La scimmia preziosa

aut. solenebbia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Il vagabondo
    Posts
    14,769
    Me gusta
    +887
    Location
    mamma

    Status
    Offline
    È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un'ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie. Per l'uomo in questione però questo non fu abbastanza.

    "Carl, ricordati questa sera?"
    "Non dubitare sarò puntuale come sempre, Pam."
    Lei si allontanò pensando di come poteva essersi innamorata di un uomo così egocentrico e falso.
    Pamela era la moglie del facoltoso e brillante Fabergé. Proprio quello.
    Si incontrarono nella gioielleria di Londra. Lui con il capo immerso in una sfavillante bacheca, con l'aiuto del direttore Marco, stava scegliendo un diadema per la sua giovane starlette. Lei in divisa nera con auricolari e occhi attenti, vigilava l'incolumità del magnate londinese Joe Lewis, il quale si apprestava a pagare un diamante appena acquistato per la moglie. Per l'occasione si scambiarono solo due graffianti battute che lacerarono l'anima di Carl. Dopo quell'aspro, ma stuzzicante, impatto decise che quella sarcastica e ironica donna, da un ambiguo fascino, doveva diventare sua moglie. Non fu facile conquistarla, dovette impegnarsi più del solito. Passò qualche tempo, ma alla fine Pamela si concesse; solo a patto di ritornare nella sua Milano.
    E così fu.

    Il tempo macinò impegni, amori, litigi, e perdoni. Tanto che Carl.
    "Pronto Marco sono Carl."
    "Ciao gioia, sono impegnato, cosa posso fare per te?"
    "Verresti a Milano?"
    "In che senso gioia, per qualche giorni? L'atelier non può stare senza direttore. Lo sai!"
    "No, intendo per sempre. Se vuoi potrai alloggiare nell'attico di corso Como. Sto diventando vecchio, e sono stanco di volare da te solo per qualche ora. Tranquillo sarai stipendiato come se lavorassi. Cosa ne pensi?"
    "Gioia ci devo pensare. Scusa, ma ho la Germanotta che mi aspetta. Chiamami questa sera."
    I due cordialmente si congedarono.
    Dopo qualche giorno, sistemato l'atelier di Londra l'ex direttore si apprestava ad affrontare una nuova vita a Milano con il suo amore di sempre.

    Il tempo passò, tra fruscianti lenzuola e festini illegali, tra calici traboccanti e shopping sfrenati.

    Quel giorno Marco aveva un appuntamento inderogabile, rubare all'amante un accendino dal valore inestimabile. L'oggetto era un Fabergé Imperial, ossia un piccolo ninnolo da tavolo raffigurante una scimmietta che fece il suo trisavolo Peter Carl. Era assolutamente urgente, per via dei debiti contratti con uno strozzino, causati dal suo compagno Hector, proprio così: Marco si era portato da Londra il suo amico, sistemandolo in un piedatterra. Il cospicuo stipendio non bastava più a soddisfare le loro particolari esigenze. Secondo il piano di Marco doveva essere semplice; entrare aprire la cassaforte, e scappare.
    "Buongiorno Gustavo, ho dimenticato le chiavi su a casa, mi potrebbe dare quelle di scorta?"
    "Ma certo Signor Mainardi." Il custode fa un mezzo giro con la sedia, si allunga e stacca da una bacheca un porta chiavi di pelle marrone con zip.
    "Tenga, Signor Mainardi, si ricordi che l'ascensore è guasto."
    "È una settimana che è fermo, accipicchia!"
    I due si salutarono.
    Gustavo riprese a leggersi la gazzetta e il Mainardi iniziò la lunga salita.
    L'uomo arrivò madido al sesto piano, ora doveva agire in fretta e bene. Quella notte non si videro. La moglie si lamentava delle troppe assenza del marito, così, per non far scatenare le ire di Pam, che era informata della doppia vita del marito, fece ritorno a casa, e Marc passò la notte da Hector.

    Marco si infilò i guanti in lattice aprì la porta, accese la luce, poi l'uscio silenziosamente si richiuse alle sue spalle. Svelto si recò in studio scostò il grande tv e approntò su di una tastiera luminosa una serie di numeri, cercati e trovati qualche giorno prima su di un foglietto nascosto sotto la libreria. La cassaforte si aprì e dietro a pacchi di banconote e cartelline, vide la scatolina. La aprì, gli brillarono gli occhi nel vederlo, era proprio lui. L'accendino da tavolo a forma di scimmia, piccolo, pratico, e di inestimabile valore. Rammentò la prima volta che l'ammirò, erano avvinghiati tra costosissime lenzuola, Carl si alzò aprì la cassaforte e gli disse che quel meraviglioso oggetto, sarebbe stato suo in caso di morte. Con quella in suo possesso non solo poteva estinguere il debito con Rocco lo strozzino, ma poteva conquistarsi definitivamente l'amore di Hector. In fondo, aveva anticipato solo i tempi. Pensò sorrodendo. Una rughetta attorno alle labbra, apparì sul suo viso levigato di quarantenne.
    "Cosa stai facendo? Dove sei stato?"
    Marco si girò di scatto. Nascondendo dietro la schiena il prezioso gingillo.
    "Ma cosa fai tu qui? Non dovevi essere da Pam? Porca puttana!" Si fece scappare l'ultima imprecazione aggrottando le sopra ciglia e irrigidendosi tutto.
    "Allora, Marco, rispondi!"
    "Carl...ero da Hector, il tuo ex. Ci amiamo. E da quando sono a Milano, frequento anche lui."
    "Tu...con quella puttana?" Intanto Carl gli si avvicina allungandogli le braccia, e aggiungendo:
    "Ma va con tutti. Quindi tu mi stavi derubando... per andare con lui chissà dove! Ricordi, perché ora è il mio ex! Mi stava delapidando, come sta facendo con te! Svegliati, ti sta usando per arrivare a me!" Disse spazientito il maturo Carl.
    "Volevo solo questo!" Tremando gli mostrò l'oggettino.
    "Non toccarlo, lascialo, posalo!!! Ti offro tutto il denaro che vuoi, ma quello no! Ma guardati, con i guanti... non hai un briciolo di gratitudine. Ti ho dato una casa, ti ho fatto studiare, ma l'indole del delinquente è insita in te."
    Carl decise di prenderglielo, allungò il passo, ma inciampò nel tappeto persiano e rovinando a terra battè la testa sull'angolo della scrivania di cristallo.
    Ad un tratto il silenzio inondò la stanza, infranto solo da lontane sirene in avvicinamento.
    L'uomo si inginocchiò all'esterno della pozza di sangue che il tappeto timidamente stava assorbendo, gli accarezzò il viso, e con gli occhi appesantiti dalle lacrime, gli sussurrò.
    "Mi spiace Carl, mi spiace. Ti ho amato moltissimo. Addio gioia."
    Uscì immediatamente dall'appartamento e imboccò la rampa per scendere, in pochi minuti raggiunse il terzo piano dove si accorse di uno scalpiccio e un vociare non consono al palazzo, si sporse dall'ampia tromba delle scale senza farsi notare, e vide dei poliziotti che stavano salendo di buona lena. A quel si infilò nel corridoio che portava alle scale di servizio esterne, si tolse i guanti e si diede una calmata, poi scese fino a piano terra, aprì una porta di rovere che dava sull'androne e si diresse, a passo lesto e attento verso la guardiola.
    "Le rendo le chiavi, grazie Gustavo."
    Il guardiano con aria preoccupata le ritirò, e ripose il pesante astuccio, al solito posto.
    Nella bacheca.
    "Signor Mainardi, ma lei sa cosa è successo? Ha per caso visto qualcuno sulle scale? E già non può aver visto nessuno, ha preso quelle esterne!"
    "No Gustavo, non ho visto nessuno, ho preso quelle esterne per far salire meglio le forze dell'ordine."
    Il custode preoccupato dell'invasione graduata replicò:
    "Forse hanno rubato dai Bianchini al quinto piano, mi diceva il maresciallo, che è scattato un allarme.
    Spero che un giorno arrestino o le diano un multa esemplare al radioamatore che abita lì di fronte, al primo piano, con la sua frequenza altera tutti gli antifurto causando a volte degli inutili interventi."
    Il ragazzo si dondolava nervosamente, annuendo e sfoderando dei sorrisini idioti. Lo sapevano tutti di quel tipo della casa di fronte, ma era una persona a modo, in quel momento il problema era un altro e troncò dicendo:
    "Gustavo la devo salutare, ci vediamo tra qualche giorno."

    Il cadavere del Fabergé venne trovato da Celia, la signora sudamericana che da anni si occupava delle pulizie di tutte le residenze della famiglia.
    Partirono le indagini, per riuscire a chiarire il fatto. Naturalmente anche Marco fu chiamato in questura per accertamenti, come la moglie, e tutto il suo entourage compreso i custodi e i vicini di casa.
    Il primo del gruppo dei portieri fu Gustavo che rispose:
    "No maresciallo, il Signor Fabergé la mattina del 8 novembre non l'ho visto ne uscire ne entrare...Non ho visto nessuno dell'appartamento 12." disse grattandosi sovente il naso.
    "Lei è sicuro, magari..." replicò il graduato.
    "Ora che mi ci fa pensare, forse quando arrivò l'ing, Rossetti reclamando che l'allarme della sua auto continuava a suonare, allora uscìì con lui per vedere di risolvere il problema. Stetti lontano dalla guardiola pochi minuti, il tempo di passare due auto e raggiungere la sua Volvo, Signor Maresciallo."
    "Potrebbe essere che il Fabergé sia entrato, e subito dopo anche il suo aggressore, oppure non è stato aggredito ed è caduto da solo accidentalmente, ma l'oggetto prezioso che asserisce la moglie, lei ne sa qualche cosa?"
    "Signor Maresciallo, ignoro cosa sia l'oggetto."
    "Vada, ma rimanda reperibile."
    Gli investigatori perquisirono tutti gli immobili alla ricerca dell'accendino che la moglie sapeva essere nella cassaforte dell'attico, dove trovarono solo una scatola vuota. Nonostante il maresciallo Anna Patruno, avesse più di un sospetto verso l'affascinante e intrigante Sig, Mainardi e nonostante lo fece pedinare, non riuscì a scoprire nulla per poterlo incriminare, alla fine archiviò il caso. La vedova, nel frattempo, assediata dai mass media, decise di partire per le Antille, lasciando tutto il patrimonio, momentaneamente, in mano al suo avvocato di fiducia, promettendogli che al suo ritorno avrebbero pianificato delle vendite, ma fino ad allora tutto doveva rimanere come prima.

    Dopo qualche mese.
    "Salve Gustavo le chiavi. Grazie."
    "Eccole Marco, dobbiamo parlare...Signor Mainardi." Gli disse il custode porgendogli il pesante astuccio, e sfoderando un sorriso sardonico.
    "Va bene, Gustavo. Non qui, chiuda la guardiola e salga da me." Rispose sorridendo e allargando le braccia, poi pensò. Forse non era così che dovevano andare le cose. Ma così stavano.
    "Nel complesso", rifletté, "sarebbero potute andare decisamente peggio."
     
    .
  2.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    1,438
    Me gusta
    +260
    Location
    Samboseto di Busseto (Ma nata a Parma)

    Status
    Offline
    Ciao.
    La frase
    "Carl, ricordati questa sera?"
    Non mi suona proprio. Mi sembra un errore.
    Anche la frase "pensando di come" non mi sembra corretta. Credo che si dica "pensare a come".
    Idem la frase "Per l'occasione si scambiarono" io metterei "In quell'occasione si scambiarono" dato che lo fecero in quel momento e non perché l'occasione richiedesse uno scambio di battute.
    "Tanto che Carl."
    Non ho capito cosa intendevi dire con una frase costruita in questo.modo, ma forse è un refuso e una parte di frase ti è rimasto nella tastiera.
    Nel testo ci sono parecchi refusi. L'ultimo.che mi ricordo è un "rimanda a disposizione" che doveva essere un "rimanga a disposizione" e il nome del protagonista a volte è Marc e a volte è Marco.
    La storia è abbastanza chiara ma i personaggi sono appena sbozzati:Marc ha un atelier di moda e molla tutto per il suo amore Italiano ma, invece, continua a stare con Hector(lo ama) anche se lo sta portando alla bancarotta per i soldi a strozzo che ha preso in prestito. Tra l'altro è l'ex del riccone. Una trama degna di Beautiful, senza dubbio. I personaggi non sono molto credibili, purtroppo, prima di tutti la moglie che è a conoscenza della doppia vita del marito eppure si lamenta delle lunghe assenze di lui. Mi sembra poco credibile. O forse è solo poco credibile per la mia testa, ovviamente.
    I molti errori e refusi non agevolano la lettura, e anche se incipit ed excipit sono stati usati bene e la storia c'è, penso che abbia ancora bisogno di molto lavoro per venire fuori.
    Ci sono molti riassunti: è come se tu avessi voluto raccontare la storia partendo da molto lontano e poi fossi stata costretta, per i limiti imposti, a riassumere dei pezzi per dare un senso al tutto.
    Forse avresti potuto partire da un tempo meno remoto: a cosa serve, al racconto, sapere che lei faceva la bodyguard quando si sono incontrati? A cosa serve una moglie, in tutto il racconto? È un personaggio che poteva essere tranquillamente omesso e avresti avuto spazio da dedicare alla storia che hai voluto narrare.
    A cosa serve sapere che quando Marco rientra dalle scale di servizio apre una porta di mogano?
    Il mio consiglio è:snelliscila. Tieni i personaggi principali e racconta una storia che coinvolga solo loro. I troppi dettagli confondono il lettore che è portato ad aspettarsi che vengano usati in seguito. Anni fa ho letto un consiglio di uno scrittore (forse Asimov, ma non potrei giurarlo) che diceva che se nel racconto c'è una pistola, quella pistola deve sparare; altrimenti è inutile che se ne parli.
    Ok, come vedi, tra i miei pregi non c'è il dono della sintesi né quello della punteggiatura.
    Grazie per la lettura. Alla prossima.
     
    .
  3.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Dio della penna

    Group
    Il vagabondo
    Posts
    14,769
    Me gusta
    +887
    Location
    mamma

    Status
    Offline
    la storia è gradevole, se così si può definire un omicidio condito da furto, ma poco scorrevole.
    ci sono parecchi refusi, come già segnalato, e alcune frasi sembrano fuori luogo o incomplete.
    ho l'impressione che c sia un po' di confusione tra le righe.
    in ogni caso le descrizioni sonmo buone e la caratterizzazione dei personaggi altrettanto.
    con una revisione generale può uscire un ottimo lavoro.
     
    .
  4.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna d'oca

    Group
    Member
    Posts
    405
    Me gusta
    +23

    Status
    Offline
    Stefia Grazie per la dettagliata analisi. Conserverò ogni tuo suggerimento. I refusi sono imperdonabili, e la mia fretta nel fare le cose mi tradisce di continuo.
     
    .
  5.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Soldato semplice

    Group
    Member
    Posts
    362
    Me gusta
    +59

    Status
    Offline
    Ciao solenebbia. Un racconto intricato, che si dipana fino a un furto con delitto.
    Forse hai messo un po' troppi elementi, l'amante dell'amante ha solo lo scopo di accentuare la perversione Marco e dello stesso Carlo.
    Le caratteristiche di personaggi sono solo sfiorate come ad es. la moglie o il fidanzato di Marco che compare solo sullo sfondo.
    Riesce comunque ad attirare l' attenzione del lettore e a incuriosire. A rileggerti.
     
    .
  6.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Regina di cuori

    Group
    Member
    Posts
    10,501
    Me gusta
    +63
    Location
    oltre

    Status
    Offline
    Un racconto complesso con tanti personaggi coinvolti, ho notato parecchi refusi già segnalati da altri,
    un discreto racconto che puoi aggiustare e farne un ottimo giallo, complimenti!
    Incipt e Expcit ben collegati!
     
    .
  7.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    2,653
    Me gusta
    +429

    Status
    Offline
    Ciao Solenebbia.
    Hai scelto un gioiello così particolare per dare il titolo al racconto che non ho resistito alla curiosità di vederlo. Ero certa che fosse una cosa vera.
    Per il resto Stefia ti ha già fatto un buon commento. Il racconto è penalizzato da una quantità di refusi e di errori, ma nell’insieme la storia non è male.
    Trovo piuttosto che sia parecchio “compressa”. Una volta il Boss disse di un mio racconto: “è come se tu avessi messo a cuocere un panettone nel microonde...” Rende proprio bene l’idea.
    Ci sono tanti spunti e tante idee da sviluppare. Con pazienza e impegno ne verrà fuori una buona storia.
    L’incipit e l’excipit mi sembrano ben integrati.
    Attached Image
    11F5F1B6-BE3B-40A9-AB1D-80D78BC8C921

     
    .
  8.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna stilografica

    Group
    Member
    Posts
    660
    Me gusta
    +21
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Un bell'intrigo giallo, giocato tutto sulla ambiguità dei rapporti fra i vari personaggi.
    Però lo spazio (il numero di caratteri) e il tempo (la prima scadenza del concorso) sono tiranni e hanno giocato all'autrice un brutto scherzo, quello di rendere il racconto frettoloso, non editato a dovere, e quindi indebolendone il fascino.
    C'è poca accuratezza nei tempi verbali: passato e presente nello stesso capoverso, uso del passato remoto quando sarebbe stato necessario un trapassato prossimo. Qui di seguito i tempi errati e quelli corretti, scritti fra parentesi:
    -...raffigurante una scimmietta che (aveva fatto) il suo trisavolo Peter Carl.
    - Rammentò la prima volta che l'ammirò l'aveva ammirato)... Carl si alzò (era alzato) aprì (aveva aperto) la cassaforte e gli disse (aveva detto) che quel meraviglioso oggetto, sarebbe stato suo in caso di morte.
    Il trapassato prossimo si usa quando l'evento descritto dal verbo è anteriore a un altro evento già raccontato al passato.
    - e nonostante lo fece (avesse fatto) pedinare
    Ci sono anche alcuni refusi o frasi inconcluse, tipo:
    - Tanto che Carl
    - Dopo qualche mese
    Però queste incompletezze potrebbero essere una cifra stilistica dell'autore (a mio parere non disprezzabile) col piccolo accorgimento di mettere i due punti, cos' sarebbero frasi di introduzione della frase successiva, rendendo la narrazione agile e leggera.
    Per il resto concordo in toto con il commentatore precedente, Stefia.

    ongratulazioni, Solenebbia, hai una bell'immagine come logo.
     
    .
  9.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    2,014
    Me gusta
    +257

    Status
    Anonymous
    Qualche errore sintattico. Es: "pensando di come poteva essersi" senza "di". "Si incontrarono" corretto: si erano incontrati: l'azione anteriore rispetto al passato remoto va resa con il trapassato prossimo. E altri refusi o errori che ti hanno già segnalato.
    Per quanto riguarda il contenuto, probabilmente sono io poco lucida e attenta, ma mi sono persa abbastanza presto nella trama, che indubbiamente ha una sua logica, ma non proprio percepibile con facilità.
     
    .
  10.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,495
    Me gusta
    +286

    Status
    Offline
    Ciao Solenebbia,
    un giallo che, purtroppo, non mi convince più di tanto.
    La trama può anche essere interessante (due uomini che si affrontano per amore di un terzo uomo!), ma il testo in generale mi dà la strana sensazione di essere frettoloso, poco curato e non ben strutturato. I personaggi importanti ai fini della storia sono due: Carl e Marco. Ma entrambi sono poco approfonditi.
    Non ho googolato, però mi viene da fare una considerazione: dato che Petunia ha ben dedotto che la scimmietta esistesse davvero, non è che questi sono fatti realmente accaduti? Se così fosse, a mio avviso, avresti dovuto romanzare di più la storia per renderla più accattivante: la realtà nuda e cruda rimane cronaca se non c'infili un pò di pathos.
    Ritornando al testo, al di là di errori e refusi (possono capitare!) ci sono intere frasi che non mi convincono:
    CITAZIONE
    L'uomo arrivò madido al sesto piano, ora doveva agire in fretta e bene. Quella notte non si videro. La moglie si lamentava delle troppe assenza del marito, così, per non far scatenare le ire di Pam, che era informata della doppia vita del marito, fece ritorno a casa, e Marc passò la notte da Hector.

    Nel brano che ho citato, per esempio, dobbiamo dedurre che si stia parlando di Carl senza che questo venga mai chiamato in causa.
    CITAZIONE
    Pamela era la moglie del facoltoso e brillante Fabergé. Proprio quello.

    Qui invece c'è l'incursione dell'autore: con Proprio quello l'autore fa sentire la sua voce, diventa onnisciente e sottolinea l'informazione per il lettore. Poi sparisce e non si fa più sentire. O c'è, o non c'è...
    Trovo che mentre l'exicipit è ben strutturato e chiude bene il brano (rendendo con quella battuta pungente, un ulteriore immagine sgradevole di Marco), l'incipit rimanga meno sfruttato, tanto che questa moglie rimane un personaggio del tutto marginale e senza importanza.

    Adesso ti faccio due considerazioni molto personali, quindi non le prendere troppo sul serio!
    1) A me i ladri (di solito all'erta e vigili) che nel silenzio di una casa vuota, impegnati a cercare qualcosa, non si accorgano di qualcuno che entra in casa (e questo non sa che c'è qualcuno in casa, quindi non entra circospetto, ma facendo tutto il rumore del caso), hanno sempre poco convinto, sia come personaggio che come scena...
    2) L'espediente "cade, picchia la testa e muore" ha fatto il suo tempo! Proponiamo morti un pò più originali!!!
     
    .
  11.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna d'oca

    Group
    Member
    Posts
    470
    Me gusta
    +27
    Location
    Siena

    Status
    Offline
    Dei refusi non mi curo. E, a mio avviso, non dovrebbe curarsene alcuno. Siamo una piccola comunità di scrittori che giocano insieme a scrivere e dovremmo essere l'uno l'editor delle altre. Un accento si può correggere, un virgola aggiungere, una desidenza cambiare. Ciò non inficia la qualità del racconto.
    Chiusa la lunga premessa, ti dico che la storia non mi convince, forse un intreccio troppo intrecciato?
    I personaggi non mi appaion credibili, il racconto non scorre e non tiene il passo con una bella idea di partenza.

    Edited by gipoviani - 1/12/2020, 14:13
     
    .
  12.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna furiosa

    Group
    Member
    Posts
    1,178
    Me gusta
    +190

    Status
    Anonymous
    Ciao Solenebbia,

    anche io ho avuto le stesse impressioni di chi mi ha preceduto
    Il problema di fondo, e l'hai confermato tu stessa, è la fretta, quasi la furia con cui hai buttato giù il testo.
    Ci sono molti refusi, qualche tempo verbale che non concorda, la velocità con cui si susseguono i vari passaggi, rendendoli più simili a una sorta di sceneggiatura.
    Anche i dialoghi andrebbero rivisti, renderli più spumeggianti, più originali.
    Credo che sia tutta una questione di tempo. Questa sarebbe potuta essere benissimo la tua prima stesura. Poi, con cura e pazienza, avresti dovuto tornarci sopra, aggiungere, togliere, cambiare, revisionare, fino a dare al tutto una forma più omogenea ed equilibrata.
     
    .
  13.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Il Conte

    Group
    Member
    Posts
    482
    Me gusta
    +34

    Status
    Offline
    Dunque, il racconto necessita di una revisione. Ad un certo punto mi sono un po' perso, ma credo di aver ritrovato il filo ed essere arrivato alla fine. Devo ammettere però che la vicenda non mi é chiarissima.

    Mi é piaciuto lo stile usato nei dialoghi, sopratutto per il modo di parlare colloquiale e credibile dei personaggi.
    Con un po' di lavoro può migliorare tantissimo.
    Non demordere

    Edited by NovelleVesperiane - 6/12/2020, 14:35
     
    .
  14.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Penna suprema

    Group
    Gli irriducibili
    Posts
    6,941
    Me gusta
    +659

    Status
    Offline
    Ho letto il racconto e tutti i commenti almeno un paio di volte, forse più.
    Il commento migliore, quello di Stefia, ha annullato le mie velleità di commentatore, è troppo brava, lei.
    Ma visto che è obbligatorio, ti dico che il tuo racconto è un po' debole.
    Troppi personaggi e pochi che funzionano.
    Quasi quasi nemmeno Marco funziona, con quel cavolo di accendino di valore inestimabile che avrebbe sanato ogni debito
    e permesso una vita agiata. D'accordo l'invenzione ci deve essere in un buon racconto, ma tu esageri affidando a lui tutto quel potere.
    Marco non ha le risorse per essere un buon protagonista, conosciamo la sua vita scriteriata.
    Ma non sappiamo nemmeno di che colore ha le ciglia.
    Cosa posso fare per aiutarti?
    Qui cade la pioggia.
    Nemmeno ho la fortuna di una bella nevicata.
     
    .
  15.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Scrivano supremo

    Group
    Moderatore
    Posts
    3,925
    Me gusta
    +252
    Location
    Higgs

    Status
    Offline
    Ciao Solenebbia,
    su refusi e tempi verbali ballerini ti sono già stati forniti abbondanti consigli quindi non mi soffermo.
    Parliamo invece della storia che ha delle pecche. In primis la mancanza di una struttura solida che tenga su tutto l'impianto. I personaggi non vengono caratterizzati a sufficienza e quindi i loro gesti non sono pienamente comprensibili al lettore. Ci sono descrizioni che potresti tranquillamente tagliare/asciugare/eliminare (non aggiungono nulla alla struttura essenziale del racconto, e arricchire la storia inserendo tratti caratteristici dei tuoi personaggi. L'incontro tra Carl e la moglie che proponi all'inizio lo proponi per quale motivo? Per far sapere al lettore che Carl ha una moglie per agganciarti all'incipit? E allora elimina dei particolari.
    Devi stabilire cosa vuoi raccontare ed eliminare il troppo che non serve alla tua storia.
    Su questo pezzo c'è molto da lavorare, potenzialmente potrebbe prendere il volo.
    Ele
     
    .
35 replies since 28/11/2020, 16:05   500 views
  Share  
.