Scrittori per sempre

Posts written by Achillu

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    Ciao Tommasino.

    C'è solo una frase sbagliata in questo racconto: “il supplizio di un bar pieno di vecchi sciancati, ogni volta che ci entro per comprare il latte, inciampo a qualche gamba storta, per sbrigarmi a uscire”. Parlo dell'italiano. Il racconto invece è tutto sbagliato e gustoso come il cocktail omonimo. Sei l'unico autore che conosco in grado di romanzare la vita reale e tenermi incollato al video. Tony è il personaggio che preferisco, con la capacità di comparire sempre fuori contesto, e intanto dietro le quinte ha svuotato la dispensa di Vida.
    Qualche salto logico troppo ardito si risolve alla seconda lettura.
    Ottimi lessico, grammatica e sintassi.
    Perfetto l'aggancio con l'incipit, poco chiaro l'excipit che, in terza persona, potrebbe riferirsi solo a Vida.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Mezzomatto.

    Hai raccontato il dramma delle incomunicabilità quotidiane in modo divertente. Non è molto chiara l'origine di tutto l'equivoco (ho dovuto leggere le tue risposte per capire che questa casa sperduta in montagna era stata trovata su Internet) e avrei usato parole diverse da “ogni componente si preoccupava della felicità degli altri membri” per descrivere l'incomunicabilità.
    Inoltre, un narratore onnisciente al punto di conoscere i pensieri di tutti può entrare anche nella testa della cercatrice di funghi per far capire a un lettore poco intuitivo come me che in realtà stava sviando la famigliola infelice.
    Tanti personaggi ma in realtà mi restano impressi soprattutto Sandrone e la coppia Luisella+Marco; Toffolino avrebbe molte potenzialità ma secondo me non è stato sfruttato a dovere come personaggio.
    Molto bene lessico, grammatica e sintassi. Perfetto lo stile, che si adatta perfettamente alla narrazione e alle situazioni.
    Il Bicipit è perfetto.

    Grazie e alla prossima.
  3. .
    Ciao Byron.

    Siccome ho già letto tanto di tuo, mi viene spontaneo dire che in questo racconto sei riuscito, molto più di altre volte, a rendere con le parole giuste il concetto e la storia che avevi in mente. La prima parte in particolare l'ho trovata agghiacciante, una distopia/ucronia ben presentata, nei modi e tempi giusti, che quasi urta contro l'incipit che hai scelto creando il giusto contrasto tra la situazione ambientale e il progetto di don Fausto.
    Da qui mi aspettavo che ci fosse qualche contrasto che rendesse difficile la realizzazione della bottega, invece scegli una strada diversa. Porti la narrazione dove ti trovi più a tuo agio. Non è sbagliato, è solo una mia considerazione.
    Ottimi lessico, grammatica e sintassi, occhio che ti sono scappati un paio di "a capo" in mezzo alla frase.
    Incipit ed excipit sono ben organizzati, con l'incipit preparato meglio dell'excipit, ma entrambi calzanti.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Dafne.

    Il racconto ha una trama già vista, soprattutto nel finale con l'incontro fortuito dei due ragazzi. Non mi è piaciuto che tu hai usato l'incipit come riferimento all'opera reale. Non mi è piaciuta la ripetizione di “Natale. Ma quale Natale”.
    L'ingenuità di Anna traspare insieme ai primi barlumi di maturità, a tratti il tuo racconto calza a pennello sul personaggio. Piaciuta molto la trama secondaria del rapporto con il nonno. Tutti i personaggi restano impressi, Anna di sicuro, ma anche la mamma, il nonno e pure il papà, anche se tratteggiato per interposte narrazioni.
    Ottimi lessico, grammatica e sintassi.
    Perfetto l'aggancio con l'incipit e pure l'aggancio con l'excipit.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Giancarlo.

    Mi è piaciuta molto l'atmosfera che hai creato, anzi ricreato. Io c'ero negli anni ottanta e ho riconosciuto il periodo dalle tue parole. Urta molto la parte centrale, dove il narratore protagonista è completamente immerso in questo rapporto eppure descrive le scene con aria scanzonata, con la parte finale, giustamente riflessiva nel momento della disillusione/delusione.
    Lessico, grammatica e sintassi dimostrano che sai dare del tu alla lingua italiana.
    Perfetto soprattutto l'aggancio l'incipit, non si percepisce lo stacco stilistico perché sei stato in grado di portare il lettore in modo graduale verso la narrazione che ti è più congeniale.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Caipiroska.

    Per fortuna ero preparato, perché altrimenti nemmeno io avrei capito quel "segnò". Non mi sono piaciute le immagini in cui Victor insegue i sospiri o viene perseguitato dai pensieri che diventano uccelli rapaci. Non mi è piaciuto l'inizio, in cui lui apre sempre lo stesso libro alla stessa pagina (la prima). E non mi è piaciuto quando Victor chiama sua mamma per nome, come se ci fosse una distanza che in realtà non c'è. Il finale non l'ho capito, probabilmente mi manca l'aggancio con Belle.
    Della prima metà mi piace quando entra in scena Ariel, ogni particolare diventa importante rendendo in modo perfetto lo stacco con la giornata sempre uguale di Victor. Poi il "dialogo" tra i due personaggi che ricostruisce il dramma di una madre immortale è perfetto: ti confesso che cantavo Who wants to live forever, quale migliore colonna sonora?
    Molto bene il Bicipit, soprattutto l'incipit.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Arianna.

    Se ancora non l'hanno messa tra le analogie, io aggiungo “Il collezionista”: per via della protagonista (prigioniera inconsapevole) che parla con il prigioniero attraverso le crepe di un muro. Mi piacciono questi racconti dove non si capisce qual è il mondo reale e qual è (o quali sono) i mondi onirici; e tra parentesi questo tuo racconto l'ho capito al volo già alla prima lettura. Quindi posso solo dire che è ben congegnato ed è scritto bene, sensazione confermata anche alla seconda lettura.
    Ottimi lessico, grammatica e sintassi.
    Se proprio devo trovare un difetto, non mi è piaciuto il fatto che tu abbia usato incipit ed excipit come citazione delle opere originali; a parte questo, il Bicipit per me è centrato.

    Grazie e alla prossima.
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    Congratulazioni
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    Ciao Mangal.

    Purtroppo ho letto che il racconto è ispirato a una storia vera e non riesco a dimenticarmene. Ho paura che si noti troppo l'esperienza di vita reale; come dice uno dei miei maestri di scrittura: la vita reale non ha una trama, è solo una successione di eventi. Per trasformare la vita in un romanzo (o in un racconto) bisogna per l'appunto romanzarla.
    Mi sembra strano di essere io a dirlo, perché di solito è ciò che viene detto a me: la narrazione mi sembra distaccata e a mio parere non sei riuscito a entrare nel dolore di Alessio. La cosa più strana è che Cinzia e Laura non mi restano impressi come personaggi, mentre con Elena in pochi tratteggi hai creato un personaggio che spicca ed infatti è quello che mi resta più impresso.
    Ottimi lessico, grammatica e sintassi.
    Perfetto l'aggancio, soprattutto con l'incipit, ma anche l'excipit è da dieci.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Conrad.

    Il racconto inizia in prima persona e poi, quando la soggettiva passa su Carl, vira in terza e ci rimane fino alla fine; al punto che il narratore della prima parte diventa il professore fino alla fine. Al di là del mio giudizio personale, ossia la cosa non mi è piaciuta, ci sarebbe voluto uno stacco tra la prima parte in prima persona e la seconda parte in terza persona: una riga vuota come minimo, io avrei addirittura messo in corsivo tutta la prima parte.

    Alcuni concetti sono esposti in modo contorto, in particolare mi ha disturbato “molte persone accusate d’aver aiutato gli attentatori si videro giustiziare la propria famiglia per poi unirsi a loro”.

    Mi è piaciuta molto la scena della battaglia nell'appartamento, secondo me la migliore di tutto il racconto. Purtroppo non ho capito che cosa abbiano visto i cinque quando le pallottole hanno smesso di fischiare.
    L'incipit è ben inserito mentre l'excipit è paradossale: cosa potrebbe essere peggio della fucilazione?
    A meno dei refusi, ottima la grammatica e la sintassi.

    Grazie e alla prossima.
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    Congratulazioni
  12. .
    Ciao Gianfranco.

    Parto dal difetto più evidente: l'assenza quasi totale di dialoghi. È un peccato perché la trama merita. Il taglio che hai dato al racconto lo fa assomigliare più a un riassunto.
    I pregi più evidenti sono la prosa perfetta e lo stile scorrevole che usi per spiegare la parte tecnica senza che questa risulti noiosa, anzi è perfettamente integrata (sia come narrazione sia come trama).
    Incipit ed excipit sono perfetti, anzi sembrano scritti apposta per iniziare e terminare il racconto. Non si notano nemmeno stacchi stilistici o narrativi, complimenti.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Solenebbia.

    Ci sono molti refusi e penso che ormai te li abbiano già segnalati. Io in particolare ho notato alcuni inserti al tempo presente, quando tutto il resto del racconto è al passato.
    Il personaggio di Pam sembrava interessante, poi però si è rivelato inutile ai sensi della storia. Carl Faberge è un altro personaggio con molte potenzialità, ma scompare con la sua morte accidentale: il personaggio avrebbe forse meritato un assassinio.
    Non ho capito il finale: che astuccio fa vedere Gustavo a Marco?
    La parte dell'interrogatorio a Gustavo è contorta, direi incomprensibile nonostante sia piena di spiegazioni: forse è incomprensibile proprio per le spiegazioni?
    La trama c'è; ci sono anche intrecci secondari che possono stare bene in un romanzo, ma che non trovano spazio e non possono trovarlo in un racconto.
    Il collegamento con l'incipit è perfetto. Probabilmente anche quello con l'excipit, ma purtroppo non ho capito il senso del finale.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Speaking Flower.

    Ti segnalo “ripensava alla sua precedente vita come re della foresta e a tutti i momenti che aveva trascorso con la sua famiglia, ma che ai tempi dava per scontato”. Siccome il riferimento è alla vita e ai momenti, la concordanza corretta è “scontati”.
    In questo racconto manca l'antagonista, eppure l'occasione c'è per via dell'invalidità, ma non si percepisce lo sforzo del protagonista contro il dolore. Mi dovrai spiegare come mai Gustave era allo stesso momento un professionista di equitazione e un primario di successo; per mio limite non riesco a immaginare una persona che possa essere contemporaneamente entrambe le cose.
    Mi è piaciuto molto il collegamento con l'incipit; meno invece l'excipit, anche se devo ammettere che è stato preparato, sia pure solo nelle ultime righe.
    Bene e benissimo il lessico, la grammatica e la sintassi. La lettura è fluida.

    Grazie e alla prossima.
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    Ciao Gaia.

    “Era chiaro che anche Stefano non faceva eccezione alla regola di cui sopra: il povero Dustin – sì, si chiamava così in onore di Dustin Hoffman, ma era convinto di essere molto più bello del suo omonimo bipede – si era sorbito innumerevoli cene a lume di candela, vagonate di diabetici discorsi smielati, miliardi di grattatine dietro le orecchie e moine da parte di donne giovani, più o meno simpatiche, che avevano giustamente capito di dover prima piacere al gatto di casa, e poi al padrone.”
    Questo lunghissimo periodo è troppo contorto. Ricorda alcuni periodi del Boccaccio, per carità, ma quella era roba antica. Oggi si scrive in modo molto più snello.
    A parte questo grosso inceppamento e altri un po' meno evidenti (“Dustin era assolutamente convinto che Stefano pendesse dalle sue labbra” casomai dipendeva dalle fusa “paffutella ma nel complesso minuta” in che senso? se è paffutella non è minuta) il racconto scorre. Ritrovo nella maggior parte delle scene la flemma tipica dei felini domestici e il punto di vista è sempre nel punto giusto. L'unica cosa stonata è l'incipit, che non si capisce proprio cosa ci stia a fare.

    Grazie e alla prossima.
2563 replies since 29/9/2016
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