa e non ricevendo alcun aiuto da parte dei superiori e dei colleghi, decise di adottare un provvedimento che, infrangendo regole di prassi aziendale, non scritte ma consolidate, fece venire alla luce carenze che, una volta colmate, migliorarono alcuni aspetti gestionali dell’azienda.
    Correva l’anno 1963 e Mauro ricopriva la carica di direttore amministrativo di una media impresa industriale che produceva beni strumentali.
    Tra i clienti dell’azienda figuravano importanti complessi industriali produttori di macchinari e impianti.
    A quei tempi il metodo di pagamento largamente usato dai clienti dell’azienda era la cambiale.
    La cambiale, detta anche pagherò, è un titolo di credito col quale un debitore si impegna a pagare al creditore un determinato importo a una determinata scadenza.
    Perché la cambiale sia perfezionata e diventi esecutiva, cioè esigibile alla sua scadenza, deve osservare precisi requisiti formali, tra i quali figura la firma del debitore a conferma e accettazione del debito.
    La cambiale così perfezionata si dice ‘accettata’ e, in caso di necessità, può essere ‘scontata’, cioè ceduta a una banca la quale, previa la trattenuta di una commissione, la converte in denaro contante, anticipando al beneficiario il controvalore.
    All’epoca molti clienti dell’azienda, di vecchia data e di provata affidabilità, erano soliti effettuare i loro pagamenti per mezzo di cambiali cosiddette ‘autorizzate’, cioè cambiali emesse dal creditore su autorizzazione del debitore, ma mancanti della firma di accettazione da parte del debitore stesso.
    I suddetti titoli, purché la loro scadenza non superasse i sei mesi, venivano normalmente scontati dalle banche, dato il massimo affidamento di cui godevano i nominativi dei debitori.
    Il ventiquattro settembre era un martedì e si approssimava la data in cui si sarebbero dovute pagare le retribuzioni, da sempre inderogabilmente il giorno ventisette, cioè il venerdì successivo, e l’amministrazione non disponeva dei circa cento milioni occorrenti.
    Tutti gli affidamenti utilizzabili e lo sconto delle cambiali in portafoglio non erano sufficienti a raggiungere quella cifra.
    In portafoglio c’erano cambiali, per un importo largamente superiore all’occorrente, ‘autorizzate’ dal principale cliente dell’azienda ma, poiché avevano scadenze superiori a sei mesi, nessuna banca era disposta a scontarle.
    Che fare?
    Non pagare gli stipendi era impensabile per due motivi:
    - la mancata puntualità nel pagamento delle retribuzioni sarebbe stato considerato, da parte delle banche, indice di poca affidabilità in vista di futuri affidamenti;
    - non era mai accaduto che l’impresa, alla data stabilita, avesse disatteso il pagamento delle retribuzioni.
    Non avendo altra soluzione Mauro chiese al presidente di avvertire i soci che si rendeva necessario un loro apporto temporaneo per la somma occorrente, ma il presidente si rifiutò di intervenire e indirizzò Mauro alla direzione commerciale asserendo che la stessa, oltre che vendere, doveva saper incassare.
    Mauro si rivolse quindi al direttore commerciale, ma questi gli fece presente che, dati i tempi ristretti, era impensabile di intervenire presso il cliente per chiedergli di accettare le cambiali, che peraltro erano conformi a quanto pattuito.
    Mauro si era ritrovato così la patata bollente in mano con l’obbligo di dovere, in qualche modo, venirne a capo.
    Intanto il tempo passava.
    Mercoledì Mauro non era ancora riuscito a trovare una soluzione.
    Nel frattempo la notizia, attraverso radiofante, aveva cominciato a fare il giro dell’officina e degli uffici.
    Proprio quella mattina il responsabile delle relazioni industriali era andato da Mauro per chiedergli se le voci che giravano avessero qualche fondamento e lui aveva dovuto dargliene conferma, promettendo comunque, per tranquillizzarlo, che in un modo o nell’altro avrebbe trovato una soluzione.
    Il pomeriggio dello stesso giorno il capo della commissione interna aveva voluto avere, dal responsabile delle relazioni industriali, notizie in merito al pagamento delle retribuzioni, lasciando intendere che, nel caso ci fosse stato un ritardo, le maestranze avrebbero indetto uno sciopero, evento inaudito di cui non si aveva memoria nella storia dell’azienda.
    La situazione era disperata e Mauro, nonostante si scervellasse, non era ancora riuscito a trovare una soluzione.
    Fu a quel punto che si ricordò di avere a suo tempo studiato che una cambiale ‘autorizzata’, ma non ancora ‘accettata’, poteva essere fatta accettare tramite un pubblico ufficiale, purché non riportasse la clausola ‘senza spese’.
    Constatato che le cambiali ‘autorizzate’ presenti in portafoglio non avevano la clausola in questione, il giovedì mattina Mauro diede incarico a un notaio di farle accettare.
    Dati i tempi ristretti non gli venne in mente di avvertire preventivamente, né il cliente, né il direttore commerciale, tanto, pensò, se il cliente le aveva autorizzate, poco cambiava se anche gli si chiedeva di accettarle.
    Le cambiali furono così ‘accettate’ e, una volta portate allo sconto, fornirono a Mauro il denaro occorrente per pagare le retribuzioni.
    Convinto che il caso fosse ormai chiuso, Mauro si disse ‘Tutto è bene quel che finisce bene’ e si godette un felice fine settimana.
    Ma aveva fatto male i calcoli!
    Il lunedì successivo scoppiò un putiferio.
    Il cliente, offeso, telefonò adirato al direttore commerciale dichiarando che non avrebbe mai più acquistato dall’azienda, asserendo che non gli era mai capitato che qualcuno gli avesse chiesto di firmare una cambiale, perché era sempre bastata la sua semplice autorizzazione.
    Il direttore commerciale informò dell’accaduto il presidente accusando la direzione amministrativa, cioè Mauro, di aver causato, per superficialità e incompetenza, la perdita del cliente più importante.
    A quel punto Mauro fu convocato dal presidente al quale espose la sua versione dei fatti:
    - aveva chiesto al presidente di intervenire presso i soci per un apporto temporaneo, ma gli era stato negato;
    - si era rivolto al direttore commerciale affinché ottenesse dal cliente la firma di accettazione delle cambiali, che gli avrebbe consentito di anticipare gli incassi, ma gli era stato risposto picche;
    - le cambiali in portafoglio, sebbene autorizzate dal cliente, non erano scontabili in banca perché avevano scadenze superiori a sei mesi;
    - il cliente, autorizzando le cambiali, aveva omesso di apporre la clausola ‘senza spese’, consentendo così di chiedergli la loro accettazione;
    - incombeva la necessità di pagare le retribuzioni, pena la perdita di credibilità presso le banche e la concreta possibilità di uno sciopero da parte delle maestranze;
    dopodiché si rimise al giudizio del presidente, rassegnato a ricevere un provvedimento che poteva spaziare dal rimprovero solenne al licenziamento.
    Per sua fortuna non fu preso, nei suoi confronti, alcun provvedimento, ma l’episodio fece molto scalpore e fece capire a tutti che vendere era sì importante, ma occorreva anche interessarsi delle modalità di pagamento accordate al cliente e delle loro possibili conseguenze.
    Anche il cliente, dopo aver ricevuto le dovute scuse, recedette dai suoi propositi e continuò a effettuare i suoi acquisti dall’azienda.
    Le cambiali autorizzate continuarono a essere un mezzo di pagamento molto usato, ma da quel momento, onde evitare ulteriori spiacevoli episodi, fu imposto a tutti l’onere di evidenziare su di esse la dicitura ‘senza spese’.
    Alla fine Mauro si disse che forse non era così che dovevano andare le cose.
    Ma così stavano.
    “Nel complesso”, rifletté, “sarebbero potute andare decisamente peggio”
     
    .
  2.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,438
    Me gusta
    +260
    Location
    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

    Status
    Offline
    Complimenti perché mi hai riportato alla mente il corso di ragioneria tra il 79 e l'83 e hai spiegato le cambiali in modo così chiaro che, finalmente, le ho capite.
    Scherzi a parte, hai uno stile pulito e chiaro, e anche la frase spaventosamente lunga e complessa che c'è all'inizio è perfettamente comprensibile.
    Provo tanta invidia.
    Detto questo, la storia è un pochino insipidina, a mio gusto. Piacevole, certo, ma tutta narrata, senza dialoghi, è poco coinvolgente e sembra quasi stralciato da un articolo di un quotidiano finanziario.
    Alla prossima.
     
    .
  3.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna d'oca

    Group
    Member
    Posts
    169
    Me gusta
    +34
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Grazie Stefia, non pretendevo certo di vincere il primo premio con questo piccolo spaccato di vita aziendale, ma l'importante era fornire una prova di italiano corretto (che purtroppo latita anche in questo forum); se poi la lezione sulla cambiale è servita a fartela capire... almeno un risultato l'ho raggiunto e il racconto non l'avrò scritto invano.
     
    .
  4.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    New entry

    Group
    Member
    Posts
    79
    Me gusta
    +31
    Location
    Brianza

    Status
    Offline
    Ammetto che ero molto curiosa di leggere il tuo racconto, dopo aver apprezzato i tuoi haiku pubblicati su SPS, e devo dire che non sono affatto rimasta delusa.
    Non avevo idea di cosa fosse una cambiale, non ho mai studiato ragioneria, a malapena riesco a districarmi tra TARI, bolli e bollette e delego la lettura dei cedolini e il 730 a mia mamma, che lei ragioniera lo è davvero XD
    Quindi, ti ringrazio tantissimo per l'approfondimento iniziale che mi ha reso accessibile il resto del racconto.
    Mi è dispiaciuto per Mauro che si è trovato invischiato in un acervo burocratico in cui io, come minimo, mi sarei chiusa in bagno e avrei detto "fate voi, licenziatemi pure".
    Sono contenta anche che alla fine non siano stati presi provvedimenti.
    Un racconto molto concreto, realistico e, per fortuna, a lieto fine.
    La tua prosa chiara e concisa mi piace molto.
    Una menzione speciale per avermi reso comprensibile una materia completamente avulsa dalla mia realtà e che, di tanto in tanto, viene a bussare alla mia porta.
    Complimenti!
     
    .
  5.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna d'oca

    Group
    Member
    Posts
    169
    Me gusta
    +34
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Grazie _kiriku_, mi hai reso il favore; non conoscevo il termine acèrvo, ora sono un po' meno ignorante
     
    .
  6.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Il Conte

    Group
    Member
    Posts
    482
    Me gusta
    +34

    Status
    Offline
    Un racconto in stile giornalistico, quasi una deposizione giurata. Ma, a mio avviso, ci sono troppi tecnicismi. Tutti spiegati, vero, ma credo rimanga comunque difficile entrare nei meccanismi ed apprezzare a pieno la vicenda. Sopratutto per chi, come me, non ha mai avuto a che fare con questi metodi di pagamento nel quotidiano.

    Ė scritto bene, percepisco anche un'icona... ma credo che un "non addetto ai lvori" perda molto.
     
    .
  7.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Regina di cuori

    Group
    Member
    Posts
    10,501
    Me gusta
    +63
    Location
    oltre

    Status
    Offline
    Un racconto che riprende uno spaccato di vita sicuramente reale, giro di cambiali per far rientrare soldi.
    Far piangere pochi per non farne le spese in tanti, a fine mese lo stipendio si attende e il più delle volte è già impegnato.
    Ci sono decisioni da prendere anche se non piacciono e Mauro ha operato correttamente, nessun provvedimento a suo carico.
    Buona scrittura e conoscenza del settore bancario, complimenti!
     
    .
  8.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    2,653
    Me gusta
    +429

    Status
    Offline
    Ciao Gianfranco

    Ero in pausa dal lavoro quando ho letto il tuo gustoso racconto e... mi è sembrato di non aver fatto la pausa! Hai descritto molto bene una situazione che, con altri mezzi e altri importi, si verifica tuttora.
    Ah, difficile il mestiere del direttore amministrativo. Molti oneri e pochi onori. Stretti tra il fuoco incrociato dei commerciali, dei dipendenti, dei dirigenti spesso sottopagati rispetto alle responsabilità assunte. Una persona integra e onesta il tuo direttore amministrativo un personaggio positivo e proattivo che, alla fine, ottiene il suo granello di felicità. Poteva andare peggio in effetti.
    Incipit e excipit si fondono alla perfezione nel racconto che mi pare ben curato in ogni aspetto.
    C’è un gusto di verità.
    Dal punto di vista squisitamente narrativo ti potrei suggerire di alleggerire la parte nozionistica di tecnica bancaria anche se, in questo caso, proprio quella parte riesce a spiegare bene il motivo per cui l’azienda non poteva scontare gli effetti cambiari.
    Una buona prova. Complimenti.
     
    .
  9.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,824
    Me gusta
    +369

    Status
    Offline
    Gianfranco, sei riuscito a farmi arrivare alla fine nella lettura di un testo che parla di cose che mi fanno venire l’orticaria solo a sentirle nominare e di cui capisco veramente pochissimo (anche se, purtroppo, ogni tanto devo averci a che fare, dato che in casa mi devo occupare di tutte le beghe burocratiche).
    Ce l’hai fatta perché scrivi bene, in modo corretto, chiaro, padroneggi la lingua italiana con una scrittura controllata e gradevole.
    Traspare la tua conoscenza di tutte le questioni finanziarie e aziendali di cui parli.
    Forse questo porta la narrazione ad assomigliare più a una relazione che a un racconto.
    Probabilmente sbaglio, ma a me sembra una storia vera. Non sarà autobiografica?
     
    .
  10.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    6,941
    Me gusta
    +659

    Status
    Offline
    Ho studiato ragioneria perché ero mezzo matto e quella scuola superiore era l'unica del quartiere. Papà, dopo una fuga a Milano a tredici anni, voleva tenermi sotto controllo.
    Ma mai ho sopportato Diritto e Economia.
    Leggere il tuo racconto è stato pesantissimo, non capisco perchè l'hai scritto in quel modo.
    Il titolo, bellissimo, poteva celare mille altre storie, tutte, sicuramente più interessanti.
    Poi dire che l'italiano latita in questo forum non ti fa onore.
    Hai i capelli più bianchi di me e il tuo atteggiamento svilisce il coraggio e l'entusiasmo di tanti giovani e di tanti vecchi. Come me.
     
    .
  11.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Soldato semplice

    Group
    Member
    Posts
    362
    Me gusta
    +59

    Status
    Offline
    Un racconto che si può considerare uno spaccato aziendale anni sessanta, in cui assistiamo all' arguzia di Mauro nel risolvere il caso degli stipendi.
    Scrittura chiara, lineare, personaggi adeguati al ruolo.
    Incipit ed excipit rispettati. Molto dettagliato e interessante la descrizione della cambiale, di cui adesso sappiamo qualcosa in più.
    Un buon racconto.
     
    .
  12.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna d'oca

    Group
    Member
    Posts
    470
    Me gusta
    +27
    Location
    Siena

    Status
    Offline
    Scrittura chiara nonostante i periodi lunghi, "una prova di italiano corretto" che, come cortesemente hai fatto notare, non tutti noi del forum siamo in grado di fornire. A cominciare ovviamente da me.
    Spero tanto che ti sia divertito a scriverlo.
     
    .
  13.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,183
    Me gusta
    +165

    Status
    Offline
    ciao.
    La cambiale: una parola che non sentivo da tempo…
    L’argomento è difficile anche per me. Eppure il tuo stile asciutto e preciso lo alleggerisce parecchio.
    La competenza in materia ti rende padrone del linguaggio, a tratti forse troppo “professionale”.
    Hai fornito informazioni che molti, vista anche la giovane età, non conoscevano.
    Ti confesserò una cosa: quand’ero bambina a casa mia si parlava spesso di cambiali, fatte da mio padre per mantenere quattro figli agli studi.
    Mi hai riportato indietro di tanti anni, ai sacrifici fatti dai miei genitori.
    Grazie a loro e un grazie anche a te.
     
    .
  14.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,383
    Me gusta
    +227
    Location
    Branzack

    Status
    Anonymous
    Un'utopia un direttore amministrativo alla Mauro. Diciamoci la verità: pagare gli stipendi alle maestranze è l'ultimo dei problemi. E sai cosa se ne fotte il presidente dello sciopero? Che si mettessero tutti in mutua e li pagasse l'inps! Nella realtà il buon Mauro sarebbe stato licenziato in tronco.

    Detto questo, che rimane un'opinione personale, il resoconto è scritto correttamente, una buona prova d'italiano come ha sottolineato l'autore. Dieci e lode per le nozioni spiegate, posso dire di aver imparato qualcosa. Avrei potuto annoiarmi ma così non è stato e questo all'autore va riconosciuto.

    Insomma, un "racconto" sul quale appongo la dicitura "senza spese". E stiamo tutti tranquilli.
     
    .
  15.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    2,014
    Me gusta
    +257

    Status
    Anonymous
    Mah... Più che un racconto mi sembra una relazione su una vicenda economico/ragionieristica precisa e puntuale, ma piuttosto noiosa. Troppo lunghe e dettagliate le parti di spiegazione tecnica e scarso lo spazio alle emozioni dei personaggi. Indubbiamente corretto il linguaggio, perfettamente adatto a ciò che spieghi, ma, appunto, più una relazione di un bancario che un racconto.
     
    .
39 replies since 23/11/2020, 15:24   681 views
  Share  
.