Rilancio

aut. mangal

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    Penna furiosa

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    Incipit ed excipit sono ottimamente integrati.
    Mentre la leggevo, pensavo che questa storia sa tanto di autobiografia, non tanto per l’argomento, ma per il modo in cui viene narrata: sembra proprio una cronaca di vita vera, tutto è molto realistico; ai personaggi manca la distanza letteraria che li renderebbe personaggi di un mondo inventato, hanno invece la vicinanza delle persone della vita reale.
    A questo punto, non ho resistito e ho scorso le tue risposte ai commenti, così ho trovato la conferma delle mie sensazioni.
    Tu e Tom avete scritto che ho avuto coraggio, a postare il mio racconto e a farlo leggere ai miei.
    Secondo me, tu sei stato molto più coraggioso: quello che racconti non è facile da dire e non è facile uscire da questo tipo di dipendenza.
    Il racconto è ben scritto e corretto.
     
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    Premetto che non ho esperienza del gioco d’azzardo, da cui sono stato sempre alla larga. Se qualche volta gioco (modestamente) di soldi in famiglia o con amici, se vinco mi sento in colpa e in imbarazzo e faccio il possibile per perdere quello che ho vinto. Ma forse non sono normale!
    Detto questo, il racconto mi è piaciuto molto e mette bene in evidenza le dinamiche di questa piaga che è molto simile alla dipendenza da droghe, pur non avendo gli stessi effetti diretti sul fisico.
    A differenza di altri, ho apprezzato molto Cinzia e la sua intelligenza. Credo che, proprio come per la droga, soltanto atteggiamenti “energici” e decisi possano causare il giusto shock a chi soffre di questi problemi, causando la giusta reazione.
    In questa ottica mi è parsa credibile anche la reazione di Alessio che trovo corretta come punto di rottura e ripartenza di quella brutta storia.
    Stile di mio pieno gradimento e forma perfetta. In e ex perfettamente integrati.
    Gli spazi ristretti della prova hanno un po’ penalizzato la storia che può essere ampliata a dismisura.
     
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    CITAZIONE (G.Leroux @ 12/12/2020, 18:08) 
    Premetto che non ho esperienza del gioco d’azzardo, da cui sono stato sempre alla larga. Se qualche volta gioco (modestamente) di soldi in famiglia o con amici, se vinco mi sento in colpa e in imbarazzo e faccio il possibile per perdere quello che ho vinto. Ma forse non sono normale!
    Detto questo, il racconto mi è piaciuto molto e mette bene in evidenza le dinamiche di questa piaga che è molto simile alla dipendenza da droghe, pur non avendo gli stessi effetti diretti sul fisico.
    A differenza di altri, ho apprezzato molto Cinzia e la sua intelligenza. Credo che, proprio come per la droga, soltanto atteggiamenti “energici” e decisi possano causare il giusto shock a chi soffre di questi problemi, causando la giusta reazione.
    In questa ottica mi è parsa credibile anche la reazione di Alessio che trovo corretta come punto di rottura e ripartenza di quella brutta storia.
    Stile di mio pieno gradimento e forma perfetta. In e ex perfettamente integrati.
    Gli spazi ristretti della prova hanno un po’ penalizzato la storia che può essere ampliata a dismisura.

    mi fa piacere tu abbia capito come mai si è comportata in quel modo: ci voleva uno shock per avere una reazione.
    a lei è andata bene, visto il seguito, ma ti posso garantire che non sempre va così
     
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    Ciao Mangal.

    Purtroppo ho letto che il racconto è ispirato a una storia vera e non riesco a dimenticarmene. Ho paura che si noti troppo l'esperienza di vita reale; come dice uno dei miei maestri di scrittura: la vita reale non ha una trama, è solo una successione di eventi. Per trasformare la vita in un romanzo (o in un racconto) bisogna per l'appunto romanzarla.
    Mi sembra strano di essere io a dirlo, perché di solito è ciò che viene detto a me: la narrazione mi sembra distaccata e a mio parere non sei riuscito a entrare nel dolore di Alessio. La cosa più strana è che Cinzia e Laura non mi restano impressi come personaggi, mentre con Elena in pochi tratteggi hai creato un personaggio che spicca ed infatti è quello che mi resta più impresso.
    Ottimi lessico, grammatica e sintassi.
    Perfetto l'aggancio, soprattutto con l'incipit, ma anche l'excipit è da dieci.

    Grazie e alla prossima.
     
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    Immagini di vita vera che vengono raccontate e scorrono come in un film e nel loro andare veloce la scrittura accompagna e rende giustizia alla semplicità regina della comprensione. Il dramma del gioco è forte nel nostro paese e tanti ci hanno lascito penne e panni casalinghi...
    Il mio bisnonno materno era un nobil uomo aquilano che se la godeva con carrozze, gioco e bella vita... un giorno perse tutto, compreso anche il castelletto che aveva ai piedi dell'Aquila, andò via dalla città, sparendo nell'oblio per la vergogna.
    Una storia raccontata con giusto canone di scrittura che mai devia l'attenzione del lettore che s'approccia con il gusto del sapere come va a finire la storia.
    Ecco come dovrebbe essere un racconto, ciò che vuoi raccontare lo esprimi in un modo che non allontana l'attenzione di chi legge, anzi lascia liberi i neutroni d'organizzare il senso dello scritto. Ciao e alla prossima!
     
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    Ciao Mangal,
    interessante racconto scritto in prima persona su come sia "banale" lasciarsi sfuggire la felicità.
    Mi sono molto piaciuti i dettagli da città di provincia -così li ho letti nel mio immaginario e conosciuto- che hai messo nel racconto.
    CITAZIONE
    Rientrando dal lavoro trovai la strada statale chiusa per lavori e presi quindi una via alternativa. Ne conoscevo parecchie, essendo nato e cresciuto in loco, ma decisi di prendere quella, purtroppo.
    Mi fermai a un bar tabacchi per fare scorta di sigarette e decisi di prendere un aperitivo

    oppure quei villini singoli lungo i viali di piccole cittadine:
    CITAZIONE
    suonai il campanello e la tenda di una finestra si spostò rivelando il viso di mia moglie

    Ho trovato che tutto si svolge velocemente -forse nell'arco di un mese massimo- poi ripensando alla pazzesca realtà
    che ci propone quotidianamente cose mai immaginate, mi sono detto "ci sta".
    L'unica cosa che allora non mi quadra, facendomi pensare ad una storia drammatica molto lunga, è quando all'inizio scrivi "micidiale per gli anni a venire"
    CITAZIONE
    E la vita scorreva dolcemente tra casa e lavoro, come in ogni bel film, solo che un giorno accadde un fatto all’apparenza innocuo, ma che si sarebbe rivelato micidiale per gli anni a venire

    facendomi pensare che il finale di ricongiungimento familiare forse non è il vero finale, ma solo una tappa.

    Bicipit: ottimo inserimento nella storia, sia per incipit che per excipit.
     
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    Mi piace questa prima persona però non troppo emotiva.
    Ci ho trovato la maturità di un personaggio adulto e ormai lontano da quella esperienza, che sarebbe potuta diventare una tragedia vera, che ripercorre un ricordo lontano con il distacco di chi è ormai a un altro livello.
    Ho apprezzato molto questo registro narrativo, l'ho trovato perfettamente funzionale alla storia che ci volevi raccontare.
    L'unica pecca sono i pochi dialoghi, che ho trovato un po' troppo statici, e sui quali lavorerei un po'.
    Piaciuto molto.
    Ele
     
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    Il racconto è ben scritto e purtroppo tocca un tema davvero importante. Secondo me per riuscire a raccontare una storia di questo tipo, rendendo conto di tutti i vari aspetti psicologici coinvolti e del cambiamento dei protagonisti, la misura del racconto, soprattutto un racconto tanto breve, va un po' stretta. Con più spazio a disposizione la vicenda acquisterebbe di realismo e riuscirebbe a coinvolgere maggiormente chi legge.
     
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    Ciao Mangal,
    trovo che l'uso della prima persona sia molto funzionale al racconto perchè lo rende quasi una confessione dove il protagonista, con il capo coperto di cenere e un velo di vergogna, prova a esorcizzare gli eventi per giustificarli. Per provare a capirli lui per primo (che poi queste cose non si capiscono mai: si fanno e basta. Motivi? Mille e nessuno valido).
    Il racconto di conseguenza risulta un po' asettico e privo di quel pathos che la situazione richiederebbe ma, per come ho inteso io la funzione di questo brano, non è questo il punto d'arrivo prefissato e nemmeno il più importante. Lo scopo del brano sembra quello di esorcizzare un evento astratto: dandogli la forma di un racconto è più facile da visualizzare e rendere vero un evento che altrimenti parrebbe assurdo.
    Già, perchè il protagonista è presentato come una persona alla quale non manca niente, quindi perchè cade così in basso? Perchè mortifica la famiglia, se stesso e tutto l'universo che gravitava intorno a lui? Logicamente anche qui non c'è risposta.
    E' un racconto molto triste, senza risposte, senza la volontà di renderlo accattivante, ma solo un resoconto fedele della realtà.
    Quindi un racconto un po' spoglio, ma dove in realtà accade qualcosa di molto potente: è come se il protagonista si spogliasse e nudo, solo con la sua colpa, chiedesse pietà.
    L'altra figura importante, anzi, fondamentale è Cinzia.
    In questo Flash ci sono alcuni racconti di donne che subiscono violenza: alcune risorgono come fenici, altre soccombono. Leggendoli mi sono chiesta: e cosa fanno le donne durante? Dove per durante s'intende il periodo tra l'inizio di una situazione negativa e la sua conclusione.
    Io li chiamo "interventi da donna defibrillatore" dove la protagonista alza le piastre, grida "Libera!" e riversa un'infinità di watt sul torace dell'uomo smarrito. Sul cuore.
    Di base ci deve essere l'amore, certo, e in questo racconto c'è.

    Quello che si legge tra le righe di questo brano è bellissimo e struggente, una vera dichiarazione d'amore senza età: ti vengo a prendere nel baratro dove sei caduto, soffro con te la tua mancanza e insieme risaliremo piano piano in superficie.
    Altro che il vissero felici e contenti delle favole!
    Di più, molto di più, perchè questo è realtà!
     
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    non ho risposto quasi a nessuno, ma non posso esimermi dal farlo con te.

    CITAZIONE (caipiroska @ 21/12/2020, 00:21) 
    Ciao Mangal,
    trovo che l'uso della prima persona sia molto funzionale al racconto perchè lo rende quasi una confessione dove il protagonista, con il capo coperto di cenere e un velo di vergogna, prova a esorcizzare gli eventi per giustificarli. Per provare a capirli lui per primo (che poi queste cose non si capiscono mai: si fanno e basta. Motivi? Mille e nessuno valido).
    in effetti, ancora oggi non capisco del tutto, ed è accaduto tanti anni fa.
    Il racconto di conseguenza risulta un po' asettico e privo di quel pathos che la situazione richiederebbe ma, per come ho inteso io la funzione di questo brano, non è questo il punto d'arrivo prefissato e nemmeno il più importante. Lo scopo del brano sembra quello di esorcizzare un evento astratto: dandogli la forma di un racconto è più facile da visualizzare e rendere vero un evento che altrimenti parrebbe assurdo.
    Già, perchè il protagonista è presentato come una persona alla quale non manca niente, quindi perchè cade così in basso? Perchè mortifica la famiglia, se stesso e tutto l'universo che gravitava intorno a lui? Logicamente anche qui non c'è risposta.
    qui centri alla perfezione il problema irrisolto: perché si fa? non c'è un perché, accade, e se ti lasci prendere vieni trascinato anche quando ti sembra di essere tu a trainare.
    E' un racconto molto triste, senza risposte, senza la volontà di renderlo accattivante, ma solo un resoconto fedele della realtà.
    Quindi un racconto un po' spoglio, ma dove in realtà accade qualcosa di molto potente: è come se il protagonista si spogliasse e nudo, solo con la sua colpa, chiedesse pietà.
    tutto sommato è stato così. una volta che ci si rende conto, in un istante di lucidità, di quanto si sta facendo, ci sente... non trovo la parola giusta, comunque male, molto male.
    L'altra figura importante, anzi, fondamentale è Cinzia.
    In questo Flash ci sono alcuni racconti di donne che subiscono violenza: alcune risorgono come fenici, altre soccombono. Leggendoli mi sono chiesta: e cosa fanno le donne durante? Dove per durante s'intende il periodo tra l'inizio di una situazione negativa e la sua conclusione.
    Io li chiamo "interventi da donna defibrillatore" dove la protagonista alza le piastre, grida "Libera!" e riversa un'infinità di watt sul torace dell'uomo smarrito. Sul cuore.
    Di base ci deve essere l'amore, certo, e in questo racconto c'è.
    sì, c'è, ed è quello che ha salvato la situazione.
    Quello che si legge tra le righe di questo brano è bellissimo e struggente, una vera dichiarazione d'amore senza età: ti vengo a prendere nel baratro dove sei caduto, soffro con te la tua mancanza e insieme risaliremo piano piano in superficie.
    Altro che il vissero felici e contenti delle favole!
    Di più, molto di più, perchè questo è realtà!

    hai fatto un'analisi talmente profonda e potente che io, autore, neppure sarei riuscito a immaginare.
    sei grande anche in questo caipiroska
     
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39 replies since 28/11/2020, 19:26   487 views
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