Scrittori per sempre

Posts written by Molli Redigano

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    Se avessi letto un racconto "normale", avrei potuto pensare che non fosse tuo. Ma quando ho deciso di leggere questo racconto, ho ritrovato l'autore che ho sempre apprezzato. Gran maestro delle parole, che sa ben dosare ironia e verità, in un turbine di avvenimenti che pur essendo ben collocati nel tempo sono senza tempo. Se c'è qualche errore tecnico, qualche refuso, come segnalato, quasi non te ne accorgi tanto la narrazione ti strega prendendoti per mano dall'inizio alla fine. Almeno, per me è così ogni volta che leggo un tuo racconto, una tua poesia. E faccio una fatica porca ad immaginare l'autore che scrive qualcosa fuori dal suo stile. Sarebbe come spellarlo vivo. E non sarebbe più lui.

    Dopo tante Marilena con cui si rimane soltanto amici, prima o poi, quella giusta arriva, o no?
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    In un certo modo credo che Livia ci abbia preparato al finale. Nel senso che il personaggio di Mirna è davvero particolare, direi senza speranza. Da ammirare la tenacia di Livia nel perseguire la sua missione nei confronti di Mirna, tanto da riprendere un suo piacevole ricordo d'infanzia con la speranza che susciti le medesime sensazioni ed emozioni nei confronti della sua "paziente". Si vede che Livia è comunque consapevole di quanto potrebbe accadere e che poi veramente accade: la goccia che farà traboccare il vaso, l'ultima spinta verso la decisione, che pareva già presa, di abbandonare Mirna al suo destino. Era soltanto questione di tempo.

    Tecnicamente, nulla da eccepire. Incipit ed excipit perfettamente integrati.

    Originale l'idea della lettura a domicilio, una sorta di read therapy, se così si può chiamare. Ciò non toglie che per me la lettura rimane qualcosa di estremamente personale e intimo.

    Bel racconto, letto con piacere.
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    Granelli di felicità in questo caso sono granelli di semplicità. Ed ecco che l'incipit scelto trova il suo pieno compimento. Oltre alle incongruenze che ti hanno già segnalato, ti segnalo, a mio parere, un dettaglio che mi risulta superfluo come il personaggio di Mariele:

    CITAZIONE
    Pungente e implacabile come una spina conficcata nelle carni, spesso ricompariva per ricordargli la tremenda caduta da cavallo di vent’anni prima, avvenuta durante una gara di equitazione. Se non fosse caduto, quella volta avrebbe certamente vinto per la terza volta di seguito la competizione.

    Questo acciacco non dovuto all'età di Gustave ma a una caduta da cavallo durante una competizione di equitazione. Non sembra una competizione dilettantistica, ma qualcosa di importante, un particolare non trascurabile della vita di nonno Gustave. Però finisce lì. Insomma, c'era o non c'era, la sostanza non cambia.

    Determinante, e qui ci sei riuscito/a bene a renderlo, il rapporto speciale tra il nonno e il nipote. Un rapporto accentuato anche dalla stessa strada professionale che Thomas ha deciso di scegliere. La fisiologica continuazione di una parentela che si sposta dal piano affettivo a quello, appunto, professionale.

    La scrittura è buona, ma la narrazione è, a mio gusto, piatta. Per questo motivo non mi ha particolarmente colpito. E' questo il caso dove la semplicità non va oltre un'onesta narrazione, senza picchi particolari. Excipit costruito a dovere anche se non particolarmente originale: c'è il vecchio, la capanna (maniero) e il leone.

    Arvedse (:
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    Anche in questo racconto traspare tutta la grande capacità dell'autore di descrivere frammenti di vita vissuta. Attenzione: non si tratta di episodi "dozzinali", ma di momenti che bene o male tutti abbiamo vissuto a tempo nostro; personaggi in cui tutti noi possiamo riconoscerci. Ecco il grande pregio di questo racconto. Poi, d'accordo, qualche virgola si può limare, qualche espressione tipo "inciampare a qualcosa" si può correggere, ma sarebbe come scardinare l'essenza ultima per cui il racconto è stato concepito. Non si può.

    Per lo stesso motivo di cui sopra anche l'excipit utilizzato potrebbe risultare non troppo pertinente al racconto. Ma tant'è.

    Caro Tom, con i tuoi racconti ci porti a spasso in un mondo di situazioni e valori che forse oggi non esistono più. O se esistono è perché rivivono grazie alle tue parole. Qualcosa per cui non esiste pentimento, ma soltanto piacere e un buon ricordo per averli vissuti veramente.

    I tuoi personaggi ti ringraziano sicuramente. E anch'io.
  5. .
    Inizio dalla caccia al refuso:

    CITAZIONE
    «Ma così né il so nome né il suo volto saranno ricordati!»

    "...né il suo..."

    CITAZIONE
    Le rosse lenzuola in cui era disteso erano intrise dl soave profumo

    "...erano intrise del soave profumo"

    CITAZIONE
    Atnhon sussultò.

    Anthon

    Proseguo con il registro arcaico che hai deciso di utilizzare. Molto bene anche se è difficile mantenerlo. Esempio:

    CITAZIONE
    «Come si chiamava?»
    «Chi?»
    «Suo marito.»

    Anthon dava del voi a Isolde. Se dici "Suo marito" le da del lei. Stona. Oppure:

    CITAZIONE
    «Se di questo gioco sei stanco, ne conosco uno nuovo»
    «Si, ti prego. Uno che mi conceda ai tuoi baci»

    Durante il loro "gioco particolare" i protagonisti si danno del tu. E ci sta. Però poi:

    CITAZIONE
    «Anthon, sappiate che adoro il vostro collezionismo.»

    Isolde torna a dare del voi ad Anthon. Stona, secondo me.

    Quanto sopra evidentemente nulla toglie alla bontà del tuo racconto. Ti ho fatto notare quanto sopra per dovere di commento. Definirei questo testo un gotico rosa che brilla per la sua originalità. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal finale, dove Isolde si rivela una creatura assetata di sangue, per cui mi piace pensare che il buon Anthon sia soltanto l'ultima delle sue innumerevoli vittime. Se l'incipit è ben integrato con il racconto, non posso dire lo stesso, a mio gusto s'intende, per l'excipit. Non mi convince nemmeno la spiegazione che hai dato alla domanda precisa di mezzomatto. E lo dico perché non riesco a differenziare il modo di morire, nemmeno conoscendo la perversione di Anthon, aspetto che forse avresti dovuto approfondire.

    Comunque, un buon lavoro.
  6. .
    Concordo: ottima la scrittura, aspetto che viene evidenziato dal taglio cronachistico che hai voluto dare al tuo pezzo. Hai voluto farci questo resoconto e hai pienamente centrato il tuo obiettivo. Hai catturato l'attenzione del lettore come deve fare un testo di questo tipo. Non sorprende il fatto che tu abbia voluto (tu come altri, chi più chi meno) parlarci della situazione attuale attraverso la tua "coppia di personaggi".
    Ripeto: molto resoconto e poco racconto. Ecco perché non lo voterò nonostante sia ben scritto, estremamente attuale e con incipit ed excipit ben integrati.
    Condivisibile il messaggio finale di speranza.

    Arvedse😎
  7. .
    Inizio il mio commento dicendo che incipit ed excipit sono perfettamente integrati con il racconto.
    Quante mogli ci sono al mondo alle prese con situazioni di questo tipo? Ecco come la portata del tuo racconto diventa universale: attraverso la tua protagonista hai dato inconsapevolmente (o consapevolmente) voce a tantissime persone che si trovano nella medesima e angosciante situazione.
    Come già sottolineato da chi mi ha preceduto, hai saputo ben trasmettere tutti i sentimenti e le sensazioni di questa donna che sembra quasi confessarsi al lettore tramite il racconto. Non soltanto sentimenti e sensazioni negative: la malattia porta a galla, rendendoli più forti, dandogli ancora più significato e peso, anche sentimenti positivi come l'amore. Un amore che dura da sempre e che non è mai venuto meno, ma che solo in certe situazioni si percepisce veramente con tutta la sua intensità.
    Non voglio insistere, ma è un piacere scoprire una Genoveffa anche narratrice oltre che esperta poetessa come la conosciamo.
    Buon lavoro 😊
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    Intanto, una curiosità. All'inizio del racconto presenti la protagonista Adelaide, per tutti Addie. Adelaide è il titolo del racconto di B&S. E c'è anche la domestica Clara, come ne "Il viaggio di Clara" di Viviana Monroy.

    Dico subito che anch'io ho notato un solo refuso, peraltro già segnalato da Stefia. Scrittura corretta, lettura facile, scorrevole e piacevole.
    Anche in questo racconto (come in quello di Byron.RN), c'è un riflesso del periodo pandemico attuale. Un po' quello, un po' un rapporto di coppia ormai appassito dal tempo, ed ecco che la protagonista "si sfoga" sul web. Non è inusuale, anzi. Hai perfettamente centrato una realtà sicuramente molto diffusa tra giovani e meno giovani. Così come hai ben evidenziato il particolare del nickname/nome falso che molti utenti utilizzano per nascondere la loro vera identità. Uno spaccato della società attuale assolutamente verosimile.
    Il finale spiazza, ti lascia a bocca aperta. Io mi sono chiesto: ma cosa ho letto finora?
    Incipit ed excipit ben integrati nel racconto, ne fanno parte, come se non fossero stati indicati né scelti.

    E bravo G.Leroux!

    Ma quanti cazzo ne ho taggati in 'sto commento🤔😳?
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    CITAZIONE (Viviana Monroy @ 29/11/2020, 19:17) 
    O Molli, Novecento è un film di Bertolucci, e non un refuso. Sennò con Olmo la liason quale sarebbe?
    O mangal se ti prendevi la prima versione errori non c'è n'erano.

    Chiedo venia per la mia ignoranza cinematografica. Detto questo, mi pare che di errori ce ne siano comunque. Nulla di personale eh.
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    Non male questo racconto. E' scritto correttamente, si legge bene. Incipit ed excipit calzano perfettamente, la trama è ben congeniata e costruita a pennello. Uno scapolo ricco fuggito dall'Italia perché innamorato del Kenya, della sua natura incontaminata e dei leoni. I personaggi sono ben caratterizzati e funzionali al racconto. Kofi appare come il giusto interlocutore per Zamani. Non solo, sembra quasi essere il figlio che non ha mai avuto. Tant'è che Zamani gli lascia in eredità la sua fortuna, aldilà del fatto che lo aiuta a realizzare il suo sogno di dormire ancora una volta in una capanna Masai.

    E' una storia che non t'aspetti, almeno per me, e questo aggiunge valore a un lavoro nel complesso più che positivo.

    Che botta di culo però 'sto Kofi XD !
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    CITAZIONE
    L’uomo aprì la porte e scese dalle scale.

    Refuso: "aprì la porta"

    CITAZIONE
    una volte al mese

    Refuso: "una volta al mese"

    CITAZIONE
    per non lasciare soli a lungo dei genitori ormai anziani.

    Dei genitori? Scritto così sembrano oggetti.

    CITAZIONE
    Era allergico agli aerei e scendeva in treno col diretto Milano Lione

    "Scendeva". Meglio "viaggiava" secondo me.

    CITAZIONE
    difronte

    Di fronte.

    CITAZIONE
    ‒ Sì rispose infastidito ‒ e abbozzò un sorriso di circostanza, che significava, trovi tutti i sedili liberi che vuoi proprio qui davanti.

    Meglio: "Sì." rispose infastidito abbozzando un sorriso di circostanza. Con tutti i posti liberi che ci sono, pensò tra sé e sé.

    CITAZIONE
    Ha un buon profumo, pensò lui. Certo meglio che una vecchia madamin, cercò di farsi coraggio.

    Occhio ai tempi verbali. Inizi col presente.

    CITAZIONE
    Lui si voltò e, alla tenue luce dei diffusori notturni, incrociò occhi chiari che sembravano chiari e un bel viso agitato da reconditi pensieri.

    Ma se gli occhi erano chiari, perché dopo sembravano chiari?

    CITAZIONE
    Ne aveva fin sopra i capelli delle domande causate quel nome e teneva sempre pronto uno stuolo di risposte fra cui selezionarne una che potesse esser buona a seconda della categoria dei richiedenti.

    "domande causate da quel nome". Questa frase sembra un estratto di un bando di concorso.

    CITAZIONE
    ‒ Chi amava Novecento? Il papà o la mamma?

    "Chi amava il Novecento? Il papà o la mamma?"

    CITAZIONE
    Gli domandò passando al tu.

    Meglio: "Gli domandò dandogli del tu."

    CITAZIONE
    ‒ Sì ‒ rispose, laconico nel tentativo di far desistere il suo interlocutore.

    La sua interlocutrice no?

    CITAZIONE
    ‒ Una buona lettura? ‒ Riprese dopo un po’, assorta e di nuovo triste come quando si era seduta a lui vicino.

    "Vicino a lui"

    CITAZIONE
    Clara sorrise senza voltarsi, socchiuse gli occhi e sembrò provare ad addormentarsi.

    Ma Clara non era seduta di fronte a lui?

    CITAZIONE
    ‒ È rimasta quasi vuoto osservò ‒ contrariata.

    "E' rimasto quasi vuoto." osservò contrariata.

    Non ho capito perché contrariata.

    CITAZIONE
    ‒ Non è più importante dare un senso alla vita? ‒ Come alla morte, aggiunse dopo un istante.

    "Come alla morte" fa parte dello stesso dialogo. Va tra virgolette. Fai spesso questo errore.

    CITAZIONE
    Ma aveva appreso a trincerarsi dietro il silenzio

    :mumble.gif:

    CITAZIONE
    Dormì un sonno profondo, e agitato, e si svegliò quando il treno aveva superato Novara.

    Novara mon amour <3

    CITAZIONE
    La notte era tranquilla, l’acqua delle risaie specchiava una luna diafana che pareva dipingere anche la terra col suo candore.

    'Sta luna è proprio pallida eh.

    Il racconto necessita di una revisione generale molto profonda a mio parere.

    Incipit ed excipit li trovo molto forzati, l'excipit è completamente slegato dal racconto.

    Situazione descritta abbastanza inverosimile: una ragazza ammalata gravemente che si aggrappa emotivamente a uno sconosciuto incontrato in treno.

    I dialoghi sono mal gestiti: ci sono parti che dovrebbero essere messe tra virgolette e non lo sono. Sono pugni in un occhio per lettori attenti. E qui ce ne sono molti.

    In ogni caso, cara Viviana, un complimento te lo faccio: brava per esserti messa in gioco, hai dimostrato grande coraggio. Continua a scrivere. Stando qui su SPS non puoi fare altro che migliorarti.
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    Caro Byron,

    bella idea questa bottega della felicità. Il tuo racconto risente evidentemente del periodo buio in cui stiamo vivendo, per cui vuoi trasmettere un messaggio positivo. Certo, spero che non si arriverà mai a una situazione come quella che ci hai ben descritto, poiché significherebbe aver toccato il fondo da cui sarebbe quasi impossibile risalire. Ciò che inquieta, aldilà della felicità che tutti bene o male meritiamo, è la profonda verosimiglianza della tua storia, ovvero qualcosa che potrebbe accadere veramente, una debole luce in mezzo a un mare di tenebre.

    Tra le righe colgo, mi correggerai se sbaglio, qualcosa di autobiografico, soprattutto riguardo al passato. Hai fatto l'animatore in gioventù?

    Mi sono piaciuti i tuoi personaggi: il protagonista, Davide, è una sorta di sacerdote del divertimento, un dottore del sorriso. Anche lui travolto da una situazione tragica, riesce comunque a trasmettere positività, a se stesso e agli altri. Don Fausto (mi è venuto subito in mente Mangal XD ) è il prete che tutti vorremmo avere, uno che sta simpatico a tutti i costi, anche ai miscredenti come me. Ma esistono ancora certi preti?

    Giuseppe, ancorché personaggio secondario (attenzione: non in ombra, ma di contorno e complemento alla "bottega"), è ben caratterizzato. Tra le varie attività proposte, l'orto ci mancava ed è stata una bella sorpresa. Quanto ai figli maschi che Giuseppe non ha mai avuto, beh, hai toccato un tasto dolente.

    La scrittura è corretta, la lettura risulta facile e scorrevole. Ti segnalo due stupidaggini sulla punteggiatura precisando che sono a mio gusto, non per forza errori:

    CITAZIONE
    Prima i morti per la malattia, poi quelli per la crisi economica: imprese chiuse, licenziamenti, scontri di piazza e in ultimo i suicidi.

    Dopo "ultimo" avrei messo una ,

    CITAZIONE
    Poi dopo i trent'anni ho abbandonato tutto per un'occupazione che mi desse maggiore stabilità.

    "dopo i trent'anni" l'avrei messo tra due ,

    CITAZIONE
    Lui era di poche parole, ma ricordo con piacere una chiacchierata che facemmo sul finire di agosto, mentre eravamo impegnati a seminare zucchine, lattuga e carote.

    Una pignoleria. Fine agosto, strano periodo per la semina.

    Insomma, semplici e ben cucinati 'sti spaghetti va.
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    Buona lettura a tutti :picnic.gif: !
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    Bel flusso di coscienza decisamente "inkalzante", per ricordare INK.

    Tutto il disagio di una donna di fronte a un amore che pare impossibile. Impossibile a senso unico, soprattutto per chi si sta sfogando. La controparte sembra appesa al filo del sesso e basta, anche se la protagonista non ne parla mai. E l'idea che mi sono fatto da lettore è che questo uomo abbia il piede in due scarpe.

    CITAZIONE
    che sapevo che ti avrebbero fatto ridere e riflettere

    il secondo "che" a parer mio è di troppo.

    Usi spesso la "e" congiunzione dopo una virgola. In un flusso di coscienza ci sta, ma non sempre secondo me. Per esempio:

    CITAZIONE
    Ti ho risposto ovviamente buttandola sul ridere, e dicendoti: mah…

    Qui sì.

    CITAZIONE
    Avremmo parlato di tremila cose come al solito, avremmo riso e detto cose importanti, e sparato cazzate assurde.

    Qui no.

    Piacevole lettura. Allora Dafne , ci vediamo a FLASH?
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    Cerco di fare ordine: l'incipit è un colloquio tra una suora di clausura e sua madre. Poi ritroviamo questa suora a riassettare la cella della defunta (assassinata) Madre Superiora. Suor Celestina è l'artefice dell'entrata in convento di Suor Maria. A lei si affezionano tutte le consorelle e anche il cane Mela.

    Suor Maria ha un passato da prostituta, per cui il sesso è una delle rinunce più facili una volta presi i voti.

    Suor Celestina è la madre superiora dunque, assassinata e "composta" (strano dirlo di un corpo ucciso, vittima di violenza) vicino all'altare con gli occhi cavati.

    Ritorna la voce narrante, ovvero la suora senza nome. E' avvenuto un terribile delitto (uno di tanti?) e questa suora diventa la più anziana. Suor Caterina scopre gli orrori perpetrati da Suor Maria lavorando l'orto al posto suo.

    Orbene, dico subito che, a differenza de "Le vie del Signore", in questo racconto il pathos c'è. D'accordo l'ambiente religioso, d'accordo la religione, entrambe scelte dell'autore, ma il finale è troppo criptico per me. O meglio, è una cripticità che prelude a una continuazione, come l'autore stesso precisa in risposta ad alcuni commenti. Concludendo la lettura mi sono detto: ok, e dunque?

    Tecnicamente il racconto è scritto in modo corretto. L'utilizzo di qualche dialogo è consigliabile, spezzerebbe l'effetto narrazione cronachistica dei fatti e delle emozioni dei personaggi.

    Comunque una piacevole lettura.
1155 replies since 16/10/2016
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