Scrittori per sempre

Posts written by Speaking_flower

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    Complimenti agli scrittori/scrittrici meritevoli delle prime posizioni.
    Ringrazio per l'opportunità che mi avete dato partecipando a questo contest attivo, costruttivo e dall'atmosfera squisitamente familiare.
    Spero ci siano altre occasioni per mettersi alla prova,
    un caro saluto a tutti e buone feste!!
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    Grazie del vostro sostegno morale!!
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    Grazie a tutti!!
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    Ciao a tutti!
    Sono molto felice di condividere con voi una bella notizia da parte di Idrovolante Edizioni.
    Il mio racconto dal titolo "L'albero della Regina Margherita" è stato selezionato e giudicato meritevole di pubblicazione.
    In questi giorni uscirà nelle librerie il libro "Storie di Natale" all'interno del quale è stato inserita la mia storia.
    E' un racconto di fantasia ma che si basa su fonti storiche. Forse non tutti sanno che la tradizione di fare l'albero di Natale in Italia è stata introdotta nel 1898 dalla regina Margherita di Savoia che, girando per le corti europee, era rimasta affascinata da questi grandi abeti addobbati a festa posizionati nei salotti reali.
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    Il racconto è ben scritto, senza errori a parte qualche refuso. Non ci sono osservazioni particolari sullo stile che risulta scorrevole e curato.
    C'è un giusto equilibrio tra parte narrata e parte dialogata e anche i personaggi sono ben caratterizzati.
    L'Africa fa da sfondo alla storia e per questo l'incipit, ma soprattutto l'excipit sono ben inseriti. Nel complesso ho trovato la lettura semplice e piacevole.
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    Il racconto è scritto con uno stile semplice e scorrevole. Non ci sono errori particolari da segnalare, ma alcune espressioni secondo me andavano riviste.
    Per esempio:
    - scapolo povero come la merda (non è una similitudine efficace, non trovo che la merda sia povera)
    - ai tempi d'oro facevano affari d'oro (c'è una ripetizione)
    - ho un pelo un problema ??
    L'inizio è piatto, poi già a metà racconto c'è un colpo di scena che capovolge la storia: il tranquillo scapolo Nicola, che ha appena comprato dal fioraio un mazzo di viole per una presunta fidanzata (a dire della fioraia, molto fortunata), in realtà si rivela uno psicopatico.
    MI fa piacere leggere il lieto fine, per cui alla fine la vittima riesce a liberarsi, ma le modalità di liberazione sono poco credibili.
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    Lo stile con cui è scritto è semplice e scorrevole, non ci sono particolari errori ortografici. A parte qualche refuso, ci sono a volte periodi troppo lunghi e in alcuni passaggi la punteggiatura sbagliata non sempre permette di comprendere correttamente il testo.
    Per esempio, secondo me qualcosa non torna nel seguente passaggio: Poi una sera a teatro con tre amiche, una compagnia poco più che dilettantistica, una di loro conosceva il regista, erano amici, andarono a cena dopo lo spettacolo, Camilla si ritrovò seduta di fronte a lui, Paolo, attore dilettante, parlarono per tutta la sera."
    L'incipit e l'excipit sono ben inseriti nella storia, che però a mio avviso in certi punti dovrebbe essere rivista. Il fatto che all'inizio si parla di un incidente aereo per cui la protagonista rimane orfana e ricchissima, avrebbe potuto essere amalgamata meglio, sembra una storia a sé, così come l'incontro con l'attore gay.
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    Il racconto è coerente con l'incipit ed è ben scritto, l'unica cosa ho trovato alcuni periodi un po' troppo lunghi (specialmente all'inizio). Lo stile è particolare: in certi momenti è ricercato, in altri è molto spiccio e senza mezzi termini.
    La storia è semplice e rimanda a un passato di adolescenti. MI è piaciuto per il fatto che a tratti l'ho trovato anche ironico.
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    IL racconto è ben scritto e lo stile è semplice e scorrevole. Non ci sono particolari osservazioni.
    Le parti dialogate sono in equilibrio con quelle narrate e i personaggi sono ben caratterizzati. Nel complesso la lettura, a tema adolescenziale, leggera e senza pretese, è piacevole.
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    Il testo presenta qualche refuso ma nel complesso è ben scritto, soprattutto perché lo stile è davvero ricercato. In alcuni passaggi sembra un racconto scritto da un autore appartenente a un'epoca passata rispetto alla nostra. C'è molto dialogo, nella parte centrale. Questa parte forse dovrebbe essere maggiormente equilibrata aggiungendo alle parole pronunciate dai personaggi anche chi pronuncia cosa e come, caratterizzando maggiormente i personaggi.
    L'aggiunta della parola "pausa" in alcuni passaggi forse andrebbe tolta, rallenta il ritmo, anche se l'intento è quello appunto di sottolineare il momento di pausa nella narrazione.
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    Il racconto è semplice lo stile con cui è stato scritto è scorrevole e con un buon ritmo. L'unico neo secondo me è che i periodi a volte sono un po' troppo lunghi e io li avrei spezzati con delle pause, utilizzando il punto per separare alcuni concetti. Non ci sono dialoghi e per la maggior parte è narrato, ma questa scelta si addice al contenuto e può risultare positiva.
    Anche i sentimenti della protagonista mi arrivano, il personaggio è ben caratterizzato. Nel finale però mi sarei aspettata qualcosa di più e l'avrei approfondito meglio.
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    Per quanto riguarda l'aspetto linguistico ci sono diversi refusi, quindi andrebbe riletto per correggerli, altrimenti alcuni passaggi non sono comprensibili.
    Per questo ad esempio alla prima battuta "Carl, ricordati questa sera?" si capisce che non dovrebbe essere una domanda ma un'esclamazione!
    Anche la scelta di alcune espressioni appesantiscono la lettura. Per esempio:
    - pensando di come poteva essersi innamorata (la preposizione DI + come a mio parere non suona bene)
    - si apprestava ad affrontare una nuova vita (il verbo apprestarsi è pesante)
    - reclamando che l'allarme della sua auto continuava a suonare, allora uscìì con lui per vedere di risolvere il problema.
    - Stetti lontano dalla guardiola pochi minuti (stetti suona male)
    ma ci sono tante altre espressioni che probabilmente ti avranno già fatto notare.
    Prima di dare un giudizio complessivo, dovrei rileggere il racconto dopo le correzioni suggerite.
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    Dal punto di vista linguistico è scritto abbastanza bene, ma ci sono alcune imperfezioni specialmente per quello che riguarda la punteggiatura.
    Un aspetto che rivedrei è quello relativo ai dialoghi. A parte le maiuscole mancanti a inizio battuta, e altri errori come virgolette mancanti, non è mai specificato il soggetto che parla. E magari, aggiungerei, anche come lo fa, dando così un po' di colore alla parte dialogata, altrimenti il dialogo risulta una botta e risposta.
    Nel complesso la lettura non mi è dispiaciuta e anche l'incipit e l'excipit sono ben inseriti e coerenti con il resto della narrazione.
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    Per quanto riguarda lo stile linguistico, il racconto è ben scritto, in maniera molto semplice e lineare. MI sembra quasi di sentirti parlare, proprio perché il linguaggio è molto alla mano, non è affatto ricercato.
    Il tema purtroppo è ben conosciuto ed è la realtà che stiamo vivendo ora. La prima parte soprattutto ci rimanda alle regole che noi tutti siamo costretti ancora adeso a seguire e rispettare. In questo caso, infatti, avrei tagliato qualche raccomandazione (lavaggio mani, sapone, strofinare tra un dito e l'altro): sono troppe e forse appesantiscono la lettura, visto che anche noi ormai ce le abbiamo come un triste ritornello ancora nella testa.
    Incipit e excipit calzano a pennello
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    Dopo poche righe di lettura ho immaginato di trovarmi davanti a un racconto preso dal teatro dell'assurdo, con questo dialogo surreale nel quale non si capisce con chi si sta parlando: un uomo che vedo e non vedo... Un incontro che poi rivela essere un sogno, ma anche in questo caso non sono riuscita a identificare chi sia l'uomo del sogno.
    Il testo è ben scritto, non ci sono osservazioni per quanto riguarda l'aspetto linguistico, ma ahimé non mi ha coinvolto, addirittura mi ha un po' confuso. Anche per le varie contraddizioni inserite: per esempio "Muri che devono cadere. Imperfezione....Felicità, infelicità. Perfezione, imperfezione" non riesco a coglierne il significato di quello che vuoi trasmettere.
    Ho trovato, invece, in alcuni passaggi un buon ritmo, dato proprio dalla immediatezza delle espressioni che hai utilizzato. Per esempio:
    E io sono obbediente. Controllo e perfeziono fino alla sfinimento. In un lavorare eterno, senza limiti, senza fine.
    La trovo. La penso. Le pareti iniziano a svanire, comincio a vedere qualcosa al di là, ma ancora resistono.
36 replies since 8/11/2020
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