Scrittori per sempre

Posts written by _kiriku_

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    Un racconto dolce-amaro che mescola la tristezza del presente con un gesto "altruista" del passato compiuto dal protagonista bambino nei confronti della nonna.
    Mi ricorda un po' quando, da bambina, avevo voluto accorciare con la forbice i capelli delle bambole, certa che sarebbero ricresciuti... Ops.
    Lo stile, nella parte centrale del racconto, è molto semplice, idoneo a ricostruire i pensieri di un bambino.
    L'unica cosa che non mi è chiara è chi sia Daniela. All'inizio avevo ipotizzato fosse la moglie ma, leggendo il finale, deduco che sia la sorella.
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    La trama è carina, il tema della promozione mancata a causa di un raccomandato e la sfortuna che si accanisce impietosa sul protagonista sono un ottimo proseguimento dell'incipit che conduce alla sua naturale conclusione. Poteva andare peggio, il protagonista poteva morire colpito da un fulmine.
    Lo stile, come ti è già stato segnalato, è invece molto acerbo.
    Comprendo che gran parte del testo si snodi come un flusso di coscienza e che quindi l'utilizzo della punteggiatura sia a discrezione dello scrittore ma, secondo me, qualche punto in sostituzione delle virgole avrebbe giovato alla comprensione del testo.
    Ci sono poi da rivedere i tempi verbali, che saltano dal presente al passato remoto in modo molto confusionario, come se tu avessi scritto il racconto prima al passato remoto, poi avessi deciso di scriverlo al presente e, nel farlo, avessi tralasciato per errore alcune frasi.
    In ultimo, un mio parere personale. Non è un errore, ci sono autori pubblicati che hanno fatto dell'abbondanza di punti esclamativi la loro firma, ma è un impiego della punteggiatura che non apprezzo in modo particolare e che trovo superfluo. Quest'ultimo è solo un parere soggettivo in merito al tuo stile. Ogni autore, poi, fa le scelte che ritiene più opportune.
    Dietro ogni vezzo stilistico, so bene che c'è sempre una ragione ;-)
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    Ammetto che ero molto curiosa di leggere il tuo racconto, dopo aver apprezzato i tuoi haiku pubblicati su SPS, e devo dire che non sono affatto rimasta delusa.
    Non avevo idea di cosa fosse una cambiale, non ho mai studiato ragioneria, a malapena riesco a districarmi tra TARI, bolli e bollette e delego la lettura dei cedolini e il 730 a mia mamma, che lei ragioniera lo è davvero XD
    Quindi, ti ringrazio tantissimo per l'approfondimento iniziale che mi ha reso accessibile il resto del racconto.
    Mi è dispiaciuto per Mauro che si è trovato invischiato in un acervo burocratico in cui io, come minimo, mi sarei chiusa in bagno e avrei detto "fate voi, licenziatemi pure".
    Sono contenta anche che alla fine non siano stati presi provvedimenti.
    Un racconto molto concreto, realistico e, per fortuna, a lieto fine.
    La tua prosa chiara e concisa mi piace molto.
    Una menzione speciale per avermi reso comprensibile una materia completamente avulsa dalla mia realtà e che, di tanto in tanto, viene a bussare alla mia porta.
    Complimenti!
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    Un racconto bellissimo, con una protagonista che, pur avendo il suo Vronskij, si dimostra leale e onesta nei confronti del marito.
    Avendo in passato scoperto non uno, ma ben due tradimenti, commessi dalla stessa persona alle mie spalle, avrei apprezzato l'onestà di Adele e il non ripetersi dell'incidente di percorso, di quella normale sbandata che in una coppia può capitare.
    Ho trovato molto bella la comunicazione "dico-non dico" tra i due protagonisti, scritta in un linguaggio tutto loro. Adele ha scritto certa che Marcus potesse capire e Marcus ha capito, in effetti.
    E' un bel esempio di linguaggio condiviso in una coppia che, a mio parere, era già destinata a durare.
    Stile molto bello, pulito e scorrevole. Ci sono alcuni refusi, sicuramente dati dalla fretta di consegnare per il concorso.
    Ottimo lavoro!
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    Grazie mille, Giancarlo! :)
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    Grazie mille a tutti per i commenti :]

    CITAZIONE
    Anche se
    avrei identificato meglio le figure femminili, per un giusto rispetto. Ma questo è un problema mio, non riesco a parlare di qualcuno senza scavarci dentro.

    In effetti, c'era un paragrafo in più dedicato a Maria, l'unica che il vecchio abbia davvero frequentato, ma è saltato per riservare i caratteri alla storia principale (:

    CITAZIONE
    Kogi che deve scegliere moglie come se fosse in Zimbabwe, e non a Milano. Non un bel messaggio.

    A dover scegliere una moglie, quando ancora era giovane, era Zamani.
    Non viene esplicitato ma, dal momento che Zamani è ormai vecchio, si può ipotizzare che all'epoca della scelta della moglie vivesse nella Milano degli anni '50, periodo in cui era ancora comune che i padri benestanti facessero incontrare i loro figli con signorine dell'alta società, nella speranza che si sposassero, per conservare intatto il patrimonio (nello specifico, Maria e la ragazza che Zamani chiama "Sorriso di pietra").
    Inoltre, proprio perché si trattava di famiglie benestanti, era praticamente d'obbligo che il figlio maschio si sposasse e avesse dei figli che ereditassero la fortuna di famiglia, il che si riallaccia all'incipit che ho scelto.
    Delle tre donne, l'unica a fare eccezione è quella che Zamani chiama "culo di gallina". Anche qui, non viene esplicitato ma, dal momento che Zamani parla di lei come una ragazza interessata al patrimonio, si può ipotizzare che fosse una scalatrice sociale e che non appartenesse alla cosiddetta "Milano bene".
    Poi ogni lettore può farsi l'opinione che desidera a proposito dei commenti di Zamani sulle tre pretendenti.
    Essendo commenti espressi per mezzo di un discorso diretto, saranno sempre un punto di vista parziale e sono certa che le tre donne avrebbero da esporre la loro versione ;-)

    CITAZIONE
    Non mi è piaciuto se uno scappa da un posto come me può avere nostalgia?

    Certo che può avere nostalgia.
    Zamani non ne ha, perché lui non è scappato dall'Italia, anzi, ha scelto l'Africa proprio perché sentiva nostalgia del Kenya.
    Kofi, invece, non ha ancora lasciato la sua terra. Se e quando arriverà in Italia, proverà nostalgia, oppure no. Ma questa è un'altra storia ;-)

    Edited by _kiriku_ - 30/11/2020, 11:43
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    Il finale è stato davvero sorprendente. Fino all'ultimo, non ho capito davvero come la vedova compita si fosse improvvisamente trasformata in una femme fatale.
    Ammetto che all'inizio ho storto un po' il naso, ma poi ho capito.
    Un'ottima risoluzione del racconto.
    Il lessico mi piace, ricercato senza risultare esagerato. Ci sono alcune sviste date probabilmente dall'assenza di tempo sufficiente a far decantare, ma per il resto è tutto corretto.
    Uno stile piacevole e adatto alla narrazione.
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    Grazie!
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    CITAZIONE
    messa così dà tutta l'ironia della situazione in cui risulta ovvio che la decisione non è certo bilaterale nonostante il parlare risulta affermativo come se fosse una conferma a un accordo già preso tra parti.

    L'ironia era chiarissima, mi spiace nel caso non si fosse scorta ironia anche nel mio commento di vittima passata di una decisione unilaterale fatta passare come scelta condivisa con un abile "noi" XD
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    Grazie mille ai primi commentatori di questo racconto.
    E sì, soffro di Mal d'Africa da un po' di tempo.
    Recupererò il film di Villaggio.
    Non lo conosco, ammetto che è una fortuita coincidenza che interpreti in chiave comica un racconto di Hemingway (:
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    Leggere questo racconto è stato un piacere, a partire dalla ricercatezza lessicale.
    Ho apprezzato molto l'ironia nel descrivere l'amore giovanile e tutte le sue conseguenze sul rendimento scolastico (neanche troppo gravi, a giudicare dall'erudizione della voce narrante), fino alla fatidica frase "resteremo buoni amici", una decisione unilaterale espressa però con una prima persona plurale...
    Ti segnalo solo un refuso "riuscì ad attirare l’attenzione" invece di "riuscii ad attirare l’attenzione".
    A parte questo, tutto perfetto.
    Ottimo lavoro e complimenti all'integrazione dell'incipit e (soprattutto) dell'excipit.
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    Nel racconto ci sono diversi refusi, ma è inutile che io li segnali a uno a uno, dal momento che ci ha già pensato un altro utente.
    A parte questo, ho trovato la trama un po' scricchiolante.
    Strano che una ragazza malata terminale si confidi con un estraneo conosciuto sul treno. Sarebbe molto più normale che lo facesse online, su forum e social.
    In una situazione reale, ammettendo che Clara fosse in uno stato psicologico per cui avrebbe potuto confessarsi davvero con il primo sconosciuto, Addie avrebbe risposto con un laconico "mi dispiace" e si sarebbe sentito a disagio per il resto del viaggio.
    E poi, con quale sicurezza Clara gli dice che lui può sopportare il peso del suo segreto? Si sono appena incontrati.
    Trovo anche abbastanza strano quel contatto mano nella mano con uno sconosciuto incontrato in treno, dove di solito si cerca di non sfiorarsi nemmeno le ginocchia o i gomiti coi vicini di posto.
    Penso che il racconto vada rivisto, modificando le circostanze dell'incontro e ciò che segue, ovvero la decisione di Clara di portare a casa con sé un perfetto estraneo per parlare ai suoi genitori della sua malattia.
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    Un racconto dolce-amaro, in cui il successo economico non coincide necessariamente con il benessere psicologico e la realizzazione personale.
    Mi sarebbe piaciuto qualche dettaglio in più sui luoghi del Camerun che la protagonista è infine giunta a chiamare casa, ma mi rendo conto che avrebbe sottratto troppo spazio alla prima parte del racconto, nella quale Camilla matura la decisione di partire.
    A livello stilistico è chiaro e scorrevole. L'unica cosa che non apprezzo particolarmente è l'utilizzo frequente dei due punti in un testo di narrativa, soprattutto se i due punti vengono usati 2 volte nella stessa frase.
    Non si tratta di un errore, non ci sono regole che lo vietino, è solo un mio parere soggettivo che nulla toglie alla bellezza del racconto.
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    Un dolce racconto da un punto di vista felino. Molto carino anche il metodo di valutazione di Dustin.
    È un racconto leggero, frizzante e con una vena ironica che traspare da quell'aura di superiorità di cui tutti i gatti paiono dotati.
    A Dustin non sarei piaciuta. Come sa bene la mia gatta, io adoro prendere in braccio i felini e strusciare il naso contro la loro testa.
    Lo stile è semplice e scorrevole, corretto sotto ogni punto di vista.
    È stata una lettura piacevole e leggera, adatta a questa domenica pomeriggio davanti al camino.
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    Un racconto scorrevole che, in poche parole, attraverso i momenti più salienti, narra la caduta nel gioco e l'uscita dalla dipendenza, il tutto causato da un evento apparentemente innocuo, come dei lavori su una strada.
    L'aspetto secondo me più interessante è proprio questo: quanti eventi insignificanti della nostra vita ci portano su un sentiero totalmente diverso da quello che stavamo percorrendo? E quanto sarà influente questa deviazione?
    Una bella domanda a cui questo racconto dà risposta analizzando una delle migliaia di possibilità a cui quel cambio di rotta avrebbe potuto condurre.
    Lo stile è chiaro e pulito, ottima la correttezza lessicale e sintattica.
    Mi è piaciuto molto anche il modo in cui il flusso narrativo si snoda senza intoppi da un paragrafo all'altro, narrando un lasso di tempo molto lungo in pochi caratteri.
    A livello stilistico, la gestione spazio-temporale è la vera perla di questa storia.
    Complimenti.
70 replies since 11/11/2020
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