Scrittori per sempre

Votes taken by Byron.RN

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    Io penso propendano per nome e cognome. La gloria poco s'abbina con l'incognito =) =)
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    Nome e cognome
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    1A POSIZIONE UNA LUCE NEGLI OCCHI(ESTERELLA)

    2A POSIZIONE ROSE NERE(NOVELLE VESPIRIANE)

    3A POSIZIONE CANZONI(TOMMASINO)

    4A POSIZIONE E VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI(CAIPIROSKA)

    5A POSIZIONE DUE AUREE(STEFIA)

    Meritevoli di entrare in classifica anche MIRNA LIVIA E L'UOVO A COLORI, DUSTIN E L'AMORE,ZAMANI. Ho deciso tutto con l'ultima lettura, premiando chi mi aveva trasmesso quel pizzico di sensazioni in più. Fosse stato per me comunque questi 8 racconti li avrei portati tutti quanti a punti.
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    Brava Speaking Flower
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    Ciao Stefia,

    gran bella lettura la tua. Semplice, è vero, ma ha ritmo e fila via veloce senza intoppi. La definirei una lettura proprio gustosa.
    Quando Antonella si siede al tavolo di Clara si intuisce come andrà a finire, ma questo non toglie comunque nulla alla storia.
    Voglio sottolineare questo passaggio che mi è piaciuto particolarmente:Non serve che tu ci creda: l’aura esiste a prescindere. Non è che se tu non credi alla forza di gravità, per questo te ne andrai in giro svolazzando a mezz’aria come un palloncino.
    A fine lettura mi sorge una sola domanda: Come cavolo ha fatto Clara a resistere a Gianni? Si organizzano addirittura dei charter da fuori per permettere alle sue spasimanti di andarlo a conoscere. Va bè, me ne farò una ragione ;P
    Racconto piaciuto, che rientra nella mia lista di finalisti. E qui cominciano i problemi, perché sono una decina.

    Era un pò che non partecipavi più e mi ha fatto piacere rileggerti.
  6. .
    Ciao Bos,

    ciò che mi piace di questo racconto è la rinascita di Adelaide dopo essere passata per l'inferno.
    E non parlo di inferno a caso, perché lei si sente dannata, maledetta, e non per la violenza che ha subito, ma per essersi difesa e aver ucciso un'altra persona, violentando la sua indole, la sua stessa essenza.
    Per cercare di trovare la sua salvezza, tacitare la sua dannazione, Adelaide mette la sua esperienza al servizio delle altre, evitando che possano conoscere l'abisso in cui lei è caduta.
    Salvando le altre Adelaide salva se stessa e prova a rinascere.
    Ti faccio una domanda: perché hai optato per una sorta di flusso visto dall'esterno?
    Avevi pensato a farci vedere Adelaide che lavora sul campo? Che prende sotto la sua protezione quelle donne bisognose del suo aiuto?
    Non so, è un'idea che mi sono fatto, vederla all'opera forse avrebbe potuto essere una scelta ancora più incisiva.
    Comunque anche così una prova molto intensa.
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    Davvero una gran bella prova questa.
    Mi piace il genere, anche se il linguaggio ottocentesco mi disturba, lo trovo troppo pomposo; eppure in questo caso non mi ha infastidito.
    La trama è ben congegnata e la rivelazione finale per me è stata una sorpresa. Un pò mi scoccia non esserci arrivato.
    Probabilmente mi sono lasciato distrarre dall'atteggiamento licenzioso della protagonista, non riuscivo a credere al fatto che una dama dei secoli passati si lasciasse irretire dalle avances di un bellimbusto addirittura sulla tomba del marito da poco seppellito. Poi, come hai detto tu, si capisce il perché del suo comportamento e chi è stato ad irretire chi. La verità è che sei stato bravo tu a gestire la cosa.
    Sull'excipit anche io avevo dei dubbi, nonostante la psicologia vanesia ed immatura del tuo protagonista, però se facciamo sua la tua spiegazione allora la cosa regge: se Anthon sapesse che l'incontro con quelle creature diaboliche potrebbe portare a una sorta di morte sospesa, la chiusa ci sta tutta.
    Ti faccio i miei complimenti, perché sei proprio una bella scoperta.

    Aspetto con trepidazione il commento al brano della nostra Caipiroska. Il suo giudizio sui racconti di questo genere è Cassazione. =)
  8. .
    A me questo racconto è piaciuto tantissimo.
    Si legge bene, è semplice, è costruito bene ed è avvincente. Leggendo la storia ti trovi a chiederti: il vecchio Simba guarirà dalla febbre? Riuscirà Nyah a trovare la strada per l'ospedale prima che faccia buio? E poi c'è l'appassionante racconto del vecchio a tu per tu col leone.
    Credo sia tutto davvero molto buono.
    Ti segnalo solo due piccole cose, due sole cose che nella lettura mi sono suonate poco bene.
    La capanna dove abitavano era distante, ma madre e figlio parevano maratoneti che si sfidano per arrivare al traguardo. Non mi piace molto questa similitudine, io la toglierei.
    In realtà il ragazzo non sapeva se credere o meno alla storia che il vecchio gli aveva raccontato, sembrava un sogno, ma una cosa gli era molto chiara il più forte trovava sempre il modo di decidere ed esprimere il proprio potere. Questo concetto espresso in questi termini da un bambino di 6 o 7 anni mi è parso subito troppo perentorio troppo risoluto, non molto credibile, io lo attenuerei, lo metterei in altri termini. Mi limiterei al concetto di forza, non di potere.
    Ti faccio tanti complimenti Esterella, la storia mi ha preso dall'inizio alla fine. Davvero una gran bella prova.
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    Ciao,

    chi mi ha preceduto ha già detto praticamente tutto.
    La storia in se non è male, l'inizio poi promette gran belle cose, ma ciò che destabilizza il lettore è l'alternarsi del punto di vista del narratore, o meglio dei narratori.
    Prima inizi col professore che ci parla di come ha conosciuto Dean, quindi io ipotizzo queste sono le memorie del professore della sua resistenza.
    Poi nella parte centrale si inserisce un narratore esterno che ingarbuglia un pò la lettura.
    Nel finale, se ho capito bene, i tedeschi fanno fuori i cinque della resistenza, tra cui Dean che ha fatto il doppio gioco e lo stesso professore. A questo punto, a mio parere, se così stanno le cose va a decadere l'impianto iniziale con la narrazione in prima persona del professore.
    Dean è un personaggio che non sono riuscito a capire bene, sembra una sorta di fatalista, che sembra giustificare qualsiasi scelta di ognuno, anche la più infame e incomprensibile, perché ogni cosa succede perché deve succedere, indipendentemente dalla volontà individuale di ciascuno. Cioè, tutti sono delle pedine mosse da un ingranaggio che va avanti per conto suo, asfaltando tutto e tutti.
    Ci sono alcune costruzioni di frasi un pò farraginose, semplificale, vai subito al punto. Te ne segnalo qualcuna:
    La brutalità non tardò a presentarsi, molte persone accusate d’aver aiutato gli attentatori si videro giustiziare la propria famiglia per poi unirsi a loro. Molte erano le vittime delle accuse di coloro che desideravano vedersi assegnare il denaro promesso dal tenente colonnello a chi offriva informazioni utili alla cattura dei suoi attentatori.
    Io farei così per esempio: La brutalità non tardò a presentarsi; molte persone accusate di aver collaborato con gli attentatori vennero giustiziate assieme alle proprie famiglie. Fra i giustiziati, tanti vennero denunciati da uomini senza scrupoli, desiderosi soltanto di entrare in possesso della ricompensa.
    In quel nuvolone di polvere e detriti c’erano padri, figli, fratelli, cugini, amanti, mariti, tedeschi, spagnoli, francesi che si uccidevano. Non so, questa frase mi sembra un pò esagerata, sopra le righe.
    Ripeto, la storia ha il suo perché, a mio avviso però devi chiarire meglio Dean, dargli più carattere, qui è troppo qualunquista se mi passi il termine, e poi cercare di dare alla narrazione un punto di vista più chiaro e preciso.
  10. .
    Un bel racconto fresco e leggero, nonostante l'argomento che tocchi.
    Il racconto si legge davvero bene ed è interessante immergersi nei pensieri di una sedicenne, i suoi rapporti con la madre e il fratello, la presenza dell'amica del cuore sempre sullo sfondo vedere i suoi stati d'animo e il modo in cui affronta il problema relativo al padre e alle feste in famiglia. Anche per quelle soluzioni paradossali e estemporanee che le passano per la testa anche solo per gioco, e che comunque caratterizzano bene la sua età.
    Bella la figura del nonno, ce lo fai vedere solo un attimo, ma quell'attimo è più che sufficiente per farcelo amare.
    Ti devo dire che leggendo ho provato anche un pò di tensione con l'incontro nel vicolo; avevo pensato a qualcosa di poco piacevole e invece, per fortuna, era solo il ragazzo del calorifero.
    Lettura davvero gradevole.
  11. .
    Ciao Achi,

    questo è un pezzo che non lascia indifferenti. Disturba, ti costringe a pensare su cose che sappiamo esistere ma preferiamo dimenticare.
    Ti confesso che queste poche righe mi hanno fatto arrivare un senso di desolazione e squallore abbastanza marcato.
    Una ragazza, Lucia, che non sta bene con se stessa e il suo corpo, che sembra sentirsi viva e felice solamente con atti vandalici o ingannando e derubando persone indifese.
    Tiziana e Giorgio, la mamma di Massimo e il padre di Lucia, l'una troppo assente e distratta, l'altro violento e autoritario, che vengono chiamati per nome, non per mostrarci una vicinanza coi figli, tutt'altro, per rimarcare uno scollamento generazionale drammatico.
    Non hai scritto niente di nuovo, ma lo hai scritto molto bene.
  12. .
    Mi sono immaginato tutto alla perfezione: Nicola che vestito di tutto punto va a prendere le brioches da Pier, poi passa in ferramenta, fa lo splendido e a Fausto gli prudono così tanto le mani che ha voglia di affibbiargli una catenata nella schiena. =)
    A parte tutto la prima parte mi è piaciuta molto, mi ha davvero divertito, soprattutto la contrapposizione tra le battute e le considerazioni oscene di Nicola e le reazioni e i pensieri dei commercianti.
    Il cambio di scenario della seconda parte ci sta, mi piace, però non mi convince pienamente il finale. È un pò telefonato, perché sapendo che Fausto porterà la catena a domicilio si intuisce quale sarà l'epilogo. Anche il fatto che Fausto chiami i carabinieri perché nota la porta del garage aperta è piuttosto sbrigativo.
    Forse la scelta più d'impatto per una resa finale maggiore sarebbe stata quella di sacrificare il lieto fine, ma ognuno giustamente fa finire le proprie storie come vuole.

    CITAZIONE (tommasino2 @ 30/11/2020, 16:53) 
    Il mio disagio ha una origine incerta, ma disagio è.
    Non riconosco più Ecly, qui sembra qualcun altro pure nella prima parte del racconto, quella divertente.
    Forse sono solo arrabbiato perché Nicola e Fausto hanno avuto il loro cammeo e a me niente.
    Al di là delle mie perplessità il racconto è scritto bene.
    Nicola lo riempie bene con il suo canto, per certi versi orribile.
    Ben ripagato dallo scherno di Laura, Nicola abbocca alle sue sdolcinatezze farneticanti.
    Tutto finisce in malora, giustamente.
    E a me resta il 'Dubbione'.
    Era Ecly, o no?

    Tom, ti sei dimenticato del gustoso cameo di Pier, versione pasticcere. Nicola poi altro che cameo, attore protagonista =)
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    Ciao Kiriku, il racconto in questione è La breve vita felice di Francis Macomber, primo de I quarantanove racconti di Hemingway. Almeno così dice wiki =)
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    Magari sbaglio, ma in questo racconto mi arriva forte l'amore dell'autore/autrice per l'Africa. Il pezzo è scritto davvero bene, senza errori, si percepisce nitidamente la grande cura che è stata messa per scriverlo. La lettura è piacevole, lineare, tutto scorre alla perfezione, senza intoppi. L'unica critica che ti posso fare è che per i miei gusti manca un guizzo, uno scossone che mi faccia sbalordire prendendomi in contropiede.
    In ogni concorso c'è quasi sempre un racconto che mi porta alla mente le immagini di un film. Il tuo mi ha ricordato per le atmosfere(e non per la chiave comica presente nel film) un film a episodi con Villaggio dal titolo Sì buana. Grazie a questo tuo racconto ho scoperto che il film rilegge in chiave comica un racconto di Hemingway, quindi forse la mia sensazione alla fine non è poi così campata per aria.
    Concludendo un racconto che reputo davvero buono, soprattutto(mi piace sottolinearlo) per la grande cura che è stata messa nella sua realizzazione.
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    Timbri a ogni concorso. Sei peggio di Cristiano Ronaldo oramai
113 replies since 30/12/2013
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