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C'è qualche refuso di troppo da mettere a posto ma è un buon racconto. Mi sono rovinato un pò la sorpresa perché col secondo messaggio Lui aveva detto proprio quello che il suo cuore voleva sentire e che la sua ragione temeva. successivo all'affermazione di Marcus a cena risulta evidente che sia la mogie a lasciare al marito quegli "indizi". Forse questa cosa potevi nasconderla di più, a meno che non avessi nessuna ambizione di celare nulla. La cosa che mi stona è il riferimento alla calligrafia di Adele; mi pare di aver capito che abbia dissimulato la sua scrittura per mandare i messaggi e che abbia riproposto la stessa calligrafia nel messaggio sul frigorifero. Confesso di non aver mai provato a camuffare la mia grafia e non so quanto sia naturale, facile o difficile, però mi fa strano che un marito non riesca a trovare qualcosa di familiare nelle parole scritte dalla propria moglie, per quanto siano alterate. Ma forse sbaglio io.
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intanto ti do il bentornato, Gipo. poi ti dico che la storia non è originalissima ma lo è il modo in cui l'hai condotta. utilizzare quelle frasi tratte da un capolavoro letterario è stata un'idea splendida, a mio parere. certo, posso non concordare sui comportamenti, ma quello è un fatto personale. molto buone le descrizioni, anche a livello emotivo. devo però dire che vi sono molti refusi ed errori, quindi sarebbe opportuna una bella revisione del testo. in ogni caso rimane una buona prova
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Originale l'idea di utilizzare l'incipit come messaggio inviato al protagonista e da quel messaggio far partire la storia. Risulta davvero intrigante leggere i messaggi che hai introdotto nella storia e che come dici tu costituiscono il tarlo della gelosia che corrode. Un modo originale di trattare l'argomento "tradimento", facendo riferimento alla letteratura classica. Il racconto è ben scritto e si legge volentieri. Non ci sono particolari errori e la scrittura è curata a parte qualche refuso (ad esempio ubbriaco , gli al posto di le, fu lui...).
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Di solito non leggo gli altri commenti ma scrivendo sotto quello di @Arianna 2016 ho visto che lei ti ha segnalato quasi tutto. Mancherebbero: con Vronskij /con i Vronskij; e il mio compleanno / è il mio compleanno; a gli altri / agli altri. Per quanto concerne la trama mi sembra quasi impossibile che lei sia così brava a scrivere in un modo differente da quello che dovrebbe essere la sua scrittura di sempre e inoltre c'è una nota che mi sembra stonata a causa delle mie esperienze personali: il Rhum Agricola non credo si possa invecchiare 20 anni. Normalmente è un prodotto creato dagli agricoltori Cubani per sé stessi e di nascosto dal Governo, molto difficile da ingerire talmente è forte. A parte ciò il racconto è abbastanza piacevole. In pratica un divertissement
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Sul linguaggio, lo stile, il tono narrativo non c'è nulla da eccepire. I refusi purtroppo sono stridentissimi, come macchie nere su uno sfondo splendente. Peccato. Non li elenco perché altri lo hanno già fatto. Anche la struttura in tre atti è canonica. La scansione fatta attraverso le misteriose missive va benissimo. Mi sarei aspettato un finale diverso dopo la terza !Anna è morta..." cioè una fuga di Adele e Lisbeth. E l'agnello con patate nel forno sarebbe stato l'ultimo saluto. Questo finale avrebbe giustificato le precedenti missive tolstojane. Invece il lieto fine lascia irrisolto il perché di quelle missive. Se Adele gliele mandava per dire: "Sveglia, marito, che se vai avanti così mi perdi" hanno fallito il loro scopo. Dal racconto non si nota nessun cambiamento in Marcus (sbronza a parte, comunque insufficiente). Questa lacuna indebolisce, a mio avviso il racconto, peraltro scritto benissimo.
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Penna d'oca
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Ammetto, lo stile del racconto non è tra i miei preferiti, scritto bene ed io non sarei riuscito neanche per metà ad assomigliarti in questo, ma a mio umile parere, privo di emozioni, personalizzo ancor più la cosa, a me non è arrivato molto, saranno i contenuti? lo stile? in effetti non sono in grado di giudicare completamente, in compenso l'IN e l'EX sono perfetti. I refusi, manco li guardo
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Penna d'oca
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Il racconto non è male, anche se un po' banale come trama, hai trovato il modo per renderlo originale tra l'altro sfruttando in modo magistrale l'incipit. Tanti, troppi, errori di grammatica e refusi, è sempre bene rileggere almeno una volta (almeno!) prima di inviare, sempre ammesso che il tempo ce lo permetta...
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Sui refusi non aggiungo altro a quanto già detto. L'idea del racconto è bella, ma le motivazioni del personaggio della moglie risultano un po' poco comprensibili, come può essere sicura che il marito scopra il suo gioco? Il modo con cui il marito si rende conto di tutto mi è sembrato un po' frettoloso, e la stessa cosa vale per il finale, che per i miei gusti è anche un po' troppo consolatorio: avevi costruito una certa tensione che poi si sgonfia in modo molto brusco. Non so, mi sembra una prova con un grande potenziale, ma per il mio gusto personale manca qualche piccolo particolare per renderla un racconto davvero esplosivo.
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Il regolamento ci costringe nostro malgrado ad evidenziare anche gli errori, tra l'altro già ampiamente segnalati. Per questo motivo non mi dilungo oltremodo in tal senso. Detto questo, trovo che il racconto sia molto originale e nel contenuto e nello sviluppo: Mantenendo il quadretto familiare da "famiglia del Mulino Bianco", hai saputo far emergere quanto nella realtà la felicità fosse soltanto di facciata poiché in effetti non è così. Marcus, come si direbbe qui dalle mie parti è un piciu: il professorone che non s'accorge dell'allontanamento "sentimentale" della moglie che è costretta (sì, costretta, io la vedo così) a mandagli messaggi cifrati per farlo ripigliare. E' chiaro, Marcus è cornuto, ma è la stessa Adele che vuole evitargli di essere anche mazziato. Perché in fondo a lui ci tiene e, sentendosi in torto, cerca di togliere il prosciutto dagli occhi del marito. Se leggendo ho conosciuto bene Adele e Marcus, ritengo verosimile che l'uomo non si sia accorto subito che la calligrafia utilizzata nei messaggi fosse la stessa del messaggio sul frigorifero, ovvero quella della moglie. Marcus ha vissuto e vive un po' sulle nuvole e non lo vedo così scaltro da accorgersi subito di ciò che non va nella sua vita di coppia. Gli basta la cenetta felice in famiglia. Non si fa troppe domande. Va bene così.
Uno dei migliori racconti che ho letto.
Welcome back Gipo!
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Penna suprema
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L'entusiasmo di Molli mi ha portato a rileggere questo bel racconto. Mi era sfuggita la citazione 'Così fan tutte'. Tinto Brass e Claudia Koll spaccarono gli schermi con quel film. In effetti la storia ci somiglia. Aggiungo all'entusiasmo di Molli, il mio. Un abbraccio.
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Scrivano supremo
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Bentornato Gipo!!
Ho apprezzato molto il tuo racconto.
Mi ha fatto tornare in mente un piacevole romanzo letto tempo fa, Le disavventure di Margaret di Cathleen Schine; specialmente il tuo protagonista mi pare un po' svampito come lo era questa Margaret.
Marcus mi sembra un uomo che vive nella sua dimensione e che non si accorge di quello che gli accade intorno, Adele è costretta a dargli degli indizi perché lui possa svegliarsi un po'. Be', direi che succede spesso per quanto sono certa che gli uomini del forum si sentano più ricettivi di Marcus, ma capita: gelosie inutili in momenti a caso e poi alla resa dei conti non ci si accorge di nulla.
La storia è condotta bene e i personaggi sono intriganti sia in quello che mi racconti sia nell'immaginario che mi creo da lettrice.
CITAZIONE Il potere delle parole e della letteratura. Adele aveva avuto il suo Vronskij suonava molto meglio che dire che Adele avesse avuto un amante. Questa la sintesi perfetta di come vedere il bicchiere mezzo pieno e sorriderne.
Piaciuto molto .
Ele
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Lo stile di scrittura è certamente fra i miei preferiti e anche la storia mi è parsa molto credibile: letteratura americana batte matematica 2-0. A parte i troppi refusi, già evidenziati da altri, cito alcuni aspetti che mi hanno lasciato perplesso e che mi impediscono di mettere il racconto fra le mie primissime posizioni. "Era una sua impressione o prima che indossasse anche lei un caldo sorriso, un'ombra aveva attraversato...". La frase fila poco. Suggerisco: "Forse era una sua impressione ma, prima che indossasse anche lei un caldo sorriso, ecc.ecc." Come Byron.RN , nello stesso punto, ho capito troppo presto che si trattava della moglie. "A tavola durante la cena, non ascoltava completamente i racconti di Lisbeth..." Si poteva dire in modo migliore. La scoperta finale del diminutivo Addie mi è parsa un po' tardiva, quasi una corsa a giustificare il finale. Era sufficiente dirlo prima. Anch'io mi sono trovato allo stesso problema. L'excipit non mi pare calzante. Quel "Fa freddo lì stasera, tesoro?" presuppone che i due non siano fisicamente presenti. Io ho immaginato che stessero chattando, ma avrebbero potuto parlarsi al telefono. Sono d'accordo con l'interpretazione di TomaSgaia
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Dio della penna
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Ottima la struttura grammaticale e la fluidità si percepisce man mano che la lettura scorre. La trama è ben articolata e incipit ed excipit si fondono perfettamente nel racconto. questa è una scrittura "matura" che palesa padronanza e capacità narrativa. Sullo sfondo il messaggio della inesistenza in realtà della vera felicità si palesa immediatamente ed è questo il perno su cui ruota la trama. I rapporti familiari spesso non riescono a trovare espressione e basta un estraniarsi da se stessi divenendo personaggi d'un romanzo per palesare verità nascoste e poi... Visto che nulla è perfezione pura la famiglia continua a vivere e l'episodio che avrebbe potuto sfaldare e distruggere tutto viene vissuto in modo quasi irreale come se le vicende fossero intinte solo in un romanzo. Ottimo lavoro dunque e meritato plauso all'autore.
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ciao mi è piaciuta la costruzione del tuo racconto, il doppio espediente che hai usato per raccontare il non detto. Trovo che questo non sia per niente facile.
Mi è piaciuto molto anche il titolo perché racchiude il senso: noi siamo imperfetti e lo sono anche i rapporti con gli altri; solo accettando questa verità si può aspirare a una parziale felicità.
La frase che trovo più vera: In un matrimonio, pensò, la verità è sopravvalutata. L’importante è essere leali.
L’incipit perfettamente calzante, excipit un po' meno, già fatto notare dai commentatori precedenti.
Nel complesso ottima prova, originale e ben riuscita.
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Scrivano supremo
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Ciao Gipo.
Posso dire "peccato per il finale"? Per carità, un finale in stile Promessi Sposi del Manzoni, mica uno qualsiasi, però quello è un finale adatto a un romanzo e questo è un racconto. Si poteva chiudere tutto prima e l'excipit ci sarebbe stato bene lo stesso. A parte queste mie personali considerazioni, il racconto fila nonostante alcuni errori/refusi che mi sembra ti abbiano già fatto notare. Ottimi lessico, grammatica e sintassi. Perfetto l'aggancio con l'incipit e l'excipit.
Grazie e alla prossima.
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32 replies since 28/11/2020, 16:16 508 views
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