Scrittori per sempre

Posts written by Giancarlo Gravili

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    Comincio a preoccuparmi... Mi chiamo Gian, a volte uso il gel per capelli, ho un tv 70 pollici e la mia aura e blu con riflessi verde smeraldo...
    Mah...
    Trama ben ideata e si percepisce nel finale dove conclude il suo vedere dal lato femminile, un connotazione voluta dell'universo maschile nel suo aspetto più superficiale che spesso appare sul davanzale dell'edonismo. Non so se questi uomini siano profondi o solo esteriormente colmi del loro vuoto oppure ragionino solo con attributi e contributi. La trama va deve deve e la narrazione scorre piacevolmente attraverso le scene che si susseguono e che mettono in risalto quanto si possa scoprire di se stessi... anche quei lati celati che nemmeno noi sospettiamo d'avere. Un bel raccontare che va premiato!
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    Ottima la struttura grammaticale e la fluidità si percepisce man mano che la lettura scorre. La trama è ben articolata e incipit ed excipit si fondono perfettamente nel racconto. questa è una scrittura "matura" che palesa padronanza e capacità narrativa. Sullo sfondo il messaggio della inesistenza in realtà della vera felicità si palesa immediatamente ed è questo il perno su cui ruota la trama. I rapporti familiari spesso non riescono a trovare espressione e basta un estraniarsi da se stessi divenendo personaggi d'un romanzo per palesare verità nascoste e poi... Visto che nulla è perfezione pura la famiglia continua a vivere e l'episodio che avrebbe potuto sfaldare e distruggere tutto viene vissuto in modo quasi irreale come se le vicende fossero intinte solo in un romanzo. Ottimo lavoro dunque e meritato plauso all'autore.
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    La trama del racconto è ben studiata e articolata, alcuni passaggi nelle proposizioni sono un po' "disarticolati" ma nel complesso la scrittura e godibile e di facile assimilazione per il lettore. Le vie del Signore sono infinite e questa trama lo dimostra tenendosi in alcuni tratti distaccata dal senso religioso e ponendo invece l'accento sul rapporto fra uomo e donna e su quanto determinati incontri possano influire per tutta la vita. Il destino in questo caso diviene benevolo per l'aiuto al prossimo e l'aver inserito le note del rapporto fra i due protagonisti apre la visuale verso altri orizzonti psicologici. Un buon lavoro, complimenti.
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    Sceneggiatura e trama da teatro con due atti e una scena di quinta unica senza cambio. La trama fila molto e sembra quasi da comedy televisiva, ma non è così. Bella la visione degli umani da parte del gattone che fa da perfetta spalla al padrone e anzi diventa esso stesso il vero protagonista della scena. Gli amori vanno e vengono in quella casa e i giudizi sono quelli rielaborati attraverso il felino che da buon padrone concede l'avallo per la storia amorosa. In fondo i due esseri di genere maschile si conoscono benissimo e divengono fratelli nella condivisione dell'ambiente e della vita. Il lettore si siede in poltrona e gusta con molta tenerezza lo svolgersi del racconto che chiede in positivo il suo divenire, è andata bene al gatto ed è andata bene pure a Stefano, entrambi hanno trovato una famiglia e in questo periodo per certi aspetti il messaggio della famiglia assume grande valenza. Brava autrice nella scrittura scorrevole e gradevole che prendendo per mano il lettore lo porta nel mondo di questi due simpatici protagonisti e bello anche tutto il tocco ironico...
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    E qua si deve il tocco esperto di chi sa come creare una trama intrigante, non banale con quel tocco in più che non molti anni. Interpretandolo in maniera surreale dà l'impressione di vivere in uno spazio dove i personaggi si mescolano in un tempo senza tempo e dove l'esperienza della vita è in grado di plasmarsi a secondo della regia... Vedo il racconto come una sceneggiatura per un film e non verrebbe affatto male, essendoci dentro
    tutti i canoni per attirare il lettore-spettatore e legarlo con la mente alla visione delle esperienze dei protagonisti. Il filo che lega la trama sembra essere quello del divenire nel tempo che per paradosso non diviene e non ha tempo.
    Una tecnica narrativa che lega le descrizioni dei personaggi fatte con tocchi sapienti di colori e pennello e la sorpresa del non capire fino in fondo dove la trama sfocerà nel suo finire... verso quel mare che è la comprensione finale del lettore che per regola base deve essere catturato nella scrittura. Complimenti Caipi...
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    Corridoio, muri e crepe e muratori... siamo in una scuola, sì, ma quale? Io ero lì e mi chiamo vita e tu che scrivi sei così presa dal tuo lavoro che il corridoio non porta dove vorresti, non conduce ma ti conduce in modo quasi forzato, abulico, inerme e tu intanto cominci a chiederti, a cercare quelle crepe che qualcuno ripara in fretta, cerchi i tuoi sogni e li rendi vivi nel tuo io.
    Intanto il Supervisore decide che questa è la tua vita, ma tu cerchi la porta che sveli ciò che cerchi e ciò che cerchi è il sunto di tutto il pensiero scibile e non scibile, quello che genera sogni e mostri, quello che difficilmente mostri e del quale nulla vorresti mostrare... Sei chiusa tra corridoi e crepe e non apriresti facilmente porte che non esistono, eppure le vuoi aprire per sfuggire alla supervisione immateriale del tuo mondo materiale che ti confina spesso in stanze e corridoi e allora non resta che aprire quella porta, che la tua anima sempre aveva voluto nascondere alla tua visione interiore. È siamo con te... a percorrere corridoi, a veder turare crepe, a cercare porte dentro di noi...
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    Il medico del pazzo

    Eri tu
    Boccette di placebo parlato
    E stavi da Dio
    Pioggia sui monti
    E saluti un tuo amico
    E tracanni i tuoi affanni
    Le luci della città sono accese
    E tracanni
    E saluti un altro
    E un altro
    E un altro ancora
    Sputi in terra sangue dalla bocca
    Non hai denti ma vermi rinsecchiti...
    E un lampione ti piscia addosso tutta la merda del mondo
    E saluti un altro
    E tu che non sei tu
    E tu
    E tu
    E tu
    E tu
    Un tale
    Che pare una testa di cazzo
    Non fa un cazzo disteso sotto il diluvio
    Saluti pure lui
    Ti guarda
    Erutta la sua follia sulla tua faccia
    E ti manda a fanculo
    Dorme beato pur non essendolo
    Cazzo vuoi?
    E sei tu
    Solo tu
    Immerso nei medicinali scaduti
    Sei un refluo stronzo di cane
    Rifiuto della società
    Domani ti differenzierai in un furgone della raccolta...
    Raccogli ciò che nessuno vuole
    E sei tu puzzo che nessuno vuole
    Discarica delle tue viscere
    Cibo per topi
    Aromatizzato all'albero magico della demenza
    «Ehi tu vecchio, ehi tu testa di cazzo
    ti sei pisciato addosso vicino alla mia auto,
    va' via sterco di vacca, come quella che ti partorì»
    E piove in questa città
    E qualcuno scuote la testa
    E i furgoni raccattano le tue voglie
    E tu eri…

    Solo merda che nell'acqua scioglie il suo odore
    E passa un uomo avvolto
    In un paltò nero
    E ti scansa
    Anzi no
    Torna indietro e tira fuori dalla tasca un disinfettante
    Lo spruzza su di te
    Il mondo ora è disinfettato
    E piove
    E tu testa di cazzo
    Sei solo refluo profumo
    In questa società
    Dove la merda dei ricchi
    Se la sniffano solo i ricchi.
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    Grazie a tutti per i vostri accurati commenti.
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    Grazie Daf!
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    Occhi

    Lurido occhio
    mi guardi
    e io ti cavo dalle orbite…

    «Che fai? M’osservi anche tu?»

    Ti tengo in palmo di mano
    t’osservo
    m’osservi
    E cola il sangue sulle guance
    sfiora labbra
    e assapora la lingua
    gusto insipido
    inconcludente
    Sei tu e la tua vita
    dentro e fuori dai rivoli
    E scende la notte
    sulle tue mani lorde di... te
    sugli occhi
    e non sai se divorarli in un sol boccone
    oppure lasciarli lì al tempo caduco.

    «Che nulla possa più esser visto da te
    nulla che non sia miseria e amarezza.
    E allora sia così…
    Né fiori o viali alberati
    né cani randagi che pisciano sui tronchi
    né fiocchi bianchi sulle lapidi
    né nomi lasciati al giudizio d’un passante»

    Io vi divoro occhi
    come voi per troppo tempo
    avete divorato me e la mia anima...
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    L'infelicità è ciò che rende una famiglia infelice ancora più infelice... Sì, parlo dell'infelicità che ognuno di noi porta con sé riversandola spesso sulla vita comune degli altri e la famiglia può considerarsi il sunto delle singole infelicità di ognuno dei suoi componenti e a loro volta, come dice la parola stessa, l'infelicità è un età differente per tutti e infelice a suo modo nella differenza dell'esistenza singola.
    Nel racconto scritto molto bene il tratto che risalta è la condizione individuale dei componenti della famiglia che vengono caratterizzati nel modo in cui la trama stessa lo richiede. Uno spaccato che nasce dalle esperienze visive e vissute della protagonista che le rielabora e le dipinge con i giusti colori nell'elaborazione della narrazione. Eventi e pensieri vanno quasi a braccetto nel rincorrersi e l'espediente del piccolo incidente ad Anna serve per rendere esplicita tutta la morale del racconto. Piaciuto molto questo racconto bello e consone al canone narrativo dell'autrice.
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    La vita è un soffio e quell'alito che dura l'istante d'un pensiero si traspone in queste righe di racconto che sanno raccontare. Un narrare che spiega di sé senza bisogno di altro.
    Storia vera di vita nata nell'età dei sogni e cresciuta nella realizzazione della famiglia, poi la vita stessa ti chiede di pagare pegno e tu non puoi esimerti dal cacciare le mani nel portafoglio e pagare fino a rimanere in bolletta. Scorrevole nella trama, così tragica e reale che commuove e tocca i sentimenti nel profondo. Le proposizioni sono brevi e ben strutturate e consentono un approccio alla lettura adeguato.
    Null'altro da segnalare. A volte nella semplicità e nella verità risiedono i sentimenti con radici più solide e questo racconto lo dimostra in pieno. Un'ottima prova autrice complimenti.
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    Spesso la nostra interiorità attribuisce le proprie colpe eliminando se stessa dall'elenco dei colpevoli.
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    Un racconto che ha il suo perché nella realizzazione d'una storia vissuta in determinati ambienti che vanno sopra le righe del vivere normale di tanti. L'idea è ottima e attuale come fotografia e specchio della socialità della grande citta.
    Ringraziamo l'autrice per averci proposto questo squarcio di vissuto.
    La trama non aiuta molto il lettore a districarsi nell'evolversi della storia e i personaggi rimangono caratterizzati nell'idea dell'autrice ma non troppo nella trasposizione sullo scritto. Il giallo ci sta e con un pizzico di allenamento la scrittura certamente ne beneficerà in futuro, in tal modo verrà superata quell'ansia d'arrivare alla fine della scrittura che spesso porta a "mangiare" ciò che si scrive lasciando sul campo di battaglia molti resti di refusi. L'esperienza e la buona attitudine a migliorarsi aiuta tantissimo e l'autrice dimostra d'avere piglio e intelligenza per ottenere ottimi risultati. Come sempre ognuno di noi trae benefiche indicazioni nel confronto e nel giudizio e anche quello più negativo può trasformarsi in volano su cui costruire il proprio meccanismo di scrittura. L'autrice è una che non ama farsi mettere i piedi sopra e quindi ha la stoffa per proseguire in questa sua passione letteraria.
    Lascio ad altri molto più dotati e competenti di me il giudizio su formattazione e analisi del testo in senso stretto della pura esegesi critica dell'opera.
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    Delicatezza e melanconia poetica in tutto il racconto. La narrazione scorre leggere, impalpabile e profonda al tempo stesso e i tasselli della trama si trovano da soli senza bisogno d'incastri. Si può coinvolgere il lettore in molti modi e in questo racconto la natura e i sentimenti si sposano perfettamente con l'interiorità dell'essere.
    Le proposizioni non hanno bisogno d'essere articolate o di spezzettarsi in un lungo narrare, la scorrevolezza è il pregio di questo modo di scrivere.
    Le descrizioni della natura sono il corollario dell'autunno dell'uomo che nei piccoli gesti ritrova il proprio mondo o perlomeno ad esso tenta di riavvicinarsi con la mente e con il cuore. Basta poco a rendere felici gli altri, e non servono grandi gesti per arrivare a questo scopo...
    Ottima scrittura che racconta e sa raccontare dell'esistenza nel suo divenire umano.
3255 replies since 30/5/2017
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