Scrittori per sempre

Posts written by Stefia

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    Ciao.
    Trovo tante inesattezze e tanti refusi. Ho visto che te ne hanno già segnalato diversi, ma mi sembra che questo non l'abbiano segnalato:
    " Non si vede bene per la fitta pioggia tanto che i tergicristalli non erano più sufficienti " dove mischi presente e passato (adesso non si vede ma i tergi non erano sufficienti)
    Anche questa frase suona male:
    "Prendo il cellulare dovevo avvisare i miei amici colleghi che volevano la mia gloria " Direi che la punteggiatura è un po' carente e poi "i colleghi volevano la tua gloria? Avranno voluto festeggiarti.. "volevano la mia gloria" mi suona proprio male.
    In questo punto:
    "Per fortuna sono arrivato sotto casa, non trovo l’ombrello devo averlo lasciato al Pitch, ma visto il mio pessimo umore me ne frego, poi erano già le 2 del mattino, nessuno dei miei amici ha ascoltato o risposto al mio messaggio ...ero stanco, sfinito e mi aspettava un domani deprimente!" oltre a continuare a mischiare i verbi, dici che il protagonista rincasa alle 2 e dice che "lo aspettava un domai deprimente". Cambierei con "giornata" o cose del genere: dopo tutto mancano 6 o 7 ore all'inizio del lavoro.

    Ce ne sarebbero altre da segnalare, ma il senso è quello: il testo va semplicemente rivisto e riordinato.
    Incipit ed excipit mi sembrano ben amalgamati alla storia, e la storia stessa è abbastanza originale.
    I personaggi sono un po' stereotipati: il raccomandato che viene a gongolare sul letto d'ospedale dell'avversario ma, come tutti i bulletti, non vuole che si sappia per non "perdere la faccia". Non so, mi sembra eccessivo. Non nego che ci sia anche della gente così, ma mi sembra un tentativo di dipingere un cattivo (raccomandato e quindi, per forza, inetto, arrivista e menefreghista) molto cattivo come se le persone non avessero tante sfaccettature.
    Allo stesso modo la moglie che sul letto d'ospedale lo piange e lo invoca e quando stava bene, magari, gli tirava le coltellate.
    Mi sembrano personaggi un po' troppo semplici e ovvi.
    Però la storia c'è mentre tante volte, a fronte di una scrittura perfetta, si leggono delle storie banali che alla fine ti fanno esclamare.. "e quindi?"

    Non demordere perchè basta solo un po' di cura e di attenzione in più.
    Alla prossima.
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    Mamma mia che storia.

    Bellissima ed originale. Complimenti. Il ritmo si adatta perfettamente e trascina con sè il lettore.
    Anch'io avevo pensato dapprima alla fantascienza distopica, ma poi, con le crepe nei muri che si aprono a macchia d'olio, ho virato su un "Matrix".. e più o meno c'inzertai.
    Hai usato uno stile narrativo che non pensavo ti appartenesse, e invece ecco che hai piegato le frasi ai tuoi voleri per ottenere l'effetto desiderato.
    Ricordo che hai detto che "Questo racconto non vuole usicre è peggio di un parto"... Eh sì: non è facile partorire una creatura del genere.
    Incipit perfetto e anche l'excipit, a me, non ha disturbato.
    Prova strepitosa.
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    Racconto molto originale, scritto in modo chiaro e pulito, infarcito di refusi (mi è facile vedere i tuoi, tanto quanto mi è impossibile vedere i miei).
    All'inizio ho pensato che fosse un giallo e, in un certo senso ho avuto ragione.
    Mi è piaciuta la storia perchè parla di una conoscenza così profonda tra due persone, che bastano poche righe di un testo (conosciuto da entrambi a menadito) per dirsi tutto.
    E' quasi una comunicazione telepatica e l'idea mi piace molto.
    Io non ho letto Anna Karenina per cui ho apprezzato le spiegazioni date dal protagonista maschile, anche se secondo me era del tutto fuori strada.

    Incipit ed excipit azzeccati in pieno e ben amalgamati.
    TomaSgaia non trovo quell'incoerenza che dici, nella chiusa finale.
    L'ho inteso come i due che parlano tra loro: lei guarda fuori dalla finestra, e lui le fa la domanda.

    Comunque sia, ottima prova.
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    Grazie della tua analisi puntuale, Arianna. Fatto è che faccio.molto fatica a stare dietro ai dettagli: trattini chiusi,aperti, a volte civogliono, a volte no. Maiuscole, minuscole, chi dice si e chi dice no... è che non ho voluto scontentare nessuno ;)
    Eh si l'excipit ha un'altra persona. Vero, ma non mi andava di scriverlo in terza persona e ho glissato. Chiedo "avena" ;)
    Due dei tizi assurdi che ho descritto sono, in realta' un'unica persona con cui ho avuto un appuntamento.:D
    Felice che il racconto ti sia piaciuto, e di averti fatto sorridere.
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    Molto simpatico.Incipit ed Excipit sono ben innestati nel racconto che ha una struttura pulita e si fa leggere piacevolmente.
    Una mia amica fa la OSS, per anni ha fatto assistenza domiciliare agli anziani e ha dovuto tirar fuori tutta la sua fantasia e la sua pazinenza
    per penetrare certe scorze indurite dall'età e dalla mente che, piano piano, se ne va e per cui trovo il racconto plausibile ed efficace.
    Mi piace la forza di volontaà della volontaria che ha preso il momento più prezioso della sua vita e ha voluto donarlo alla burbera paziente,
    senza capire che certi momenti devi viverli e sentirli in prima persona e non possono essere regalati da terze parti.
    Adoro il finale non "Happy ending".
    Ottima prova
  6. .
    Secondo me Incipit ed Excipit ci stanno proprio bene. Li trovo coerenti con il racconto.
    La storia natalizia mi è piaciuta davvero tanto perchè è scritta con il tono leggero e piacevole, adatto a un'adolescente.
    Hai reso bene i personaggi e ti sono bastate poche battute per delineare la madre, il fratello rompiscatole e anche lei, la protagonista prediletta del nonno.

    Sono di poche parole, lo so, ma secondo me hai fatto un'ottima prova.

  7. .
    Ciao.
    Volelvo segnalarti qualche dettaglio:
    Io trovo questa lunghissima frase molto faticosa da leggere ed estremamente poco chiara:
    "Poi una sera a teatro con tre amiche, una compagnia poco più che dilettantistica, una di loro conosceva il regista, erano amici, andarono a cena dopo lo spettacolo, Camilla si ritrovò seduta di fronte a lui, Paolo, attore dilettante, parlarono per tutta la sera." Leggendola, dopo la prima virgola a me sembra che siano le tre amiche, una compagnia dilettantistica.
    Nella frase "Per la prima volta un uomo stava parlando con lei e gli occhi di lui, invece che cercare le sue tette o le sue cosce, si fissavano negli occhi di lei e non li lasciavano."
    c'è una ripetizione "di lei, di lui, di lei" che, secondo me, la appesantiscono. Credo che la si potrebbe riformulare in maniera più efficace.
    Il frate conclude l'omelia "...per lui il momento di tornare in Camerun, a casa mia disse." "A casa mia" sono le parole del frate, quindi credo che avresti dovuto metterle tra virgolette
    o scriverle in corsivo, distinguerle in qualche modo dal resto del discorso, perchè se, al contrario, sono le parole riportate dalla donna, allora avresti dovuto scrivere '.. in Camerun a casa sua, disse."

    A parte questo, trovo la storia un po' surreale.
    Mi sembra difficile che una direttrice d'azienda che macina milioni come noccioline vada in depressione perchè non si è accorta che spasimava per un omosessuale.
    Otto anni di depressione, addirittura! Per quanto riguarda il "cercare rifugio" in chiesa, invece, mi sembra plausibile: la nostra anima cerca conforto e un canto al momento giusto
    può anche farci entrare in una chiesa. Se poi si trova un officiante speciale, si può anche avere un'epifania.
    Però credo che avresti dovuto psicanalizzare un po' di più la tua protagonista: quali tormenti interiori l'hanno portata a fare un passo tale da stravolgersi la vita? Non mi basta un "ci pensò due settimane e poi decise di andare": in questo modo non mi coinvolgi e non mi fai immedesimare nel personaggio.
    Eviterei anche di quantificare lo stipendio mensile che si è data: sarei stata sul vago.
    Alla fine hai chiuso alla "e vissero tutti felici e contenti" con lei che ha finalmente trovato il suo scopo nella vita e i suoi ex alunni che vanno avanti e indietro tra l'Italia e l'Africa per
    salutarla. Questo finale ben infiocchettato mi ricorda quello delle favole e anch'io avrei voluto sapere di più della sua vita in Camerun, delle difficoltà che ha incontrato, dei dubbi che le sono venuti in un momento di crisi... e invece la storia è lineare e pulita come una favola e così finisce.
    Sì, in pratica con i miei commenti si sarebbe scritto un altro racconto: quello che avrei scritto io. :D

    Non te la prendere: sto solo cercando di spiegarti quelli che, secondo me, sono i punti deboli ma io non sono un critico letterario (tutt'altro) e quindi ti sto solo dando degli spunti
    di riflessione che potrai (saggiamente) decidere di ignorare a piè pari.
    Tornando al tuo racconto, il personaggio principale è abbastanza ben delineato e la storia è comprensibile e ben scritta.
    Incipit ed Excipit si abbinano bene e sono ben integrati nel testo.
    Prova superata. Alla prossima.
  8. .
    Ciao.

    Anzitutto qualche sciocchezza:
    In questa frase avrei cambiato il tempo verbale: "«Se all'epoca hai scelto così vuol dire che così doveva" avrei sostituito 'hai' con 'avevi'.
    Nella frase " Un prete io?" avrei messo una virgola dopo prete, per dare maggior enfasi.
    Ehm... anche io ho avuto un orto.. ma " sul finire di agosto, mentre eravamo impegnati a seminare zucchine, lattuga e carote." se semini una zucchina a fine agosto, vai poco lontano, caro mio ;) :D

    Per quanto mi riguarda hai proprio toccato un tasto dolente perchè il periodo che hai descritto rispecchia perfettamente quello in cui ci troviamo, cupezza inclusa, e anch'io è da un po' che mi sento avvolta da questa cappa scura di cui vorrei disfarmi.
    LA storia mi è piaciuta molto incluso il parroco "fuori dagli schemi" che ha avuto l'idea geniale di sollevare lo spirito non con le preghiere (o, almeno, non solo con quelle)
    ma con una sferzata di vita data dall'arte.
    Ben scritta, lineare e pulita, è riuscita a illuminare il buio di quel (questo mondo).
    Incipit ed Excpit molto ben inseriti nella storia.
    Un'ottima prova.
  9. .
    Questo racconto è stato letto da una gattara (io).
    La gattara approva con ronfate rumorose. ;) :)

    Scherzi a parte, testo ben scritto, lineare e pulito che si fa leggere, soprattutto all'inizio, con il sorriso sulle labbra.
    L'incipit, tuttavia, mi sembra "appoggiato sul racconto" ma non integrato nel testo a differenza dell'Excipit che si incastra perfettamente.
    Attenta ai punti esclamativi.
    Capisco perfettamente (dato che spesso lo faccio anch'io) che li usi per dare enfasi al discorso, ma "non sta bene" .
    Non servono 3 o più punti esclamativi alla fine di una frase; uno basta e avanza e dosali con giudizio.
    Anche punto di domanda ed esclamativo assieme non sono ben visti.

    La storia è divertente anche se speravo che il gatto facesse qualche dispettuccio alle ragazze non particolarmente apprezzate.
    I personaggi umani sono appena abbozzati e mi sembra quasi che il gatto sia stato descritto più accuratamente ma ha un senso: è il personaggio principale.
    La storia non è particolarmente coinvolgente ma non è nemmeno richiesto, dato l'argomento leggero che tratta. Mi ha ricordato quei cartoni animati di Disney prima e della Pixar dopo, dove gli animali sono appunto i protagonisti principali che aiutano i propri umani "a stare al mondo".

    Lettura piacevole, prova superata.
    Alla prossima.
  10. .
    D'accordo che gli uomini con i colori non vanno molto d'accordo, ma è la prima volta che leggo "color viola vomito".
    Ho sentito di un verde vomito, ma viola? ;)

    Mi ha colpito molto il riferimento all'odore: l'olfatto è una costante di questo racconto e non ho capito perchè sia così presente, come se fosse importante.
    E se è importante, allora mi sa che non ho capito il racconto.

    Gli avvenimenti sono molto confusi e la spiegazione, alla fine, la dai proprio tu quando scrivi :
    "Non c'era passato né presente né futuro nella sua testa, tutta la sua vita era mescolata in un unico, enorme attimo senza inizio né fine."
    E' una frase angosciante che spiega perfettamente la confusione di una mente che vive costantemente sotto allucinogeni. Complimenti perchè mi ha davvero impressionato.

    Incipit ed Excipit secondo me sono integrati nel racconto anche se la chiusa finale mi sa un po' di ironia fuori posto: di peggio, in questo caso, c'è solo girare i piedi all'uscio, ma è solo una mia considerazione personale.
    Con il tuo stile e con le immagini slegate che però fanno parte di questo infinito momento senza inizio nè fine, sei riuscito a farmi immedesimare in una situazione veramente estrema.
    Non so ancora se mi piace o no, ma la prova è stata senz'altro superata.
  11. .
    Ciao.
    Piccolo refuso: " senza che fosse bisogno che il nonno.." manca il 'ci'.
    Nellla frase " il marito era morto qualche anno fa" avrei invece scritto " il marito era morto qualche anno prima ",

    Ho rilevato anche quelle che per me sono incongruenze; definisci la casa dove abita il vecchio un "maniero in mezzo a un campo ", e poco dopo dici che "dall'esterno sembra più una capanna" e la cosa non mi torna dato che il maniero è una struttura fortificata medioevale; l'altra cosa strana è che c'è un sentiero per arrivare alla casa in mezzo al campo, eppure escono, prendono la macchina e vanno a fare due passi in un parco vicino nonostante lui fatichi a stare in piedi.
    Sono piccolezze, intendiamoci, ma il fatto che te le segnali è perchè mi hanno disturbato e distolto dalla lettura del testo.
    L'incipit mi sembra 'appoggiato' sul racconto e non esserne parte integrante; meglio l'excipit, anche se mi sembra un po' forzato.

    La storia è lineare e pulita, molto malinconica che riesce a far entrare il lettore nel mondo di un anziano solo.
    L'anziano è un personaggio delineato in modo credibile, secondo me, mentre il nipote mi è sembrato solo abbozzato e ridotto a poco più di una comparsa.
    Il racconto non mi ha entusiasmato, purtroppo, ma solo a causa delle incongruenze che ho sottolineato, perchè la scrittura è davvero buona.
    Alla prossima.
  12. .
    E' un racconto molto ben scritto, nel quale non ho rilevato errori o refusi, che invoglia a continuare a leggere per vedere "come va a finire".
    Incipit ed Excipit sono stati ben integrati nel racconto.
    Personalmente ho apprezzato in modo particolare l'inizio del racconto quando il giovane ascolta il vecchio "straniero" raccontare le sue storie:
    Mi è sembrata una situazione raccontata in modo realistico, inclusa la bottiglia di Braulio.
    Essendo fanatica di Tarzan e avendo letto tutti i 26 libri che ne compongono la collezione, ho ritrovato quelle atmosfere nel tuo racconto e mi ci sono immersa.
    Sì, forse manca un guizzo, come dice Byron; nei racconti brevi è una cosa che apprezzo anch'io, ma tutto sommato la ritengo una buona prova.
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    Ciao, Tony
    ho trovato una svista quando dici: "e si era portato garante, " non si dice "Si era fatto garante"?
    A parte questa inezia, il tuo racconto parte con una bella spinta grazie all'idea di sottolineare tutti i luoghi comuni con cui infarciamo i nostri discorsi, e mi ero predisposta a leggere qualcosa di divertente, ma poi mi hai tradita! (quoque tu, Brutto ;) )
    Verso il centro diventa una tragedia abbastanza monotona e piena di dettagli minuziosi che sembrano, più che altro, voler 'allungare il brodo' ma che nulla aggiungono alla storia.
    Poi,verso la fine, ti sei ricordato che avevi avuto l'intenzione di scrivere un racconto divertente, e ti sei ripreso.
    Il finale ci sta tutto e l'excipit si incastra perfettamente, mentre l'Incipit mi sembra un po' più traballante.
    E' un racconto con uno stile giornalistico che non coinvolge il lettore; per quanto mi riguarda, quando lui ha scoperto che ha perso e casa nello stesso momento, io ho pensato: "E te credo".
    Alla prossima.
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    CITAZIONE (Byron.RN @ 30/11/2020, 13:14) 
    Ciao Caipi,

    mi trovo in difficoltà a commentare questo pezzo, sono sincero. È scritto davvero bene, come al solito, ha delle belle descrizioni, ma non mi è arrivato.
    La cosa è strana e mi ha sorpreso molto, perché sei da sempre tra i miei favoriti di Sps e ciò che scrivi mi piace sempre da matti. Apprezzo sempre le atmosfere che riesci a creare, quel senso di inevitabile, quel brivido che regali al lettore.
    Questo tuo pezzo però non mi ha dato un brivido, non mi ha dato uno scossone, mi ha lasciato troppo tranquillo.
    Non so, se mi passi il termine è tutto troppo contemplativo, oppure mi manca una chiave di lettura. Eppure me lo sono ripassato attentamente una decina di volte.
    Al vaglio delle mie ipotesi Victor prima è stato un vecchio, poi un ragazzo affetto dalla malattia rara che fa invecchiare precocemente, poi è ritornato a essere un vecchio sul viale del tramonto. Ariel invece è passata dallo stato di amante a quello di madre, poi figlia, nipote e per un breve lasso di tempo badante/infermiera/amante.
    Sicuramente c'è qualcosa che mi sfugge, qualche tessera che devo ancora inquadrare bene per avere una visione ottimale del mosaico. Mi ripeto, come forma è ineccepibile, sul contenuto ho bisogno di ritornarci ancora su.

    Ciao Byron.
    Ariel è la sirenetta dai capelli rossi (dalla omonima favola) che è diventata donna per amore di un uomo e Victor ne è il figlio. Lei è immortale mentre i suoi mariti/figli, no.
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    Mamma mia che racconto choccante.
    Veramente notevole: un inizio tranquillo, anche un po' noioso che inaspettatamente si apre su una realtà insospettabile; ma, del resto,.è sempre così, no? Gli orchi sono insospettabili.
    Stile pulito e lineare, incipit ed excipit ben amalgamati nella storia. Il personaggio femminile è sbozzato e tutto il focus è sul personaggio maschile e il suo disagio.
    Per quanto mi riguarda, una buona prova.
1039 replies since 29/9/2016
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