Scrittori per sempre

Posts written by tommasino2

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    Grazie, amico. Se riesco lo porto nella nuova casa.
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    Oggi e domani se ne vanno cinque pini, più vecchi di me, dal giardino della mia casa al mare.

    :(
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    Lycia, io qui dentro ho litigato un po' con tutti, a un certo punto mi sentivo addirittura perseguitato. Ma sono rimasto.
    Perché?
    Perché con loro ho condiviso pagine importanti.
    Concludo con le parole di un autore che mi ha insegnato molto.
    Mi mancherà chiunque.
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    Sì, ho capito la tua perplessità.
    Essendo un flusso avrei fatto meglio a non rivolgermi a nessuno.
    Quelle tre righe finali possono benissimo essere eliminate.
    Grazie mille, Daf.
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    Sei giovane e bella, Daf.
    Meglio se non sai le cose dei vecchi.
    Dalla casa di famiglia al bar ci sono centocinquanta metri.
    Un pomeriggio sorpresi papà che faceva la pipi' a mezza strada, su un muretto. Non c'è l'aveva fatta a arrivare a casa.
    La vecchiaia è una brutta bestia.
    Aveva quasi novanta anni.
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    Grazie mille, Maddalena.
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    maradoneti è speciale, sei sempre forte, Gian :)

    Grazie Pet, un abbraccio forte.
    Sto riportando su SPS qualche racconto sparpagliato, anche se ha poco senso farlo, penso sia giusto.
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    Grazie per le belle parole
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    Bella come la mia bronchite cronica.

    In autunno il mio reale pigmento appare bianco mentre me ne torno a casa dentro un goffo giaccone di jeans.
    Trovo il cane che dorme sulle mattonelle della cucina, inselvatichito dalla fame nemmeno mi scodinzola come fanno tutti i cani del mondo con il loro padrone.
    Faccio suonare le tasche per illuderlo che ci sia qualcosa di buono per lui.
    Non sono stato capace di scegliere una vita diversa, un lavoro diverso, ma non è colpa mia e ci rimette pure lui, povera bestia.
    L’inverno è la stagione che mi spaventa meno, ogni tanto per non essere al verde mollo il ristorante, che quello sbattimento di piatti e bicchieri mi ha stufato più del conto.
    Mi accontento dei piatti unici senza profumo della rosticceria.
    Non pensavo che si diventasse vecchi veramente, avevo occhi e barba strafottenti quando ne parlavo,
    come se invecchiare per me fosse un’impresa lontana e impossibile, grazie a un colpo di culo che la natura mi aveva regalato.
    Le mie difficoltà non sono in ballo da secoli, solo ora le sento così profonde.
    Svelo un piccolo segreto, quando sono troppo in difficoltà alzo gli occhi e cerco aiuto dall’altra parte del vetro, non fuori, dentro, dove sta la madonnina.
    Quella che se la giri ha la neve addosso. Nemmeno ricordo chi me l’ha regalata, ma deve essere stato qualcuno dei miei amici che era andato a sciare.
    E se mi hanno abbandonato in massa è solo per colpa mia, del mio essere orso. Abbiamo sempre avuto un rapporto rispettoso e cauto. Il cervello scivolerà due gradini sotto l’intelligenza del mio cane, quello che non mi saluta, ma l’amicizia non la dimenticherò facilmente, ho solo sbagliato a avere amici troppo giovani: sto invecchiando solo io.
    Per continuare a far finta di essere un essere umano e smetterla con i testamenti spirituali mi sono rasato barba e capelli.
    Spingo ogni giorno lo stesso carrello al supermercato, quello al quale ho fatto il segno con lo scotch bianco sull’impugnatura, illudendomi che nessuno lo userà.
    Mi fanno meno male le ginocchia se mi sposto spesso, mi ci è voluto parecchio per capirlo, ma l’ho capito.
    La cassiera con una rassegnazione lunga quanto il suo turno mi sorride sempre.
    Lei immagina le mie vecchie conquiste, le vede appese al soffitto, vivaci come palloncini colorati le mettono allegria.
    Anche se non ne parlo mai, le mie vecchie conquiste mi inseguono e sorpassano meglio di ogni parola.
    Non ho mai raccontato a nessuno come si vive da soli, ma me lo chiedono spesso. Mi piace stare nell'ombra, non voglio rischiare di essere giudicato.
    Che c’è di male a voler tastare sempre le stesse cose, quelle che conosco e che mai mi darebbero il minimo dolore?
    Quelle passate le ricordo poco, come se fossi morto tante volte, tante volte scomparso.
    La memoria che sta per sparire mi mette in salvo, senza il cruccio di un rimorso, bella come la mia bronchite cronica.

    La terza volta, è la terza volta che mi piscio sotto.
    Pure questo sto per dimenticare.
    Sopravvivere in queste condizioni è quasi un atto rivoluzionario, ce la devo fare.

    Edited by tommasino2 - 6/1/2021, 10:42
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    Corri e basta



    Seduti sul muretto con i piedi nel vuoto aspettiamo di riunirci agli altri.
    Le teste di bambola che ci passano davanti sono diverse dal modello che abbiamo a casa, sono più snelle.
    I loro occhi ci strisciano addosso come fari nello specchietto retrovisore. Decidiamo di muoverci dentro la nostra tuta color seppia con doppia fodera.
    All’aperto sembriamo meno ridicoli. Il riscaldamento sul fango è come fare sesso con un crampo a un ginocchio.
    Carmine mi vede ancora come un amico bravo e buono e non mi abbandona nemmeno quando il gesto limpido e meccanico della corsa si affossa.
    Ci viene voglia di un caffè, manca più di un’ora alla partenza.
    Tra le ragazze più desiderabili della città non c’è la cassiera del bar, ha parecchi anni e comincia a dimostrarli.
    Il merletto rosso delle sue labbra consumato a malapena riesce a esprimere un: Desidera?
    Ha il nome di battesimo su una targhetta di cartapesta scritta a macchina, aggiunto alla marca di caffè pubblicizzata.
    Il testone di un bambino che sorride in costume da bagno divide la cassa in due comparti, da una parte gli affari multi color dei gratta e vinci,
    dall’altra i sentimenti e gli affetti famigliari in foto.
    Senza chiedere il mio parere Carmine ordina tre caffè intuendo che nell’intervallo di pensiero si è aggiunto a noi Alessandro.
    Getto la gomma in una pianta di pitosforo abbandonata tra uno stock di panettoni con lo sconto e mi avvicino al bancone.
    La barista dipinge sul mio caffè macchiato una specie di segnale stradale triangolare che indica pericolo.
    Ha un tatuaggio sul seno destro che sembra muoversi e vivere per proprio conto.
    Non si capisce che voce abbia, l’unico rumore che emette è quello dei piattini contro le tazzine.
    Usciamo sbandando sul viottolo bagnato, scivolando con le nostre suole di gomma.
    Il cielo sempre più rappreso sembra non promettere nulla di buono, ma questa è una gara fortunata e uscirà il sole.
    Coperti dalle fenditure dell’automobile indossiamo il completo da gara che è uguale al completo non da gara con numero e un chip in più.
    Carmine dietro i suoi occhiali da vista fuori modissima saluta vecchi compagni di allenamento.
    Consapevoli di trovarci alla partenza poggiamo i piedi in ultima posizione per evitare la ressa, per non rincorrere un obiettivo cronometrico impossibile.
    Il recinto si apre, la gara parte in discesa. La pioggia che ha fatto schiumare i tombini è finita. Il sole da un cielo capovolto filtra sull’acqua sporca.
    Le pozzanghere rimaste sembrano dire.
    Statemi vicino.
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    😀 Basta lei a rendere bella la vita. Niente cambi.
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    Corretto.
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    Essere noi stessi ci fa apparire belli anche in uno specchio deformante, Gian caro.
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    'Noi siamo il viaggio', mi piace molto.
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    Ho tolto la mia frase.
    Tu sei una brava persona, e sono convinto della tua buona fede.
    Un abbraccio.
5292 replies since 11/2/2013
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