Scrittori per sempre

Posts written by Byron.RN

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    Ciao Mezzomatto,

    il tuo è davvero un racconto fresco, divertente, che intrattiene piacevolmente.
    Chissà perché ma è sempre così, quando non capitano a noi certi inconvenienti ci divertono.
    Devo dire che mi è piaciuta questa tua chiave di lettura, questo tuo messaggio tra le righe: non sempre essere accomodanti è un bene. Esseri sinceri, senza mancare di rispetto a nessuno è sempre la cosa migliore da fare.
    Ho notato una cosa, il fidanzato di Luisella nella prima parte è Marco, poi quando partono si trasforma in Mauro.
    Nota cinematografica, anche se il film non lo ricordo benissimo, il tuo impianto mi ha fatto venire in mente le vacanze della famiglia Passaguai, anche se loro si trovavano al mare.
    Io comunque da rivierasco scelgo sempre il mare =)
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    Ciao Achi,

    questo è un pezzo che non lascia indifferenti. Disturba, ti costringe a pensare su cose che sappiamo esistere ma preferiamo dimenticare.
    Ti confesso che queste poche righe mi hanno fatto arrivare un senso di desolazione e squallore abbastanza marcato.
    Una ragazza, Lucia, che non sta bene con se stessa e il suo corpo, che sembra sentirsi viva e felice solamente con atti vandalici o ingannando e derubando persone indifese.
    Tiziana e Giorgio, la mamma di Massimo e il padre di Lucia, l'una troppo assente e distratta, l'altro violento e autoritario, che vengono chiamati per nome, non per mostrarci una vicinanza coi figli, tutt'altro, per rimarcare uno scollamento generazionale drammatico.
    Non hai scritto niente di nuovo, ma lo hai scritto molto bene.
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    [QUOTE=Molli Redigano,29/11/2020, 17:09 ?t=78087201&st=0#entry645550845]


    Tra le righe colgo, mi correggerai se sbaglio, qualcosa di autobiografico, soprattutto riguardo al passato. Hai fatto l'animatore in gioventù?

    Qualcosa di autobiografico c'è, non tantissimo ma qualcosa sì. In quanto all'animatore, no Molli, non l'ho mai fatto. Qualche tempo fa facevo il pagliaccio con gli amici, ma ora ho smesso pure di fare quello nella mia progressiva trasformazione in orso brontolone =)
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    Grazie agli amici scrittori per i commenti e le belle parole. Mi fanno davvero piacere.

    CITAZIONE (Stefia @ 1/12/2020, 12:18) 
    Ciao.


    Ehm... anche io ho avuto un orto.. ma " sul finire di agosto, mentre eravamo impegnati a seminare zucchine, lattuga e carote." se semini una zucchina a fine agosto, vai poco lontano, caro mio ;) :D

    Stefia, non ne so mezza di orti e ortaggi. Mi sono fidato di internet, mi aveva messo anche le zucchine XD
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    Ciao Molli,

    mio fedele lettore e fan numero 1(va bè, anche di Achillu quando partecipa).
    Dalle tue ultime scelte intuisco che hai una passione viscerale per il romanzo storico. Si tratta di una scelta coraggiosa, poiché in linea di massima si è costretti a destreggiarsi in un perimetro prestabilito, circoscritto, senza poter volare troppo con la fantasia.
    Detto questo la lettura mi ha soddisfatto, non c'è un evento fantasmagorico, come evidenziato dalla mia premessa, però l'impianto narrativo regge molto bene.
    Il linguaggio usato è funzionale al contesto e lo trovo adeguato, per nulla pesante.
    All'inizio, come dice Petunia, usare una volta il nome, poi il cognome o il titolo nobiliare può lasciare interdetti, ma è un attimo. Alla fine i personaggi della prima parte sono due, quindi vederli nominare in modi differenti diventa pure gradevole.
    Anche la suddivisone in tre parti mi ha convinto. All'inizio mi aveva lasciato dei dubbi, mi pareva troppo frammentata, poi alle successive letture mi sono dovuto ricredere, perché sono gestite bene. Sai cos'è? La sensazione iniziale è quella di non leggere di un evento storico preciso, delineato, ma tre pilloline separate. Invece no, è il contrario, ci fai un affresco di un periodo ben preciso, sfumandocelo con tre quadretti particolari e collegati tra loro.
    Anche qui, come ho detto per altri, mi manca un sussulto, qualcosa che movimenti la narrazione, ma in questo contesto era difficile. Una buona prova.

    L'ultimo ballo, tra l'altro, è pure il titolo di un mio racconto scritto qualche anno fa e che credo di aver postato pure qui su Sps.
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    Mi sono immaginato tutto alla perfezione: Nicola che vestito di tutto punto va a prendere le brioches da Pier, poi passa in ferramenta, fa lo splendido e a Fausto gli prudono così tanto le mani che ha voglia di affibbiargli una catenata nella schiena. =)
    A parte tutto la prima parte mi è piaciuta molto, mi ha davvero divertito, soprattutto la contrapposizione tra le battute e le considerazioni oscene di Nicola e le reazioni e i pensieri dei commercianti.
    Il cambio di scenario della seconda parte ci sta, mi piace, però non mi convince pienamente il finale. È un pò telefonato, perché sapendo che Fausto porterà la catena a domicilio si intuisce quale sarà l'epilogo. Anche il fatto che Fausto chiami i carabinieri perché nota la porta del garage aperta è piuttosto sbrigativo.
    Forse la scelta più d'impatto per una resa finale maggiore sarebbe stata quella di sacrificare il lieto fine, ma ognuno giustamente fa finire le proprie storie come vuole.

    CITAZIONE (tommasino2 @ 30/11/2020, 16:53) 
    Il mio disagio ha una origine incerta, ma disagio è.
    Non riconosco più Ecly, qui sembra qualcun altro pure nella prima parte del racconto, quella divertente.
    Forse sono solo arrabbiato perché Nicola e Fausto hanno avuto il loro cammeo e a me niente.
    Al di là delle mie perplessità il racconto è scritto bene.
    Nicola lo riempie bene con il suo canto, per certi versi orribile.
    Ben ripagato dallo scherno di Laura, Nicola abbocca alle sue sdolcinatezze farneticanti.
    Tutto finisce in malora, giustamente.
    E a me resta il 'Dubbione'.
    Era Ecly, o no?

    Tom, ti sei dimenticato del gustoso cameo di Pier, versione pasticcere. Nicola poi altro che cameo, attore protagonista =)
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    Ciao Solenebbia,

    anche io ho avuto le stesse impressioni di chi mi ha preceduto
    Il problema di fondo, e l'hai confermato tu stessa, è la fretta, quasi la furia con cui hai buttato giù il testo.
    Ci sono molti refusi, qualche tempo verbale che non concorda, la velocità con cui si susseguono i vari passaggi, rendendoli più simili a una sorta di sceneggiatura.
    Anche i dialoghi andrebbero rivisti, renderli più spumeggianti, più originali.
    Credo che sia tutta una questione di tempo. Questa sarebbe potuta essere benissimo la tua prima stesura. Poi, con cura e pazienza, avresti dovuto tornarci sopra, aggiungere, togliere, cambiare, revisionare, fino a dare al tutto una forma più omogenea ed equilibrata.
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    Ciao Stefia,

    grazie dell'imbeccata. So chi è la sirenetta ma la storia non la conosco del dettaglio... per la verità so solo che rinuncia a essere una sirena per amore di un uomo, tutto qua. Ora è tutto più chiaro. Grazie.
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    Ciao Caipi,

    mi trovo in difficoltà a commentare questo pezzo, sono sincero. È scritto davvero bene, come al solito, ha delle belle descrizioni, ma non mi è arrivato.
    La cosa è strana e mi ha sorpreso molto, perché sei da sempre tra i miei favoriti di Sps e ciò che scrivi mi piace sempre da matti. Apprezzo sempre le atmosfere che riesci a creare, quel senso di inevitabile, quel brivido che regali al lettore.
    Questo tuo pezzo però non mi ha dato un brivido, non mi ha dato uno scossone, mi ha lasciato troppo tranquillo.
    Non so, se mi passi il termine è tutto troppo contemplativo, oppure mi manca una chiave di lettura. Eppure me lo sono ripassato attentamente una decina di volte.
    Al vaglio delle mie ipotesi Victor prima è stato un vecchio, poi un ragazzo affetto dalla malattia rara che fa invecchiare precocemente, poi è ritornato a essere un vecchio sul viale del tramonto. Ariel invece è passata dallo stato di amante a quello di madre, poi figlia, nipote e per un breve lasso di tempo badante/infermiera/amante.
    Sicuramente c'è qualcosa che mi sfugge, qualche tessera che devo ancora inquadrare bene per avere una visione ottimale del mosaico. Mi ripeto, come forma è ineccepibile, sul contenuto ho bisogno di ritornarci ancora su.
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    Ciao Giancarlo,

    trovo il tuo racconto davvero riuscito, una buona sintesi della tua anima poetica e della spinta ironica che ti pervade. Si ritrova qui il tuo piacere di giocare con le parole, divertirti con loro, ma in maniera meno plateale, in modo da poter amalgamare tutto coi sentimenti, con l'attesa, col desiderio, con l'abbandono. Insomma, tutto molto equilibrato. Sì, con la memoria mi hai riportato agli spensierati anni 80, con la loro leggerezza, le Timberland o i Camperos ai piedi, le cinture e i giubbini vari.
    Mi è piaciuto molto il riferimento al rodeo degli strabici e soprattutto questo passaggioPensavo, credevo nell’amore eterno, nei pupazzi di peluche, negli sguardi profondi, nella vita, nelle conchiglie di mare, nelle clessidre che rivoltano solo momenti felici.
    La cosa che rivedrei è la parte iniziale, dove mancano un pò di virgole e ci si ritrova a leggere facendo la finale dei 100 metri. Non so, magari poi è una scelta ben precisa e voluta.
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    Ciao Kiriku, il racconto in questione è La breve vita felice di Francis Macomber, primo de I quarantanove racconti di Hemingway. Almeno così dice wiki =)
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    Magari sbaglio, ma in questo racconto mi arriva forte l'amore dell'autore/autrice per l'Africa. Il pezzo è scritto davvero bene, senza errori, si percepisce nitidamente la grande cura che è stata messa per scriverlo. La lettura è piacevole, lineare, tutto scorre alla perfezione, senza intoppi. L'unica critica che ti posso fare è che per i miei gusti manca un guizzo, uno scossone che mi faccia sbalordire prendendomi in contropiede.
    In ogni concorso c'è quasi sempre un racconto che mi porta alla mente le immagini di un film. Il tuo mi ha ricordato per le atmosfere(e non per la chiave comica presente nel film) un film a episodi con Villaggio dal titolo Sì buana. Grazie a questo tuo racconto ho scoperto che il film rilegge in chiave comica un racconto di Hemingway, quindi forse la mia sensazione alla fine non è poi così campata per aria.
    Concludendo un racconto che reputo davvero buono, soprattutto(mi piace sottolinearlo) per la grande cura che è stata messa nella sua realizzazione.
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    Faccio una previsione, per me ci sarà parecchio da leggere. Ipotizzo un numero di racconti in un range 22-27
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    Ciao G.Leroux,

    devo dire che la traccia iniziale questa volta ci ha portato su sentieri decisamente differenti.
    La storia mi è davvero piaciuta, poi sei riuscito a inserire all'interno del racconto due colpi di scena, uno dietro l'altro: prima la rivelazione della sorella e poi il suicidio del cecchino. Non avevo percepito assolutamente dove saresti andato a parare e questo è un gran merito.
    I miglioramenti che io porterei sono due:

    1-Non ricordo se il concorso prevedeva dei limiti di battute, io però amplierei la storia. Probabilmente spenderei qualche riga in più sullo stato d'animo di Indrek quando riconosce la sorella, dilatare nel tempo le sue impressioni nel breve tragitto che porta la donna in macchina. L'arrivo sulla scena del commissario Kuusik per il suicidio del cecchino spiazza, è un colpo di scena, ma probabilmente è troppo immediato. Come dicevo avrei inserito qualche impressione del cecchino, i suoi dubbi, valutare un ventaglio di possibilità che aveva a disposizione e poi piazzare il colpo di scena.
    2-Come ti ho già detto i dialoghi aiutano molto per entrare dentro una storia e farci capire la psicologia di un personaggio. Ho capito che come impostazione non sei abituato a farne troppo uso, però sono indispensabili. Qui il contesto è particolare, come si fa a fare parlare un cecchino appostato in attesa del suo bersaglio? Certo non è facilissimo, magari avresti potuto raccontare un antefatto del suo passato, un dialogo con un superiore o un collega. Raccontare tutto dall'esterno, senza regalarci nessun punto di vista diretto dei protagonisti, crea inevitabilmente una sorta di barriera che il lettore percepisce.
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    Meno male che era piaciuto dai commenti.Sta bon va là
986 replies since 30/12/2013
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