Scrittori per sempre

Votes given by Byron.RN

  1. .
    CITAZIONE (Byron.RN @ 2/1/2021, 13:29) 
    Io penso propendano per nome e cognome. La gloria poco s'abbina con l'incognito =) =)

    Esatto! Per me va bene il Nick... ;)
    Nel senso che non ho granché di cui gloriarmi... Lasciamo che ci metta la faccia Dafne, lascio la gloria a lei... ;)
  2. .
    Carissimo il tuo voto è stata una sorpresa, come ricevere un oscar, ti ringrazio con tutto il cuore, il primo posto vuol dire che molte delle mie emozioni sono arrivate, nonostante gli errori.
    Ti auguro ogni bene e un Buon Natale.
  3. .
    Il viaggio di Clara fu rimandato, Anna non sarebbe mai partita da sola e neppure Camilla, figuriamoci, erano culo e camicia quelle due.
    Un'imponderabile destino aveva messo a soqquadro la vita di parecchie persone in città, la diga sul porto aveva divelto le barriere in quello che doveva essere un tranquillo pomeriggio per molti.
    Le tre ragazze avevano programmato una vacanza nella bellissima città Australiana, Adelaide,
    ospiti delle cugine Mirna e Livia e finalmente avrebbero visto e toccato con mano il famoso uovo a colori nella fattoria del nonno che distava a pochi chilometri.
    Tempo dopo riuscirono finalmente a partire e dopo pochi giorni dal loro arrivo, felici di trascorrere un po' di tempo insieme, decisero di andare a trovare la bellissima confinante Agnès, alla laguna, a un soffio dalla fattoria.
    Donna simpatica e generosa, avvallò tempo addietro una cambiale che il nonno firmò a Zamani per un debito di gioco.
    Agnès le accolse con entusiasmo, era sempre sola, potevano essere sue figlie, pensava non esistessero vite sterili come lei che non aveva figli, nonostante li avesse tanto desiderati.
    Non voleva rattristarsi con quei pensieri e osservò le rose nere del suo giardino, ricordò l'ultimo ballo, le meravigliose canzoni di Dustin e l'amore che provava per lui prima che l'imponderabile destino lo allontanasse da lei per sempre.
    Le era rimasta la scimmia preziosa, regalo acquistato alla bottega della felicità e la vita dopo, divenne come l'infelicità virtuale.
    Intravedeva una luce negli occhi delle ragazze e coglieva le loro argentine risate come piccoli granelli di felicità.
    Era un buon pomeriggio e nonostante le crepe nei muri e il tappeto invecchiato, avvertiva non una, ma due auree di un amore felicemente imperfetto per il suo vicino; se solo fosse riuscita a farglielo comprendere.
    C'erano state delle incomprensioni nel mezzo di una pandemia ma non ne avrebbe parlato con le ragazze, l'odore delle brioche al cioccolato le entusiasmava e non voleva turbarle,
    decise di portarne un vassoio al suo adorato vicino, un goffo tentativo di rilancio della loro antica amicizia.
    Tempo dopo:
    -Sarà stata la dolcezza del cioccolato o il suo profumo a far capitolare il nonno?
    E vissero felici e contenti.
    Sorridevano nel viaggio di ritorno a casa le tre ragazze, parlando dei maturi piccioncini che tubavano come giovincelli.
    Il nonno non sarebbe stato più solo e la nonna da lassù si sarebbe rallegrata, era stato un viaggio divertente e proficuo per tutti, pareva quasi una favola natalizia e un soffio di vento
    scompigliò i loro capelli, sicuramente una carezza della nonna.

    Buon Natale a tutti gli autori.

    Edited by genoveffa frau 1 - 24/12/2020, 11:35
  4. .
    CITAZIONE (NovelleVesperiane @ 22/12/2020, 13:19) 
    Ma, non capisco... il forum sta chiudendo o si parla di una sua possibile chiusura?

    ci saranno novità, e ci saremo ancora noi
  5. .
    Byron, sei uno stronzo, ok?
    mi hai fatto piangere con questa storia. ve bene che mi commuovo con poco, ma mi hai davvero toccato dentro.
    la storia non è nulla di ecceionale, è di una semplicità disarmante, ed è questo che la fa penetrare.
    bella, chiara e, ripeto, semplice, ma carica di quell'umanità che oggi si fatica a vedere intorno a noi.
    mi hai trasportato in un mondo che esiste ma non è conosciuto, anzi, spesso è bistrattato.
    ottima l'idea, buone le descrizioni visive, molto buone quelle emozionali (credo si sia capito).
    i personaggi sono ben caratterizzati, nitidi.
    incipit ottimamente inserito, excipit un po' meno, ma comunque va bene
  6. .
    Comincio dai piccoli difetti, visto che sono veramente pochi. L'incipit è forzato perché non ho riscontrato riferimenti nel racconto a questo scapolo con un'ampia fortuna. Il finale invece è più plausibile.
    Detto questo non ho proprio altro da segnalare in questo racconto che mi è piaciuto molto, sia per l'idea, sia che per il modo ironico in cui è scritto, sia per l'uso della parola, molto semplice ma sempre efficace.
    Pur essendo basato sulla trasposizione di atteggiamenti e pensieri umani a un animale domestico, ho trovato il racconto molto più verosimile e realistico di tanti altri brani letti con personaggi del tutto umani. Penso che questo dipenda dal fatto che, da convinto animalista come sono, non faccio affatto fatica a immaginare che gli animali, domestici o no, abbiano sensazioni, per non dire, sentimenti, del tutto simili ai nostri.
    Sarebbe bello che di questa idea ne facessi un seguito che affronti, oltre all'amore, altri aspetti della vita umana sempre attraverso il filtro di Dustin.
    Complimenti!
  7. .
    Anche in questo racconto traspare tutta la grande capacità dell'autore di descrivere frammenti di vita vissuta. Attenzione: non si tratta di episodi "dozzinali", ma di momenti che bene o male tutti abbiamo vissuto a tempo nostro; personaggi in cui tutti noi possiamo riconoscerci. Ecco il grande pregio di questo racconto. Poi, d'accordo, qualche virgola si può limare, qualche espressione tipo "inciampare a qualcosa" si può correggere, ma sarebbe come scardinare l'essenza ultima per cui il racconto è stato concepito. Non si può.

    Per lo stesso motivo di cui sopra anche l'excipit utilizzato potrebbe risultare non troppo pertinente al racconto. Ma tant'è.

    Caro Tom, con i tuoi racconti ci porti a spasso in un mondo di situazioni e valori che forse oggi non esistono più. O se esistono è perché rivivono grazie alle tue parole. Qualcosa per cui non esiste pentimento, ma soltanto piacere e un buon ricordo per averli vissuti veramente.

    I tuoi personaggi ti ringraziano sicuramente. E anch'io.
  8. .
    Questo racconto si presenta per quasi tutta la sua interezza come una storia dolce-amara di una donna tradita che si confida con uno sconosciuto.
    Ermes, questo il suo nickname, sembra un uomo gentile, premuroso, attento, ma poi quell'ultimo messaggio inviato per errore, in cui dice a un'altra donna di non poterle restituire dei soldi. Restituire, non dare.
    E allora l'immagine di Ermes ne viene macchiata.
    Quanto? Non si sa, ma di sicuro lascia un segno nel lettore, che continuerà a chiederselo.
    Una bella storia, scritta bene, con uno stile scorrevole e un buon lessico.
    Ho trovato solo una svista che ti è già stata segnalata.
    Ottimo lavoro!
  9. .
    Bellissimo.
    Ti ringrazio per aver ricordato la mia infanzia, la sovrappopolazione dal barbiere, il cavallino di ferro sul quale mi addormentavo a ogni taglio,
    e papà che fumava e rideva al mio risveglio da rapato.
    E la poltrona grande, di pelle, arredo importante della stanza da pranzo insieme alla tv.
    E la mamma, sempre pronta a abbracciarmi, a perdonarmi ogni cosa. Anche se ero un bambino buono con poco da farsi perdonare.
    Te lo ridico, sei bravissimo. Hai stimolato un traffico di sensazioni, di emozioni pesanti che nessuno era riuscito a smuovere.
    Per me hai già vinto.
    Autore.
  10. .
    Perdonami, ma credo che il giocatore giochi solo per giocare.
    Per sentirsi qualcuno. Per sentirsi importante.
    A un certo punto non gli importa più nemmeno vincere.
  11. .
    Un bel racconto, il vizio del gioco è una malattia, una dipendenza che galvanizza il giocatore quando vince ma lo demolisce quando perde
    e per recuperare le perdite continua a giocare rovinando se stesso e la famiglia, il tuo personaggio ha avuto la forza di reagire e smettere
    facendo prevalere l'amore, salvando se stesso ricomponendo famiglia.
    Incipt e excipit ben amalgamati calzano perfettamente sia all'inizio che alla fine.
    Prova ben riuscita, complimenti!
  12. .
    @Tommasino mi hai fatto morire dal ridere. Sei un signore a offrire aiuto a una signora ;) :D Grazie del commento. Due dei geni di cui parli erano racchiusi in un'unica persona con la quale ho avuto un solo appuntamento, come puoi immaginare ;)
  13. .
    La vincita al gioco è come festeggiare tre volte di seguito il proprio compleanno, solo chi l'ha vissuta può capire lo smarrimento del protagonista. Che poi lui è fortunato, conosce solo quella sfaccettatura, ma il gioco ha mille bocche, mille aspetti, e chi ci cade dentro li esplora tutti. Mi viene in mente un lungo viaggio a Cagnes Sur Mer, solo per esplorare le perdite in un ippodromo diverso da quello della mia città. Come se per i giocatori sconosciuti fosse più facile passare alla cassa.
    Perdona la divagazione. Il tuo racconto fa capire bene il costo umano del vizio, anche se la reazione della donna appare esagerata, e pure quella dell'uomo, che sicuramente non ha la viltà del giocatore, tutt'altro, diventa tenero e commovente.
  14. .
    Eheheh, ora ci incartiamo.
    Siamo liberi? È la domanda conseguente ogni discussione sul libero arbitrio. Spinoza nella sua Etica scriveva che è libero solo ciò che agisce per propria Necessità e non è da altre cause indotto. Secondo me è la migliore definizione di libero arbitrio. Quindi nessuno, anzi niente è libero. Lo dice anche il determinismo scientifico: ogni effetto ha una sua causa.
    Esiste la questione del libero arbitrio perché l'uomo non è mai contento di ciò che fa, di ciò che è, pare a me. È una delle domande fondamentali della filosofia, e della teologia, e dell'etica, insieme a quel perché esiste qualcosa invece di niente? Domanda banalissima a cui nessuno è stato mai in grado di rispondere se non per dogmi.
    La facoltà di scegliere è invece una questione morale, mentre la discussione sul libero arbitrio, lei appartiene al campo dell'etica. Morale ed etica sono sinonimi solo nel linguaggio comune, altrimenti hanno connotazioni ben specifiche. L'etica si chiede perché esistono determinate norme morali e perché hanno questa forma in tal luogo e in tal tempo e in tali circostanze.
    Appiattire il significato delle parole è ciò che le società conformiste di oggi provano a fare. Il consiglio è di leggere filosofia dalla fonte. Inizia col Simposio di Platone, se finisci quello non ti fermi più.
    Stoccatina a Fante, la matematica è solo un linguaggio come un altro, non ha verità di per sé da comunicare. Come la scienza che ti mostra solo una teoria, ossia un modello di realtà e di verità che sarà confutato domani da un'altra teoria. La scienza vive di falsificazioni e nella falsificazione di sé trova la sua ragion d'essere. Se poi approfondiamo il discorso sul Metodo allora là sì che se ne vedono delle belle.
    Ora basta che sto guidando.
  15. .
    CITAZIONE (Byron.RN @ 23/9/2020, 11:20) 
    Comunicazione di servizio o se preferite nota di colore:

    comporrò il mio pezzo indossando la bellerrima maglietta di Sps. Chissà se lo far anche Molli?

    Secondo te? E mangerò spaghetti, cantando, tanto la maglietta è rossa e le macchie di sugo non si vedono...
190 replies since 30/12/2013
.