Scrittori per sempre

Posts written by Akimizu

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    Ecco i miei preferiti, dal primo al quinto:

    - Autogrill
    - All'ombra dell'albero
    - Aquilae non captant muscas
    - La fabbrica dei sogni
    - Un nuovo cerchio
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    Grande Asbo! E grande soprattutto Leroux, che ha scritto davvero un gioiellino.
    Ora, io la butto là. Visto che di sicuro non sono l'unico che ha praticamente pronto il terzo capitolo, si potrebbe pensare di anticipare la consegna di una settimana o dieci giorni? Aspettare un mese per finire di leggere i vostri racconti potrebbe uccidermi...
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    CITAZIONE (SuperRiccardo @ 1/6/2020, 00:30) 
    Perchè neanche io ho visto l'ucronia. Com'è cambiato il mondo per via del Past? Già secondo me il past non era proprio una Storia alternativa ma una spiegazione alternativa della Storia e ora non vedo neanche le conseguenze di quanto era successo duemila anni prima (circa)

    Hai ragione Super, potrei nascondermi dietro un dito dicendo che l'ucronia sta nel fatto che il virus a Moria (per fortuna) non è mai arrivato, ma non è nel mio stile.
    Ti dico invece la verità, cioè che la mia ucronia si paleserà al prossimo step. Cioè, è presente anche qua, solo che non l'ho apertamente dichiarato, ecco, non volevo fregarmi i colpi di scena. Ero cosciente del fatto che a questo turno avrei sparato a salve, ma ho fatto una scelta ponderata. Col senno di poi avrei potuto essere meno radicale, ma pazienza, ormai è fatta.
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    Grazie a tutti, per le belle parole e le critiche puntuali. Grazie soprattutto a Tom, che è andato oltre il racconto, e ha capito lo spirito con cui l'ho scritto, non so come, ma l'ha capito.
    Potevo dire di più? Non so, può darsi, ho voluto tenere tutte le cartucce da sparare per il prossimo step, qua volevo solo presentare il personaggio, dargli tridimensionalità e introdurre tutti gli elementi per creare attesa e curiosità. Il problema, come
    ho già detto, è che purtroppo non sono riuscito a dare al racconto una parvenza di autoconclusività e me ne scuso. Inoltre la scena di Kostas si è mangiata buona parte dei caratteri, non sono proprio riuscito a tagliarla per dare spazio a ulteriori chiarimenti, sembra sciocco da dire, ma mi ero affezionato. Alla fine però Kostas è piaciuto, quindi almeno da quel lato è andata bene.
    Ci tenevo poi a rispondere ad Achi. Sì, a prima vista può sembrare che Rafael abbia dei "poteri", ma le sue abilità, come si vedrà nel prossimo step, sono tutte riconducibili ai campi di studio della parapsicologia e della metapsichica, non sono un elemento prettamente fantasy.
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    A proposito, le mille battute vanno inserite tra un racconto e l'altro o anche in mezzo ai racconti?
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    Ho una domanda inerente il quarto step. Tipo, visti i pertinenti consigli ricevuti nei commenti, sarà possibile modificare i racconti prima di farli diventare un testo unico? Non riscriverli, mi pare evidente, piccole modifiche, migliorie, aggiustamenti. Oppure i racconti dovranno essere postati così come sono adesso? Refusi compresi?
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    Ciao Gian, per quel che vale, a me è piaciuto tantissimo. La discrezione, la carica emotiva, il non scadere mai nel pietismo. Bravo, davvero. Non credo tu sia solo un autore che sa giocare con le parole e l'ironia, ma anche e soprattutto una persona sensibile e generosa. E boh, sarà che ci ho trovato tanto di me, ma questo è uno dei tuoi pezzi che più mi è piaciuto.
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    Ciao Ecly. Bel racconto, ironico e mai banale, in tutte le sue sfumature. Leggendolo si capiva subito di non prenderlo troppo sul serio, e infatti. Pensavo, visto il titolo, a un omaggio alla leggenda di Al, John e Jack, invece hai virato sulla Fattoria degli animali (solo per via dei maiali, per il resto non c'entra nulla), una svolta inaspettata. Non ho capito però alcune scelte. Tipo, perché il Messico? Chi è in realtà Orthomyx? Magari non è nessuno, ma io mi arrovello sempre su tutto quello che leggo e sono curioso.
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    Ciao Dalcapa, da buon ultimo commentatore non so cosa poter aggiungere. Magari sul racconto poco, è vero, alla fine è un'opera brillante e ottimamente scritta, ma questo era prevedibile, visto che difficilmente toppi. Anzi, non lo fai mai. Ho invece un'impressione personale, magari sbaglio, ci dirai. Secondo me hai sofferto un po' i recinti narrativi dentro cui sei stato costretto a muoverti, recinti che tu stesso hai eretto nel precedente step. Si legge insomma che non sei andato a briglia sciolta come fai sempre. Altro fattore che secondo me ti ha un po' penalizzato è stata la perdita del significante del primo step. La satira religiosa, il dissacrare il sacro, diciamo, qua lo perdi, a parte un accenno nel finale. Questo racconto è più una satira sociale, ma il risultato è quello che ha evidenziato Caipi, le donne si comportano come si comporterebbero gli uomini. Il racconto è dunque divertente, ma perde lo spessore che aveva il primo step, che oltre che divertente aveva tutto un retropensiero vincente.
    Adesso sono curioso però di vedere se riuscirai a tirar fuori anche il prossimo capitolo della saga, un compito al limite dell'impossibile, ma sono sicuro che ci sarà da divertirsi.
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    Che MER VIGL A. Forse ci siamo, magari è questa la storia giusta per diventare romanzo, me lo auguro davvero. Mi hai stupito, te lo avevo anche detto, non credevo avresti continuato l'ucronia sullo Squalo, e invece, mamma mia. Qua c'è tutto un condensato della tua poetica, i personaggi eterei eppure così vivi, la malinconia, la perdita, l'importanza dei ricordi per non perdere la bussola su chi siamo ora. Quello che era e ciò che avrebbe potuto essere, non ciò che in realtà è, sono il soggetto del tuo racconto. Sono quelle cose non esistono e che solo alcuni riescono a vedere. E che solo alcuni, come te, riescono a raccontare.
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    Boom. Ciao Leroux, hai fatto centro, che altro vuoi che dica. Mi è piaciuto e parecchio questo remake della "Grande scommessa" in salsa nativa. Ma mi voglio rifare a un altro film del genere finanziario, chiamiamolo così, the Wolf of Wall street, per dirti che secondo me potevi spingere di più sul lato scomodo e politicamente scorretto del mondo dell'alta finanza. Tu invece sei molto cortese, nella scrittura e nei modi, nei dialoghi, nelle spiegazioni. Non so, un po'più di spregiudicatezza, di cinismo, avrebbe dato più spessore ai personaggi. Li avresti dovuto fare interagire di più. Ecco, è proprio il lato dei rapporti umani che manca, hai inserito Jenny, ma l'hai usata come fosse il nostro occhio, un pdv esterno insomma.
    Comunque ripeto, bravo, hai avuto un'idea brillante.
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    Ciao Bar. Nel mio commento mi concentrerò poco e niente sul messaggio e il contenuto del tuo lavoro, te lo anticipo, non perché non mi interessi, ma perché è già stato detto tutto. Ripetere non è costruttivo, soprattutto per te. Ti dico però che condivido solo in parte le tue asserzioni. Essere e necessità non sono in guerra, per come la vedo io la necessità è una determinazione dell'essere, che è e non può non essere. Un principio tautologico Parmenideo, che comprende come determinazioni dell'essere anche l'immutabilità, l'eternità etc insomma, per dirla come la diceva Severino (che citi anche tu), la metafisica occidentale è una lotta all'evidenza del divenire, una sorta di medicina contro l'angoscia della morte. Sulla realizzazione del Paradiso della tecnica sono invece d'accordo con te. Anzi, probabilmente ci siamo già dentro.
    Tornando al racconto, poco ma sicuro, una vittoria l'hai avuta, quella di far discutere. Per come la vedo io questo lo ottieni con due tipi di racconto: il provocatorio, l'eccessivo, lo scorretto (e non è questo il caso) oppure lo stimolante, il complesso, l'originale. Il problema, passami il termine, è che il tuo racconto è anche parecchio criptico. Oscuro, attorcigliato. Non solo, anche la struttura ciclica, uroboro, non aiuta, perché ruota su un argomento non certo d'immediata comprensione. Non solo, il tuo è forse il testo dove la mancanza delle spiegazioni che ci saranno nel prossimo step pesa di più. Non solo, il racconto è autoreferenziale, nel senso che parla continuamente di sé, è un recinto di parole chiuso, non parla di cose che il lettore riconosce come vicine, come riconoscibili.
    Trovo che la disamina di Asbo sia corretta, che l'ossatura, lo scheletro dell'indagine filosofica, in effetti tenda a divorare ciò che è "storia", quello che si intende semplicemente come racconto. Ma io voglio andare oltre, voglio disossare il testo, renderlo invertebrato. E quello che rimane è un personaggio straordinario, complesso, completo, amico e nemico di se stesso, il suo rapporto con l'autodistruzione, con le donne, la dipendenza dall'alcol. È una roba assurda, un personaggio così vivo, tridimensionale, immerso in un racconto così etereo, che sembra sceso dall'iperuranio. Un personaggio oserei dire ottocentesco, un esperimento alla Michele Mari. Tom cita Foster Wallace, io non sono d'accordo. Amava i suoi lettori, amava stupirli e ubriacarli, ma amava anche aiutarli, ne sono esempio le note di Infinite Jest o di Una cosa divertente che non farò mai più. Io nella poetica di Bar vedo più uno scrittore metafisico come Bufalino, ad esempio.
    Insomma, per me questo è un racconto ottimo, che avrebbe potuto essere (non dovuto essere, sia inteso) più magnanimo col lettore, ecco, tutto qua.
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    Ciao Pet. Dunque, il racconto ha ottime qualità, leggerlo è stato facile e piacevole, quindi brava, anche se deve dire che ho preferito lo step precedente, te lo scrissi anche che l'avevo trovato centratissimo. Anche qua hai fatto un buon lavoro, ma ci sono delle cose che potresti migliorare. Innanzitutto una pignoleria, prima di: "La grande baia di Cuba..." dovresti mettere dello spazio, i ragazzi devono affrontare un lungo viaggio, passare per Panama ect, non puoi non evidenziare questo "vuoto", cioè una cosa che succede ma che tu non racconti, se non con un vuoto grafico. Occhio poi alle scene di violenza, si vede che non sono il tuo pane. Sbagli a mettere in guardia il lettore con quel "non sapevo di avere un istinto omicida", mostra l'azione e poi, quando lei straniata in ginocchio non crede a ciò che è riuscita a fare, glielo fai pensare. Ma soprattutto, descrivi l'azione. Come arriva Ros alle spalle della guardia senza farsi notare? Come fa a nascondere la pietra? Ho notato poi che hai cambiato registro nelle poche frasi che dedichi all'azione metti in bocca a Ros degli improperi. Non il massimo come espediente, insomma, per evidenziare il cambio di rotta, il fatto che sia diventata violenta, la fai diventare anche scurrile. Non è molto centrato poi il personaggio di Noah, almeno, io l'ho capito poco. È una spalla in tutto e per tutto, complementare a Ros e quasi simbiotico, visto che per capirsi non devono neppure parlare e sembra che agiscano con un piano preciso in testa senza però averlo. È un'appendice di Ros, dovresti renderlo più indipendente.
    Faccio poi miei tutti i dubbi di Bar, la costruzione del racconto è convincente, ma bisogna dare per credibili tante incongruenze, dovresti lavorarci su. Un mio dubbio è relativo invece a come i sovietici trattano gli sconfitti, segregati e inutilizzati. Non mi convince mai la gratuità del male, non fatta da un governo che ha caro anche il profitto. Non so se capisci cosa intendo. Campi di prigionia e basta, per un intero popolo, non finalizzati a nulla, se non a tenerli chiusi dentro, con dispendio di forze armate, pericoli di sommosse, etc non mi pare una soluzione razionale. E rendere credibile al cento per cento un racconto così distopico è un'arma da non sottovalutare.
    Aspetto il terzo capitolo, ora che anche Ros è morta dovrai tirare fuori un altro personaggio. Oppure non è morta? Arriveranno gli Strani? Staremo a vedere.
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    Ciao Fante. Interpretazione personale: Livio capisce che Ennio è Vincenzo per via dello sguardo, degli occhi chiari identici tra lui e suo padre. L'illuminazione infatti gli arriva mentre si guarda allo specchio. Fante illuminaci. In ogni caso ti consiglio, visto il dubbio che si è creato, di rendere più evidente il motivo, perché è il perno su cui ruota la storia, è fondamentale che si capisca bene.
    Comunque, io vado contro corrente, il racconto è bellissimo, scritto in maniera curata e con il tuo stile, ma io continuo a preferire il primo capitolo. Gusti personali, certo, ma secondo me quando ti cimenti nelle scene d'azione e nelle descrizioni di certi ambienti, ampi e lontani, come la Libia appunto, sei incredibile, hai un dono. Qui è tutto molto statico, giochi con i dialoghi cercando attraverso di loro il ritmo, ma Amalfi non è Tripoli, e le terrazze con i limoni non sono le dune rosse del deserto. Anche i personaggi seguono questo percorso, Livio non è l'eroe che ci hai abituati a regalarci, anzi è un antieroe, che ha sacrificato la sua vita intrappolato dai traumi sul mistero della sua nascita.
    Ripeto, questo racconto è bello (infatti finisci di sicuro in cinquina), ma è di transazione, scritto a servizio, probabilmente, di tutte le rivelazioni del futuro, mentre il primo vibrava da solo.
    Aspetto con ansia l'ultimo capitolo, magari ci regali qualche flashback 🤟
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    Ciao Caipi. Anche io come Asbo premetto che il racconto mi è piaciuto, ha evidenti pregi che ti dirò, ma ha anche aspetti che non mi hanno convinto del tutto. Primo fra tutti il fatto che dal punto di vista medico, puramente scientifico, è irreale. Il vaccino non guarisce, non è una cura. Previene. Il secondo è tecnico, quell'intermezzo spiegone, con l'onnisciente così invadente e distante, spezza la tensione, l'enorme empatia che sino a quel momento avevo provato per quel bambino così splendido è evaporata. Il terzo è l'improvvisa apparizione del Deus ex machina, un escamotage che proprio non ho capito. Chi gira in un ospedale della provincia toscana con una siringa di vaccino/cura e avvicina uno sconosciuto offrendogliela?
    I pregi naturalmente sono molti di più, boia dè, a iniziare da come ci fai entrare alla perfezione dentro una famiglia normale, via, molto simile alla tua, e ce la fai amare. Soprattutto Lorenzo, l'ho trovato adorabile, e ho sofferto molto per lui. La scena del ricovero è perfetta, senza strafare o cercare scorciatoie permetti al lettore di entrare perfettamente nella situazione, sia mentalmente che col cuore. Anche il finale mi è piaciuto, nonostante non abbia capito a pieno la scelta di Chiara, ci spiegherai poi il perché di un atteggiamento così duro e netto.
1256 replies since 10/3/2012
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