Scrittori per sempre

Posts written by Petunia

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    Posso unirmi per festeggiare?
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    La semplicità non fa notizia, le piccole cose, quella manciata di momenti felici nella vita di ognuno non fanno rumore. Tu hai perseguito e sviluppato con naturalezza quanto espresso nell’incipit. E qui accade la magia. Non doveva succedere nulla di eclatante: né matrimoni né funerali. In effetti qui non succede niente di particolare, ma il racconto mette il focus sulla bellezza di quelle “piccole cose” e noi lettori ci lasciamo accarezzare dalle parole e dalle immagini. Familiari, genuine, sane: felici.
    Come genitore mi sono sempre posta un obiettivo su tutti: costruire dei buoni ricordi per i miei figli.
    Piccole cose, sensazioni alle quali attingere ogni tanto durante le prove che la vita pone sul cammino.
    Il ragazzo si ricorderà sempre delle passeggiate col nonno e sono convinta che, da qualche parte, in casa ha la copia di quel libro. E magari anche suo figlio un giorno glielo rileggerà.
    Piaciuto molto.
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    Ci sono cose che si capiscono solo crescendo. Il bambino pensava di aver fatto un lavoro bellissimo e si è trovato a vivere una delle più brutte esperienze che si possano fare a quell’età: vedere piangere la propria mamma. Un dispiacere che si infiltra sotto la pelle e che tutto sommato non passa mai. La madre è morta e quello che riaffiora alla memoria sono quelle lacrime che non avrebbe mai voluto fare versare.
    Hai ben descritto i ricordi e il racconto commuove e si fa leggere con simpatia.

    Attento alle parole troppo ripetute. Prova a usare i pronomi o qualche sinonimo, perché alla lunga le ripetizioni stancano e poi, in un contest dove il numero delle battute è contingentato meglio cercare di utilizzarle al massimo.

    CITAZIONE
    rise quella volta che le chiesi se era il marito della persiana che chiudevano alla sera affacciandosi alla finestra! Il tappeto era davvero molto grande: una volta con il cugino Antonio lo misurammo a capriole e avevo dovuto farne più di tre per non sentire più sotto la testa il pelo soffice del tappeto .

    CITAZIONE
    E poi saltare sul tappeto proprio lì sotto. Diventava anche una colorata pista da corsa, quel tappeto, per le automobiline che mi avevano regalato. Nel gioco le frange del tappeto si impigliavano nelle ruote delle automobiline e la nonna era sempre lì a rimproverarmi di non ingarbugliarle. Volevo proprio aiutarla a tenere in ordine le frange del tappeto persiano.

    Ti suggerirei di spostare la frase che quoto qui sotto, più avanti nel racconto. Poiché dedichi tanto spazio al taglio delle frange disturba un po’ che tu ne abbia parlato quasi subito e poi riprendi il discorso dopo. Non se mi sono spiegata. Sorry.


    CITAZIONE
    Ricordavo le emozioni del ragazzino che quel giorno voleva aiutare i nonni, anche se il nonno borbottò quando cominciai a tagliare il primo ciuffo di frange.
    «Taglio pochissimo, nonno» lo rassicurò quel ragazzino senza alzare la testa dal tappeto. «Aggiusto solo la lunghezza, come fa il barbiere con i miei capelli».

    Un tuffo tenero nel passato, ben collegati incipit ed excipit.
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    CITAZIONE
    Adelaide non cerca mai i segni sul corpo, i segni sul corpo si nascondono, si nascondono sempre, e quando fai parte di una famiglia infelice non vuoi che la gente lo sappia, come se il solo farne parte fosse una colpa, una vergogna da nascondere, un segreto da non svelare a nessuno.

    In questo periodo c’è il core della storia. Dal letame nascono i fior cantava De André. È così per Adelaide.
    Scrivi spesso di dolore/amore, lo trovo nelle tue intense poesie e in altri scritti che ho letto di te.
    Donne ingannate, violentate, deluse: donne capaci di reagire e di trovare il modo di trarre dalle esperienze più devastanti la forza di mordere ancora la vita e di essere monito e aiuto per altre donne.
    Perchè certe cose non dovrebbero succedere mai. Perchè non tutte hanno la forza di Adelaide.
    Grazie per avercela mostrata. Nuda e cruda, resiliente alla peggior bruttura che possa capitare nella vita di una donna.Una combattente.

    CITAZIONE
    E lei si era accorta che voleva farlo, voleva vivere

    Qui manca il punto finale.

    Incipit ed excipit ben integrati nel testo.
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    Descrivere le atrocità utilizzando un lessico duro e tagliente è quello che ti aspetti:l’inatteso è utilizzare le parole e le immagini più delicate. Questo contrasto tra la levità delle parole e la crudezza delle situazioni è ciò che colpisce di questo racconto. Non c’è bianco senza nero.
    La storia è quasi atemporale non riesco a collocarla in un contesto attuale nonostante tu parli del mondo della moda. Potrebbe essere la storia di una geisha tratteggiata a china, o di una donna di qualsiasi epoca.
    Hai uno stile riconoscibile e questo è un gran pregio.
    Incipit ed excipit fanno saldamente parte del racconto. Complimenti.
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    Una lettura “non impegnata”, piacevolissima. Il tuo stile genuino rende credibile e divertente quello che scrivi. Mi hai regalato un quarto d’ora rilassante e questo è un gran pregio.
    L’unica cosa che avrei sfumato è il “fervorino” finale. Le due scoprono di stare alla grande insieme? non c’è necessità di sottolinearlo al lettore. Falle vivere con i dialoghi o le azioni.
    Una delle storie che mi sono divertita di più a leggere. Brava!
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    Eh sì, prima si deve piacere al gatto di casa, e poi al padrone. Delizioso questo racconto che si legge d’un fiato e col sorriso, leggero e piacevole. Mi ė piaciuto il dialogo interiore del micio che potrebbe benissimo adattarsi a un cartoon. In Lilly e il vagabondo la storia ė simile anche se il personaggio non è felino. La nascita di un bebè sconvolge la vita della bestiola che si sente un po’ messa da parte.
    Dal punto di vista della formattazione, qualche “a capo” in più agevolerebbe la lettura.
    Per quanto riguarda la consegna “bicipit” trovo l’aggancio con l’incipit un po’ debole, l’excipit invece funziona.
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    Questa è una bella storia. Ottimo l’aggancio incipit-excipit, la scrittura è corretta e scorrevole.
    I dialoghi sono naturali, ma quello che mi ha affascinata maggiormente è l’atmosfera che hai saputo rendere.
    Il vecchio e il ragazzo, il senso unico alternato della migrazione, i valori importanti della vita, i paesaggi mozzafiato e quel Braulio che ho apprezzato tanto quando sono andata a Sondrio. Così tanto che non manca mai a casa mia.
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    Ma dove dive?..Tonyyy
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    C’è tutto quello che deve esserci in un racconto flash. La storia che si sviluppa nella testa del lettore grazie ai “non detti”, la resa palpabile della solitudine di questa donna che cerca un surrogato di felicità , la stilettata finale che lascia un retrogusto amaro di verità e il finale, quello sì, che sembra la naturale conclusione di questo piccolo gioiello.
    Ottima sia la scrittura che il contenuto, sorprendente l’aggancio con incipit e excipit. Pochi ingredienti, se dosati con misura, gridano forte più di tante parole urlate.
    Se posso fare un appunto “grafico” mi ha un po’ confusa l’uso de corsivo sia per i pensieri che per le scene di azione (lettura delle frasi al computer) Avrei fatto una scelta grafica diversa, ma qui si parla di forma e non di sostanza.
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    Ho sempre pensato che le prime esperienze d’amore fossero più difficili per i ragazzi che per le ragazze.
    Forse perché ho sempre immaginato che i ragazzi dovessero sempre dimostrare di più, di essere “portati” per certe cose. Tu hai confermato questa mia convinzione adolescenziale, solo che i tuoi “ragazzi” oltre avere gli ormoni a palla, avevano anche un cuore. E mi è piaciuto vederlo.
    Faccio un mezzo sorriso, tipo quello che accompagna i non vedenti per farsi perdonare di essere ciechi.
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    Una storia potente, una scossa che arriva dritta dove deve. Si può dire bella di una storia che parla di tanto squallore e degrado? Sì, io credo proprio di sì.
    Ottima la caratterizzazione dei personaggi, la descrizione degli ambienti e soprattutto degli odori che filtrano dalle parole e rendono un gran servizio alla lettore. Ci si immedesima leggendo. La scrittura è pulita ed essenziale non affonda mai la lama, tanto la situazione è già di per sé eloquente.
    Mi è piaciuto moolto
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    Ciao Paluca

    Il racconto offre più di uno spunto e il tema che hai affrontato è sempre motivo di riflessione. C’è dunque una morale in questa storia dall’esito più o meno felice.
    Se il messaggio è forte e chiaro, non altrettanto lo sono i personaggi. La ragazza non è sufficientemente glamour (la immaginerei come una Paris Hilton), la motivazione della sua infelicità non sufficientemente forte, oltretutto, devo dirlo, non ho parteggiato per lei neppure per un secondo. Trattare un uomo come ha fatto lei fa accapponare la pelle e non la rende simpatica. Quindi il mio retropensiero come lettrice è stato per tutto il tempo: “ben le sta!”.
    L’incontro con il sacerdote (ma non con la fede) è poco approfondito ed ė difficile credere che lei si sia distaccata da tutto solo per seguire un uomo (a meno che non fosse innamorata del sacerdote, che poteva una chiave spiazzante alla fine) del resto, come già detto, non lo ha fatto per la fede. Dunque cosa si aspettava di trovare in Camerun?
    La cosa che mi ha fatto arrabbiare di più è questa frase:
    CITAZIONE
    Per l’indomani sicuramente Frate Andrea le avrebbe preparato una grande festa, avrebbe cercato ancora una volta di riempire il grande vuoto che non aveva mai abbondonato Camilla in tutti quegli anni, il vuoto creato dalla mancanza di un uomo accanto, quell’amore che non era mai riuscita a trovare nella sua vita.

    ma come? In tutti quegli e con tutto il buono che è comunque riuscita a fare non ha riempito il grande vuoto? che non l’ha mai abbandonata?
    Se la ragazza fosse diventata missionaria, avesse preso i voti, avesse almeno colmato il vuoto, tutta la storia avrebbe avuto un senso che così non riesco a capire più di tanto.
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    Gotica e sensuale al punto giusto. Un utilizzo davvero originale degli incipit ed excipit proposti.
    Un racconto che si stacca dal coro, nell’insieme piuttosto mesto, e che propone un genere che compare davvero poco da queste parti. Ti devo dire che mi è davvero piaciuto e che ho trovato molto buona anche la scrittura. Ho apprezzato la cura nelle descrizioni e nella scelta delle parole. Sono i dettagli che fanno la differenza a volte come quel un fazzoletto ricamato ed arrossato dalla tosse
    Un unica cosa non mi torna tanto all’interno della storia. Quando dici: Poche gocce dalla vecchia fiala e la ragazza si sarebbe svegliata a mattino inoltrato, quando lui sarebbe stato ben lontano. Il “fatto” è già successo, dunque perché servirsi della fiala?
    Per il resto la storia è stata una piacevole scoperta.
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    Quanto dolore in quel soffio Gen! Il tuo racconto è un viaggio nella sofferenza, ma al contempo un viaggio nei sentimenti più forti come l’amore. Il tuo animo gentile e sensibile affronta con tatto e delicatezza una situazione purtroppo molto verosimile.
    CITAZIONE
    Non era bello come quando lo conobbi, era il mio uomo, lo adoravo nonostante la rotondità pronunciata della pancia che lui d'estate esibiva con fierezza: “Coltivata in casa” diceva sorridendo felice.

    C’è tanta naturalezza in queste parole, tanta verità.
    Anche questo passaggio è terribile e intenso
    CITAZIONE
    -Numero 17 ambulatorio 3- Eravamo numeri, primi o ultimi, solo numeri.

    Un gran bel racconto, una figura femminile forte e dolce, una coppia che si riscopre compatta per combattere il nemico invisibile.
    Incipit ed excipit integrati a meraviglia. Complimenti Gen!
1669 replies since 30/9/2018
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