Granelli di felicità

aut. Speaking_flower

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    Dio della penna

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    La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l'amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l'anima respira e grazie alla quale vive.
    Il vecchio Gustave guardava fuori dalla finestra. Fissava un punto lontano, il solito, quello dal quale, quasi tutti i giorni da più di dieci anni, vedeva comparire la Ford blu elettrico di Thomas.
    Piovigginava appena e forse, visto il tempo, questa volta avrebbero rinviato il giro programmato per quella giornata. Gustave si era finalmente alzato dalla poltrona, facendo fatica ad appoggiare la gamba. Dopo qualche passo per raggiungere la finestra sentì il dolore, la fitta che conosceva bene e che non l’aveva risparmiato nemmeno quel giorno. Pungente e implacabile come una spina conficcata nelle carni, spesso ricompariva per ricordargli la tremenda caduta da cavallo di vent’anni prima, avvenuta durante una gara di equitazione. Se non fosse caduto, quella volta avrebbe certamente vinto per la terza volta di seguito la competizione.
    Quando all’improvviso vide all’orizzonte l’auto sbucare da dietro il sentiero che serpeggiava fino alla casa dove abitava, un’ondata di calore gli scaldò il petto.
    Forse quel pomeriggio non sarebbero usciti, ma come promesso Tommy era passato lo stesso da lui, anche solo per un breve saluto o una piacevole chiacchierata.
    “Nonno Gustave, eccomi, sono arrivato” esclamò Thomas quando comparì dalla porta del salotto, gettando chiavi e zainetto sul divano mezzo sgualcito posizionato in mezzo alla stanza.
    Aveva le chiavi della casa, quindi poteva entrare e uscire senza che fosse bisogno che il nonno andasse ad aprirgli. Gustave viveva solo in casa da quando la moglie, nonna Vera, dopo cinquant’anni di vita insieme, era morta per una complicanza polmonare.
    Il sorriso sincero di Thomas illuminò la stanza e i piccoli occhi azzurri del vecchio, che aspettava quelle visite come un campo arido d’agosto aspetta la pioggia.
    “Come è andato lo scritto di anatomia?” fu la prima cosa che chiese il vecchio, sapendo che quella mattina suo nipote era andato all’università per sostenere l’esame.
    “Bene” rispose orgoglioso il nipote “ma ho un’altra prova orale prima di poter dire di averlo superato.”
    Thomas raccontò al nonno i quesiti e gli argomenti che erano stati oggetto di esame e il nonno ascoltava attentamente e faceva domande inerenti alla materia che lui conosceva bene. Aveva studiato medicina e la mente, che ancora era lucida a dispetto di un fisico provato dall’età avanzata e dai diversi incidenti di percorso, ripercorse con esattezza cronologica i suoi successi accademici di un tempo. Si era laureato in medicina e chirurgia con il massimo dei voti e subito dopo aveva frequentato un dottorato di Ricerca Internazionale in Medicina Molecolare a Parigi, che gli aveva aperto le porte per una brillante carriera come primario del più importante ospedale della città.
    Mentre raccontava, Thomas preparò del the per sé e per suo nonno, poi si rilassò sulla poltrona.
    Nel frattempo, la pioggerellina fastidiosa che aveva reso fino a quel momento la giornata umida e uggiosa, aveva smesso di cadere. Un sole tenace e splendente era riuscito a farsi spazio tra le nuvole che si allontanavano spinte dal vento debole ma costante, liberando finalmente il cielo.
    Decisero allora di approfittarne per uscire, prendere la macchina e raggiungere il grande parco poco distante per fare una passeggiata.
    Dopo aver parcheggiato sulla via adiacente, il ragazzo lo aiutò a scendere dalla macchina. Il venticello accarezzò il viso di nonno Gustave e l’aria fresca, dopo la pioggia di quella mattina, gli donava una piacevole sensazione sulla pelle ruvida e rugosa del viso.
    Gustave apprezzava quei momenti. La casa dove si era ritirato era un vecchio maniero in mezzo a un campo che una volta era coltivato, ma che adesso era quasi abbandonato a se stesso. Dall’esterno sembrava più una capanna che una vera e propria abitazione e anche l’interno, poco curato e dalla mobilia semplice e antica, dava l’idea di una dimora abbandonata.
    Ma Gustave amava quella casa. Era la casa dove era nato e dove aveva passato i suoi anni giovanili prima di trasferirsi in città per studiare prima e per lavorare dopo.
    Era consapevole di rimanere un po’ isolato dal resto del mondo e se Thomas non fosse andato a trovarlo come era solito fare, avrebbe rischiato di passare il resto della sua vita in completa solitudine e senza vedere anima viva.
    Quelle passeggiate gli tempravano il corpo e l’anima. Il mese di ottobre, appena iniziato, aveva già donato alla natura i suoi magnifici colori tipici della stagione autunnale. A volte passeggiavano in assoluto silenzio, nelle orecchie solo i loro passi sul tappeto di foglie che si era formato lungo i viali e il verso degli uccellini che cinguettavano tenaci da un ramo all’altro delle alte querce e betulle che popolavano il parco. Presto anche loro se ne sarebbero andati, avrebbero emigrato verso paesi caldi e già capitava che il blu del cielo venisse macchiato di innumerevoli punti neri che si inseguivano per darsi appuntamento tutti nella medesima meta. A Gustave piaceva osservarli e una volta seduti sulla panchina vicino allo stagno delle anatre, spesso rimaneva a testa in su ad aspettare il passaggio dello stormo del giorno.
    Anche quel pomeriggio fu distratto dalla contemplazione del cielo che lo rilassava e lo rasserenava allo stesso tempo, e rendeva il resto della giornata, quando rimaneva da solo, più sopportabile. Sarebbe rimasto per ore seduto al parco, il corpo saldamente appoggiato alla panchina, il capo dolcemente appoggiato all’indietro a godersi il tepore dei deboli raggi di un sole non più estivo.
    Da solo non sarebbe stato in grado di raggiungere il parco, doveva essere accompagnato da Thomas e l’attesa di quelle passeggiate rendeva ancora più preziosi i momenti sereni che ne conseguivano.
    Quando si destò, vide passare poco lontano Mariele, una cara e vecchia amica di sua moglie. Erano mesi che non la vedeva e in un attimo riaffiorarono nella sua mente tanti dolci ricordi. Anche Mariele aveva vissuto un lutto, il marito era morto qualche anno fa, ma una volta, quando erano più giovani, le due coppie trascorrevano molto tempo insieme.
    Quando arrivarono a casa Thomas aiutò il nonno a preparare qualcosa da mangiare.
    I due mangiarono in silenzio, scambiandosi qualche battuta e qualche riferimento alla giornata appena trascorsa.
    Nonno Gustave fu particolarmente silenzioso, forse si era stancato o forse voleva assaporare nella propria intimità, i ricordi che erano prepotentemente riaffiorati quel giorno da quell’incontro.
    Thomas non insistette nel voler intavolare una delle sue solite chiacchierate con il nonno e quella sera fu laconico. Sapeva che nonno Gustave era felice e lui era compiaciuto per aver avuto una piccola parte, o forse per essere stato il motore di quei granelli di felicità.
    Poi Gustave decise di andare a riposarsi sul letto, dove sarebbe stato più comodo. Chiese a Thomas di continuare a leggergli il libro che avevano iniziato qualche giorno prima. Il libro era probabilmente una lettura per i più piccoli, ed era la storia fantastica di un leone. Forte e coraggioso proteggeva gli animali della foresta dai cacciatori, fino a quando un giorno fu catturato e passò il resto dei suoi anni chiuso nella gabbia di uno zoo. Era diventato l’attrazione principale e per questo era diventato famoso in tutto il paese. Durante la prigionia ripensava alla sua precedente vita come re della foresta e a tutti i momenti che aveva trascorso con la sua famiglia, ma che ai tempi dava per scontato. La storia insegnava a fare tesoro di tutte le cose belle e semplici che ci capitano ed esserne grati.
    Gustave amava la lettura, ma il calo della vista non gli permetteva più di farlo in autonomia. Doveva essere qualcun altro a leggere per lui e Thomas si prestava volentieri come volontario. Poi Thomas smise di leggere quando nel silenzio della notte si accorse che il nonno russava. Il ragazzo rimase un po’ assorto nei suoi pensieri.
    In cima alla strada, nella capanna, il vecchio si era addormentato. Dormiva ancora bocconi e il ragazzo gli sedeva accanto e lo guardava. Il vecchio sognava i leoni.
     
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    Penna suprema

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    Hai un modo di descrivere e raccontare delizioso, autore. Non cerchi scorciatoie, colpi di teatro, vai avanti dritto con la tua storia che sembra raccontare nulla e invece racconta più di tutta la collezione di opere, compresa la mia.
    E Tommy legge finché nonno Gustave si addormenta.
    E Tommy non va via, resta lì.
    Non prendermi per matto, ma questa azione semplice mi ha commosso, più del dovuto. Devi aver messo qualche polverina, qualcosa di magico tra le tue parole.
    Mi sa.
     
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    Soldato semplice

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    La trama del tuo racconto rispetta in pieno il titolo. Granelli di felicità sono quei momenti pieni che riempiono attimi di quotidianità.
    il vecchio Gustave li rincorre quei granelli nei ricordi del passato, li attende nella lettura delle storie, nelle passeggiate e li vive intensamente.
    Bello il rapporto tra nonno e nipote che ci descrivi in un linguaggio semplice, ma efficace. Ci sono affetti solidi e sentimenti tenaci nei tuoi granelli di felicità.
    un unico dubbio sulla figura dell'amica della moglie che resta un po' come a se stante, staccata dal contesto empatico tra nonno e nipote. Un ottimo racconto. :noviolence.gif:
     
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    Regina di cuori

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    Una bella trama dove si evince l'amore di Tommy per il nonno, una figura importante nella sua vita in quella casa isolata ma piena di ricordi, una scena familiare.
    Affetti importanti e ben evidenziati, il resto un buon contorno per la storia e il nonno che si addormenta tranquillamente suscita tanta tenerezza!
     
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    Dio della penna

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    Delicatezza e melanconia poetica in tutto il racconto. La narrazione scorre leggere, impalpabile e profonda al tempo stesso e i tasselli della trama si trovano da soli senza bisogno d'incastri. Si può coinvolgere il lettore in molti modi e in questo racconto la natura e i sentimenti si sposano perfettamente con l'interiorità dell'essere.
    Le proposizioni non hanno bisogno d'essere articolate o di spezzettarsi in un lungo narrare, la scorrevolezza è il pregio di questo modo di scrivere.
    Le descrizioni della natura sono il corollario dell'autunno dell'uomo che nei piccoli gesti ritrova il proprio mondo o perlomeno ad esso tenta di riavvicinarsi con la mente e con il cuore. Basta poco a rendere felici gli altri, e non servono grandi gesti per arrivare a questo scopo...
    Ottima scrittura che racconta e sa raccontare dell'esistenza nel suo divenire umano.
     
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    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

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    Ciao.
    Piccolo refuso: " senza che fosse bisogno che il nonno.." manca il 'ci'.
    Nellla frase " il marito era morto qualche anno fa" avrei invece scritto " il marito era morto qualche anno prima ",

    Ho rilevato anche quelle che per me sono incongruenze; definisci la casa dove abita il vecchio un "maniero in mezzo a un campo ", e poco dopo dici che "dall'esterno sembra più una capanna" e la cosa non mi torna dato che il maniero è una struttura fortificata medioevale; l'altra cosa strana è che c'è un sentiero per arrivare alla casa in mezzo al campo, eppure escono, prendono la macchina e vanno a fare due passi in un parco vicino nonostante lui fatichi a stare in piedi.
    Sono piccolezze, intendiamoci, ma il fatto che te le segnali è perchè mi hanno disturbato e distolto dalla lettura del testo.
    L'incipit mi sembra 'appoggiato' sul racconto e non esserne parte integrante; meglio l'excipit, anche se mi sembra un po' forzato.

    La storia è lineare e pulita, molto malinconica che riesce a far entrare il lettore nel mondo di un anziano solo.
    L'anziano è un personaggio delineato in modo credibile, secondo me, mentre il nipote mi è sembrato solo abbozzato e ridotto a poco più di una comparsa.
    Il racconto non mi ha entusiasmato, purtroppo, ma solo a causa delle incongruenze che ho sottolineato, perchè la scrittura è davvero buona.
    Alla prossima.
     
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    Penna d'oca

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    Siena

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    Non succede niente, perchè tutto è gia successo per il nonno e tutto deve ancora succedere per il nipote.
    Non succede niente, dicevo, ma il racconto scorre che una meraviglia e arrivato alla fine, speravo di poter cliccare su pagina avanti, ma invece ho trovato i commenti.
    Brava/o fiore parlante e mi raccomando continua a far sbocciare questi bei racconti.
     
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    Il Conte

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    Un raccontondolce, intriso di quell'effetto semplicece sincero di cui si ha sempre bisogno. Da leggere é un vero piacere nonostante il ritmo placido.
    Forse la vicenda é un po' statica e l'excipit (anche se incernierato in un ottima scena) appare pó staccato dal resto.

    A mio avviso però, niente di questo inficia la qualità della narrazione che resta ben alta.
     
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    Brianza

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    Un racconto dolce e delicato, in cui un nipote va a trovare suo nonno.
    E' un evento ordinario, uno spaccato di quotidianità, eppure per niente banale. L'affetto tra nonno e nipote e la gratitudine di Gustave nei confronti di Thomas si sentono tutti.
    Molto dolce che Thomas legga i libri a suo nonno, che non è più in grado di farlo, e che resti lì con lui a lettura ultimata.
    Storia scritta bene, con una trama che scalda il cuore.
    Un'ottima prova.
     
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    Scrivano

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    Racconto delicato e nostalgico e nel complesso ben scritto. A mio parere eccessivamente prolisso, io lo asciugherei un po'. Anche la figura del nipote/badante che trascorre tutti i pomeriggi con il nonno forse andrebbe rivista: quando studia per gli esami, questo ragazzo, se è sempre a fare passeggiate con il nonno? Ma forse ti interessava dare più sensazioni che realismo al tuo racconto. Bye. :)
     
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    Scrivano

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    La semplicità non fa notizia, le piccole cose, quella manciata di momenti felici nella vita di ognuno non fanno rumore. Tu hai perseguito e sviluppato con naturalezza quanto espresso nell’incipit. E qui accade la magia. Non doveva succedere nulla di eclatante: né matrimoni né funerali. In effetti qui non succede niente di particolare, ma il racconto mette il focus sulla bellezza di quelle “piccole cose” e noi lettori ci lasciamo accarezzare dalle parole e dalle immagini. Familiari, genuine, sane: felici.
    Come genitore mi sono sempre posta un obiettivo su tutti: costruire dei buoni ricordi per i miei figli.
    Piccole cose, sensazioni alle quali attingere ogni tanto durante le prove che la vita pone sul cammino.
    Il ragazzo si ricorderà sempre delle passeggiate col nonno e sono convinta che, da qualche parte, in casa ha la copia di quel libro. E magari anche suo figlio un giorno glielo rileggerà.
    Piaciuto molto.
     
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    Penna furiosa

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    Il fulcro di questa storia è il tenero rapporto che c'è tra Gustave e Thomas, un rapporto profondo, fatto anche di silenzi, basato sulla vicinanza. Questa cosa traspare perfettamente, riesci a farla percepire al lettore.
    Devo essere sincero però, per mio gusto personale, per le letture a cui sono abituato, è tutto troppo statico, succede davvero poco. Capisco che hai voluto evidenziare il concetto della semplicità, delle piccole cose che magari diamo per scontate e non apprezziamo abbastanza, ma uno spunto in più avrebbe dato sicuramente più appeal al pezzo.
    Anche io ho notato due cose che già ti hanno fatto notare:
    1-Prima definisci la casa del nonno col termine maniero, ovvero una sorta di castello, poi la definisci una specie di capanna che è tutt'altra cosa.
    2-La figura dell'amica di famiglia che ha perso il marito è marginale, non aggiunge nulla alla storia, avresti potuto anche non inserirla.
    Incipit ok, l'excipit l'hai adoperato in maniera un pò strumentale, però ci può stare.
    Un pezzo onesto, con discrete qualità, ma che per il motivo che ti ho specificato sopra a mio avviso non spicca.
     
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    Penna furiosa

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    Granelli di felicità in questo caso sono granelli di semplicità. Ed ecco che l'incipit scelto trova il suo pieno compimento. Oltre alle incongruenze che ti hanno già segnalato, ti segnalo, a mio parere, un dettaglio che mi risulta superfluo come il personaggio di Mariele:

    CITAZIONE
    Pungente e implacabile come una spina conficcata nelle carni, spesso ricompariva per ricordargli la tremenda caduta da cavallo di vent’anni prima, avvenuta durante una gara di equitazione. Se non fosse caduto, quella volta avrebbe certamente vinto per la terza volta di seguito la competizione.

    Questo acciacco non dovuto all'età di Gustave ma a una caduta da cavallo durante una competizione di equitazione. Non sembra una competizione dilettantistica, ma qualcosa di importante, un particolare non trascurabile della vita di nonno Gustave. Però finisce lì. Insomma, c'era o non c'era, la sostanza non cambia.

    Determinante, e qui ci sei riuscito/a bene a renderlo, il rapporto speciale tra il nonno e il nipote. Un rapporto accentuato anche dalla stessa strada professionale che Thomas ha deciso di scegliere. La fisiologica continuazione di una parentela che si sposta dal piano affettivo a quello, appunto, professionale.

    La scrittura è buona, ma la narrazione è, a mio gusto, piatta. Per questo motivo non mi ha particolarmente colpito. E' questo il caso dove la semplicità non va oltre un'onesta narrazione, senza picchi particolari. Excipit costruito a dovere anche se non particolarmente originale: c'è il vecchio, la capanna (maniero) e il leone.

    Arvedse (:
     
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    Penna furiosa

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    Il racconto è coerente con l’incipit: un pomeriggio di piccole felicità, narrato in modo piano, placido, dolce.
    L’excipit non è perfettamente incastrato, a causa del particolare della capanna, però mantiene il tono della narrazione.
    La scrittura è gradevole e corretta. Ti segnalo solo questo:
    che fosse bisogno= “che ci fosse bisogno” oppure “che fosse necessario”
     
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    mamma

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    la storia è davvero gradevole, l'amore di un nipote per il nonno mi è comune, pertanto lo comprendo alla perfezione e lo accetto in toto.
    come accetto la narrazione, semplice e lineare, scorrevole.
    segnalo però alcune virgole fuori posto e certe frasi da sistemare (es. " all’improvviso vide all’orizzonte" meglio "d'improvviso" - " il passaggio dello stormo del giorno." meglio "il passaggio di qualche storno".
    nel complesso è comunque gradevole e alcune descrizioni sono ottime.
    un buon lavoro.
     
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